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Né eretici né scismatici: I cattolici fedeli difronte al “caso Bergoglio”
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Introduzione

Purtroppo papa Francesco dal 2103 profonde continuamente eresie materiali ed errori contro la Fede e la Morale. Questo è un fatto e “contro il fatto non vale l’argomento”. Difronte a questo stato deplorevole in cui versa l’ambiente ecclesiale, ossia gli uomini di Chiesa e non la Chiesa in sé - la quale è una Società soprannaturale fondata da Cristo, pur se composta di persone umane e dunque inclini all’errore e al male[1] - occorre prendere posizione, evitando tuttavia i due errori (per eccesso e per difetto) che ci porterebbero 1°) all’Eresia[2], se si seguisse l’insegnamento oggettivamente e materialmente ereticale di Bergoglio; 2°) allo Scisma[3], se si negasse - anche solo praticamente e implicitamente - il Primato del Papa e lo si volesse giudicare (ossia sentenziare a norma di legge, con vero potere giudiziario ed esecutivo, per deporlo) o se si volesse uscire dalla Chiesa di Cristo fondata su Pietro - nonostante le deviazioni del Vaticano II - ritenendola finita (contro le promesse fatte dal Signore, le quali ci assicurano della sua indefettibilità sino alla fine del mondo). Infatti anche se il Papa, ossia il successore di Pietro attuale, pronuncia oggettivamente eresie in questioni di Fede e di Morale, non significa che la Chiesa in sé sia stata distrutta e vinta dalle “porte degli Inferi” (Mt., XVI, 18). Bisogna sempre distinguere gli uomini di Chiesa dalla Chiesa in se stessa.

Il ritorno di “Cristina Campo”

Innanzi a questa situazione qualche spirito perverso incita, specialmente da tre anni a questa parte, allo “Scisma” per correggere l’Eresia di Bergoglio. Niente di nuovo sotto il sole: “In ogni tempo si ebbero degli spiriti leggeri e superbi, che si rivoltarono contro il Primato di Pietro, rendendosi autonomi” (A. Piolanti, Dizionario di Teologia Dommatica, Roma, Studium, 1957, IV ed., p. 380, voce “Scisma”; ristampa, Proceno – Viterbo, EFFEDIEFFE, 2018)[4].

Oggi, in questa tormenta scatenatasi in ambiente ecclesiale, si nota anche un certo torbido interesse politico e internazionale, riguardo a un eventuale Scisma, sia 1°) da “destra”, ossia da parte del neo-conservatorismo - imbevuto di Luteranismo, Massonismo e Giudaismo - nel propugnare un vero scisma; sia 2°) da “sinistra”, cioè da parte dell’ultra-modernismo (la “mafia di San Gallo” & Bergoglio in testa), che odiando la Chiesa gerarchica vedrebbe di buon occhio un altro scisma lacerare la “Veste inconsutile” della Chiesa.

Infatti a) elementi anti-infallibilisti statunitensi e latino/americani, più o meno vicini all’ambiente massonico, “giudaico/cristiano” e a quello esoterico della “Tradizione primordiale” (cui si rifaceva Cristina Campo col suo convivente Elemire Zolla), odiano il Papato più che Bergoglio in quanto modernista e apprezzerebbero uno scisma, che deturpi la Chiesa ancor di più di quanto non stiano facendo i Modernisti. Alcuni elementi bene addentro all’Intellighenzia cattolica romana, che sono anche vicini ad ambienti ebraico/massonici e all’intelligence americana, sono attualmente molto attivi nel lanciare il sasso dello scisma da far fare ai Vescovi o Cardinali conservatori, mentre poi la nascondono - mandando allo sbaraglio alcuni ingenui in buona fede che vorrebbero far qualcosa di buono per la Chiesa - quando si tratta di uscire allo scoperto e fare azioni concrete. Costoro sono più pericolosi degli ultra-Modernisti, poiché si nascondono (“latet in erba anguis / come una serpe che si cela nell’erba”, Virgilio) dietro una facciata di perbenismo e conservatorismo, mentre sono “sepolcri imbiancati” (Mt., XXIII, 27), che “scorrazzano per il mondo a perdizione delle anime” (Leone XIII, Preghiera a S. Michele Arcangelo). Infatti il diavolo che si nasconde sotto apparenza di “Angelo di Luce” è molto più pericoloso del diavolo che si cela apertamente come “Angelo decaduto e tentatore” (cfr. S. Ignazio da Loyola, Esercizi Spirituali, nn. 313-336, Discernimento degli spiriti).

