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Elogio del Bullo
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Una ragazzina di 14 anni si butta dalla finestra perché trattata come uno straccio da anonimi ragazzini, che hanno fatto a gara ad insultarla, deriderla e angariarla, da un sito «sociale», pare molto frequentato da giovani microcefali trasgressivi. Pare che sia la nona ragazzina suicida quest’anno, per identiche ragioni.

Ovviamente, radio ed altri media «aprono er dibbattito». Come dice la presentatrice esordendo, è una cosa «che fa riflettere». Convocati psicologhi («dell’età evolutiva», mica noccioline), nonché «esperti di internet» non meglio identificati, pedagoghi o supposti tali, sindacalisti di associazioni di genitori tutti pontificano, «riflettono», «si interrogano», esprimono «sgomento», eccetera; interviene la Terza Carica dello Stato con una dichiarazione spontanea che invita a censurare il web. E così via.

Fra tanto prevedibile tempestare di «esperti», è platealmente mancata la convocazione del solo tecnico adeguato al problema, il solo che poteva dire la parola definitiva sul doloroso evento: lo Zoologo Evoluzionista. Costui avrebbe potuto placare le angosce di tutti i genitori 1 e genitori 2, dimostrando che tali eventi, ancorché luttuosi, sono del tutto normali nella Jungla primordiale, e vanno lucidamente accettati in quanto servono a mantenere pulita la Natura dai suoi prodotti malriusciti.

È infatti indubbio che la 14enne ammazzatasi va insignita – parlandone da viva, come si dice – del Premio Darwin del mese, quell’omaggio tributato (di solito alla memoria) agli individui più comicamente inadatti alla lotta per l’esistenza. Rivediamo i fatti che la riguardano:

• la ragazzina, ci hanno informato i media, era stata «lasciata dal fidanzatino». Per cui era «depressa». Ora, si ammette senza difficoltà che questo fatto possa essere sentito, a quattordici anni, come una catastrofe esistenziale, anzi una apocalisse cosmica. Tuttavia:

• anche a 14 anni, ci si deve essere accorti che questa catastrofe cosmica ed assoluta, manca di interessare allo stesso grado il resto del genere umano. Già dalle reazioni di compagni e compagne di scuola, dal gruppo, dal branco di cui faceva sicuramente parte (anche se agli ultimi posti nell’ordine di beccata) la poveretta poteva intuire che per i più vicini a lei, la cosa non suscitava travolgenti simpatie, sentimentali condivisioni del dolore ed immedesimazioni nella sua privata sciagura, ma anzi qualche canzonatura, quando non gioia maligna.

• Ebbene: vista l’esperienza coi vicini coetanei, insegnanti e genitori (1 e 2), che cosa ha autorizzato la misera ragazzina a credere che avrebbe incontrato – per la sua sciagura privatissima e (diciamolo) molto standard – una maggiore simpatia , comprensione, affetto, sintonia di sentimenti – su ASK.fm? Su un sito creato apposta (in Lettonia) perché anime informi, quasi inesistenti, spettrali, possano esprimere – grazie all’anonimato – i loro abissi di stupidità, impotenza e di odio per tutto e tutti? Stupidità, impotenza e rabbie o invidie, per giunta, piatte, senza alcuna originalità, dunque ripetitive e senza interesse alcuno. Provate, e vedrete: letta una, lette tutte. Provate per credere: http://ask.fm/

• La poveretta espone la sua insignificante personalità e «depressione» proprio a questa sub-umanità, aspettandosi qualche comprensione, per un suo dolore che già aveva visto non interessare nessuno, nemmeno mammo e babba (poteva raccogliere dal genitore 1 e genitore 2, al massimo, una distratta carezza). Ottiene ovviamente questo:




 

Ed altre simili: «Tu stai bene da sola, fai schifo come persona». Oppure «Ucciditi». E veri e propri insulti: da «Sei una t...» a «Ti odio».

