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Vittime di Mediaset
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Bisogna giungere alla conclusione che viviamo sotto un totalitarismo: un totalitarismo di tipo nuovo, inaudito, ma efficacissimo: nel senso almeno che i totalitarismi di successo riescono completamente a sostiture – nel cervello dei loro sudditi – la realtà, con un universo inventato, quello dell’ideologia.

Nel caso di milioni di italiani, la realtà è stata espiantata e sostituita con Mediaset. Il fatto tragicomico è che il trapianto ha avuto il successo più completo, totale, proprio nel Capo di Mediaset (e di tutto). Non solo lo dimostra il suo ripetuto tentativo di sostituire ministri con show-girl. La prova ancora più evidente: quel che il Capo fa e rifà compulsivamente nella sua tavernetta di Arcore non è altro che uno spettacolo-tipo di Canale 5 – lustrini, canzoni, Lele Mora, veline scosciate in abbigliamenti da casìno – con la sola differenza che lì, il Capo può palpare le ragazze e portarsele a letto, esaudendo i desideri di centinaia di migliaia di maschi Mediaset-trapiantati.

Non è certo un caso che, dopo le rivelazioni scollacciate del Rubygate , il favore verso il Salame sia addirittura aumentato: dopo 25 anni, di totalitarismo Mediaset, è ovvio che il Capo si sia creato il suo pubblico, con la callosità morale Mediaset, la stupidità intellettuale Mediaset, la volgarità della vita come spettacolo di bassa lega Mediaset.

Lo spettacolo Mediaset è un pastone permanente e indifferenziato di lustrini, balletti e canzonette, piccoli concorsi a premi; ospiti d’onore del sottomondo dello spettacolo (mai un talento, disturberebbe la ridanciana vuotaggine che i pubblicitari richiedono, propizia ai consigli per gli acquisti).

Le seratine di Arcore colpiscono per la stessa piattezza e ripetività: le ragazze, nuove o no, sono presentate, il Capo canta una canzone, alcune delle ragazze simulano balli lesbici, poi la Minetti si toglie i reggipetto ed è il segnale. Berlusconi recita la parte del Berlusconi paterno e generoso, alla fine tutte hanno almeno un regalino e un ricordino. E’ Canale 5 in terza serata.

La cosa più sconfortante, è che Berlusconi chiami queste cose «le mie seratine raffinate»: se sono queste le cose più raffinate a cui riesce a pensare, è la prova che Mediaset non gli ha divorato solo il cervello (quello va da se: lo fa con tutti), ma tutti i centri del vizio e del peccato – il che è più grave. Un despota che ha deciso di affondare nella lussuria con così vasta larghezza di mezzi, ha quasi il dovere di esercitare estenuate efferatezze, escogitare inimmaginabili piaceri: il ricordo di Elagabalo ed Erode dovrebbe incitarlo, osceni mimi, cinedi in zafferano, assenzio droghe rare ed oppio, almeno lingue di pappagallo.

Ma a Mediaset non si sa di Elagabalo, né di lascivie eccessive. Le ragazze pagate per le seratine, basta che siano forti di tette e di culo, sane. Non ocorre non solo oppio, ma – ne sono convinto, nemmeno champagne e caviale (non piacciono a nessuno); probabilmente, se viene fame, ad un certo punto appare il risottino d’ordinanza, risottino Mediaset uscito dalla raffinata foresteria Mediaset: Ragazze, mangiate fin che è caldo.

Berlusconi, si sono dette due delle prostiute-veline, sembra la caricatura di se stesso: in realtà, Berlusconi è la caricatura di se stesso ogni minuto, e nelle seratine dà piena stura alla sua recita di caricatura di se stesso. Il cumenda che fa il regalino. Il veccchio che palpa, ma paterno, che ascolta i loro problemi. Che si sceglie una tra le dozzinanti un po’ in fretta perchè l’indomani si alza presto.

Il tutto resta, in fondo, uno spettacolo osceno per famiglie, come tutti i format Mediaset. In questo senso il Salame può dire: «Non faccio nulla di cui vergognarmi». Ovviamente, è uno spettacolo per famiglie Mediaset, totalmente risucchiate da Mediaset, quelle in cui Mediaset ha a poco a poco espiantato quanto restava non si dice di moralità, ma di buon senso cattolico. In cui rispetto degli ignoranti per la cultura (un tempo esistente in poveri contadini che si dannavano per fare del figlio un dottore), non sia stato sostituito dalla contentezza di sè e della propria bassezza stupida e scipita.

Le famiglie Mediaset, esistono: non solo in padri e fratelli che incitavano le figlie bbone a prostituirsi al Salame (Brava! Colpo grosso! Quello ci sistema per tutta la vita. Su Mediaset non si dice mai dove finisce una velina tre mesi dopo). Sono i milioni che votano Berlusconi proprio per le sue seratine, convinti che sia perseguitato da giudici: è vero, ma la simpatia per Berlusconi, oggi, rivela solo la callosita morale deì suoi ìtaliani, gli italiani Mediaset.

Ne consegue che una (oggi inimmaginabile) rinascita dell’Italia, dovrà necessariamente passare per la distruzione, l’incinerazione di Mediaset e del sistema pubblicitario che la mantiene. E ne è mantenuto.



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