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Londra e Berlino, Totò e Peppino. Anzi più bravi
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La Banca d’Inghilterra ha un piano B, segretissimo, nel caso che il Regno Unito decida di uscire dall’Unione Europea. Ce ne hanno dato notizia i nostri media valorosi. L’Ansa ha persino titolato: «Gaffe clamorosa della Bank of England. Ha mandato per errore al quotidiano Guardian una e-mail coi dettagli su un progetto segreto per valutare i rischi finanziari nel caso di una ‘Brexit’, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. È stato uno dei dirigenti della banca che ha erroneamente fatto partire il messaggio, che conteneva anche disposizioni su come mantenere il progetto ‘Bookend’ segreto».

Per errore. Un piano segretissimo, e lo si manda per mail. dove? Non in un indirizzo qualunque, che so, alla zia. Alla redazione del Guardian. Gaffe clamorosa, dice l’Ansa, che ha capito tutto.

«Un incidente increscioso», confermato un portavoce della Bank of England.

È un peccato che i nostri media si bevano e ci facciano bere queste notizie così come le ricevono, senza il minimo dubbio critico. Peccato, perché si perdono il meglio. Allora lo dico a voi italiani, che vi credete i più furbi, a voi levantini del suk, a voi napoletani che vi lusingate di essere imbattibili nelle tre tavolette e nella sceneggiata, appunto, napoletana: sedetevi e godete lo spettacolo. Bank of England e Berlino, quando serve, possono battervi in sceneggiata; e nella partita delle tre tavolette, non c’è camorrista che li batta. Ammirate la loro interpretazione della ammuìna, ed imparate qualcosa.

David Cameron (calcando la voce): «Adesso basta: mi approprio del programma di Farage, indico il referendum; mi dica il popolo britannico se vuole uscire dalla UE o restarvi».

Il referendum non lo farà mai, per due motivi: 1) Londra ha tutti i vantaggi di essere nella UE ma non nell’euro, ha mantenuto la sua moneta, la può svalutare e stampare a volontà; 2) nei sondaggi, alla domanda: dobbiamo restare dentro o uscire dalla UE?, gli inglesi rispondono «restiamo» al 67%. Un referendum scolpirebbe il risultato nel bronzo, e i Governi inglesi non avrebbero più la cartuccia, tante volte messa in canna, per strappare quel che vogliono da Bruxelles.

Nella sceneggiata napoletana, è la drammatica scena in cui Mario Merola, tradito in amore da Chilla, minaccia di gettarsi giù dal balcone: «Tenitemi se no m’accido!». E tutti lo tengono afferrandolo per le braccia mentre lui s’avventa sulla balaustra, deciso – ma non troppo – a scavalcarla. Ci dev’essere stato un ritardo nel soccorso – Francoforte e Berlino sono distratti, intenti a torturare la Grecia – perché la Bank of England – per errore – manda per mail al Guardian il piano segretissimo per il Brexit.

Cielo! Che regrettable accident!, siamo stati scoperti!

Coro delle Lobbies di Bruxelles (alzando le braccia al cielo): «L’Europa ha di fronte una nuova crisi esistenziale». Nel coro si sentono pianti, grida, spezzoni di frasi concitate poco udibili. Siamo in grado però di coglierne alcune: «Scherziamo?? C’è il TAFTA da approvare!», «E gli americani, chi li sente?».

Momenti di altissima tensione.

Confindustria inglese (con voce cavernosa): «Le imprese dicono chiaro al Governo che restare nella UE è nostro interesse nazionale».

Deutsche Bank (con un profondo, doloroso sospiro): «Ebbene, anche noi stiamo studiando le conseguenze del Brexit, ma chiediamo di riflettere sul rimpatrio delle nostre attività in zona euro: abbiamo 9 mila dipendenti a Londra».

Il pubblico in platea crede che Deutsche Bank sia, come dice il suo nome, una banca tedesca. La principale. Non sa che la fedifraga è invece diventata una banca anglo-americana, soprattutto anglo; e che Londra le ha imposto il cambiamento di sesso – da banca di sviluppo industriale a banca d’affari nei derivati speculativi – e le ha dato per capo, drudo, seduttore e macrò un anglo-indiano, di nome Anshu Jain, un losco e misterioso personaggio che non parla neppure tedesco, e che fa pure perdere miliardi agli azionisti germanici: i quali però se lo tengono, come fossero obbligati. Mistero nel mistero.

Silenzio! Atto secondo:

Avanza in scena il Terribile Schauble.

Lugubre sulla sua sedia a rotelle, arcigno, scuro in volto. Il Terribile Schauble è il ministro tedesco che ha appena detto: se vuole, la Grecia può andarsene dall’euro. E agli italiani, spagnoli, portoghesi continua ad intimare: «Austerità! Fate le riforme! State dentro il 3%!». Che cosa dirà adesso? La sua voce di tuono si leverà anche contro Londra? «Quella è la porta, inglesi». Un tremito percorre gli astanti.

Il Terribile Schauble (colmo di sollecitudine paterna): «Abbiamo un grosso interesse a che il Regno Unito rimanga un membro forte e impegnato della Unione Europea». (Poi, rivolto ai giornalisti presenti): «Ho invitato il ministro dello Scacchiere George Osborne onde pensare in due come possiamo conciliare la posizione britannica con il bisogno urgente di rafforzare la governance dell’euro-zona..il Regno Unito è vitale per l’UE e le sue istituzioni e i suoi Stati membri dovrebbero ascoltare che cosa dice Londra».

