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E l’influenza suina...?
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«La Imperial Genomycs ha annunciato il ritiro dal mercato del suo ultimo modello di virus H1N1 (nome commerciale: Swine Flu) per gravi difetti di fabbricazione. Gli ingegneri genetici avevano fabbricato una copia esatta del virus della Spagnola, che nel 1918-20 fece tra i 50 e i 100 milioni di morti, sperando di superarne il grande successo. Purtroppo il nuovo prodotto si è rivelato meno letale del modello originale. Questo scacco aggrava le difficoltà in cui si dibatte la Imperial Genomycs per la nota restrizione del credito, e vanifica i miliardi di dollari spesi nella promozione allarmistica del prodotto. La Casa ha promesso per quest’autunno un virus migliorato e molto più efficace. Nonostante questo, le azioni della IG sono crollate, a Wall Street, del 42,3%».

D’accordo, la notizia qui riprodotta non è apparsa su nessuna agenzia di stampa. E’ un parto della nostra fantasia. Ma non è lontana dalla realtà adombrata dal professore australiano Adrian Gibbs, una vera autorità in materia (è uno dei creatori del Tamiflu per la Roche AG): secondo lui, il virus dell’influenza suina può essere stato creato in laboratorio, a causa di un errore umano (1).

Il nuovo ceppo, dice in un suo rapporto presentato all’Organizzazione Mondiale della Sanità, può essersi accidentalmente evoluto nelle uova che si usano nei laboratori per coltivare i virus influenzali, e che le ditte farmaceutiche usano per creare vaccini. Gibbs, 75 anni, studia le mutazioni dei virus influenzali da 40 anni, ed è stato uno dei primi ad analizzare la composizione del virus scoperto qualche settimana fa in Messico.

Keiji Fukuda, vicedirettore all’Organizazione Mondiale della Sanità per la sanità generale e ambientale, ha ammesso che sta studiando il rapporto Gibbs.

«Un virus nato da un esperimento di laboratorio o dalla produzione di vaccini può indicare il bisogno di più altre precauzioni di sicurezza», ha detto. E ha aggiunto: localizzare con precisione l’origine del virus può anche aiutarci a meglio comprendere il potenziale di diffusione del virus.

Naturalmente Gibbs ha escluso che il virus suino, ancorchè prodotto in laboratorio, possa essere una creazione deliberata.

«Non credo che sia una cosa fatta per malignità; è più probabile che qualche manipolazione a caso abbia messo insieme questi due virus».

Naturalmente, naturalmente. Ma se esistesse davvero da qualche parte una Imperial Genomycs, deve regnarvi un certo disappunto. Secondo Ralph Tripp, docente alla università di Georgia che ha analizzato le «istruzioni» del virus per la fabbricazione di proteine, la scarsa letalità del virus può spiegarsi col fatto che la popolazione umana è stata già esposta a virus simili, acquistando una certa immunità (2). Ciò spiegherebbe perchè in Messico, dove la nuova influenza è stata più letale, essa ha risparmiato le persone anziane, e colpito soprattutto giovani. La popolazione che è stata esposta alla influenza del 1957 (che fece 2 milioni di morti nel mondo) è semi-immune, è la sua ipotesi.

Stessa ipotesi ha elaborato il professor John Oxford del Royal London Hospital, che fornisce dati storici interessanti. Dei virus di tipo H1N1 hanno avuto ampia circolazione in passato, dominando negli anni ‘20, ‘30 e ‘40. Sembrava scomparso nel 1957, quando cedette terreno ad un nuovo ceppo virale; ma un ceppo di H1N1 è riapparso inaspettatamente nel 1977.

«I discendenti di questo virus sono ancora in circolazione», dice Oxford: «E’ possibile che questo attuale (influenza suina) sviluppi solo una malattia lieve, perchè siamo tutti stati esposti ad un suo lontano cugino, il virus H1N1 che apparve negli anni ‘70». Tutti cioè noi che abbiamo più di 40 anni.

