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Renzi — offerta politica
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Ricevo questa lettera:

«Buongiorno Direttore, una domanda: la scelta ormai evidente di non commentare l’esito elettorale è dovuta a reflusso gastroesofageo e nausea diffusa (come nel mio caso), oppure ci sta preparando qualcosa di particolare? Immagino la mia sia solo una tra le tante email di questo tenore... Certo, l’affermazione della Democrazia Cristiana (già PD),così schiacciante, lascia agghiacciati... Ha proprio ragione lei, quando spessoci ricorda che è inutile stupirsi:la storia ci insegna che, sempre,questo è stato il popolo italiano, se si esclude forse una breve parentesi di 20 anni, sottoposta però in maniera scientifica alla damnatio memoriae. Tra l’altro questa volta non c’è stato nemmeno bisogno (per fortuna...sia chiaro!), di stragi, morti e strategie della tensione. È bastato un comico che dai palchi italiani vaneggiava sparlando di andare oltre il Fuhrer, per compattare questo splendido popolo... Già pronto con le bandiere tricolori per i prossimi campionati mondiali. “Non vorrete mica creare casini cambiando moneta proprio ora...E poi con cosa lo compro il bandierone tricolore e la tromba da stadio per andare in piazza a festeggiare e a commuovermi sentendo il mameliano inno???”. Un tozzo di pane e una scatoletta di tonno (finché ci saranno...), e la TV 40 pollici in Full HD per vedere i mondiali, e l’italiano medio è servito! Spiace davvero, come ha già scritto lei, dover “ammirare” gli inglesi che si sono espressi in massa contro questa Europa; o i Francesi che, fregandosene dell’opinione pubblica benpensante e radical chic, hanno (1 su 4), votato per il FN. Ma... tant’è! Un suo commento, coadiuvato magari da dosi massicce di antiemetici, sarebbe alquanto gradito. Grazie. Un carosaluto. Roberto»

No, non sono d’accordo con queste accuse, che fanno il verso a quelle di Grillo e dei suoi adepti fanatici, contro il popolo italiano. Il popolo italiano, semplicemente, ha scelto l’offerta politica migliore sul mercato. Non che quella di Renzi sia particolarmente buona; ma nel confronto, le altre sul mercato – di Grillo e di Berlusconi – puzzano come pesce marcio.

Avete capito qual è la l’offerta politica di Grillo e Casaleggio? Io no. E nemmeno loro, questo è il guaio: fra «oltre Hitler» e «Berlinguer» evocato da Casaleggio, c’è un tantinello di divaricazione, che qualcuno può aver trovato eccessiva. E che mi dite di un Grillo che, dopo aver annunciato processi sommari di popolo in rete ai giornalisti-servi, va da Vespa? Lì, oltretutto, è apparso uno incapace non si dice di sostenere un dibattito, ma addirittura una conversazione; uno che esordisce dicendo «sono qui per il comizio e non per farmi intervistare», e poi si perde, si fa piccino, si pente delle sue tirate di piazza («Lupara bianca è un termine giornalistico, non mafioso», «sono venuto a dimostrarvi che non sono né Hitler né Stalin»..). Poi ha tirato fuori la storia delle dentiere costruibili con le stampanti 3D. È stata la fine.

Rispetto alla vispa parlantina di Matteo Renzi, è apparso un vecchio comico sfiatato, poco intelligente e poco coraggioso, che ripeteva il suo repertorio stantio: ossia esattamente quello che è. E sa perché? Perché per tutta la campagna elettorale, Grillo e Casaleggio – sotto gli strepiti e i vaffa – hanno evitato accuratamente di dire alcunché. Per paura che una qualunque affermazione precisa e recisa, un minimo di progetto, gli avrebbe fatto perdere qualche voto, essendo il suo elettorato più di sinistra di lui, che è un populista destroide, oppure elettori di destra che lo hanno votato e si trovano oppressi dai grillini dementi fanatici, verdi, crescita-zeristi, giustizialisti assetati di sangue, cultori dei complottismi raffazzonati, scie chimiche, signoraggio, rettiliani, ciascuno chiuso nella sua piccolissima idea fissa, nella sua privata utopia gioachimita, ciascuno deciso ad imporla come «programma del movimento», ciascuno convinto che «Beppe» la condivida fino alla morte...

Beppe, essendo poco intelligente (l’Utopirla) ha creduto di cavarsela non dicendo niente. L’euro? «Un referendum». Europa? Legge elettorale? Riforme, quali? «Deciderà la Rete», il programma lo fa la Rete, la democrazia diretta. Balle: è solo una scusa per nascondere la sua nullità politica. È al leader – se lo è – che spetta indicare una direzione, e gli altri seguano o no. Povero Beppe, preso in trappola dal suo stesso gioco: identificare la «democrazia diretta» con «la Rete», ossia quei ventimila fanatici iscritto al suo blog dementi con le loro micro-utopie, micro-ossessioni, assetati di sangue come piranha online. Ha finito per averne paura persino lui (non è un leone, è un coniglio e da Vespa s’è visto), tanto che ha cercato di nascondere che stava andando ad accordarsi con Farage – un leone, lui: finendo lo stesso sbranato dai suoi piranha di allevamento. «Meglio con la Le Pen!», «No con Tsipras!». «Non hai fatto alleanza con Bersani, e adesso con lo xenofobo, il fascista, il nazionalista!?».

