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Vaccini resi apposta inefficaci
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Attualmente negli Usa sono ricomparsi in forze morbillo e orecchioni; «colpa dei genitori che non fanno vaccinare i bambini», dicono i media su istruzione. In realtà, un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha appurato che, di una epidemia di morbillo apparsa nel 2009 in quello Stato, il 97% dei bambini colpiti erano stati vaccinati «almeno due volte» (Mumps Outbreak in Orthodox Jewish Communities in the United States)

La vaccinazione sta forse diventando meno efficace? No. La verità pare essere un’altra e terribile: grandi case farmaceutiche fabbricano vaccini «deliberatamente» inefficaci, a scopo di lucro.

L’accusa sarebbe incredibile, se non la elevassero due virologi, Stephen Krahling e Joan Wlochowski, che hanno lavorato alla Merck, la nota multinazionale del farmaco. Anzi, i due scienziati accusano la loro ex-datrice di lavoro di questa frode odiosa e pericolosa, e l’hanno fatto presentando regolare denuncia, firmando coi loro nomi. Eccola Merck False Claims Act.

  
E tuttavia, i vaccini Merck superano regolarmente i test degli enti pubblici (FDA e CDC) dopo i quali possono essere messi in commercio. I test si basano su provette di sangue in cui viene inserito il vaccino; dopo di che, si misurano gli anticorpi prodotti dalla reazione immunitaria. I vaccini Merck hanno sempre prodotto tantissimi anticorpi, strappando una certificazione che li dichiara «efficaci al 95%».

È un trucco, denunciano ora i due nella loro denuncia giudiziaria. E la spiegano così: «Merck aggiunge anticorpi animali alle provette di sangue per ottenere risultati più favorevoli, pur sapendo che il sistema immunitario umano non produrrà mai tali anticorpi, creando una messinscena di laboratorio che in nessun modo corrisponde, si collega o rappresenta la vita reale,... la neutralizzazione di virus nei popoli vaccinati».

E poiché queste vaccinazioni sono obbligatorie e a carico dello Stato, aggiungono, «gli Stati Uniti nell’ultimo decennio hanno pagato a Merck centinaia di milioni di dollari per un vaccino che non dà una immunità adeguata... Ma le vittime maggiori sono i milioni di bambini che ogni anno vengono inoculati con un vaccino che non li protegge adeguatamente... la falla nel vaccino Merck ha fatto sì che questa malattia continui a covare, con significativi ritorni».

Ammirevoli virologi: forse si preparano a rappresentare per il gran business farmaceutico quello che Edgard Snowden ha rappresentato per NSA e tutto il sistema spionistico americano, e forse ne dovranno seguire il destino – chiedere asilo a Mosca?

Merck, ovviamente, nega tutto, indignatissima. Come Glaxo SmithKline nel 1999, quando fu incriminata sotto l’accusa di aver pagato «regali e vacanze» ai medici di base per esaltare le virtù di un suo anti-depressivo; nove anni dopo, Glaxo è stata condannata in tribunale a 3 miliardi di dollari fra multe penali e risarcimenti civili, cifra che ha pagato senza batter ciglio: e i media, zitti.

I media tacciono anche questa causa contro la Merck: ecco un vero miracolo che le case farmaceutiche riescono ad ottenere.

Un ingenuo si può domandare: che interesse ha una Casa a fabbricare vaccini appositamente poco efficaci? Ma un esperto di marketing medico può rispondere facilmente: il diffondersi di un’epidemia di fatto stimo la la vendita di vaccini. Genitori e (soprattutto) medici di base sono addestrati, come i cani di Pavlov, a collegare automaticamente il rapporto di causa-effetto seguente: esplode il morbillo? Subito, vaccinazione di massa! Le cosiddette «autorità sanitarie» vengono spinte dalla cosiddetta opinione pubblica là dove hanno già deciso di andare: a spendere milioni pubblici per fare enormi scorte di vaccini e ad ordinare le vaccinazioni sulla totalità della popolazione: come nel 2009, quando la «autorevole» Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di Ginevra alzò l’influenza suina (che alla fien si rivelò una normale influenza invernale) al grado di «pandemia» – definizione per una epidemia causata da un virus nuovo e sconosciuto, da cui la popolazione non ha immunità alcuna, e con alta mortalità – inducendo gli stati di mezzo mondo a dotarsi di enormi tonnellaggi di vaccini, una pioggia d’oro per Merck, Baxter, Glaxo eccetera. Il governo italiano, se ben ricordo, spese d’urgenza 200 milioni per un vaccino che poi in gran parte restò non usato.