Si resta senza fiato per la rivelazione: dunque il Terribile Schauble ama d’un casto affetto il giovane Osborne?

L’ha sempre amato, spiega l’inviato del Telegraph:

Telegraph: «Anche se manca di un profilo diplomatico, la reputazione di Osborne come oculato gestore delle finanze gli ha conquistato gli applausi di Bruxelles, e una calda relazione col maturo numero due della Germania», Schauble appunto. Che lo apprezza come «peso massimo intellettuale, un noto favoreggiatore dell’appartenenza alla UE».

Schauble invita il tenero giovane nella sua alcova giovane a «pensare fra noi due» a come fare l’Europa e contentare la Britain.

Pensare fra noi due, ecco la chiave. Senza gli altri membri dell’Unione Europea. Detto più chiaramente: Londra vuole liberarsi dei lacci e lacciuoli idioti concepiti senza posa dalla Commissione. Berlino vuole le stesse cose, ma senza apparirne l’iniziatrice, e soprattutto senza modificare il Trattato di Maastricht. Perché sennò bisogna fare approvare i mutamenti ai 28 Paesi, 28 Governi, 28 Parlamenti; e può succedere – Dio non voglia – che gli indiani meridios del Club Med ne approfittino per inserire cambiamenti a proprio favore, per esempio contro la «austerità». Dunque: a due, nell’alcova, Osborne e Scahuble stanno escogitando come mantenere noialtri meridionali nelle catene europeiste, liberandosene però loro due. Più di due in verità, se si pensa che la Germania parla come Nuovo Reich, con i suoi satelliti baltici, scandinavi, ex-sovietici ed austriaci. Specialmente la Polonia, che si è messa sotto la protezione del Reich.

Telegraph (in tono oggettivo): «Berlino simpatizza con molti degli sforzi di mister Cameron di migliorare la UE: i tedeschi appoggiano lo UK nell’ aumentare la competitività, incoraggiare il freee trade, e tagliare la burocrazia nel mercato unico».

Sui migranti, per esempio. Londra non vuole che arrivino altri migranti, o almeno che non pesino sulla previdenza sociale e il servizio sanitario nazionale.

Dr. Michael Wohlgemuth (a parte, come parlando fra sé e sé): «Anche in Germania i migranti di Romania e Bulgaria possono ricevere gli assegni familiari anche se non vivono più qui. Se ci fosse una chiara decisione sulle linee britanniche, sarebbero benvenute».

Se vi domandate chi è il Doktor Wohlgemuth sappiate che è il Direktor der Open Europe Berlin g GmbH, ossia un uomo di Soros. Insomma si profila questo: i migranti e clandestini, se li tengano gli italiani; li mantengano, come impone il Trattato di Maastricht sulla libera circolazione di uomini; Londra e Berlino se ne esentano con un loro trattato bilaterale piccino picciò...

Syed Kamall, europarlamentare britannico (rivolto al pubblico): «Ci sono una quantità di temi in cui noi inglesi sfondiamo porte già aperte».

Wohlgemuth: «Segretamente ci sono elementi nel Governo (tedesco) che sperano in un rallentamento del welfare sui migranti dalla UE, perché la Germania affronta problemi simili».

Charles Grant: «Al Regno Unito sarà offerto un trattato internazionale al difuori delle strutture UE, la stessa formula usata per la Danimarca quando scelse di star fuori dall’euro nei primi anni ’90. I tedeschi semplicemente diffidano dei francesi e degli italiani, e temono che i meridionali vogliano approfittare dei colloqui per spingere a mettere un termine all’austerità della spesa pubblica».

Chi si domandasse chi è questo Grant, sappia che è il director del Centre for European Reform, un think tank «che unisce il più ferreo atlanticismo al più convinto pro-europeismo». Ad occhio e croce, altri stipendiati da Soros.

Jean Claude Juncker, presidente della Commissione: (silenzio assoluto. Anzi non si presenta nemmeno in scena). L’eurocrazia, pudica, distoglie lo sguardo dall’alcova.

Ambrose Evans-Pritchard (del Telegraph): «La Germania ha aperto la porta a un grand bargain con Londra». Sarebbe traducibile come «mercanteggiamento», di quelli in cui si producono i mercanti di tappeti nel Levante. In gergo italiota: mercato delle vacche. In britannico, «un poker dei bugiardi» (liar poker) dove due compari che si fingono avversari sono invece in combutta per spennare il pollo che hanno attratto al tavolo, e giocano col mazzo truccato.

Insieme stanno cambiando in modo decisivo la natura stessa della UE, ma ‘alla buona fra loro’, senza toccarne le strutture istituzionali, ossia le catene, i nodi scorsoi e le palle al piede che vogliono mantenere per soli noi meridios. La Germania vuole farsi «imporre» da Londra le misure che hanno già deciso insieme per aumentare la propria egemonia a danno degli altri. Ai meridios dirà: «Taglio i benefici agli immigrati. Non volevo. Ho dovuto farlo per tenere il Regno Unito nella UE. Ma voi meridios, andateli a prendere in mare. E guai se li trattate male».

E voi mi parlate di sceneggiata «napoletana»? Imparate, terroni, dai nordici. Sceneggiata «anglo-tedesca», dovreste dire. Sono loro i re dell’ammuìna. Andatevi a nascondere, dilettanti.



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