• È quel che accade a chi, invece di starne alla larga, si butta nella giungla, mostrando la sua ferita aperta: come può aspettarsi soccorso, cure e guarigioni? C’è qui un fatale errore di valutazione, che rivela l’Inadeguato alla lotta per la sopravvivenza darwiniana: credere che il proprio «Io» banale e tipico, standardizzato ed uniformato, sia una cosa assolutamente preziosa ed unica; così profondamente interessante da attrarre – per questo solo fatto – non solo la simpatia, ma l’appassionata partecipazione delle belve che stanno in agguato nello Ask.fm.

• È inevitabile ed ovvio che quelli l’abbiano sbranata, la poveretta, in branco come fanno gli squali e gli sciacalli. È persino giusto: come poteva spiegare lo Zoologo, nell’economia generale della Natura, il Predatore svolge una funzione indispensabile e meritoria, altrimenti gli individui deboli e stolti – sopravvivendo – trasmetterebbero i loro geni alla loro discendenza, peggiorando gradualmente la specie. Anche se nel caso in esame, le larve odiatrici formicolanti sul web, e specialmente su Ask, somigliano meno al Predatore al vertice della catena alimentare, situandosi piuttosto nella categoria pullulante dei saprofaghi , necrofaghi o coprofaghi (dal greco: «mangiatori di merda»), ossia di quegli esseri che si nutrono esclusivamente di carni in avanzato stato di decomposizione.

Tali esseri, che intervengono solo «dopo» che il Predatore ha azzannato e si è nutrito della parti migliori dell’Inadatto ( le interiora, le ventraglie, insomma la pancia e le sue parti inferiori), per ripulire le ossa senza pericolo , sono una quantità di specie francamente impressionante: miriadi di funghi, migliaia di insetti dalle strane abitudini, coleotteri come il Necroforo (portamorti), ditteri come la mosca Sarcofagha Carnaria, che depone le uova nelle carogne in putrefazione, della cui carne – che deve essere ben marcita – si nutriranno le sue larve. Eccone una bella foto:



Mosca sarcofaga col suo fidanzatino. Poi posterà l’immagine su Ask.fm
 





Poi, via via salendo nell’Ordine biologico, bisogna enumerare avvoltoi dalla testa calva, corvi, il gigantesco e ripugnante marabù:

Il marabù, il re di Ask.fm


jene, sciacalli, ed altri mammiferi del genere. Senza dimenticare il regno dei Pesci...tutti insieme, sono riuniti dalla lingua inglese nel termine «Scavenger» – ossia spazzini, frugatoi nell’immondizia. Per quanto immondi, esecrabili e nauseabondi, essi svolgono – come ci informa lo Zoologo – funzioni insostituibili di ripulitura dei rimasugli che altrimenti intossicherebbero la Jungla o la Savana con le loro marcescenze, velenose e per giunta fetentissime.

Bisogna riconoscere che saprofaghi, mangiatori di carogne e scavengers sono una quantità enorme; anzi, a dirla tutta, sono la maggioranza assoluta del Vivente – se la Natura fosse una democrazia, darebbero loro sempre al governo; tanto più se alla numerosa e viscida comunità si aggiunge – come i Darwinisti ritengono si debba fare – l’Uomo.

Eh sì. Tali esperti sono convinti che l’Uomo Primitivo, troppo debole in zanne e artigli per contendere il pasto alla Tigre (e se per questo, anche alla Jena) si contentasse di rosicare i resti delle carogne da questi lasciate, scacciando gli avvoltoi dalle ghiotte putrefazioni. Dev’esserci molto di vero in questa narrativa: infatti vediamo l’Uomo Post-moderno (ossia tornato zoologico) comportarsi da jena e da sciacallo un po’ dappertutto. Wall Street ne è infestata, pullulano nei Parlamenti, nei giornali, in tv nei rapporti personali come sul Web; appaiono da tutte le parti i charognard, mangiamerda e avvoltoi. Dovunque tremando – è tipico degli sciacalli – davanti ai forti ed adorando servili il loro potere, e financo le menzogne più oscene, ed avventandosi invece in branco sui deboli per succhiarne voluttuosamente le viscere, strappandone i sudati guadagni e l’onore che non hanno saputo difendere, derubandoli a gara, godendo delle loro sofferenze (è la legge dell’individualismo, dei mercati e del profitto, teorizzano).