Dunque nel mondo d’oggi, dove la medicina e la farmacologia non sono più guidate dall’etica di Ippocrate ma da quella di Wall Street, le epidemie sono uno strumento di marketing; servono a «creare la domanda dei consumatori», attraverso la paura, e la ricomparsa della malattia annualmente serve a rinnovare le vendite del prodotto, sia o no efficace.

Un vaccino veramente efficace, tra l’altro, potrebbe portare alla eradicazione totale del virus, e dunque al prosciugarsi definitivo del gran profitto, e il calo delle azioni a Wall Street: che il dio Mammona ce ne scampi.

La frode può continuare per anni, per un motivo semplice: da molto tempo, nessun istituto di ricerca confronta i tassi di infezioni nella popolazione vaccinata con quelli di una popolazione non-vaccinata. Ormai tale popolazione non esiste più, tutti sono vaccinati. Dunque si presume che i vaccini funzionino: è uno dei numerosi dogmi della dogmatica medica moderna. C’è naturalmente anche una spiegazione meno ingenua. Per esempio, s’è scoperto che, sui 15 membri della speciale commissione scientifica dell’OMS che dichiarò «pandemia di livello 6» l’influenza suina, cinque prendevano quattrini per le loro ricerche dalle stesse Case che lucravano dall’allarmismo creato. (WHO list reveals flu advisors with industry ties)

Viene da citare il professor Richard Rubenstein, storico delle religioni all’università del Connecticut ed ebreo (ovviamente) militante, nel suo libro «La perfidia della storia»:

«Uno dei modi peggiori di concepire l’Olocausto consiste a interpretarne la devastazione come l’opera di un piccolo numero di criminali irresponsabili, fondamentalmente diversi dagli uomini di stato normali (...) Col tempo, diventa evidente che le atrocità commesse dai nazisti nella loro società, gli esperimenti medici letali su esseri umani, come l’uso di schiavi nei lager, non sono che la conseguenza logica estrema delle procedure e dei comportamenti determinanti nelle imprese moderne e nel lavoro della burocrazia. (..) Nel suo punto di perfezione, la burocrazia obbedisce al principio sine ira et studio: la sua natura, che si integra perfettamente nel capitalismo, sale alla sua ottimizzazione quando la burocrazia è perfettamente de-umanizzata, si compie eliminando dall’amministrazione l’amore, l’odio e tutti gli elementi personali, irrazionali ed emozionali che sfuggono al calcolo.

Per Rubenstein, la distruzione organizzata dell’uomo, il genocidio banalizzato, era «lo sbocco strutturale del processo di secolarizzazione, del disincanto del mondo e della razionalizzazione» di cui è costituta la modernità. «Il disincanto del mondo appare quando non interviene più alcuna forza mistica, e che ciascuno può credere di padroneggiare o tutto col calcolo. La razionalizzazione implica di ottenere uno scopo pratico metodicamente, grazie a mezzi sempre meglio calcolati».

Insomma, benvenuti nel capitalismo perfetto, coadiuvato dalla burocrazia pubblica più onnipotente.

Dichiarazione spontanea: l’autore di questo articoletto dichiara di non essere contrario alla vaccinazione, e che il presente articolo non intende sconsigliarla. Ciò è detto a scanso di azioni legali, dato che le vaccinazioni sono «obbligatorie per legge» (più o meno come la verità sulla Shoah). La Scienza, a volte, ha bisogno di proteggersi con la polizia dall’opera di negazionisti.




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