Biden profetizza: Obama come Kennedy |
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Mercoledì 22 Ottobre 2008 14:07 |

Le profezie del
vice-presidente in corsa Biden e le dichiarazioni di Colin Powell, fanno
sinceramente preoccupare. Si parla di crisi generata, senza specificare che
tipo di crisi possa essere, da parte del democratico che non è estraneo a
frequentazioni «particolari» e addiruttura abbiamo una data di questa crisi da
parte di Powell. Tutto avvenuto di fronte ai media. Inspiegabile. C'e un comun
denominatore in questo futuro tanto vicino quando inquietante: Barack Obama,
africano di prima generazione e dato come sicuro prossimo presidente americano.
Cosa gli accadrà è difficile ipotizzarlo. Ma i due anni che seguiranno, secondo
lo stesso Biden, saranno costellate da
«decisioni dure».
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USA: bancarotta nell’estate 2009 |
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Giovedì 23 Ottobre 2008 09:07 |

«Si agisce meglio in via
preventiva che in stato d’emergenza»: questa frase potrebbe essere il possibile
prossimo scenario a cui andremo incontro, tutti. La cessazione dei pagamenti da
parte del governo americano è inevitabile, la situazione incontrollabile sembra
non poter dare altre alternative, da qui a poco. Il potere americano ha
interesse ad anticipare i suoi creditori: l’ultima «guerra preventiva» USA può
essere appunto la dichiarazione d’insolvenza per combattere il «terrore
finanziario». Forse è proprio questa la crisi e la prova di cui parlano oramai
apertamente, con cui verrà forgiato il prossimo presidente?
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Bush apre all’Iran!? |
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Domenica 26 Ottobre 2008 10:28 |

La rovina degli Stati Uniti è
imminente, inevitabile. Ma da questa certezza si passa a non sapere ancora quali mosse si stanno preparando per uscire o
trascinare tutti nel buco nero che li aspetta. I piani sull'Iran ad esempio
sono solo dormienti; diversi indizi segnalano movimenti sospetti da parte
dell'attuale amministrazione. E debka li collega direttamente alle profetiche
parole di Biden. Ormai apertamente anche la Cina invita agli scambi
internazionali con una valuta diversa dal dollaro, accusato di essere stato
mezzo di saccheggio della ricchezza del mondo intero. Il debitore sa che non
puo' pagare; il creditore è pronto a lasciarlo andare con grande indignazione.
E' veramente urgente «generare» una «crisi internazionale».
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Cosa facevano i generali nel laboratorio delle pandemie? |
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Giovedì 23 Ottobre 2008 20:13 |

Riunione segreta tra «i più
alti membri degli Stati Maggiori riuniti USA e i loro pari grado europei» sul
lago Saranak, Stato di New York City. Nella zona c’è un solo luogo di alto
interesse militare: il Trudeau Institute, un laboratorio bio-chimico molto riservato,
dove si lavora ad un vaccino contro le specie più letali d'influenza che agisce
finanziato direttamente dal governo amerciano. Diverse coincidenze a scansione
temporale ci dicono che in certi ambienti ben informati o di settore si attende
una crisi pandemica di portata devastante, forse direttamente collegabile a
scenari prossimi legati alla crisi economica che sta diventando sempre più
sistemica e sociale. Difatti è stata appena attiva da Bush la 1st Brigade
Combat Team, per azioni di contenimento di disordini nazionali. Non si sa
ancora quale dovrà essere la causa di questi disordini. Inutile dire che ci
attendono dei mesi inquietnati, forse terminali.
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Elogio di Moby Dick |
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Domenica 26 Ottobre 2008 19:17 |

La leggendaria opera di
Melville è il romanzo di fondazione degli Stati Uniti. La ricerca di libertà,
coraggiosa e orgogliosa, di un orgoglio vitale, di energica curiosità. Achab è
chiaramente l’incarnazione di una folle virtù americana, ben nota a noi sudditi
dell'(ex)impero di Washington. Il loro veicolo è ancora un veliero, ma i loro
cuori sono già portaerei e Boeing, rimpiccioliscono il pianeta, rendono laghi
domestici i mari lontani. La chiave, il destino quasi già scritto, è una
democrazia «grande», biblica e metafisica: che non si contenta di godere se
stessa, ma sfida, a torto o a ragione, le forze titaniche del mondo. Achab è
folle ma la sua è la follia di una virtù americana, protestante: nel
mondo c’è il Male, e qualcuno deve pur combatterlo. Moby Dick rappresenta
l'estetica americana, che è stata una volontà di grandezza.
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