La vita miracolosa del Siddharta della Brianza			
	
					Marcello Veneziani
					29 Settembre 2010
				
	
	
 Vita e prodigi della reincarnazione brianzola di Siddharta: la sua prima parola fu "cribbio", a due anni costruì Milano 2 e da ragazzo restituì la vista ai ciechi per aumentare i telespettatori. Oggi spegne le candeline, che da millenni sono sempre venti. In classe accusato dal compagno Fin Laden di comprare voti: assolto con formula piena. A 13 anni rilevò la scuola chiamandola "Media Set" e assunse le bidelle come veline
Questa è la storia della vita miracolosa di Silvio Berlusconi, detto  Silvarta in quanto reincarnazione brianzola di Siddharta. All’età di tre  anni Silvio Berlusconi ne aveva già cinque. A quattro anni il suo zaino  era già quotato in Borsa... No, andiamo con ordine, partiamo  dall’inizio. Alla nascita di Silvio Berlusconi si accese in cielo una  stella cometa che, miracolo, si potè vedere senza pagare il canone,  sopportando solo un po’ di pubblicità. Accorsero da lontano i Re Magi,  Melchiorre Cinque, Gaspare Quattro e Baldassarre Uno che lo adorarono a  reti unificate donandogli oro incenso e squinzie. Accorsero anche  pastori, presentatori e pastorelle, che il neonato apprezzò molto,  soprattutto per le loro pecorelle. Sulla grotta il cherubino Fede  cantava le lodi del Signore e il serafino Apicella le suonava. La sua  nascita era prevista a Natale ma Silvarta, bruciando le tappe, nacque a  settembre, sotto il segno della bilancia. Allora i farisei lo accusarono  ancora in fasce di falso in bilancia.
Appena nato, Silvio Berlusconi si fece il primo lifting perché non  sopportava quelle manine rattrappite, quei piedini rugosi. Un mese dopo,  poiché i capelli tardavano a crescere, si fece il riportino. A due mesi  pronunciò la prima parola, cribbio; a tre mesi pronunciò il primo  comizio. All’alba del centesimo giorno spuntò il primo dente, in serata  il trentaduesimo. A quattro mesi la nutrice smise di farlo poppare  perché faceva uso improprio delle tette. A cinque mesi cominciò a  camminare, ma a sei andava già a cavacece sulle spalle del coetaneo  Fedelino Confalonieri. A sette mesi sapeva già leggere, scrivere e far  di conto, almeno così scrisse nel suo primo curriculum che mandò  all’asilo nido per farsi prendere, aggiungendo pure che non beveva, non  fumava ed era single. A otto mesi si tolse il pannolino, preferendo il  preservativo. A nove mesi vendette il suo primo dentino da latte a una  vicina; ma quando si scoprì che aveva venduto ben 99 primi dentini a  tutto il vicinato, capirono che si era messo d’accordo con un  odontotecnico e si spartivano gli utili. A dieci mesi fece chiudere  l’asilo nido comunale perché scoprì che era infestato da maestrine  comuniste; infatti i poppanti salutavano tutti col pugnetto. A undici  mesi il primo miracolo: tolse l’Ici al condominio di casa sua.
Al compimento di un anno si organizzò da solo la festa a sorpresa. A due  anni fondò Milano due. All’età di tre anni entrò nella scuola materna,  uscendone a fine anno da direttore. All’età di quattro anni gli altri  bambini studiavano le tabelline, lui le tabellone, perché già pensava in  grande. All’età di cinque anni fece la primina ottenendo il voto  anticipato e la separazione delle carriere delle maestrine. All’età di  sei anni appena eletto capoclasse, chiese l’impeachement della maestra,  accusandola di brogli elettorali. All’età di sette anni il secondo  miracolo, la moltiplicazione dei telecomandi. All’età di otto anni fu  accusato di pedofilia perché sorpreso a mostrare il suo telegatto a una  coetanea. All’età di nove anni, al compleanno della maestra, i suoi  compagni le portarono un regalo, lui la portò a letto. All’età di dieci  anni fu accusato dal compagno di banco Fin Laden di comprare i voti  sottobanco. Agli esami di licenza elementare fu prosciolto con formula  piena.
All’età di undici anni per distoglierlo dal calcio lo iscrissero a una  scuola austera di gesuiti; a fine anno scolastico i gesuiti si  iscrissero tutti al Milan club. All’età di dodici anni Silvarta scacciò i  Mercanti dal Tempio ma poi li invitò a casa a bere un drink e strinse  accordi con loro. All’età di tredici anni rilevò la scuola media che  frequentava, ribattezzandola Media Set; le bidelle furono riassunte come  veline o velone, secondo la fascia d’età. Agli esami di licenza media  bocciò il presidente di commissione. A quattordici anni terzo miracolo:  restituì la vista ai ciechi, per aumentare il numero dei telespettatori.  All’età di quindici anni lasciò in contemporanea le sue prime sette  fidanzate, una dal vivo e le altre sei collegate in videoconferenza.  All’età di sedici anni fu accusato di passare i compiti a un compagno  calvo, Augusto, e di passare le gnocche a due amici immigrati, il russo  Vladimir e il libico Muhamar.
All’età di diciassette anni crebbe improvvisamente di statura: aveva  scoperto uno spacciatore di alzatacchi. All’età di diciott’anni gli  comprarono le prima macchina, tre mesi dopo gli comprarono anche  l’ultima e così vendette l’intero autosalone. Agli esami di maturità non  fu esaminato grazie al lodo Alfano. All’età di diciannove anni il  quarto miracolo: camminò sulle acque. Anzi, per superare il  Predecessore, saltellò sulle acque con un piede solo; miracolosa fu pure  la resistenza subacquea di Bonaiuti che in apnea fornì col suo testone  la piattaforma mobile per farlo saltellare. All’età di vent’anni  Silvarta si laureò in due anni e una sessione con una tesi di laurea  scritta divinamente, che intitolò la Bibbia, a sfondo autobiografico.  All’età di ventuno anni Silvio Berlusconi compì ancora vent’anni. E da  allora, saranno passati millenni, ogni 29 settembre, puntualmente, il  miracolo si ripete: Silvarta compie sempre vent’anni.
Marcello Veneziani
Fonte >  Il Giornale