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Vietare i terremoti
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Pubblichiamo alcune sollecitazioni di lettori, tra le tante, che chiedono al direttore un commento sul terremoto in Abruzzo.

«Sono nato e vivo in Italia e ogni tanto penso: ‘Perchè ai livelli di dirigenza qui circolano sempre gli stessi nomi?’... ‘Cosa vuole dire essere un dirigente?’ E altre domande del genere. Leggo in questi giorni che il tecnico Giuliani è stato addirittura denunciato per procurato allarme per aver riferito i suoi presentimenti... ora quella denuncia dovrebbe essere perlomeno ritirata come anche i cosidetti ‘dirigenti’ dovrebbero rassegnare le dimissioni... se no cosa ci stanno lì a fare? So che nessuno ha la ‘sfera di cristallo’ per indovinare se un allarme è falso o meno, ma il ‘dirigente’ dovrebbe almeno prendersi la responsabilità delle sue scelte e quindi, in questo caso, dimettersi! La mia coscienza mi imporrebbe questo. Bisogna riabilitare Giuliani e proseguire i suoi studi fatti in orario extra lavorativo... ma dico! Ci si occupa del Bosone di Higgs e sui terremoti niente?
Gabriele M.»

«Registro con sommo rammarico il disinteresse di Blondet alle vicende interne del nostro Paese.
@ Prosegue l’Operazione Trasparenza del ministro Brunetta, on line gli stipendi dei manager pubblici @ Tratto da YAHOO. Su questo aspetto della politica socioeconomica un articolo non guasterebbe… come non guasterebbe un articolo sul terremoto in Abruzzo… Aspettiamo fiduciosi...».

«Caro Blondet e cari Amici, ancora una volta abbiamo toccato con mano le nefandezze della Scienza Ufficiale. Neanche davanti all’evidenza, Bertolaso e tutti i detrattori del povero Giuliani hanno ritrattato, ma hanno rincarato la dose dicendo che ‘il terremoto non si può prevedere’ e che se Giuliani lo ha fatto, è stato soltanto per caso. E’ necessario da parte nostra sostenere questo scienziato e pretendere che venga pubblicamante riabilitato, proprio in nome della Scienza, che non è appannaggio di chiuse lobby (o logge), ma patrimonio di tutti gli uomini.
Cordiali saluti
Mario Farneti»



Tanti, troppi lettori pretendono che dica la mia sul terremoto in Abruzzo. Non vi basta la marea di retorica che riempie i media? Le sdolcinature sugli «angeli a quattro zampe», che sarebbero i cani che recuperano i sepolti, o le lacrime di coccodrillo sui sopravvissuti «dopo 23 ore?», i pezzi di «colore» sulla «rabbia dellla gente», e le polemiche sullo scienziato perseguitato perchè «aveva previsto» mentre le autorità lo hanno querelato per procurato allarme? Monta già la polemica più demenziale, quella che strumentalizza il terremoto e le sue rovine omicide per polemizzare con il piano-casa di Berlusconi che vuole aumentare le cubature.

Per favore, per favore. So che i giornalisti in servizio sono obbligati a spargere miele e lacrime di coccodrillo, raccogliere «testimonianze», attizzare polemiche e trovare «casi commoventi»: vengono sbattuti lì per quello, si arrabattano nella notte in strade sconosciute per raggiungere posti inagibili... lo so, ma io l’ho fatto troppe volte per non vedere (ora che non sono in servizio) che tutto questo è indecente, e che il silenzio sarebbe la sola risposta, quando ci sono morti da tirar fuori.

Del resto, già ho risposto ad alcune mail dando il mio modesto parere sullo scienziato perseguitato dalla «scienza ufficiale», il tecnico  Giuliani con la sua macchinetta che rivela il radon. Ho detto che la previsione era imprecisa - Sulmona, non L’Aquila. Ho detto che sulla base di una simile segnalazione non era possibile nè pensabile evacuare e allertare intere popolazioni. Pensate solo l’effetto «politico» che si sarebbe riversato sulla Protezione Civile di Bertolaso se avesse obbligato la gente di Sulmona a lasciare le case per tre o quattro notti, in attesa del sisma, e poi il sisma è avvenuto altrove. Pensate alle «polemiche», alla «rabbia della gente». Una previsione che renda accettabile all’opinione pubblica simili disagi di massa, dovrebbe essere certa e puntuale: dichiarare esattamente «dove» e «quando» il terremoto avverrà, e questo è impossibile per la natura inerente del fenomeno. Anche se Giuliani avesse potuto stabilire esattamente il «quando», l’ora precisa, il «dove» resta imprevedibile perchè nessuno sa davvero cosa succede negli strati profondi, quali milioni di tonnellate instabili di rocce collasseranno e quali no, quali direzioni prenderanno le fratture.

