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Studio russo: gli OGM sterilizzano la razza umana in tre generazioni
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Il professor Aleksei Surov, biologo, e il suo gruppo di ricerca, volevano capire se la soia geneticamente modificata di Monsanto portava a problemi riproduttivi chi se ne alimenta, come da denunce sparse nel mondo, ma sempre contrastate dalla multinazionale. Lo studio, condotto congiuntamente dall’Associazione Nazionale per la Sicurezza Genetica e l’Istituto di Ecologia ed Evoluzione, è durato due anni: per due anni varie coppie di hamsters (molto riproduttivi) sono stati alimentati secondo questo schema:

sono stati costituiti 4 gruppi di cinque coppie (maschio-femmina) ciascuno. Il primo gruppo ha ricevuto alimenti non-contenenti soia; il secondo, una dieta che comportava soia naturale; il terzo, era nutrito con un misture di granaglie che contenevano in parte soia ogm. L’ultimo gruppo mangiava solo soia OGM importata dall’Europa modificata geneticamente per diventare resistente ad un erbicida.

Nella prima fase, tutti i 4 gruppi hanno figliato 140 piccoli, 7-8 per coppia. Formate nuove coppie con i nati da ciascun gruppo, la seconda generazione ha avuto altri piccoli. La terza generazione ha visto 52 nascite tra il gruppo che non ha consumato affatto soia, 78 fra quello che è stato nutrito a soia convenzionale... ma il terzo gruppo, nutrito «anche» con soia OGM, ha avuto 40 nati, di cui il 25% sono morti.

Peggio assoluto l’ultimo gruppo, quello alimentato esclusivamente con soia Monsanto: solo 16 nati – da una sola femmina, l’unica che è riuscita a produrre, di cui il 20% sono subito morti.

Lo studio di Surov è stato citato dall’americano Institute for Responsible Technology, fondato Jeffrey Smith, autore del saggio-denuncia Seeds of Deception, e ne ha parlato anche Huffington Post. Da notare che la pagina della Voice of Russia che lo stesso Huffington cita come sua fonte è misteriosamente scomparso dal web: «This page does not exist».

Gli americani, che vivono in una terra dove il 91% della soia coltivata è OGM, non devono essere angosciati da questi allarmismi. Il fatto che fra tre generazioni saranno ridotti all’estinzione non deve preoccuparli, l’obesità mostruosa da additivi della loro industria alimentare avrà già compiuto il processo prima. Di ben altro sono chiamati ad allarmarsi gli americani, anzi noi occidentali tutti: la salute di Vladimir Putin.

«Putin è autistico»




Lo ha stabilito un rapporto della Scuola di Guerra della US Navy, immediatamente ripreso dai media british. Vladimir è affetto da sindrome di Asperger, una forma di autismo che «influenza tutte le sue decisioni». Lo hanno concluso esperti scienziati militari «studiando le espressioni e i movimento del volto nei video». Secondo il Pentagono, «lo sguardo sempre fisso» implica un «difetto neurologico e di una incapacità di far fronte ai segnali esterni». Putin mostra una «ipersensibilità» e «una forte dipendenza al combattimento, alle reazioni fredde o che danno l’impressione di fuggire» (qualunque cosa ciò significhi). Veramente lo studio risale al 2008, e nemmeno era stato presentato al Pentagono (né Vladimir sembra peggiorato nel frattempo): l’hanno tirato fuori adesso nel quadro della satanizzazione del presidente moscovita, furiosamente in corso sui ed amplificata dai media occidentali, come giustificazione alla decisione USA di riempire di «armi letali» specie missili anti-carro, il regime fallito e sconfitto di Kiev, perché faccia la guerra in Europa per la Nuland.

Non solo Putin «ha invaso l’Ucraina con i carri armati» (come ripete incessantemente BBC), non solo «ha abbattuto il Malaysia Airline MH17» (a proposito, come è andata l’indagine tecnica?), non solo «vuole invadere i Paesi baltici» (come ha assicurato l’ex capo civile della NATO, il norvegese Rasmussen); per giunta, «Putin è pazzo» — come Hitler. Il Mostro è servito. Bisognerà abbatterlo per il bene della democrazia, della libertà, del Mercato — e di Monsanto.

