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				Europride, sfila l'orgoglio gay. I promotori: "Siamo un milione"			 
	
					Repubblica.it
					13 Giugno 2011
				 
	
	
Al nuovo gay pride di Roma sono stati portati anche i bambini, quei bambini "negati"...
  ROMA - Undici anni dopo il World pride, quando  centinaia di migliaia di gay, lesbiche e transessuali italiani e non si  ritrovarono a Roma, nell'anno del Giubileo, un lungo serpentone rainbow è  tornato a invadere le strade della capitale. Effetto Europride, con il  suo carico di colori arcobaleno e musica sparata a tutto volume dai 39  carri che, da piazza della Repubblica hanno sfilato fino al Circo  Massimo, passando per il Colosseo.
   Il popolo Glbt festeggia la  giornata dell'orgoglio omosessuale, rivendica la propria normalità e,  soprattutto, reclama quei diritti che, accusa, l'Italia continua a  negare. Slogan e cori, dunque, contro quei politici che sono in prima  fila per bloccare ogni eventuale apertura sui diritti civili e,  soprattutto, contro papa Ratzinger, ribattezzato "Nazinger". Da quell'8  luglio del 2000, giorno in cui a Roma andò in scena per la prima volta  un Gay Pride internazionale (seguito da eventi annuali locali e  nazionali), poco è cambiato: gli omosessuali non possono contare su una  legge che li tuteli dalle violenze omofobe e non possono vedere  riconosciute legalmente le loro unioni. Stavolta, dalla loro, hanno  anche Lady Gaga che al Circo Massimo terrà un discorso sui diritti delle  persone Glbt.
  La Big Parade inizia a prendere forma già alle 13.30, quando in piazza della Repubblica  e i primi manifestanti. Il termometro segna  30,5 ° C, i vigili hanno già provveduto a chiudere tutte le strade  d'accesso alla piazza. Poco distante, un gruppetto di fan prende i posti  sotto l'hotel St. Regis, in attesa di Lady Gaga. A loro l'Europride  sembra non interessare. Neanche ad alcune centinaia di ragazzi e ragazze  che, dalle prime ore dall'alba, si sono piazzati al Circo Massimo per  accaparrarsi le prime file. Ma sono la minoranza di quanti hanno  scambiato questo evento per un "concerto" gratuito di Lady Germanotta.
   Molti manifestanti arrivano da fuori Roma (93 i pullman organizzati da  Arcigay), ma ci sono anche tanti stranieri. Ci sono le drag queen,  coloratissime, alcune con seni scoperti, ;  ci sono i bambini, i figli delle "Famiglie Arcobaleno", l'associazione  che si batte per i diritti dei genitori omosessuali. I bambini dai  diritti negati si ritroveranno sul trenino divenuto uno dei simboli più  riconoscibili del Pride: cinquanta di loro per una settantina di coppie,  secondo i dati forniti dalla presidente, Giuseppina la Delfa.
   Il comitato organizzatore combatte fino all'ultimo minuto con carri che  non riescono a prendere posizione (gli spostamenti, alle 15, sono resi  difficoltosi dalle decine di migliaia di persone già presenti in piazza)  e la necessità di non sforare con l'ora di arrivo al Circo Massimo  (tassativamente le 19, per permettere a Lady Gaga di esibirsi alle 21).  Rossana Praitano, presidente del circolo Mario Mieli e del comitato  organizzatore Europride, viene colta da un lieve malore: tanta la  tensione sopportata nei giorni passati.
   Renata Polverini,  presidente della Regione, passa per un rapido saluto ma viene  contestata, prima da una persona ("Vattene fascista, vai a fare il  saluto romano altrove", le urla contro un uomo sui 30 anni), poi da un  gruppetto di ragazze. Lei non indietreggia di un centimetro, sorride,  protetta dalla scorta della polizia e alla fine riceve un mazzo di fiori  da Fabrizio Marrazzo, di Gay Center. Sulla contestazione, Paolo Patanè,  presidente di Arcigay, dice: "Fa parte di certi ruoli, bisogna metterlo  in conto. Comunque ha fatto bene a venire".
