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Nuova ferocia d’Israele? Tranquilli, è solo il Regno Mondiale che nasce
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Da giorni e giorni – nel silenzio complice dei media, ora ancora più spesso del solito – le forze armate israeliane colpiscono la torturata striscia di Gaza con bombardamenti aerei (almeno sette), compiono omicidi mirati e no (fra la decina di assassinati, un bambino di 13 anni), arrestano in massa militanti ed esponenti politici palestinesi d’alto livello (finora 400), ne abbattono le case, irrompono nelle abitazioni di notte, bloccano gli spostamenti di migliaia di persone chiudendo i pochi varchi da cui passano i generi di prima necessità per la popolazione di Gaza, assediata da anni: un comportamento che anche Amnesty International ha bollato come «punizione collettiva» di un’intera popolazione, delitto contro l’umanità tipicamente nazista.

Una frenesia di ferocia genocida ebraica. Il motivo, o la scusa: trovare e liberare tre ragazzi giudei, figli dei fanatici messianici asserragliati nella colonia illegale di Hebron (Gush Etzion), ossia apposta insediatisi nella più grande città palestinese per angariare ed umiliare gli abitanti, cosa che fanno ogni giorno. I tre ragazzi sono scomparsi dal 12 giugno. «Sono stati rapiti da Hamas», accusa Netanyahu. Hamas ha negato. Altre organizzazioni islamiste hanno rivendicato il rapimento ma suonano false (c’è persino l’immancabile ISIL, che sta facendo meraviglie in Iraq). Non solo nessuno ha rivendicato il rapimento, ma nemmeno ha posto richieste per liberare i sequestrati (per esempio con uno scambio di prigionieri), né mandato prove della loro permanenza in vita. Netanyahu ha detto dieci giorni fa di avere le prove che accusano Hamas, ma non le rende pubbliche.



In breve: «Più il tempo passa, ha scritto Gilad Atzmon, e più analisti ritengono sia un altro false flag. Si ricordi che il Mossad ha come motto: “Per mezzo dell’inganno tu vincerai” (una frase biblica, ndr) Ciò che vediamo è che la storia del rapimento fornisce ad Israele l’opportunità di colpire duro la dirigenza civile palestinese». Gilad Atzmon, «Ed Miliband: A Shameless Zionist,» June 19, 2014

La cosa è stata praticamente ammessa dalla Radio dell’Armata israeliana: «Israele ha deciso di operare una devitalizzazione dentaria, onde sradicare qualunque cosa verde nei West Bank» – il verde essendo il colore di Hamas.

Il vero motivo: i tormentati palestinesi si sono dati un nuovo Governo, formato dai due gruppi a lungo ostili, oggi riconciliati: Hamas e Fatah. La ritrovata unione, che rafforza la causa palestinese, è stata accolta dal regime giudaico con rabbia: Fatah si è alleata «coi terroristi». E coi terroristi, ovviamente, Israele non tratta. «Lancio un appello ai membri responsabili della comunità internazionale a non riconoscere il Governo palestinese», ha strillato Netanyahu. Il «rapimento» dei tre coloni adolescenti è venuto a proposito non solo per confermare il rifiuto politico di trattare con il Governo palestinese, ma per coagulare attorno alla violenza israeliana la popolazione israeliana, visceralmente felice che si ammazzino arabi per «liberare i nostri ragazzi». Anche se l’esito finale sarà probabilmente il contrario: i tre studenti di yeshiva saranno trovati morti (è facile prevedere); uccisi – ci si racconterà – dai «terroristi» braccati e messi alle strette dalla troppo efficace caccia israeliana.

