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Ecco a chi cediamo la sovranità
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Per qualche misterioso motivo, ovviamente coltivato dai media ufficiosi, vige l’idea che il governo «tecnico» sia meglio del governo politico. Non solo a livello interno, ma europeo: chi dice «ora federalismo», «più Europa», o caldeggia la cessione della sovranità nazionale alla Commissione o alla BCE, riecheggia questa «idea ricevuta» (così i francesi dicono il luogo comune: idée reçue).

Il ragionamento fila più o meno così: i politici che noi abbiamo eletto si sono dimostrati così incompetenti, irresponsabili e corrotti, che è venuto il momento di demandare il potere ai tecnocrati non-eletti. Inutile negarlo, la democrazia ha fallito, i nostri rappresentanti hanno tradito il mandato. Cedere la sovranità all’ente sovrannazionale è la soluzione.

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Davvero? Che cosa ci assicura che una tecnocrazia sia più onesta e disinteressata, più intelligente e dedita al bene comune di un Berlusconi o Gasparri? Eppure è il giudizio con cui la stampa aureola Mario Draghi: ecco, alla BCE l’uomo di indiscussa capacità, una mente rispettata, un tecnico tutto d’un pezzo.

Invece, guardate cosa succede ora: come forse ricorderete, la Grecia riuscì ad entrare nell’euro nonostante i suoi conti dissestati, nascondendo parte del suo indebitamento grazie a dei prodotti derivati, degli swaps, creati dalla fantasia finanziaria di Goldman Sachs (risparmio i particolari tecnici). Come mai i sei membri dellEsecutivo della BCE – questi tecnici di altissimo valore non si accorsero del trucco, e accettarono Atene nel club? Su questa domanda e questi trucchi la Banca Centrale Europea (di Trichet) ha steso una spessa coltre di silenzio, rifiutando di rendere nota la documentazione, nonostante le insistenti richieste dei giornalisti esteri.

Nel 2010, l’agenzia Bloomberg cita in giudizio, presso la Corte Europea, la BCE perchè renda nota la documentazione sui trucchi di Goldman Sachs, e sulla strana insipienza del suo comitato esecutivo. Allora, la Banca Centrale Europea rifiutò di far luce, con la motivazione che le rivelazioni «aggraverebbero le impressioni negative sulla capacità della Grecia di onorare il suo debito». Inoltre, le informazioni richieste «disturberebbero (undermine) la fiducia pubblica sulla conduzione della politica economica», ossia minerebbero la fede sul senno e intelligenza superiori – o inorruttibilità a tutta prova – dei banchieri centrali stessi. D’accordo, era la BCE di Trichet.

Con la BCE di Mario Draghi, il tecnocrate di altissimo valore, l’indiscutibile banchiere venerato da tutti i grandi media, Bloomberg è tornata di nuovo alla carica. Per ottenere la stessa risposta negativa dall’avvocatessa della Banca Centrale Marta Lopez Torres: oggi, la rivelazione metterebbe nei guai la Spagna, a cui i nervosissimi mercati non fanno più credito. Addirittura, le rivelazioni infiammerebbero la crisi «mettendo a rischio il futuro dellla moneta unica».

Per i giornali italiani la cosa probabilmente finisce lì: l’indiscutibile, competentissimo vertice bancario ha parlato, e ci si inchina rispettosamente (1).

Non così le agenzie americane. Il seguitissimo sito Zero Hedge, anticipando la reazione di Bloomberg titola senza peli sulla lingua:

Che cosa nasconde Mario Draghi?

La BCE rifiuta di rispondere alla richiesta di Bloomberg in base al Freedom of Information Act a proposito dello swap Goldamn-Greco.

E ricorda:

Mario Draghi: vicepresidente e direttore esecutivo di Goldman Sachs International nel 2002-2005. In altre parole, Draghi era un dirigente-chiave di Goldman esattamente nel periodo in cui Goldman Sachs fu ingaggiata per creare e agevolare attivamente il meccanismo che celò la vera dimensione del debito greco.

Il neretto è nel testo originale. Con evidente valore esclamativo.

Zero Hedge giunge a sospettare nella scusa per il rifiuto di rivelare i documenti («Infiammerebbe i mercati, aggravando la situazione della Spagna che non riesce più a raccogliere credito») una velata minaccia: la BCE minaccierebbe forse una Mutua Distruzione Assicurata (MAD, nel gergo della guerra fredda sull’orlo dell’apocalisse atomica), «essendo oggi la sola opzione rimasta ai capi delle Banche Centrali di non essere messi a nudo come le stesse medesime persone che hanno favorito il collasso finanziario attuale?».

Se ben capisco, Zero Hedge sta dicendo: questi sono capaci di madare l’euro a catafascio, pur di salvarsi il deretano. E gli stipendi. E la fama di competenti rispettatissimi e onestissimi incorruttibili tutti d’un pezzo. (Just What Is Mario Draghi Hiding? ECB Declines To Respond To Bloomberg FOIA Request On Greek-Goldman Swaps)

Poi cita l’ultima frase del dispaccio di Bloomberg: «Il portavoce di Goldman Sachs non si è reso disponibile per commentare», con un sarcastico suggerimento: «Perchè non chiede allaltro portavoce di Goldman Sachs, Mario Draghi? Forse alla prossima conferenza-stampa della BCE i giornalisti comincerebbero a mostrare un po di palle, e comincerebbero a fare le domande veramente importanti, invece di ascoltare i violini del Titanic europeo...».

Ecco a chi cediamo le ultime briciole della nostra sovranità. Ecco come si configura un governo tecnocratico a livello continentale: un consesso di gente che è delegata da Goldman Sachs. Che diverrà una replica potenziata del Consiglio dei Dieci che nella Serenissima esercitava in segreto un potere senza limiti. Che ha un conflitto d’interessi grosso come un transatlantico, ma non permette che qualcuno glielo ricordi. Che è o incompetente o corrotto fino al midollo, o le due cose insieme. E che per giunta, contrariamente ai politici, può rifiutarsi sprezzante di rispondere alle richieste di chiarimenti dei (pochi) giornalisti coraggiosi che li sfidano. E che, a maggior ragione, non si degnano di rispondere dei loro progetti e dei fini delle azioni che prendono sulla testa dei popoli, decidendo dei loro destini.

È questa «più Europa», è questa la «Europa Federale» prossima ventura: un’istanza insindacabile, che non può essere criticata e nemmeno conosciuta, un potere che non risponde di nulla a nessuno, non esistendo nelle istituzioni eurocratiche una istanza in grado di giudicare i tecnici-banchieri. Il sultanato ottomano, la Sublime Porta, era più trasparente e meno assolutista. E almeno, non si gabellava per «governo tecnico».




1) L’unico a parlarne è il professor Piga, ma con un ingenuo e commovente appello a Draghi perchè mandi «via i banditi dei derivati dall’Europa». Come se il bandito dei derivati non fosse lui, Draghi. Si vede qui confermata la mitica convinzione che il «tecnico» sia di per sè onesto. Draghi sarà il nuovo musicante di Brema? Via i banditi dei derivati dall’Europa



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