Non è certo un caso se questa umanità a noi contemporanea abbia non solo adottato la Democrazia come sua forma di Governo – perché palesemente la sola che perpetua il dominio dei Vermi in fondo alla catena alimentare – ma la esalti come l’unica, la superiore ed assoluta: quella che «non può essere superata», di cui non si può pensare nessuna forma di governo ulteriore – essendo questa la perfezione totale, quella che garantisce la liberazione dello Scavenger da ogni autorità superiore, né dio né padrone, sancisce l’emancipazione, il vivere a proprio gusto, il potere di perseguire la sua felicità individuale come ciascuno al concepisce – anche se è un Parassita (e le altre Termiti che divorano Stato) o una Sarcofagha Stercoraria, – o una delle sue bianchicce e grasse larve che pullulano dalle carogne, come sono appunto i frequentatori di Ask.fm.

Insomma: tutti eguali per Legge. Tutti adulti e antifascisti. Si lasci alla Jungla, poi, di decidere chi sopravvivrà e chi no.

La cosa più stupefacente e comica è che i partecipanti «ar dibbattito» sulla piccola suicida, pedadoghi, psicologhi evolutivi, esperti di internet, Boldrine e sindacalisti, genitori allarmati – insomma proprio tutti – dessero per scontato di vivere non già nella Giungla, bensì nel suo contrario: nella Civiltà. E si ponessero il problema di come «sostenere le fragili ragazzine», senza ovviamente «vietare» e «controllare» loro alcunché né a loro né ai bulli, predatori e vermi, che l’avevano fatta morire. Con stupore dello zoologo, evocavano soluzioni o agenzie di tipo «educativo», ovviamente che non hanno nulla a che vedere nella Natura dominata dagli Istinti Innati: per esempio, dicevano frasi come: «la scuola fa quel che può», «la famiglia deve fare di più», persino «la politica deve intervenire». Poi, però, tutti costoro sembrano ritenere che la moralità progressista fosse parte della Civiltà e contribuisse in qualcosa a curare la piaga dei suicidi adolescenti.

La moralità progressista, sapete, consiste nei seguenti insegnamenti: non commettete evasione fiscale; non discriminate gli invertiti anzi all’occasione imitateli (sono normali); celebrate annualmente l’Olocausto e deploratelo debitamente nel tema in classe imprescindibile nella Giornata della Memoria; ricordatevi che la Democrazia vi considera adulti già a 5 anni, autonomi nelle vostre «scelte e stili di vita», col vostro «diritto alla felicità», fra cui ha ovviamente una parte centrale «l’esplorazione del vostro corpo e di quello delle vostre amichette/i». Questo fatto è inderogabile nella pedagogia evolutiva e nella «educazione» postmoderna, che propugna la «liberazione da tutti i tabù», l’emancipazione da «tutte le costrizioni e i divieti» e la serena certezza che non ci sono più peccati mortali (salvo l’evasione fiscale e l’antisemitismo, uniche eccezioni); unita alla fede che «l’uomo nasce buono», eccetera.

Poi, succede che tutta questa bella pedagogia libertaria e liberatrice produca ragazzine schiave del branco, che devono spompinare i bulletti per essere accettate «nel gruppo»; classi scolastiche dodicenni che scherniscono quei coetanei che, a loro, sembrano «froci», perseguitano i più deboli, umiliano quelli di famiglia povera con esibizioni di griffe, marche e telefonini da 700 euro: insomma l’educazione emancipatrice trasforma le classi scolastiche in un incubo totalitario e in un sistema di repressione e schiavitù mai visto, senza via d’uscita, per adolescenti che risultano insieme corrotti ed ingenui: mistura letale nella giungla dominata dai vermi e larve di Sarcofagha (1).

Se proprio dovete educare le vostre figliolette, per sostenerle nella lotta per la sopravvivenza, care famiglie progressiste (genitori 1 e 2, eventualmente 3 o 4), dovete insegnar loro almeno questo: se proprio vi riducete ad essere puttanelle, almeno abbandonate la disarmata ingenuità...