La soldataglia ebraica ha apparentemente ricevuto il permesso di scatenarsi senza limiti: il tredicenne Muhammed Jehad Dudin stava davanti a casa sua, e guardava i soldati che avevano fatto irruzione nel quartiere: è stato killato a sangue freddo. Famiglie palestinesi lamentano che gli eroici militi sionisti hanno rubato soldi, gioielli, oggetti di valore nelle loro case, senza contare gli atti di vandalismo e distruzione di proprietà private e pubbliche. L’esercito, il glorioso Tsahal, ha ufficialmente ammesso di aver sequestrato «decine di migliaia di shekel» a «palestinesi sospetti di simpatizzare per Hamas»: tipico esempio di chutzpah, il tracotante umorismo ebraico.

Netanyahu ha chiesto – ingiunto – alla UE di condannare il rapimento dei tre studenti coloni: Catherine Ashton ha prontamente eseguito. Non risulta nessuna protesta eurocratica per gli oltre 250 adolescenti ed anche bambini palestinesi che, in questi stessi giorni, sono stati portati via dalle loro case nel cuore della notte, senza informare i loro genitori dei motivi dell’arresto o dove li portavano: eppure anche questi sembrano rapimenti delinquenziali di minorenni. Dove li portano, gli eroici difensori di Ysrael? Nelle carceri israeliane, dove li sottopongono a pestaggi durante gli interrogatori per farli «confessare»: lo testimoniano alcune delle loro vittime, come il sedicenne Talal Khalid Sayf, che nel maggio scorso è stato colpito allo stomaco da un soldato fino a sanguinare dalla bocca; Islam Mahmoud Haimouni, 17 anni, pestato fino a ridurlo all’incoscienza; Hassan Sharif Ghawadrah, 16, il cui «interrogatorio» ha costretto i suoi interrogatori ebrei a farlo ricoverare in ospedale, dove per 15 giorni ha giaciuto fra la vita e la morte, ovviamente in «solitary confinement», perché i parenti non potessero andare a trovarlo (del resto, nessuno ha mai detto loro dove fosse).

Ma la finiamo qui, perché la lista rischia di diventare troppo lunga: nel decennio passato, le forze armate israeliane hanno sequestrato, detenuto, interrogato picchiato circa 7 mila ragazzi fra i 12 e i 17 anni, «una media di due bambini al giorno» ha belato l’Unicef, che come sapete è un ente dell’ONU.

Negli stessi giorni, il medesimo ONU ha nominato Israele vice-presidente della speciale Commissione «per la decolonizzazione»: un altro bell’esempio di chutzpah, essendo Israele l’ultima nazione al mondo ad impiantare colonie sulle terre altrui, demolire case dei colonizzati, espellerli, arrestarli e – all’occasione – ucciderli con mitragliatori, bombardamenti aerei o fosforo. Naturalmente, i rappresentanti di 74 nazioni occidentali hanno votato per insediare un israeliano alla vicepresidenza dell’importante Commissione. Il Canada ha approfittato dell’occasione per proclamare (di nuovo) il «suo sostegno indefettibile a Israele». Gli USA hanno «sostenuto senza equivoci la candidatura». La UE e l’Italia hanno ovviamente seguito. (1)

Religione mondiale

Ma nessun pessimismo: l’Europa sta attivamente creando con le tre religioni cosiddette «monoteiste» la bella Religione Globale della Pace. Si annuncia infatti l’imminente edificazione, a Berlino, di un «luogo di culto comune alle tre religioni». L’edificio ha già un nome che andrà bene per tutti: «La Casa dell’Uno». L’idea originale (oh quanto originale) è del pastore luterano Gregor Hohberg: essendosi scoperto possessore con la sua parrocchia del pezzo di terreno in cui sorgeva la più antica chiesa berlinese, la Petrikirche, che sorgeva lì dal 13° secolo (ancora «romana» dunque), e distrutta dalle benemerite bombe Alleate nella seconda guerra mondiale, il pastore s’è detto: perché costruire una chiesa protestante (dove non va più nessuno)? «Costruiamoci un edificio che dica qualcosa della vita religiosa di Berlino oggi, città dove vengono ad abitare dai quattro angoli del mondo». Hohberg ha già trovato il rabbino e l’imam d’ordinanza per questo bellissimo progetto ecumenico. Si chiamano rispettivamente Tovia Ben Chorin, e Kadir Sanci, d’accordissimo sul fatto che «l’edificio sarà dedicato alla preghiera, alla contemplazione e aperto a tutti, credenti come atei».


Il pastore luterano Gregor Hohberg (primo a sx)


Il fatto che il pastore stia raccogliendo senza difficoltà i 43 milioni di euro per la costruzione ecumenica, suggerisce che non è affatto un pazzerellone isolato. Ha l’appoggio di un ente che si chiama «Komitee für eine demokratische UNO» (KDUN), ossia Comitato per una ONU democratica, a sua volta emanazione del Movimento Federalista Mondiale World Federalist Movement (WFM), un Organo che esiste dal 1947, anno in cui (dichiarazione di Montreux) ha proclamato la volontà di arrivare ad un «Governo federale mondiale» con «la limitazione delle sovranità nazionali», il «trasferimento alla Confederazione dei poteri legislativi, esecutivi e giudiziari, la creazione di una forza armata sopranazionale» e la formazione di «unioni regionali». Insomma potete intuire anche voi di cosa si tratta…

È il ricalco noachide della «profezia» confidata dal presidente sionista Ben Gurion, nel 1962, alla rivista Look, sul bellissimo futuro del Governo globale:

«... L’Europa occidentale e orientale diventeranno una federazione di Stati autonomi con un regime socialista e democratico. Fatta eccezione per l’URSS, che sarà uno Stato federale eurasiatico, tutti gli altri Continenti saranno uniti in un’alleanza mondiale, a cui capo vi sarà una forza di polizia internazionale. Tutti gli eserciti saranno aboliti e non ci saranno più guerre. A Gerusalemme verrà costruito un santuario dei profeti che servirà l’unione federata di tutti i Continenti, questa sarà la scena della corte suprema del genere umano, in cui i problemi e le controversie tra i Continenti verranno risolti, come profetizzato da Isaia». (Look Magazine, 16 gennaio, 1962, p 20).

Quando nel 2009 Benedetto XVI, nella sua enciclica Caritas in Veritate, ha auspicato fortemente l’instaurazione di «una vera Autorità politica mondiale» come evoluzione delle Nazioni Unite verso il Governo unico globale, la suddetta potente e ben finanziata KDUN ha sùbito fatto notare, in un comunicato ufficiale, che i suoi progetti (federalismo ed unità delle religioni) «sono in piena armonia con la dottrina papale».

Aspettiamo dunque con speranza che anche la Chiesa cattolica, sotto gli auspici di un Papa Francesco già popolarissimo fra «credenti ed atei», e che già si fa accompagnare nei viaggi dal rabbino e imam d’ordinanza, entri nella Casa dell’Uno dove avrà il suo spazio, di metratura uguale alle altre false religioni; bisognerà solo vedere se queste lasceranno celebrare il Sacrificio Eucaristico.

Il Talmud infatti prescrive, quando sarà instaurato il Regno d’Israele globale, che i goym che «s’inventano una loro religione» siano messi a morte: nel futuro Governo Globale alias Regno di Sion, infatti, i non ebrei avranno il permesso di praticare la «religione noachide» e saranno obbligati a obbedire ai «sette precetti noachidi»: fra cui, oltre al divieto di mangiare carne prelevata da un animale vivo, c’è il divieto di idolatria e di bestemmia, — ossia di fare come se Gesù di Nazareth fosse Dio, e se la religione d’Israele fosse stata soppiantata.



