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Quattro esecuzioni per Gesù
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Talmud /4
Per il Talmud (e la Jewish Encyclopedia conferma) Gesù di Nazareth ha subito «i quattro modi legali di esecuzione»: una fantasia d’odio che torna più volte nella «legge orale».

Gesù è stato lapidato e poi «appeso», ossia crocifisso, alla vigilia di Pasqua per stregoneria, secondo Sanhedrin 43 a – 45 b, e Sanhedrin 67 a.


Gesù è stato giustiziato col rogo. Sanhedrin 52 a–. Quanto a Yebamoth 6b, descrive meglio questa esecuzione: il condannato fu «immerso negli escrementi fino alle ascelle, poi un panno duro fu messo in uno morbido, arrotolato attorno al suo collo, e i due capi tirati nelle opposte direzioni in modo da forzarlo ad aprire la bocca. Uno stoppino fu acceso e gettato nella sua bocca in modo che discese nel corpo e bruciò le sue viscere… la sua bocca fu aperta con tenaglie contro la sua volontà».


Secondo il Sanhedrin 52 a, Gesù, con i due panni arrotolati attorno al collo, fu invece strangolato. Altrove si dice che gli fu versato in gola piombo fuso.

Gesù «praticava incantamenti per mezzo del suo membro», e «commise bestialità con un asino»; era un «matto che non conosceva nemmeno la sua mente bestiale»: Sanhedrin 105 a.


Fatto caratteristico: questa orribile, lasciva fantasia, viene giustificata con un riferimento alle Scritture – Giudici 5, 27. Si tratta del «canto di Debora», dove l’ebrea Debora esalta l’uccisione di Sisara, un capo nemico che, sconfitto, s’era rifugiato nella tenda di Gioele moglie di Ebner; la quale invece piantò un piolo nella testa di Sisara. Debora esulta di questo spaventoso episodio di spietatezza contro un debole, e descrive con delizia le convulsioni dell’agonizzante Sisara ai piedi di Gioele: «Fra i piedi di lei si contorse, cadde e giacque/fra i suoi piedi si contorse e cadde/dove si contorse, cadde massacrato».

Che cosa c’entra, si domanda una persona normale, con l’accusa che Gesù (o «Balaam») aveva avuto rapporti sessuali con bestie? La citazione è fuori contesto, dirà un non-ebreo. Invece no. La nota 1 del Sanhedrin 105 b spiega che le contorsioni di Sisara morente «si riferiscono al rapporto sessuale (…) Il passo dunque va inteso: l’opinione che (Gesù) ha avuto un rapporto sessuale si deduce da ‘Ai piedi di lei si inchinò’, ‘cadde’, e ‘cadde’ in questo verso denota coabitazione…».

Questo genere di storture libidinose è molto frequente, anzi tipico, nel Talmud. Qui, la Bibbia racconta un’agonia, e i farisei vi leggono i movimenti di un atto sessuale pervertito. Sembra quasi che ogni passo della Scrittura susciti nei pii talmudisti associazioni di idee impudiche e sporche: un mistero dell’anima ebraica che Freud potrebbe spiegare meglio di noi.

Gesù tentò di sedurre donne, fu scomunicato da un rabbino e ha adorato un mattone, per Sanhedrin 107b.

In Sanhedrin 106 a si bestemmia la resurrezione: «Maledetto colui che si fa vivo col Nome di Dio».

La Jewish Encyclopedia, fatto singolare, non sembra affatto smentire come falsi i racconti evangelici. Anzitutto, conferma che furono i sacerdoti a farlo suppliziare. «Fu per azione dei sacerdoti che Gesù fu portato davanti a Ponzio Pilato». Ci fu non un vero processo nel Sinedrio; ma «è probabile che 23 membri della sezione sacerdotale» del Sinedrio, che «avevano più che ragione di essere offesi dall’atto di Gesù di purificare il Tempio si riunirono informalmente e giunsero ad un consenso sufficiente per consegnarlo ai Romani». Si riporta «il disperato e patetico grido ‘Eloi, Eloi, lama sabachtani?’ (la forma aramaica del Salmo XXII 1), Mio Dio Mio Dio, perché mi hai abbandonato?», per concludere: «Questa espressione fu in sé la smentita delle esagerate pretese fatte dopo la sua morte dai discepoli. La stessa forma di punizione smentisce tale pretesa ad occhi ebraici. Nessun Messia che gli ebrei possano riconoscere può subire una simile morte, perché ‘colui che è appeso è maledetto da Dio’ (DeuteronomioXXI, 23)».

Nel Toledot Yeshu (storia di Gesù), un testo ebraico calunnioso di ispirazione talmudica elaborato forse attorno al quarto secolo, e molto diffuso nel Medio Evo (1), Giuda è ovviamente l’eroe positivo. Vi si narra che, andato a prenderlo nell’orto degli Olivi, Giuda impegnò Gesù in una magica «lotta aerea»; constatando però «che non poteva toccare Gesù in alcun modo, lo contaminò» (così la Jewish Encyclopedia, voce «Jesus»): è sottinteso che Giuda contaminò Gesù orinandogli addosso. Diventato non più kosher, Gesù perse i suoi poteri. Un’altra fantasia di sporcizia.