Ebbene: questo non ha soddisfatto i lettori. Vogliono che dica che Giuliani aveva ragione, che la scienza ufficiale ha torto. A questo punto, sono disarmato. E mi chiedo a mia volta come mai non si vuol capire che il problema non ha nulla di scientifico, ma è di tipo «politico», visto che si tratta di decidere di sfollare migliaia e decine di migliaia di persone, allestire tendopoli, mobilitare mezzi. Come si può credere che docilmente, in uno Stato dove vige la sfiducia verso la pubblica autorità, la gente si lasciasse sfollare, chiudesse a chiave il suo appartamento e si mettesse a dormire in una tendopoli, senza la certezza che il terremoto avrebbe distrutto il suo appartamento?

A chi non è ancora convinto, non ho che un caso da offrire: la scuola De Amicis, in piazza San Bernardino all’Aquila. Già alcuni giorni fa c’era stata una scossa del quarto grado nel pomeriggio; il sindaco aveva disposto la chiusura della scuola, per precauzione. Ebbene: c’era stata una «polemica», i genitori pretendevano che la scuola restasse aperta, perchè non sanno dove lasciare - parcheggiare - i bambini. Provate ad immaginare le «polemiche» se fosse stato ordine di evacuare tutta la città  in anticipo; avrebbero forse obbedito, gli aquilani? Per poi scoprire che un numero enorme di morti si è avuto a Olla, che nessuno magari avrebbe pensato ad evacuare?

Questa ostinazione a credere che esista una scienza che può prevedere i terremoti, e che autorità neghittose e interessate sopprimono, mi pare venire da un cattivo spirito: dallo spirito radicalmente anticristiano in cui tutti, anche se ci crediamo credenti, siamo immersi. E’ la convinzione che la «scienza» ci liberi una volta per tutte dalla condizone umana, dalla sua precarietà. Quella «scienza» di cui godiamo il falso senso di sicurezza, e da cui pretendiamo il rimedio assoluto contro il dolore, la morte, la sciagura e il caso. Assuefatti a un falso senso di divina onnipotenza - possiamo correre a 160 all’ora grazie a una macchina, collegarci col mondo intero col cellulare o internet -  pretendiamo dalla «scienza» l’assicurazione contro la nostra fragilità di esseri mortali; e proprio per questo pretendiamo dallo Stato che ci dia tutto:le nozze gay, l’aborto legale, magari l’eutanasia per farci finire senza dolore e senza coscienza, insieme beninteso alle «notti bianche» e ai concerti in piazza. Poi, quando accade l’evento tragicamente rivelatore della nostra e sua impotenza, non siamo nemmeno capaci di abbassare il capo nell’umiltà. Esprimiamo «rabbia», perchè, temo, abbiamo dimenticato quello che ci disse Gesù:

«Vegliate, perchè non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà» (Marco, 24, 2).

Nessuno che riesca a pensare che il Signore, forse, ci ha mandato un messaggio, ci ha svegliato. Nessuno che invochi la misericordia di Dio sui morti e sui sopravvissuti. Nessuno che si domandi non me lo sarò, per caso, meritato?

Non sarà anche colpa mia, personale mia colpa?

Le colpe, qui, saltano agli occhi. L’Aquilano è zona storicamente sismica; vigono normative anti-sismiche per le costruzioni. Ebbene: palazzi nuovi sono caduti in massa, come fossero fatti di cartone. E sono edifici, mi ha detto un sopravvissuto, che si vendevano a 5 mila euro al metro quadro, perchè andavano a ruba in quanto li si comprava per poi affittarli a carissimo prezzo agli studenti. In nero.

Abbiamo visto la casa dello studente, nuova, afflosciata in modo vergognoso. L’ospedale civile al 90% inagibile - ed è stato costruito in 30 anni, manco fosse la piramide di Cheope, una lentezza non affatto innocente, in quanto parla di mazzette e tangenti. Ora, almeno l’ospedale, lo vogliamo costruire in regola con le norme anti-sismiche?

Qui, non c’entra il terremoto. Non è colpa di Dio. Qui, è l’avidità, la disonestà e quella particolare stupidità italiota che si crede pure astuta, che crede di risparmiare violando le norme anti-sismiche, e poi di farla franca. E per giunta pretende che esista una «scienza» che ponga rimedio alla sua irresponsabile idiozia.

Della stessa cattiva lega è la polemica contro il piano-casa di Berlusconi. L’argomento sarebbe questo: se le cubature fossero state accresciute del 20%, figuratevi quanti più morti. Ovviamente, nessuno trae la conclusione contraria e legittima: che occorre abbattere le case nuove costruite in violazione delle leggi e dell’intelligenza, occorre un piano-casa sistematico, vasto e serio che assicuri fondamenta decenti, e poi magari si può anche aumentare la cubatura. No, si vuole che Bertolaso dia le dimissioni, si vuole prendersela con Berlusconi; si vuole esprimere «rabbbia» e fare «polemica». Prendersela con qualcuno, tranne che con noi stessi.

L’ideale sarebbe una legge che vietasse i terremoti; per il bene dei palazzinari, e per non essere costretti, come popolo, all’esame di coscienza.



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