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Cristiani perseguitati. Vediamo da chi
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Dall’inerzia alla frenesia. I cristiani sono perseguitati, ha detto il Papa, che è simpatico ai media, e allora tutti i media si son messi l’elmetto. Prima, non se n’erano accorti. E danno gran risalto ai politici: «l’opzione militare», dice Gentiloni, è possibile per proteggere i cristiani perseguitati dal Califfato ed altri islamisti. Anche l’opinione pubblica, o meglio «la ggente» se devo giudicare dai tweet ed altri messaggi istantanei che arrivano a Radio Rai, Radio 24 eccetera, sono tutti di colpo per la crociata. Bisogna intervenire, proteggere, ripetono migliaia di persone che fino a ieri manco sapevano di avere le famose «radici cristiane».

Ora, giustapponiamo qualche informazione :

In Iraq, gli USA sabotano la guerra contro lo Stato Islamico

Il titolo è di un sito americano ben informato, Moon of Alabama. Racconta dunque, il giornale online, quel che è accaduto durante le fasi finali della riconquista di Tikrit da parte dell’esercito iracheno, 4 mila soldati, affiancati da 25 mila miliziani volontari sciiti, che la stanno strappando dalle mani dell’IS in sanguinosissimi scontri. Circa un migliaio di combattenti dello Stato Islamico, irriducibili, continuavano a resistere nel centro città fra le macerie, dove rimanevano anche civili, non molti però. Estirparli avrebbe comportato una lotta costosa in perdite umane (gli iracheni e iraniani ne hanno avute già molte); sicché le milizia sciite, guidate da ufficiali iraniani, han deciso di non prendere la città d’assalto, bensì di ricorrere alle tecniche d’assedio: tagliata l’elettricità, il rifornimento idrico, intercettati gli approvvigionamenti alimentari, battono con l’artiglieria le posizioni nemiche . Si tratta di indebolire l’avversario prima di tentare l’assalto; per questo non c’è fretta, il tempo gioca contro i takfiri.

A questo punto, intervengono gli Stati Uniti: bombardiamo. Se lo fanno chiedere da ufficiali dell’armata irachena (da loro stessi formati), e mettono sotto pressione il Primo Ministro iracheno, Haider al-Abadi, perché anche lui implori l’Air Force di bombardare i jihadisti. La milizia volontaria e i suoi consiglieri (iraniani) fanno sapere che assolutamente non ritengono il bombardamento necessario. Ma gli americani vogliono per forza partecipare alla vittoria anti-IS: non sono a capo della coalizione contro il Califfato?

Però ad una condizione: «Il Generale Lloyd Austin, capo del Comando Centrale USA, che controlla le operazioni in Iraq, ha dichiarato giovedì alla Commissione senatoriale dei servizi armati [quella capeggiata da McCain] che gli Stati Uniti avevano imposto, prima di accettar di lanciare i bombardamenti aerei, che le milizie e i loro consiglieri iraniani, compreso il loro alto comandante Generale Kassem Suleimani, si ritirino dalla battaglia. Suleimani, figura in precedenza avvolta nell’ombra che sta assumendo un ruolo sempre più chiaro in Iraq, ha lasciato la zona di Tikrit durante il fine-settimana e forse è tornato in Iran».

Dunque gli americani hanno liberato i loro amici decapitatori (pardon, nemici) della forza decisiva che li assediava a Tiktrit.

«Le milizie irakene che hanno condotto la lotta contro i militanti dello Stato Islamico a Tikrit si sono opposti giovedì all’intervento americano. (...) Le milizie sciite, di cui molte sono ostili agli Stati Uniti, hanno una parte predominante nelle forze irachene: attorno a Tiktrit, i loro combattenti sono sei volte più numerosi delle truppe regolari del governo iracheno. ‘Tutta la mobilitazione popolare rifiuterà di battersi finché i bombardamenti aerei americani proseguono’, ha dichiarato al-Kadhimi Moin,capo del Comitato di mobilitazione popolare del consiglio provinciale di Baghdad: “Che (i regolari) combattano senza di noi e vediamo il risultato. Gli Stati Uniti ci vogliono rubare la vittoria”».

«Non abbiamo fiducia nella coalizione diretta dagli americani per lottare contro l’ISIS», ha dichiarato Naim al-Ubudi, portavoce di Asaib Ahl al-Hak, uno dei tre gruppi che hanno dichiarato che si ritireranno dalla linea del fronte che accerchia Tiktrit: «In passato, hanno preso di mira le nostre forze e hanno paracadutato aiuti all’ISIS. Per errore...».

Gli americani danno inizio ai bombardamenti. Per i risultati, bisogna riferirsi a dei messaggi scambiatisi evidentemente fra gente sul campo:

Elie J. Magnier@EjmAlrai:
#Ultime notizie: 6 uccisi e 13 feriti fra Kataeb Hezbollah #Irak e polizia federale a causa della #coalizione guidata da USA, a sud #Tikrit (danni collaterali)
12h02 - 26 marzo 2015

Elie J. Magnier@EjmAlrai:
# Hashd al-Sha’bi Iraki # Brigata di Tikrit apparentemente colpita da bombardamento aereo oggi. Numerose vittime. Fiducia fra #USA e Hashd al più basso livello.
03h05 - 27 marzo 2015


Insomma: le forze aeree USA, fornite di mezzi di ricognizione impressionanti per tecnologia, e di armi ad alta precisione e costosissime, sono riuscite a lanciare bombe sulle «forze amiche» (col primo colpo hanno dato un bel colpo ai combattenti di Hezbollah) che assediano Tikrit. Un errore. Anzi due errori, in meno di 24 ore.

Nonostante tale «aiuto» americano, gli iracheni hanno preso e ripulito la gran parte sud della Città. Dove stanno trovando, in fosse comuni, le centinaia di cadaveri dei 1700 soldati iracheni sterminati dall’IS nella prima presa di Tikrit, a giugno. Millesettecento reclute – cadetti in addestramento al Campo Speicher, disarmati – sterminate dagli invasori islamisti in una sistematica, assurda strage: quando i media strillano che «sono perseguitati i cristiani», eleviamo un ricordo a questi poveri morti: l’IS uccide parimenti musulmani.

L’IS stermina palestinesi (sembra Tsahal)

Da quando s’è impadronito del campo profughi palestinese di Yarmouk in Siria, ossia in una settimana, l’IS ha ucciso almeno mille palestinesi, musulmani, fra l’indifferenza generale: non sono «cristiani perseguitati». Palestinesi male armati, musulmani, stanno opponendosi all’IS, che è armato ed addestrato da americani e sauditi, e sostenuto da Israele. E chi ha creato ed addestrato i tagliagole persecutori e sterminatori di cristiani e musulmani?

«I ribelli siriani che si sarebbero poi uniti allo Stato Islamico dell’Iraq e Levante (ISIL) sono stati addestrati nel 2012 da istruttori USA operanti in una base segreta in Giordania»: Aaron Klein.

Il Governo turco ha addestrato il Fronte al-Nusra, formazione jihadista che ha finito per dichiarare fedeltà all’IS: Seymour Hersh, il grande giornalista investigativo.

Secondo i collaboratori dell’ex Primo Ministro iracheno Nouri al Maliki (rovesciato dagli americani dopo la fulminea avanzata dell’IS) l’addestramento degli assassini dell’IS è avvenuto in un campo presso la base aerea di Incirlik, Adana, la più grande base americana in Turchia. Da dicembre almeno, i media iraniani e l’intelligence iracheno sostengono che aerei militari americani lanciano sistematicamente rifornimenti ed armi ai combattenti tagliagole nella zona di Yathrib e Balad.

Quando si piange e ci si indigna perché «i cristiani sono perseguitati», non sarebbe male rivelare chi sono i mandanti della persecuzione, e a chi dirigere il giusto sdegno. Stranamente, i nostri media e politici tacciono.

Il presidente siriano Assad fra i cristiani di Siria


Chi sta difendendo i cristiani minacciati nella vita? L’Occidente? La Superpotenza?