Il Toledot Yeshu è ricco di calunnie: Gesù pretende di essere nato da una vergine e di essere figlio di Dio, ma è figlio di un rapporto adulterino di una donna mestruata. Compie miracoli usando come strumento di magia il nome di Dio, che ha rubato nel tempio. I suoi apostoli raccontarono che era risorto, ma il cadavere era stato nascosto da Giuda il Giardiniere.

Queste calunnie, se tradiscono una certa conoscenza dei Vangeli (ancorchè orecchiata e distorta) hanno per lo più la loro fonte originaria nel Talmud.

È nel Sanhedrin 106 a e 19ì6 b che si trovano le ingiurie contro la Vergine Maria, «colei che faceva la prostituta coi carpentieri». È nello stesso Sanhedrin 67 a che si legge «sua madre Miriam era ‘parrucchiera per signora’» (in ebraico «megaddela nesdhayia») e che amoreggiò con tale «Pandhera» da cui ebbe il figlio bastardo. Probabilmente qui le menti distorte hanno distorto l’appellativo «parthenos» (vergine, in greco) con Pandhera e confuso il nome «Maria Maddalena» con m’gadela Miriam, l’acconciatrice Maria.

La Jewish Encyclopedia, alla voce «Jesus», attesta: «Il più antico passaggio autentico che attribuisce a Gesù nascita illegittima è in Yebamoth iv, 3. La misteriosa frase (‘quell’uomo’) citata nel passo (…) sembra riferirisi a Gesù (…) essendo il nome di Gesù evitato». E più oltre: «Secondo il Talmud (Shabbat 104b) Gesù imparò la magia in Egitto e fece i suoi miracoli per mezzo di essa».
Tali calunnie furono poi riprese in certi vangeli apocrifi e da scrittori pagani anticristiani, come quel Celso con cui polemizzò Origene.

Il Sanhedrin 43 a, nella Gemarah, racconta che tutti i discepoli di Cristo furono giustiziati. «I nostri rabbini insegnarono: Gesù ebbe cinque discepoli, Matthai, Nakai, Nezer, Buni e Todah».

La Jewish Encyclopedia interpreta quei nomi: Mattai è Matteo, Nakai Luca, Nezer sarebbe «nazareno», appellativo generalmente usato per cristiano nell’antichità, Boni probabilmente il Nicodemo menzionato da Giovanni) e Toda sarebbe Taddeo.

Tanto dovrebbe istruire a sufficienza sull’oggettività e fondatezza storica delle «narrative ebraiche» passate, dai tempi faraonici ai giorni nostri.

(continua)

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1) Il Toledot Yeshu, più che un libro, è una intera tradizione letteraria midrashica, composta da varianti di manoscritti che vanno dal 300 al 700 dopo Cristo, ma con alcuni dettagli che paiono risalire al 100. È stato tradotto in varie lingue e diffuso segretamente per secoli. Come risulta da una nota nascosta dentro due antiche copie, una in slavo ebraico e una traduzione in tedesco, dove si raccomanda quanto segue: «Questo libretto è una tradizione (da tramandare) da uomo a uomo: si può solo copiare (a mano), ma non essere stampato. Il saggio, qualche volta lo vedrà, ma mantenendo il silenzio, perché è un tempo di sventura. Egli deve mantenere il silenzio, una conseguenza del lungo e amaro esilio. Lo si legge, Dio permettendo, non apertamente o davanti a giovani ragazze e davanti a frivolezze, e ancor meno di fronte a cristiani che capiscono il tedesco, (altrimenti) (il lettore) riceverà il suo salario e la sua azione lo precederà, perché è fortemente vietata la pubblicazione, piuttosto lo si svela solo agli iniziati, poiché non puoi sapere quello che il giorno ti porterà, ed ecco, anche i suoi santi non si fidan... Lho copiato da tre fascicoli che non provengono dallo stesso paese, ma mai di meno in accordo luno con laltro. Ho semplicemente scritto nella lingua dei saggi (ebraico) perché egli ci ha scelti da tutte le nazioni e ci ha dato la lingua del saggio…». Nondimeno, già Tertulliano lo conosceva e ne rimprovera gli ebrei. Anche San Gerolamo ne era al corrente. Nel 1514 San Valentino Papa emanò una bolla pontificia per vietare il Toledoth Yeshu. Una copia fu letta da Martin Lutero, che nel 1566 lo giudicò «un delirio farneticante, senza senso, schiumante demenzialità», nonché cosa «scandalosa, stupida, ottusa». Vari apologisti ebraici hanno cercato di sostenere che «tutte le varianti Sepher Toldoth sono dei falsi cristiani, come i Protocolli dei Savi di Sion». Questa è chutzpah. (L'anti-vangelo di Yeshu il mago -Capitolo 1)

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