E tutto con l’assurdo calcolo di superare i voti di Renzi, non scontentando nessuno delle sue estreme. Chissà chi gliel’ha messo in testa. Dietro gli strilli, ha fatto una campagna da pesce in barile, esattamente come la fece Bersani, ambigua, perché non poteva che la sua sola idea era di dare forza al Governo Monti, che già dava, e continuare così...

E adesso, ecco Grillo a urlare che è colpa degli italiani, che si sono venduti per 80 euro in busta paga, che sono vecchi e non vogliono cambiare perché gli va bene così.... Ed espelle chi gli sta dicendo che ha sbagliato qualcosa: lui non sbaglia mai, non sbaglia niente, lui è perfetto, è il Capo.

Ovviamente non accetta consigli, ma a questo punto, gliene dò un paio: primo, cambi battutista, perché quello che gli scrive le gag è stracotto, e se è lui che se le scrive da sé, si salvi chi può; non fa più ridere. Secondo, lui e Casaleggio si taglino i capelli: non so se se n’è accorto, oggi i «ggiovani», se li rasano a spazzola, sfumatura altissima; loro coi capelli lunghi e grigiastri sembrano sporchi, e soprattutto tristi sessantottini inseniliti, sopravvissuti decrepiti di un’epoca sorpassata, quand’erano di moda i capelloni. Vecchi come Berlusconi, insomma.

Ecco allora: già che siamo in argomento, ha capito quel è stata la proposta politica di Berlusconi? L’offerta alternativa che offriva all’elettorato perché votasse per lui contro Renzi – quel Renzi di cui peraltro sostiene il Governo?

Io ho capito una cosa: che è emerso Dudù. Invece non è emerso Toti: non ha il quid. Come Alfano. Come tutti quelli che Berlusconi sceglie personalmente, di cui si entusiasma, che mette a dirigere non si-sa-che, che piazza al Parlamento insieme ai suoi avvocati (pessimi) e alle sue fellatrices. Li sceglie precisamente perché «non hanno il quid». Se appena avessero il quid, sentirebbe minacciata la sua leadership. Dice che gli sarebbe piaciuto avere nel suo partito Renzi – e sfido, ma Renzi non l’avrebbe mai scelto lui: uno che ascende da sé, rottamando i vecchi marpioni del suo stesso partito, vogliamo scherzare? Ancor adesso, dopo la disfatta, Berlusconi ha ritenuto di contrastare quel Fitto che non avrà il quid, ma ha dei voti (il solito raccoglitore di pacchetti elettorali meridionali, d’accordo): e già lo frena, già «è in gelo con Fitto» già dice «quali primarie, il capo resto io». Come somiglia a Grillo, dopotutto.

Anche lui in tv a non dire niente. Salvo cose come «aumento le minime a mille euro mensili»: cose che oggi suonano un’irrisione, una presa in giro insopportabile di un ricco sfondato per i sette milioni di poveri che la Grande Recessione ha prodotto, più i tre milioni di disoccupati, gente che almeno merita rispetto. Perché Berlusconi è stato al Governo, e si sa che le sue promesse non le ha mantenute, non le mantiene mai, è un bugiardo matricolato, patologico. Per il resto che ha detto? Qualche critica all’euro, alla Merkel, come se lui fosse arrivato sulla scena politica adesso; ma senza impegnarsi, che so, ad allearsi con gli anti-europeisti nella UE: resta nel PPE, da cui lo vogliono cacciare... Sostanzialmente, nessuna idea, ed anche lui per raccogliere voti, per vincere la gara – secondo lui calcistica – di entrare terzo in classifica con un buon punteggio... ma questa non è un campionato di calcio. È una tragedia, e Silvio non è all’altezza della tragedia. Ha chiesto voti intensificando le comparsate televisive, con l’immarcescibile convinzione: io sono un simpaticone, basta che appaia e li diverta, e tutti votano per me.

No, vorrei riportarlo alla realtà: non è simpatico. Il chansonnier delle navi da crociera è adesso un vecchio imitatore di Al Capone, coi capelli di plastica che imitano la brillantina, e la faccia da porco – esattamente la faccia che merita, perché ognuno di noi ha la faccia che merita quando raggiunge l’età di Berlusconi. E non ci sono mani di cerone che possano nasconderlo. Ogni volta che l’ho rivisto in video – anche lui a ripetere il suo repertorio superato, da chansonnier delle navi da crociera di 60 anni fa, sempre più falso, con sorriso finto, falsa simpatia da imbonitore sicuro di imbonirci perché ci ritiene una massa di cretini – io giravo canale. Non lo sopporto più, sì che ho votato a lungo Forza Italia, perché a lungo ho creduto avesse un progetto per l’Italia.

Cambiavo canale per salvare me stesso: un’altra comparsata integrale di Berlusca, e finisce che votavo Tsipras. Che almeno un programma l’ha esposto.

