>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
TUTTI |0-9 |A |B |C |D |E |F |G |H |I |J |K |L |M |N |O |P |Q |R |S |T |U |V |W |X |Y |Z

Archivio Articoli FREE

Vengano i tecnici. Tedeschi però
Stampa
  Text size
La stazione Roma Tiburtina è nuovissima, vastissima, scintillante di scale mobili che portano in sinistri vuoti – insomma un sunto delle pretensioni architettoniche moderne. Ma è priva di WC, toilettes o modesti, ma quanto desiderabili, pisciatoi. Lo posso assicurare perche ci sono passato due volte a Roma Tiburtina dove ferma Italo, il tgv privato che farà di questa stazione marginale un hub per decine di migliaia di viaggiatori. Eppure è senza cessi.

Quando si segue il noto simbolo internazionale si finisce alle biglietterie di Stato. Quando si chiede al personale, si viene indirizzati all’esterno della stazione dove, alla sommità di una gradinata (i poteri pubblici italioti amano riempire di scalinate le stazioni ferroviarie onde punire i viaggiatori con valige) sorgono due casotti prefabbricati, che sono due cessi chimici utilizzabili inserendo una moneta. Tariffa mezzo euro, ma funziona anche con 1 o 2 euro (ovviamente e italicamente, «la macchina non dà resto»). Dello stato interno dei due casotti è bello tacere. In compenso, abbondanti le scritte che offrono servizi bisessuali attivi e passivi («mi piace tutto», proclama un inserzionista).

Due cessi chimici per 140 mila passeggeri al giorno, quanti ne vedrà transitare Tiburtina a regime. Un classico esempio della speciale, ineliminabile inciviltà italica di cui abbiamo già trattato. Ma il caso pone una domanda: è possibile che la stazione nuova sia stata concepita priva di WC? Niente di piu plausibile, visto che l’architetto è un aspirante-archistar (la neo-architettura intende esplicitamente nuocere agli esseri umani) e per di più italiota: ossia dedito a modernità avveniristiche che sono mera apparenza, in quanto si coniugano benissimo alla mentalità dello zappatore o primitivo, ineliminabile figura nazionale, per il quale per antichissimo costume il defecare è attività campestre, o da savana primordiale.

Qualche indizio però (porte furtivamente aperte da qualche dipendente e poi richiuse a chiave) mi ha reso certo di un’ipotesi peggiore: i WC esistono, ancorchè pochissimi, ma il personale della Tiburtina se ne riserva l’uso escludendone i passeggeri. Forse per non dover pulire i cessi pubblici, forse per favorire l’appaltatore dei due casotti a gettone che «non danno resto» (un simile miserabile business dei cessi è gestito da camorristi a Pompei; a Fiumicino vige un pari losco affare sui carrelli nei quali bisogna inserire 1 euro...). Certo tutto ciò avviene con qualche complicità della dirigenza della nuovissima stazione, magari con l’intento di danneggiare Italo, il concorrente privato di Trenitalia.

Sia come sia, questo fatto mi ha definitivamente convinto che l’Italia è incapace di autogoverno. Non fatemi ricostruire il ragionamento: basti dire che chiunque, ad ogni livello, se ha assegnata una responsabilità con l’autonomia che ne consegue per esercitarla, ne approfitta per tradire la responsabilità e abusarne.

Pensate allo strame che s’è fatto delle autonomie regionali, pensate ai partiti che s’appropriano ogni anno di 200 milioni di denaro pubblico e si rifiutano di renderne conto; uniti in ciò ai sindacati che sono esenti dall’obbligo di bilancio...,  eccetera, eccetera. Un popolo capace di autogoverno è un popolo che si auto-educa per essere all’altezza della sua indipendenza; nei miei 60 anni di vita cosciente ho visto questo popolo tanto più diseducarsi quanto più diventava libero.

Che fare di un popolo che intende la libertà come vacanza?

Del resto scopro l’acqua calda. L’incapacità di autogoverno di questo popolo è ben nota da secoli all’estero («...espressione geografica») e siccome la politica (come la natura) aborre il vuoto, essa portava all’inevitabile: l’arrivo di stranieri per combattersi sul nostro suolo, o per dominarci, o stabilire su di noi dei protettorati. E quasi sempre ci hanno governato meglio di noi nel loro interesse (Maria Teresa d’Austra vitalizzò l’economia lombarda istutuendo il catasto terreni onde estrarre le tasse; i Borbone erano una dinastia estera e diedero un buon governo alle Due Sicilie).

Da quando l’occupazione militare non è più politically correct, al popolo italiano sono stati lasciati decenni su decenni di indipendenza, ossia un tempo troppo lungo di vacanza e irresponsabilità, di cui abbiamo approfittato per ridurre il sistema istituzionale (di autogoverno) al grado di corruzione autodistruttiva e putrefazione terminale che conosciamo.

