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Sulle tracce dell’Anticristo: Il Mariavitismo
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Con i torbidi circoli che ruotavano attorno a La Salette ha relazione un movimento ereticale polacco, strano e allarmante: quello dei mariaviti. I fondatori di tale movimento, Kowalski, Prochnievski e la «veggente» Maria Franciszka Kozłowska - tutti francescani - tra il 1888 e il 1894 furono in rapporto in Francia con l’ex abate Boullan, successore di Vintras, e la sua profetessa, l’ex religiosa Adele Chevalier, la prima miracolata di La Salette. I mariaviti furono condannati pubblicamente da San Pio X (Acta Santae Sedis, dicembre 1910): più di un milione di fedeli e circa trecento sacerdoti e religiosi uscirono dalla Chiesa.

E’ curioso rilevare che le dottrine dei mariaviti si ritrovano spesso nell’opera di Bloy: millenarismo letterale, incarnazione dello Spirito Santo in una donna (per Bloy nella Donna, Maria Vergine); Maria Kozlovska inabitazione della Vergine, salvezza nei tempi escatologici per coloro che hanno fede in lei; «la Vergine o Donna col nimbo del Sole» apocalittica; presenza di Maria nelle sante specie (Bloy la chiama Maria divina); nascita di un’umanità senza peccato originale grazie a «matrimoni mistici o spirituali»; regno del Paracleto sostituito al regno del Figlio; primato dei carismatici sulla missione sacerdotale; parte determinante degli ebrei nel provocare la Parousia; il Vangelo eterno che distrugge il Vangelo di Cristo, sotto forma di apparizioni e rivelazioni mariane; infine, i novissima verba dello Spirito Santo, espressione attribuita da San Pio X alla profetessa condannata, e che Bloy riprende letteralmente in Celle qui pleure.

C’è forse un filo rosso che unisce le varie forme di un mario-paracletismo decristizzato? Si potrebbe notare l’affinità di questo ambiente anche al gioachimismo, e ancor più alla corrente gnostica che va dai Pauliciani ai Templari, e d’altra parte la corrente ebionita, che va dagli illuminati primitivi ai Valdesi.

In un altro passaggio della stessa lettera ad Hello, si trova una reminiscenza di Vercruysse: la loro interpretazione è identica. Tardif de Moidrey riprenderà del resto quest’idea nel suo Libro di Ruth:

«E’ la prima parola pubblica e universale che Maria abbia pronunciato dopo le nozze di Cana, come vi ho fatto notare. I 18 secoli che separano le due epoche sono il misterioso e spaventoso abisso del silenzio della nostra Sovrana. Rileggete, vi prego, la prima metà del capitolo XIII di San Luca e notate come, dopo che Gesù ha parlato della torre di Soloe il cui nome significa l’Inviato, la quale cade sui 18 debitori e li uccide, appare una donna che ha uno spirito d’infermità da 18 anni: è chinata e non può guardare affatto in alto. Considerate la vocazione di questa donna e le circostanze della sua guarigione. Notate poi le parole del Capo della sinagoga e la stupefacente risposta di Nostro Signore. Ricordate che il nome di figlia di Abramo che il Signore dà a questa donna non appartiene propriamente che a Maria, come il nome di figlio di Davide ha un’eccellenza misteriosa che conviene solo a Gesù stesso; ricordate che le regole più vincolanti dell’interpretazione tradizionale non vietano di sostituire la parola secolo alla parola anno; pensate che l’avvento dello Spirito Santo sarà veramente di sabato (requies) e guardate infine il fatto di La Salette: vedrete ciò che questo darà»
(1).

Bloy trascura deliberatamente le apparizioni della Vergine in Rue du Bac alla beata Caterina Labouré, nel 1830. Quel che più conta è che questo passo mostra un rapporto tra Bloy, Tardif e Vercruysse, come dimostra un testo di quest’ultimo:

«Un altro fatto, non dimentichiamolo, deve compiersi prima dell’intronizzazione ufficiale e dell’adorazione dell’Anticristo, un fatto religioso della più alta importanza per la santa Chiesa: è la conversione degli israeliti alla fede in Gesù Cristo, il vero Messia; e ancora il loro ritorno in Palestina, loro terra promessa. Tutto questo, fino ad oggi, non è che prospettiva e speranza, ma il fatto si farà attendere dopo l’anno 1870? Vedremo».