Molti elettori di Berlusconi hanno votato Renzi, e non c’è da dire che hanno votato il democristiano, o gli 80 euro, o perché ci sono imminenti i mondiali di calcio. È che Berlusconi stesso confessava che lui, Renzi l’avrebbe votato. È che la maggioranza moderata, o di destra che esiste ancora nel Paese, è stata devastata, distrutta dalle berlusconate e dalla sua compagnia di girls, olgettine, avvocaticchi e yes men scelti all’ultimo fra i suoi dipendenti perché «questo mi piace»: Toti è apparso più Dudù di Dudù.

La gente è più seria di questa accolita di pagliacci che non hanno nemmeno il coraggio morale di enunciare un progetto. La gravità della recessione la morde sul serio, non ha più voglia di avanspettacolo. Renzi? In un certo senso, fatto gol a porta vuota.

A noi non resta che misurare la disfatta che i pagliacci hanno inflitto all’elettorato, anzi alla maggioranza sociale di destra. Perché disfatta è, e di tutte le conseguenze rovinose a lungo termine non avete ancora consapevolezza. Per esempio: chi sarà il prossimo presidente della Repubblica? Quello che resterà per due o tre settennati al Quirinale? A governare davvero, a fare e disfare governi non-eletti come ha fatto Napolitano a ripetizione (ma aveva già cominciato Scalfaro)? Lo deciderà il PD. Noi, gli sconfitti, in resa senza condizioni, possiamo solo sperare e pregare che non sia un Rodotà, un D’Alema, un Bersani, un qualunque salterà in mente alle sinistre di votare. Possiamo solo pregare che scelgano... Romano Prodi.

Sì, perché il vecchio marpione, almeno, ha accumulato esperienza. Ha fatto qualche critica all’euro («Sopravvalutato»), al «patto di stabilità» che ci obbliga a un deficit sotto il 3% («È stupido»), all’Europa comandata da uno solo, la Germania. Non ha ingenuità, e nemmeno utopismi o giustizialismi, conosce la macchina eurocratica.

Vi fa schifo Prodi, a voi di destra? Contorcetevi, ribellatevi: ma sappiate che non siete voi a decidere. Decidono le sinistre, e potrebbero benissimo scegliere di mettervi al Quirinale, che so, Rosi Bindi, la Finocchiaro, o Barca... possono fare tutto, perché voi siete disfatti. E anche quelli che, moderati, hanno votato Renzi – e giustamente, perché dall’altra parte non c’è stata alcuna offerta politica – si accorgeranno che hanno votato il PD. Il solito, vecchio PD: le Finocchiaro, i Violante, i gestori della magistratura controllatrice, dei sindacati carichi di pensionati e di dipendenti pubblici arricchiti, di parassiti, delle Coop coi suoi politici di riferimento (Bersani), del banchiere D’Alema con lo yacht... Temo che se ne accorgerà anche Renzi; ma almeno lui sa che quelli sono i suoi nemici, quelli che vogliono la sua pelle ed oggi si accodano al suo successo. Il ragazzo è sveglio, e sa che ha poco tempo per distruggerli. Se no distruggono lui.

Svegliatevi anche voi, elettori moderati o di destra che siete maggioranza sociale. Per esempio ponendovi la domanda: chi avete da proporre per il Quirinale? La Brambilla? La Carfagna? Dudù? Ecco, vedete quanto è vasta, decisiva la vostra sconfitta: non avete un solo nome presentabile.

È una sconfitta sociologica di misure epocali. Da una parte, è la sparizione del partito neofascista: più precisamente, la sua autodistruzione. Erano andati al Governo per un insperato concatenamento di circostanze, avevano l’occasione storica di far veder che la loro ideologia era il meglio, che ne aveva fatto degli uomini migliori, seri, di carattere... e ci hanno dato er Batman, Gianfranco Fini con il cognato; e Storace alla Regione Lazio, come l’avete trovato? E Alemanno al Comune di Roma, che bella prova ha dato di sé, oltre far sventolare sul Campidoglio la bandiera degli ebrei, da leccaculo dei poteri forti qual è? E La Russa? E Gasparri?...

Non mi ci fate ripensare, sennò mi pento di non aver votato Tsipras.

Ancor peggio: è stata la disfatta epocale, umiliante, vergognosa, del Nord Italia: quello produttivo, quello che regge la concorrenza globale, quello che paga le tasse per tutti, quello che ha ancora cultura industriale, eccellenze produttive. Ebbene: questo Nord che cosa ha espresso, come classe politica nazionale? Bossi il lumbard neo-neadertaliano, (con annesso il Trota), Borghezio in Europa, Berlusconi il brianzolo, Scajola il savonese, i cerchi magici attorno ai capi rincoglioniti, e Ruby, le olgettine, Dudù.

Roba da vergognarsi, da andare a nascondersi per i prossimi trent’anni, da scomparire dalla scena e riparare ad Antigua sotto falso nome: e invece ecco lì, il colpevole, con la sua faccia da porco, a fare ancora il capo. E lei mi critica Renzi, e gli italiani che l’hanno votato?

Abbia pazienza...



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