Constatata la nostra inettitudine a riformarci da soli, le potenze internazionali ci hanno (di nuovo) messo sotto protettorato e amministrazione controllata, instaurando Mario Monti e i suoi cosiddetti tecnici con l’ordine di «fare i compiti a casa». Però spinti dalla necessità di fingere rispetto per la nostra indipendenza e sovranità, ci hanno affidato a tecnici che sono pur sempre italioti: ossia con titoli scientifici ottenuti col trucco, con una fama usurpata ottenuta a forza di ammanicamenti, insomma privi di conoscenza della situazione reale italiana, incompetenti, senza carattere e in conclusione, italicamente del tutto incapaci di governo. Non hanno tolto un solo euro all’immane avidissima «classe politica», non ne hanno ridotto né il numero né gli emolumenti e ancor meno la presa saccheggiatrice sull’economia produttiva; hanno, se possibile, reso piu invadente la burocrazia; hanno obbedito ai desideri di tutte le lobby parassitarie esistenti, fino al punto di assumere altri 12 mila nella scuola (che gia conta uno stipendiato ogni 4 alunni). E non è certo il segno che Monti ha eseguito i compiti a casa il fatto che l’industria italiana anche quest’anno ha pagato l’elettricita 10 miliardi in più rispetto alla tedesca. Tutto ciò che il governo tecnico e riuscito ad ottenere è il collasso definitivo dell’economia reale e un Polizia fiscale che ci strapperà i denti d’oro dalla bocca per pagare l’ultimo inutile deputato o consigliere regionale.

Oggi, a quanto ha confidato Hollande a Monti, la Merkel vorrebbe spingere l’Italia a chiedere formalmente l’aiuto del Fondo Europeo di stabilita o dell'ESM per metterci sotto commissariamento europeo. È segno che a Berlino non si fanno più illusioni sui nostri tecnici. Ancor piu temono chi verrà dopo le elezioni: di nuovo il Cav? Questa sinistra? Grillo? Coi contribuenti tedeschi ad avallare i debiti di questi irresponsabili incapaci di rettificare il loro proprio malgoverno?

Allora prenda il toro per le corna, frau Merkel. Bando alle ipocrisie, getti la maschera. La classe politica e dirigente italiota non fa che dichiarare che vuole più Europa; si dice pronta a cedere ancor più sovranità. Li prenda in parola. In nome della famosa solidarietà europea, mandi a governare questo Paese i tecnici. Ma che siano, finalmente, esplicitamente e senza infingimenti, tecnici tedeschi. Con il mandato di eseguire una riparazione completa di questo Paese, dal taglio ai costi della politica fino al rendere produttive le Regioni del Sud che oggi sono buchi neri, passando per l’accessibilità dei cessi alla Tiburtina. Carta bianca sui metodi. Se sarà necessario cancellare le 140 mila leggi vigenti quaggiù e sostituirle con le 5 mila in vigore in Germania, sia pure. Ciò comporterà la sospensione del legiferatore a catena italiota, ossia del parlamento? La decisione ai tecnici tedeschi. È l’Europa finalmente federale che lo esige, basta con le velleità sovraniste.

Da secoli gli stranieri sono intervenuti in Italia chiamati da italiani, che invocavano il nemico esterno perchè liquidasse per loro il nemico interno. Ho sempre guardato a questi invocatori come a rettili o vermi. Ora, temo di cominciare a capire le loro motivazioni: che altro fare se una classe politica ripugnante e rovinosa s’aggrappa alle poltrone del potere come l’attuale? Ben vengano a governarci i Tecnici Tedeschi.

Mi rendo conto che sto pensando ad un tipo specifico di «tecnici tedeschi». Personaggi che a suo tempo vestivano un look di insuperata eleganza militare, ed avevano certe mostrine runiche. Tecnici senza pari per la loro specialità e famosi per lo scrupolo e la indefettibile precisione con cui eseguivano il loro difficile compito. Penso per esempio che un bando da loro stilato che annunciasse un puntuale programma di decimazione a sorte dei nostri parlamentari otterrebbe l’allontanamento spontaneo dei più dalle lucrose poltrone, raggiungendo il tanto auspicato sfoltimento senza spargimento di sangue.

Credete che stia esagerando? Pensate a quali metodi servirebbero in Calabria dove – tanto per fare un esempio – i portuali di Gioia Tauro hanno votato in massa per la Cassa integrazione piuttosto che ridurre il loro assenteismo del 25% (ogni giorno uno su quattro non si presenta al lavoro, facendo perdere a Gioia Tauro quote di mercato a favore dei porti spagnoli, dove gli scaricatori reagiscono alla crisi sgobbando il doppio). Proprio in questi casi occorrono niente di meno che quegli speciali «tecnici tedeschi»: l’appendimento ai lampioni di pochi individui ben scelti, con appeso sul petto un cartello con la scritta Assenteista (in caratteri gotici) porterebbe forse l’alacrità agli altri.

Oso persino pensare che i Tecnici Tedeschi farebbero miracolosamente aprire i WC pubblici, dove si nasconde il personale della modernissima stazione Tiburtina, o almeno appurerebbero se effettivamente l’archistar ha dimenticato di progettarli, senza bisogno di nostre inchieste che finiscono in insabbiamenti.

Venite, venite tecnici. Tedeschi però.



L'associazione culturale editoriale EFFEDIEFFE, diffida dal copiare su altri siti, blog, forum e mailing list i suddetti contenuti, in ciò affidandosi alle leggi che tutelano il copyright.


 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità