'La distruzione delle generazioni': un rapporto documenta i crimini israeliani contro i bambini
InfoPal
05 Marzo 2010
GAZA - Un’organizzazione palestinese che
si occupa di diritti umani ha ricordato che durante l’aggressione
israeliana a Gaza (“Piombo fuso”) Israele ha ucciso 355 bambini.
Il
Centro “al-Mizan (La Bilancia)” per i diritti umani, in un rapporto
intitolato “La distruzione delle generazioni. I bambini martiri
nell’aggressione a Gaza”, afferma che questo numero fornisce una chiara
smentita delle affermazioni degli occupanti concernenti la natura della
loro aggressione a Gaza e gli scopi dell’operazione, poiché non è
possibile giustificarsi con la formula “per errore” quando si parla di
circa il 25% delle vittime.
Il Centro ricorda inoltre che il
numero complessivo delle vittime di quell’aggressione ammonta a 1.410
martiri: se si considerano le donne, gli anziani ed i civili si arriva
ad un 83% delle vittime di quest’aggressione che non è possibile
annoverare tra le fila dei combattenti.
Questo rapporto
documenta la condizione dei minorenni uccisi durante l’aggressione,
protrattasi dal 27/12/2008 al 18/1/2009: vi si trovano informazioni su
tutti i bambini e le bambine vittime dell’aggressione israeliana,
compresi i particolari su come sono stati uccisi.
Quest’ultimo
rapporto è solo l’ultimo di una serie pubblicata dal Centro “al-Mizan”
per i diritti umani ad un anno dall’aggressione alla Striscia di Gaza.
Questo
rapporto aiuta senz’altro i difensori dei diritti umani, in particolare
quelli dei diritti dell’infanzia in Palestina e nel mondo intero,
sostenendo i loro sforzi mirati a proteggerli e ad assicurare loro
giustizia compensando le famiglie delle vittime e cercando di
perseguire gli autori dei crimini.
Sempre in quest’ambito, il
Centro sostiene che vanno moltiplicati gli sforzi per rendere operativi
gli strumenti sia per assicurare protezione alle vittime sia per
perseguire penalmente i criminali, a livello locale ed internazionale,
attraverso pressioni su Israele affinché stabilisca un’inchiesta
indipendente, fattiva e credibile, così come prevede il diritto
internazionale, oppure attraverso altri strumenti, come il
trasferimento della documentazione sui crimini di guerra al Tribunale
Penale Internazionale, per processare di fronte a tribunali locali
credibili coloro che hanno commesso o ordinato questi crimini.
Fonte > Infopal