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Questa si chiama Depressione |
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Lunedì 29 Settembre 2008 21:49 |

Il piano Paulson è come una
rete da pesca, con cui si cerca di fermare una palla di cannone. La paralisi
del credito che dura nonostante «iniezioni» e «piani» è un segno dei più
infausti. La scarsità improvvisa di credito produrrà la bancarotta di General
Motors e Ford e quindi i primi effetti sull’economia reale. I licenziamenti in
massa creeranno la nota spirale che si auto-alimenta. Anche le banche sane, che
hanno acceso mutui a solvibili, andranno verso l’insolvenza. A catena l'Europa
è altrettanto sull'orlo del baratro senza neanche un sistema capace di
elaborare una strategia. Sono al Nord le situazioni peggiori: Danimarca e
Svezia. Inghilterra legata a doppio filo con gli USA e Spagna devastata da
una bolla immobiliare peggiore di quella americana. Insomma, tutto ciò si
chiama Depressione Globale, ed è già tra noi.
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E cosa fanno gli eurocrati per la crisi? |
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Mercoledì 01 Ottobre 2008 21:22 |
L’Irlanda ha infranto un dogma
del liberismo annunciando che garantirà
interamente i depositi e i prestiti delle sue sei maggiori banche. Ma
impiegare denaro pubblico per garantire i depositi dei piccoli risparmiatori,
non va bene. Segue inchiesta e punizione sovrannazionale. Sappiamo benissimo
che gli eurocrati non hanno strumenti per salvataggi europei. Ci hanno inflitto
la moneta comune. Ci hanno dato la Banca centrale europea. Ma non ci hanno dato
un sistema di gestione della finanza, come occorre in situazioni di crisi e di
emergenza. La vera urgenza, è punire l’Irlanda.
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Moneta di Stato, e subito |
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Martedì 07 Ottobre 2008 20:58 |
Come nel '29 le banche tendono
a creare «troppa» moneta nei periodi di fiducia e boom, e a crearne poca o
niente nei periodi di sfiducia, panico e recessione, aggravando la recessione
in depressione, fino alla crisi sistemica. Il liberismo ideologico terminale ha
così sviluppato una «dottrina» tutta nuova: la sostenibilità senza fine
dell’accrescimento infinito del debito. Il processo di sgonfiamento del debito
impagabile USA infatti sta avvenendo, ma non nel modo lento e quasi inavvertito
che tutti Pechino ad esempio sperava, bensì in modo rapidissimo ed esplosivo.
L'unica soluzione è nazionalizzare le Banche centrali, farne emettitrici di
moneta di Stato, capaci di vietare alle banche la creazione di pseudo-capitale.
E subito. Ma sarà già troppo tardi.
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Ecco l’Europa. Poveri noi. |
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Martedì 07 Ottobre 2008 09:37 |
«Chi ha fatto il danno,
paghi». QUeste le parole della ex-stasi Merkel, poco dopo avevr
rimproveratol’Irlanda, colpevole di aver garantito i depositi dei risparmiatori
nelle sue banche. Basterebbe notare come 400 miliardi di euro sono i 700
miliardi di dollari del piano Paulson, pensato per l’intero sistema americano e
bastano appena per una singola banca europea; nessun paese da solo può salvare
le sue proprie banche, che si sono indebitate per più volte il prodotto
nazionale. Questi non hanno la minima idea di cosa fare, e forse nemmeno delle
dimensioni del buco nero. Solo una cosa è chiara: che il trattato di Maastricht
è diventato, alla prima vera crisi, carta straccia.
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Qualcosa di ottimista, finalmente |
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Venerdì 10 Ottobre 2008 17:21 |

L'opportunità e la speranza
nelle crisi gravi è che possa emergere chi ha carattere, chi merita di
comandare votato al bene altrui. Un ritorno alla vecchia «dottrina
dello Stato»: chi è al governo deve essere responsabile della comunità, pronto
a pagare. Quanti miliardi negati ai poveri, quanti alla costruzione di
infrastrutture moderne, quanti ai salari dei veri lavoratori. Come nel ’29 fu
il fallimento di una banchetta austriaca a innescare la Grande Crisi, oggi è un
paesetto: l’Islanda. In questa situazione, senza un progetto comune, qualunque
sacrificio personale sembra troppo; senza un progetto meglio starsene a casa.
Ed è l'invito che facciamo a tutti gli altri soggetti della politica come
spettacolo, come ornamento superfluo della vita, come clientelismo
irresponsabile. Toglietevi di mezzo. Nella tempesta, gli incompetenti e i
fancazzisti abbondonano la barca fregando le scialuppe a donne e bambini con
qualche mancia. Questa nuova realtà non fa per voi servi del sistema; tornate
dalle vostre mignotte da avanspettacolo. Il guadagno di questa crisi tremenda
speriamo possa essere una nuova serietà.
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