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E questa volta il fango degli scandali sexy finisce pure su Di Pietro
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Quei guardoni dell'Espresso svelano un’inchiesta dei pm di Bari sul bunga bunga di due parlamentari Idv. Ma noi non cediamo alla facile ironia sull’Italia dei Calori

Il bunga bunga dei Di Pietro’s boys? Lo diciamo subito: noi non ci crediamo. È tutta una montatura, una vera diffama­zione in stile Espresso . La solita macchi­na del fango dell’armata De Benedetti. Il senatore Stefano Pedica e l’onorevole Pierfelice Zazzera, in realtà, sono due ga­lantuomini. Non hanno mai chiesto fa­vori sessuali a chicchessia, non hanno mai promesso posti alla Camera in cam­bio di seratine a luci rosse. Se invitavano ragazze, era solo per trascorrere con lo­ro cene eleganti. E se le aiutavano era per generosità, chi lo sa?, forse pensava­no fossero nipoti di Mubarak.

Adesso, lo so, sarebbe facile fare del­l’ironia sull’Italia dei Calori, il partito dei celoduri e pu­ri, quelli che volevano avere la schiena dritta e invece di dritto avevano soprattutto altro. Sarebbe troppo facile scherzare sul fallo (da espul­sione) dei moralizzatori, che di giorno tuonavano contro i festini ad Arcore e di sera li organizzavano a Massafra (Taranto), sareb­be invitante cercare l'indi­rizzo esatto della via Olgetti­na di Brindisi ed elencare le ragazze che i parlamentari dell’Idv hanno tentato di portare prima in camera d'albergo e poi alla Camera dei deputati. Ma lo ripetia­mo: noi non ci crediamo.

È solo diffamazione. E se nel bunga bunga dell’Italia dei Calori c’è il rischio che al­l’improvviso appaia qualcu­no vestito da poliziotto non è certo una ragazza in vena di sexy. Al massimo è Di Pie­tro in vena di nostalgia. Però, lo vedete, a volte ba­sta poco a finire nella mac­china del fango. Basta che qualcuno presenti una de­nuncia, basta che la Procu­ra di Bari apra un'inchiesta, basta che due nomi finisca­no nel frullatore e zac, l’ Espresso non si tiene e pub­blica subito tutto. Se poi la denuncia arriva da un ex compagno di partito dei due parlamentari Idv, come Michele Cagnazzo, esperto di criminalità organizzata ed ex responsabile dell’Os­servatorio pugliese sulla le­galità, c’è il rischio che qual­cuno lo prenda persino sul serio.

Non noi, però, sia chiaro. Noi sappiamo come vanno queste cose. E restia­mo convinti che la Repubbli­ca abbia bisogno di cani da guardia, più che di Cagnaz­zi: osservare la legalità è me­ritorio, ma osservare quel che succede tra le lenzuola assai meno. Libera mutan­da in libero Stato, verrebbe da dire. Anzi, da proclama­re. Ma sì, insomma: se la si­gnora C.M., 31 anni, laurea­ta in giurisprudenza e disoc­cupata, dopo aver incontra­t­o l'onorevole Zazzera ha de­ciso di frequentarlo, che c’importa?Se poi ha accetta­to pure le sue avance e si è infilata nel suo letto speran­do di ottenere un posto all' ufficio legislativo del Parla­mento, saranno forse fatti nostri? E se dopo aver con­cesso i suoi favori sessuali in un hotel di Massafra ha dato il bis in un albergo di Roma «accondiscendendo alle richieste», che ci possia­mo fare?

Ognuno accondi­scende a quel che vuole e può, si fa organizzare bunga bunga su misura, prova a da­re il meglio di sé, magari al­largando il giro delle cono­scenze. Se la signora C.M., per esempio, ha pensato be­ne di allargare il suo giro di conoscenze, dopo l'incon­tro con l'onorevole Zazzera, finendo in un hotel di Brin­disi con il senatore Pedica, che male c'è? Se le Procure dovessero indagare su ogni cena elegante che si fa in Ita­lia con signore che accondi­scendono, beh, si salvereb­bero davvero in pochi. E poi tutto ciò sarà vero? Bisogna dimostrarlo, prima di infangare le persone. Noi, l'abbiamo dichiarato, non ci crediamo. Dice la de­nuncia che la signora C.M., per altro, nemmeno allar­gando il suo giro di cono­scenze con il senatore Pedi­ca sia riuscita a ottenere l'ambito posto all'ufficio le­gislativo.

In compenso sa­rebbe stata inserita (a sua in­saputa) nella lista Idv alla Puglia, come una Nicole Mi­netti qualsiasi. Almeno così scrive l' Espresso che però or­mai è diventato l’Espsesso, più morboso di certe zitelle inacidite: da quando non può più inseguire le bandie­re rosse si accontenta di in­seguire tutte le luci rosse che vede. Il risultato lo conoscete: la solita macchina del fango. Ma noi, sia chiaro, non ci crediamo. Non crediamo nemmeno a una virgola. E non cadiamo nella trappo­la: fin troppo facile discetta­re della scandalosa Puglia terra di olio e di escort, fra D'Addario, Frisulli e Taran­tini. Fin troppo facile getta­re fango su due politici di­fensori dei valori (maschi­­li), troppo facile ironizzare sui membri (e che membri) del Parlamento, giocare con il partito dei don chi­sciotte lancia in resta.

No, non ci stiamo: giù le mani dal bunga bunga dei ragazzi di Tonino. Stavolta vanno capiti, e vanno difesi. Del re­sto il loro slogan è sempre stato chiaro: più pene per tutti.

Mario Giordano

Fonte
>  Giornale.it


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