Invece Obama è sano di mente

Perché lo studio che «prova» l’insanità di Putin è stato condotto nel 2008, lo si deduce da un fatto. Il 27 agosto di quell’anno, davanti alla Convenzione democratica di Denver, Joe Biden (il vicepresidente) criticò aspramente la precedente Amministrazione Bush per le sue guerre e devastazioni contro Afghanistan, Iraq, il «terrorismo globale» ossia contro l’Islam. Bush jr. ha lanciato le guerre sbagliate, disse Biden. Il più grave errore della Amministrazione repubblicana è stato l’aver mancato di «fronteggiare le più grandi forze che conformano questo secolo: l’emergenza di Russia, Cina ed India come grandi potenze». E quale è stato il risultato di questa «negligenza»?, chiedeva Biden. E si rispondeva: «La Russia che sfida la libertà della Georgia» (era il tempo di quella guerra, istigata da Israele che aveva armato il regime georgiano ed addestrato le sue truppe).

Ma niente paura, assicurava Biden al suo uditorio: «Barack (Obama) ed io metteremo fine a questa negligenza. Chiameremo la Russia a pagare il conto». Dunque il progetto di aggressione contro la Russia data da parecchi anni, ed è un progetto di Obama e della sua Amministrazione. È per questo progetto che la Nuland ha investito 5 miliardi di dollari per il cambio di regime a Kiev, l’addestramento dei neonazisti di Maidan e la guerra che ora il caro Poroschenko e la sua armata di coscritti sta perdendo; per cui bisogna assolutamente rifornire di armamenti pesantissimi i perdenti del regime fallito.

Nessun dubbio sulla sanità mentale di Obama. Non è autistico. Non più di Biden e della Nuland, in ogni caso.

Pare che sia per questo che Merkel ed Hollande (la coppia comica) si sono precipitati a Kiev e a Mosca per cercare di riuscire ad imbastire una tregua far i belligeranti «senza consultare gli americani», secondo Russia Today. Anche secondo il Nouvel Osbvervateur (ebraico-francese) i due sono andati «per superare in velocità gli americani, che nelle ore che seguono vogliono imporre agli occidentali la loro soluzione per far piegare Putin: la fornitura di armamenti all’Ucraina.

«Parigi e Berlino non vogliono la soluzione americana, che giudicano troppo rischiosa». Bontà loro: pensate solo a cosa ha ridotto al Libia la disponibilità di armi pesanti in mano a milizie e fanatici, e immaginatevi una Ucraina ridotta a Libia, ma senza un mare di mezzo ad impedire il debordare di armamenti letali anti-carro ed anti-aereo, nelle mani della malavita europoide.

La coppia comica rischia di arrivare in ritardo comunque. Come ha dimostrato Wayne Madsen, è da molti mesi che gli USA stanno armando il regime di Kiev. Qualche informatore (moscovita?), gli ha fornito i dati sugli spostamenti di un colossale Antonov 124, targato UR-82072, dunque ucraino, che fin dal 2013 portava armi in Ucraina, ossia addirittura prima del cambio di regime di Maidan. Secondo Madsen, l’Antonov (colossale aereo che può portare carri armati, locomotive, gru, artiglierie per 150 tonnellate a volo) è atterrato qua e là nell’Est (per caricare surplus bellico), a Trondheim, Norvegia, dove gli Stati Uniti hanno posizionato sei unità di immagazzinamento per le loro armi. Una delle ultime volte che l’An-124 è stato visto è il 23 gennaio, quando è decollato «dall’isola italiana di Lampedusa (...) che è stata una delle maggiori basi di stazionamento per i rifornimenti in armi NATO ai ribelli libici durante la rivolta, ispirata dall’Occidente e dall’islamismo, contro Gheddafi...».

E chi l’avrebbe mai detto? No, Madsen: a questo non si può credere. L’Italia «ripudia la guerra»: è scritto nella Costituzione. Che è anche la più bella del mondo, si sappia. Ce la invidiano tutti.

Purtroppo, la soluzione Monsanto rischia di non servire: l’estinzione degli americani in tre generazioni, è troppo lenta.




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