«Il presidente Bashir Assad ha scambiato gli auguri di Pasqua con i rappresentati di tutte le denominazioni cristiane esistenti in Siria. Ha assicurato i cittadini siriani di fede cristiana che essi sono parte storica integrante e fondamentale della millenaria storia del Paese, e l’apparato di sicurezza siriano li difenderà e proteggerà dalle minacce terroriste, al massimo delle sue capacità».

La foto non è stata pubblicata dai nostri media. A domanda del perché, se si degnassero di rispondere, probabilmente direbbero: è propaganda. Come sappiamo, i nostri media occidentali non pubblicano mai propaganda, se non ha la denominazione d’origine controllata occidentale. Del resto, non fatichiamo a riconoscere che questa foto è propaganda. Propaganda che indica una cosa: che tutti i cristiani di Siria, maroniti ed ortodossi, cattolici e Assiri e Melkiti, si stringono attorno al presidente Assad, solidali con lui e il suo regime.

Posti di fronte alla scelta: l’IS o Assad, non hanno esitazioni. Voi ne avreste?

La popolazione siriana di altre fedi, dopo aver visto le prove dell’IS, Al Nusra e Al Qaeda ed altri terroristi moderati, ha fatto nel suo insieme la stessa scelta. È uno dei motivi del perché, dopo anni di guerra, distruzioni e miserie inenarrabili, il regime si rivela più forte e solido di quel che credevano i suoi nemici.

Ora, Washington (con i sauditi e Israele) vogliono precisamente rovesciare il regime di Assad, onde possa cominciare la strage dei cristiani, insieme a quella dei musulmani non wahabiti (questi non fanno notizia, né commuovono alcuno). Per questo gli americani hanno armato ed addestrato i jihadisti tagliagole, persecutori di cristiani (e di musulmani). Le prove delle spaventose atrocità commesse dai decapitatori da loro addestrati e finanziati non cambiano la politica di Washington: «Assad must go», continua a ripetere Obama. Assad deve essere eliminato, con tutti i mezzi. E i cristiani lasciati in balia dei decapitatori.

Il Pentagono ha annunciato che spedirà in Giordania un reparto di Delta Forces per addestrare «moderati» decapitatori sunniti da lanciare contro Assad onde rovesciarlo; i «moderati» dovrebbero anche, però, combattere l’IS già che ci sono. Decisamente, il doppio gioco americano starebbe diventando ridicolo, se non fosse innestato nella tragedia della destabilizzazione satanica del Medio Oriente, e la sua consegna al potere wahabita, antimusulmano quanto anticristiano.

L’addestramento degli islamisti moderati comincerà a maggio, e vi saranno centri di anche in Turchia, Katar e Arabia Saudita. C’è stato un ritardo, dovuto al fatto che Jabhat al-Nusra, definita dai media «l’affiliata di Al Qaeda in Siria», ha conquistato la città siriana di Idlib, sicché forse non ci sarà bisogno di addestrare i nuovi tagliagole, visto che i vecchi avanzano e guadagnano terreno contro Assad.

Il Governo siriano accusa la Turchia di sostenere direttamente Al-Nusra. Accusa confermata senza vergogna dal New York Times, che ha intervistato il columnist saudita Kashoggi (della nota famiglia) il quale è apparso entusiasta della presa di Idlib da parte dei jihadisti: «È uno sviluppo importante, e penso che ne vedremo altri. Il coordinamento dell’intelligence fra Turchia e Siria non è mai stato migliore».

In queste ore sono i corso combattimenti attorno ad Idlib, i siriani stanno versando un grande tributo di sangue per respingere i tagliagole jihadisti, i vecchi aerei siriani d’epoca sovietica battono le posizioni dei takfiri. Aspri combattimenti sono in corso anche nel campo palestinese di Yarmouk, dovunque musulmani si oppongono con le armi a musulmani jihadisti pagati dai sauditi e addestrati dagli USA. Yarmouk è a dieci chilometri dal palazzo presidenziale di Assad.

Se il regime cade, l’Occidente potrà vedere una ancor più grande «persecuzione di cristiani». Gli stermini di musulmani che in questo momento stanno difendendo i cristiani contro l’Occidente e i takfiri, non saranno notati.




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