Anche il professor Fukuda dell’OMS sembra condividere questa idea: è giunto al punto di dichiarare che chi si becca l’influenza suina oggi (e sopravvive), è fortunato: perchè sarà probabilmente immune quando, questo autunno, il virus apparirà con molta più forza, in mutazioni più letali. Fukuda ne è sicurissimo. E ciò spiega perchè l’OMS non cessa di accrescere la promozione (pardon, l’allarme) al riguardo. Sostiene che il virus «muterà e diventerà più maligno nell’emisfero Sud (dove comincia l’inverno) e poi tornerà».

Tranquillizza, al contrario, la rivista Science: «Anche se rimangono incertezze sostanziali, la gravità clinica appare minore di quella constatata nel 1918 ma paragonabile con quella vista nel 1957».

L’influenza del ‘57 fu la famosa «Asiatica», e si ritiene che abbia ucciso 14,2 milioni di persone nel mondo. La presente, suina, ha ucciso finora una settantina di persone. Una «normale» influenza uccide ogni anno, di  routine, 200-500 mila esseri umani, e in Italia dai 2 ai 35 mila. Quella Asiatica, annuncia la Banca Mondiale, «tagliò del 2% il prodotto lordo globale nel primo anno»: non ci vorrebbe proprio, con questa Borsa già in calo.

Giusto per mettere l’allarme in prospettiva,  nel mondo ogni anno muoiono:

400 mila persone per incidenti d’auto.
200 mila per l’abuso di stupefacenti.
1 milione per suicidio.
2 milioni per cause connesse all’alcolismo.
Oltre 500 mila donne muoiono di parto - una morte del tutto evitabile, che avviene soprattutto nei Paesi poveri - e 10 milioni di donne, pur sopravvivendo, soffrono infezioni o malattie per mancanza di  igiene e di un sistema sanitario decente. Di conseguenza, un milione di bambini resta orfano alla nascita, e questi  hanno 10 volte più probabilità di morire entro due anni dalla morte della madre.
11 milioni di bambini muoiono sotto i cinque anni per cause che sarebbe facile prevenire, se i poveretti non nascessero nel Terzo Mondo.
60-120 milioni di uomini sono morti di comunismo in URSS e Cina (3).
82 milioni sono i morti dovuti alle guerre USA posteriori alle seconda guerra mondiale: Corea, Vietnam, Cambogia, Haiti, Afghanistan, Iraq, eccetera.
24 milioni di morti sono dovuti alle azioni di Israele (sempre minacciata nella sua stessa esistenza)  in Palestina, Giordania, Libano, Egitto.
14 mila morti l’anno in USA sono stati addebitati al Vioxx, un farmaco prodotto dalla Merck e autorizzato dalla FDA, l’ente federale per il controllo dei medicinali, dal 1999 al 2003, quando il farmaco è stato finalmente ritirato.

Se esiste una Imperial Genomycs, deve regnarvi lo scoraggiamento: a che serve l’innovazione scientifica e virale, se i vecchi cari metodi escogitati dalla malvagità e dall’avidità  umana ottengono tanto meglio lo scopo?




1)
Jason Gale, «Wine Flu May Be Human Error; WHO Investigates Claim», Bloomberg, 13 maggio 2009.
2) «Would  getting swine flu now be a GOOD thing?», Washington Blog, 6 maggio 2009.
3) Robert Conquest scrisse nel 1973, per le edizione de Il Borghese, «Il costo umano del comunismo», basato sulle ricerche del senatore del Mississipi James O. Eastland, presidente della Commissione della Sicurezza Interna del Senato degli USA, del capo legale di questa Commissione J. G. Sourwine e del direttore di ricerche John R, Norpel iunior; da tali studi emerse che i morti allora erano stati già oltre 210 milioni nella sola Cina e nell’URSS (nde)



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