Molti sono già i goym che seguono, volontariamente e con ardore, questa fede del futuro: infuria «una vera fascinazione per il giudaismo in Polonia, dove durante l’annuale festival del giudaismo a Cracovia siamo stati subissati di domande di goym che chiedono di diventare noachici»: lo rivela il rabbino Uri Cherki, direttore del Centro Noachide Mondiale, in questa conferenza dal titolo «La Torah d’Israël, une alliance avec les Nations». Chi conosce il francese troverà istruttivo questo video. Il rabbino Cherki, missionario della religione mondiale, ci informa che aspiranti noachici vengono a lui da ogni parte del mondo, ansiosi di sottomettersi al popolo eletto e sacerdotale e alle sue leggi (penali).

Bergoglio con il genocida Peres
  Bergoglio con il genocida Peres
I nostri lettori già sanno che tra gli ardenti promotori del progetto noachico c’è Andrea Riccardi, fondatore della cattolicissima Sant’Egidio che tanto bene fa nelle “periferie esistenziali”, ex Ministro sotto Mario Monti, nonché a sua dichiarata orgogliosa ammissione, «figlio spirituale» del rabbino Elia Benamozegh (Livorno 1822-1900). È quel Benamozegh che proclamò la futura «riforma della cristianità attraverso un vero e proprio percorso di teshuvah». Il termine significa «pentimento», «ritorno al nuovo inizio», «compiuto il quale il cristianesimo si spoglierà di tutto ciò che ha di contrario all’ebraismo, deporrà le vesti prese in prestito, i brandelli di paganesimo, che lo hanno reso irriconoscibile ai suoi genitori, che lo fecero espellere dalla casa paterna» (L'origine dei dogmi cristiani). Basta, diceva Benamozegh, che la religione cattolica si liberi di due errori: l’Incarnazione (di Cristo) e la Trinità, «teorie ripugnanti, dottrine difformi e vizi inauditi» come «la finzione della resurrezione dei fedeli con Gesù». Liberatasi di questi vizi, e dopo adeguato «pentimento»-teshuvah, il Cristianesimo sarà pronto ad aderire alla «religione universale». Che consiste nel «rinunciare alla centralità della Chiesa a favore della centralità d’Israele ordinando l’umanità al popolo sacerdotale Israele» nel quadro di «un ordinamento gerarchico dell'umanità ad Israele».

Il 15 giugno il popolarissimo papa Francesco, tanto più simpatico per aver stroncato i Francescani dell’Immacolata, ha visitato a Comunità di Sant’Egidio in Trastevere, che ha coperto di lodi per essere da 42 anni al fianco dei poveri (nelle periferie, ovviamente), accolto da Andrea Riccardi in Benamozegh – il fondatore –, da Eugenio Scalfari e da Ferruccio De Bortoli – i laicisti d’ordinanza –, nonché dal capo della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici: al quale il pontefice ha promesso che pregherà per i tre israeliani rapiti in Cisgiordania, per i quali domenica sera è prevista una veglia in sinagoga.



Dunque vedete: non sono atrocità, orribili devastazioni in Siria e Iraq, sgozzamenti di Stato in Ucraina sostenuti dall’Occidente: no, è la Pace che arriva e splende ogni giorno di più. Sono solo le doglie del parto del Nuovo Governo Globale, con l’annessa Nuova Religione Mondiale, verso il felice futuro Regno d’Israele globale — il mondo unificato sotto la Pace, magari con l’aggiunta di un po’ di chutzpah ben pepato.

Vero è che un tempo questo che si profila sarebbe stato bollato e paventato dalla Chiesa come il Regno dell’Anticristo. Ma da tempo ormai ha chiesto scusa di queste teorie ripugnanti ed ha avviato il proprio pentimento (teshuvah) che le darà il diritto di confluire nella fede noachica per tutti.




1) E per mantenersi in esercizio, in questi stessi giorni l’aviazione israeliana ha compiuto almeno nove incursioni in Siria, bombardando le postazioni dell’esercito di Assad con missili guidati ed uccidendone almeno 10. Utile per dare una mano all’ISIS, i nostri terroristi islamici preferiti, addestrati dalla CIA e pagati dai sauditi, che mai abbiamo visto.



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