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Non lo ha fatto l’ISIS. Sono gli ucraini, per l’Occidente e i suoi valori
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Guardate queste foto spaventose. Sono stati i tagliagole del Califfo? I sanguinari terroristi islamici? Gli arretrati e feroci militanti di una religione di guerra?

No, sono le teste di separatisti del Donbass uccisi da uno dei battaglioni di punizione mandati da Kiev a combatterli.

Le madri dell’Est Ucraina hanno ricevuto le teste dei loro figli in scatole di legno, un’accurata confezione-regalo.



«Al momento le autorità di Donetsk non sanno quante di queste macabre scatole siano state mandate alle famiglie dei combattenti separatisti. L’unica certezza è che tutte queste teste, identificate, corrispondono a separatisti che combattevano nei pressi di Donetsk. Secondo le fonti, sarebbero stati fatti prigionieri o abbattuti in combattimento dai militari ucraini. È barbarie allo stato puro ma sono immagini che non vanno nascoste, perché sono la realtà di quanto accade alle porte dell’Europa» (Ticino Live).

No, stavolta i decapitatori non sono i fanatici del Califfato, e ciò non avviene in Iraq. Sono quelli del Pravi Sektor, dei battaglioni pagati dall’oligarca Kolomoiski: quelli che l’Europa difende e protegge perché – al contrario dei russi – «aderiscono ai nostri valori». Libero mercato, democrazia, eccetera.

I valori dell’Occidente. I ben noti valori dell’Occidente.

Questi vogliono «entrare in Europa», e nella NATO già praticamente ci sono: gli americani mandano loro soldi, armi, addestratori: difendono i valori dell’Occidente.

Siccome i decapitatori dell’ISIS sono stati finanziati, addestrati e armati da Washington (e dai suoi complici), viene quasi da chiedere: non sarà che anche i decapitatori neonazisti di Kiev hanno ricevuto lo stesso addestramento dagli americani? Che la decapitazione sia un metodo approvato e promosso dalla CIA e dal Dipartimento di Stato?

Ma forse no, questo tipo di ucraini molto occidentali si richiamano all’eredità di Stepan Bandera (1909-1959), il neonazista che negli anni ’40 scatenò i suoi militanti in una pulizia etnica della minoranza polacca, senza precedenti per atrocità e ferocia: gente spellata viva, bambini fatti a pezzi, donne violentate prima di esser trucidate, e sì, teste troncate appese ai pali della luce.


Bambini appesi agli alberi da banderisti nel villaggio di Ternopil Lozovaia (1943)


È una tradizione che i nuovi ucraini stanno solo rinverdendo. È un Valore dell’Occidente anche questo. Bandera è l’idolo de rivoluzionari di piazza Maidan, che vogliono entrare in Europa.




Prete banderista con nostalgici


Per proteggere questi civilissimi figli dell’Occidente l’Unione Europea ha deciso nuove e ancor più dure sanzioni contro la Russia che entrano in vigore «da venerdì».

La demenzialità autodistruttiva di questa decisione europea lascia esterrefatti. L’8 settembre, avevano minacciato sanzioni che (dissero) sarebbero diventate effettive «solo se il cessate il fuoco non tiene» – dando per scontato che la colpevole della rottura della tregua siano quelli del Donbass, anzi la Russia. Dopodiché, lo stesso Poroshenko afferma pubblicamente che «il 70% delle truppe russe si sono ritirate» (non ci sono mai state, ma bisogna tenere viva la menzogna della invasione invisibile) – e che fanno gli europei? Aggravano le sanzioni. La tregua regge, ma le sanzioni sono peggiori. La Russia è e deve restare nemica. Noi siamo dalla parte dei decapitatori di Kiev. Dei Valori dell’Occidente. Verso l’autodistruzione.

Il giornale che ha pubblicato l’evento è qui. Il sito risulta però da qualche ora irraggiungibile. Libertà d’informazione, un altro valore dell’Occidente.




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