Il Papa è Vicario di Cristo ed è sottomesso a Lui

Certamente il Papa è il Vicario di Cristo, ma non può mutare l’autorità che Gesù gli ha data come se il Papa fosse il Capo di Cristo e non viceversa[5].

Il Pontefice Romano non può pubblicare nuovi articoli di Fede o di Morale, abrogare quelli esistenti, istituire nuovi Sacramenti, perché tutto ciò rientra nella Potestas excellentiae dovuta solo a Cristo in quanto Dio, mentre il Papa è il Suo Vicario e non può, perciò, contraddire le leggi di Cristo: il Sommo Pontefice non può far leggi, canoni, o stabilire alcunché contro la divina Scrittura, la dottrina del Vangelo”. Perciò obbedire ai voleri di papa Bergoglio che sono in contrasto con la Legge di Dio (cfr. Amoris laetitia, 19. III. 2016) non sarebbe virtù, ma peccato di Servilismo.

Padre Reginaldo Garrigou-Lagrange citando la frase di S. Tommaso d’Aquino[6]: “L’obbedienza è perfetta quando ci si sottomette nelle cose permesse; sarebbe indiscreta qualora portasse l’anima a sottomettersi nelle cose illecite”, insegna che “l’obbedienza deve essere cieca; basta essere certi che l’ordine datoci non è contrario alla Legge divina, né colpevole, né contrario all’ordine espresso da un autorità più alta[7]. Quindi se l’ordine dato da un Papa non è lecito (per esempio amministrare i Sacramenti ai peccatori pubblici non pentiti, come ha chiesto papa Bergoglio in Amoris laetitia, 19. III. 2016) non si può e non si deve obbedire, altrimenti la “obbedienza” sarebbe non una Virtù, ma un atto illecito e indiscreto, ossia un peccato almeno materiale.

Il Papa è soggetto di un potere ministeriale, ossia agisce come Ministro e Vicario di Cristo, non come Superiore di Gesù, non è la regola ultima e assoluta della Fede, dei Costumi e del Diritto, ma è subordinato alla Legge e alla Rivelazione divina come pure al Magistero pontificio infallibile o costante (Pio IX, Lettera Tuas libenter, 1863) della Chiesa. È per questo motivo che si può e si deve resistere alle “novità” di papa Bergoglio.

È chiaro che Bergoglio non può esigere di cambiare la Verità dogmatico/morale rivelata dal Signore. Tuttavia…

L’Episcopato intero è inferiore al solo Papa

…Tuttavia, se l’Episcopato potesse giudicare con autorità giurisdizionale, a norma di legge, con vero potere giudiziario ed esecutivo e deporre il Papa, il Primato di Giurisdizione dato da Cristo a Pietro e ai suoi successori (i Papi) non sarebbe sufficientemente “Primato”, ossia “supremazia, superiorità, predominio, prevalenza e principato”, ma sarebbe piuttosto “Secondariato”, cioè “subalternità, inferiorità, secondarietà e marginalità”. Ora ciò equivale a dire che Cristo avrebbe dato, con molta solennità (cfr. Mt., XVI, 18), un potere inefficace e “deficiente” a Pietro e ai suoi successori, il che ripugna data la Natura divina di Cristo.