   La scena viene  presto conquistata dai politici tradizionalmente vicini alla comunità  Glbt. La deputata lesbica del Pd, Paola Concia, che arriva insieme alla  compagna Ricarda; il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo  Ferrero; Ivan Scalfarotto, vice presidente del Pd; Silvana Mura (Idv),  oltre ai leader storici del movimento (come Aurelio Mancuso, presidente  di Equality) e poi il leader di Sel, Nichi Vendola, che guida la testa  del corteo insieme a Vladimir Luxuria e viene salutato con abbracci e  strette di mano. Sul carro dei radicali salgono anche Marco Pannella e  Rita Bernardini.
    più provocatori sono quasi tutti per il papa. "Nazinger still  persecutes gays" (Nazinger perseguita ancora i gay), "Nazinger  aggredisce i gay", "L'inferno reale, il Vaticano Guantanamo mentale", e  poi, la foto di un papa in mutande, con la scritta "Veste Prada ma è  amica di Satana". La comunità Glbt non risparmia neanche i parlamentari  protagonisti di frequenti dichiarazioni antigay: "Sì ai matrimoni tra  persone dello stesso sesso, No a Giovanardi e Buttiglione", recita il  poster sul carro di Certi Diritti. E poi, ancora: "Italia Cenerentola  d'Europa" sul carro di Arcigay, mentre il Mario Mieli ha disegnate sul  lato del camion tante pecorelle quanti sono i paesi dell'Unione Europea:  l'Italia è colorata di nero, perché ritenuta una pecora nera sul tema  dei diritti ai gay.
   Un concetto che torna anche nella mappa  europea mostrata dall'Ilga: l'Italia è a livello "0" (in una scala da  +17 a -7). Due ragazzi, travestiti da Will e Kate, salutano la testa del  corteo. Alle 16, puntuale, il corteo si muove, aperto dallo striscione  "Roma Europride Be Proud", preceduto da cinque motociclisti leather. Dal  carro del comitato Europride si levano le due canzoni simbolo di questa  parata: "A far l'amore comincia tu", l'inno ufficiale di Raffaella  Carrà e "Born this Way", di Lady Gaga. La colonna sonora è segnata dalle  canzoni care ai gay: si va da "Hung Up" di Madonna all'evergreen di  Gloria Gaynor "I will Survive", passando per "Mamma mia", degli Abba,  fino ai memorabili pezzi dei Village People, e ai successi di Lady  Germanotta.
   Ci sono le bandiere di Arcigay, quelle di Agedo  (associazione genitori di omosessuali), del Mieli, della Cgil (presente  con un carro), e alcune del Pd. Paola Concia è contenta anche se non  nasconde un po' di amarezza: "Sono felice che sia arrivata anche Lady  Gaga, ma è triste che sia venuta ad aiutare un Paese bisognoso. Sono  passati 11 anni dal World Pride e non è cambiato niente. I politici  italiani devono capire che dobbiamo anche entrare nell'Europa dei  diritti". , si tengono per mano. Oggi non temono di essere aggrediti.
  Un'ora  dopo la partenza, gli organizzatori urlano dal megafono: "Siamo mezzo  milione", poi dal palco del Circo Massimo prima che entri Lady Gaga,  l'annuncio finale: "Siamo un milione".  Il serpentone colorato procede  scortato dalla polizia, tra gli sguardi incuriositi della gente che si  affaccia dalle finestre e saluta. Quando il corteo arriva al Circo  Massimo la sua coda è ancora in via Cavour. Sono le 19 è il palco è  pronto per Lady Gaga.
  Marco Pasqua
  Fonte >  Repubblica.it
 
  
 
	 
 
												
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