«Ma perché scegliere come fine dell’incredulità israelita l’anno 1870? E’ per supposizione gratuita o per calcolo? E’ per supposizione, lo confessiamo, ma una supposizione calcolata e basata sul confronto notevole e profetico tra la guarigione di una donna ebrea inferma, e la guarigione della nazione ebraica incredula; ‘perché tutto è scritto per vostra istruzione’, dice San Paolo (Romani, XV,4). Ora, la donna, curvata verso terra sì da non poter guardare in alto da 18 anni fu guarita da Gesù, senza averlo chiesto: Gesù la vide, la chiamò e disse: ‘Donna, sei guarita dalla tua infermità’... ed ella rese gloria a Dio (Luca, XIII, II). Ora, per coincidenza notevole, nel 1870 scadranno apponto i 18 anni secolari da che la nazione israelita, dispersa dall’anno 70, si trova curvata verso terra dalla sua infermità morale e temporale senza domandare la guarigione al Signore. Cosi solo da pochi anni un certo numero di persone nei vari Paesi del mondo si sono incaricate di pregare in modo speciale e in silenzio per la conversione di questa nazione, affinché il Signore nella sua misericordia dica altrettanto spontaneamente al popolo incredulo: ‘Nazione d’Israele, sii guarita dalla tua incredulità’ ». «D’altra parte, questa data del 1870 è basata e calcolata sull’esistenza dell’Anticristo e sulla sua manifestazione prossima, - se è vero, come abbiamo detto, che Satana è stato autorizzato dal Signore a farsi uomo il 19 settembre 1846. - Ora, prima che l’Anticristo si ponga alla testa della nazione israelita e la governi dispoticamente, come predice Michea (V.2) occorre necessariamente un certo lasso di tempo a questa nazione perché si reinsedi in Palestina, e perché vi abiti almeno qualche anno prima che l’Anticristo venga a provare la sua fede per mezzo di persecuzioni, nei tre anni e mezzo che precederanno lo sterminio di questo uomo-demone nel 1879, date calcolata, come s’è detto, sui suoi 33 anni di vita sulla terra. Dunque, l’anno 1870 segnerebbe precisamente la fine dei 1800 anni d’incredulità ebraica, e darebbe nove anni d’intervallo fino alla morte dell’Anticristo nel 1879
» (2).

Bloy riprenderà tale simbolismo in Celle qui pleure e Tadif de Moidrey vi farà allusione nel Libro di Ruth: «Come la figlia di Abramo, legata da Satana, resta nel suo spirito d’infermità, ossia abbandonata ai suoi appetiti inferiori e incapace di alzare gli occhi al cielo» (3).

Citiamo qui un altro passo di questo libro di cui Bloy s’approprierà deformandolo:

«Cosi noi attentiamo quel momento che il mondo chiama sera, perché segna il declino delle  sue speranze, e che noi chiamiamo mattina, perché allora il Lucifero divino si leverà nei nostri cuori (II Petr. I, 19), momento che il mondo chiama morte e che la Chiesa chiama nascita. E’ allora solamente che l’unione cominciata secondo il rito del fidanzamento diviene indissolubile. Come fu all’inizio (Matteo XIX, 8), ben più perfettamente ancora sarà alla fine, nell’ordine della Chiesa (Ef., V, 32). Finché durerà nella fidanzata la natura diMoab, le promesse possono essere dimenticate, l’unione può esser dissolta. E purtroppo lo è talvolta»
(4).

Nella II Lettera di Pietro (1,19) è detto:

«La parola dei profeti è come una lucerna che brilla in un luogo tenebroso fino a quando non cominci a splendere il giorno e la stella del mattino spunti nei vostri cuori» (e Pietro aggiunge subito, quasi presago: «A nessuna profezia della Scrittura compete una interpretazione soggettiva»).

Ma Bloy interpreta a suo modo, e gioca sulla parola «Stella del Mattino», che è il pianeta Venere, detto anche Lucifer, annunciatore del giorno: dunque sostituendo Cristo, il vero portatore di luce, con Satana.

Qui giunge a punto l’avvertimento di San Bernardo: «Satana non è Lucifer, porta-luce, stella del mattino, ma tenebrifer et vesperus, astro del crepuscolo... egli è noctifer e mortifer» (5).




1) Biographie, t.I, pagina 436.
2) D. Vercruysse, «La Résurrection dans le Système de la Regeneration du Monde», pagine 49-50 e seguenti. Tardif de Moidrey e un suo amico, un certo «patriarca» Ignace Samhiri, hanno soggiornato presso Vercruysse a Courtrai. Vercruysse dedica a Samhiri il suo opuscolo e costui lo ricompensa accordandogli l’imprimatur sul territorio del vescovo di Gand!
3) Introduzione al Livre de Ruth, prefazione di Paul Claudel, Gallimard, Parigi 1952, pagina 225.
4) Ibidem, pagina 218. I Moabiti erano i discendenti da Lot e dalla figlia maggiore. Si opposero agli ebrei che stavano per conquistare la Terra promessa. Ruth, antenata del Messia, fu moabita.
5) Sermo 85 in Cant; Sermo in S. Benedictum.


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