Il Primato del Papa sull’Episcopato è un Dogma di Fede rivelata e definita

Dal 1870 è un Dogma di fede rivelata e definita che Pietro e il Papa, come suo successore, hanno ricevuto da Cristo un’autorità di Giurisdizione “piena, suprema, universale, immediata o diretta e ordinaria” (Concilio Vaticano I, DB, 1831), non soggetta a nessun’altra autorità umana, neppure all’Episcopato o al Collegio cardinalizio, ma solo a Dio del quale il Papa fa le veci e del quale deve trasmettere il Deposito della Fede e dei Costumi come gli è stato consegnato. Questo è l’unico limite che il Papa non può valicare. Egli non può cambiare la Fede e la Morale divina, ma la deve custodire inalterata e tramandare incorrotta sino alla fine dei tempi.

Nessuna autorità umano/ecclesiastica può pronunciarsi giuridicamente sul Papa e deporlo

Il cardinale Juan de Torquemada[8] insegna che le azioni del Papa sono riservate soltanto al giudizio autoritativo e giurisdizionale di Dio poiché il suo unico superiore è Cristo. Gli uomini, compresi i Vescovi, possono emettere solamente un giudizio privato o “dottorale” riguardo al Papa, ossia una ammonizione (come quelle ripetute da vari Cardinali e Vescovi a papa Bergoglio a partire dalla Esortazione sinodale Amoris laetitia del 19 marzo 2016) e non una condanna giuridica a norma di legge con vero potere giudiziario ed esecutivo.

Fine Prima Parte

Continua

d. Curzio Nitoglia



[1] Uno dei motti preferiti di don Francesco Putti (il fondatore di “sì sì no no”) era: “Dio salvi la Chiesa dalle colpe degli uomini di Chiesa!”.

[2] L’Eresia è un errore dottrinale contrario alla Rivelazione divina o alla Fede cattolica. Essa è una selezione o scelta arbitraria e soggettiva di Dogmi da credere e Dogmi da non credere, ad esempio - nel caso nostro - l’Infallibilità e il Primato papale (S. Tommaso d’Aquino, S. Th., II-II, q. 11, a. 1). Essa, dunque, è una Dottrina erronea che contraddice direttamente una Verità rivelata da Dio e proposta obbligatoriamente a credere, come Rivelata, ai Fedeli dalla Chiesa. L’Eresia si oppone alla Verità rivelata divinamente e alla Definizione del Magistero della Chiesa.

[3] Lo Scisma è il delitto di chi si separa dalla Chiesa Cattolica per formare una propria setta particolare, sotto pretesto che la Chiesa erri. Lo Scisma ricusa - almeno de facto se non ancora de jure - il riconoscimento del Primato di Giurisdizione del Papa e praticamente cade così nell’eresia, poiché implicitamente nega il Dogma del Primato petrino rivelato nei Vangeli (Mt., XVI, 18; Gv., I, 42) e definito dal Concilio Vaticano I (IV sessione, 18 luglio 1870, costituzione dogmatica Pastor aeternus, DB, 1831 ss.). Gli scismatici sono membra avulse dal Corpo della Chiesa, rami inariditi e disseccati (cfr. S. Tommaso d’Aquino, S. Th., II-II, q. 39).

[4] Come purtroppo fece Cristina Campo, la quale difronte alla Riforma Liturgica di Paolo VI nel 1968 uscì dalla Chiesa di Cristo per entrare in quella scismatica bizantina detta “ortodossa”, fondata inizialmente da Fozio (sec. IX) e portata a termine da Michele Cerulaio (1054).

[5] Juan de Torquemada, Summa de Ecclesia, III, 50; II, 104, f. 244-245r; San Tommaso d’Aquino, S. Th., II-II, q. 64, a. 5, ad 2um.

[6] S. Th., II-II, q. 104, a. 5, ad 3.

[8] Summa de Ecclesia, II, 94-96, f. 229v-232r, Colonia, 1480; II, 97-103, f. 232-244.

 
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