Perché vedete, nel corso del «dibbattito» m’è capitato di ascoltare uno degli «esperti» evocare la necessità di avvertire le figliolette del seguente pericolo: quando vi riprendete con lo Smartphone in momenti «intensi» (hanno detto così) col vostro fidanzatino e postate le immagini su Internet, le vedono tutti... e spesso è il fidanzatino che le posta. Dovete esserne consapevoli....

Per «momenti intensi col fidanzatino» , gli adulti esperti, genitori o educatori, intendevano ovviamente le robette porno che i cari piccini si fanno e si scambiano, ridacchiando, sui telefonini. Insomma, gli adulti preoccupati continuano a considerare gli «atti impuri», che in tempo gli adulti vietavano, «una cosa bella e tenera». Che poi, non solo è vietato vietare (non siate repressivi), ma che è inutile vietare, «perché lo fanno tutti a quell’età» e «lo facevamo anche noi». Lo fanno tutti a quell’età, ma l’importante è – sarebbe – che sapessero che papà, mamma, genitori 3 o 4, «non approvano», e magari proibiscono certi atti.

L’educazione consiste in questo: nel far vedere che sotto la zoologia, il regno della giungla, dei predatori e delle mosche mangia-carogne, esiste un Ordine superiore, che richiede obbedienza e è giusto, al bisogno, imporre. Ed abbiamo un messaggio per gli educatori progressisti: no, l’ora settimanale di educazione civica (con lettura della Costituzione più bella del mondo), la rituale deplorazione della shoah, e l’accettazione obbligata dei gay come «normali», non servono a formare caratteri , gente volta al bene, ragazzi che abbastanza nobili da non approfittarsi dei deboli e a vergognarsi delle cose sporche, e ragazzine con sufficiente rispetto di sé da cavarsela nella lotta per la vita, senza bisogno di soggiacere alle voglie altrui.

No, a quello servono altre cose: magari l’addestramento a non sentire gli scacchi esistenziali come la svalorizzazione del proprio «io», la forza di affrontare sacrifici come una conquista positiva e non una perdita senza compenso, la dignità personale e unita ad essa, il bell’orgoglio di infischiarsene del giudizio del Vermi e Sciacalli, l’umiltà di sapere che, se il fidanzatino ti lascia, non per questo il mondo deve gettarsi ai tuoi piedi e comprenderti, coccolarti e compatirti, altrimenti tu ti getti dalla finestra: perché magari questa «fragilità», in un’altra pedagogia, si rivela come «superbia» – un peccato capitale. Già: agli esperti di pedagogie varie, che proponevano «soluzioni» varie, vacue e sperimentali, si aveva voglia di dire: perché non provate con l’educazione? Cattolica, magari?

Perché la tragica vicenda della ragazzina padovana suicida sarebbe l’illustrazione più adatta per mostrare agli adolescenti la Verità delle parole: «Chi fa il peccato è schiavo del peccato». Chi più schiava di lei? Chi più schiave delle ragazzine nel branco di piccoli lussuriosi impuniti? E magari nell’educazione cattolica, riconoscendosi feriti dal peccato originale e quindi inclinati a malfare, peccatori senza alcun diritto, senza illusioni di possedere una personalità unica , ma poi perdonati, ci si forma un carattere meno da schiavi. Si diventa più liberi.

Ma lo so: secondo il vostro EugenioScalfari, Papa Bergoglio «ha abolito il peccato», ed è questa la grande novità della Chiesa. Quindi, come non detto. Del resto l’attenzione pubblica è già passata ad altro: i nostri marò, Renzi o Letta?, e «Ragazzina violentata a scuola: ora mi minacciano».

Nella Giungla, l’attention span non si può permettere di durare più di qualche secondo. Sparsa la lacrimuccia d’ufficio, si lascia a questione agli «esperti»...





1) Senza contare la difficoltà, per pedagoghi di sinistra, di proclamare la verità del darwinismo biologico, e poi condannare il darwinismo sociale.



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