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Ankara: un altro schiaffo agli USA. Strategico |
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Lunedì 04 Aprile 2011 14:39 |
L’opposizione della Turchia – da sempre colonna NATO e terzo esercito dell’alleanza atlantica – alla patologia politica israeliana ed americanista-occidentalista diventa «da congiunturale, strutturale» come dimostra la rinuncia all’acquisto di cento F-35. Non si tratta per Washington di un intoppo tecnico, ma strategico. Ankara ha capito qual’è il gioco in atto in Libia e si prepara, anche militarmente.
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Al Qaeda in Gaza? Ma certo... |
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Sabato 16 Aprile 2011 10:17 |
Ad un solo mese dalla partenza di una nuova flottiglia, viene ammazzato Arrigoni: il che sembra un ottimo modo per convincere altri attivisti a non tornare. E in vista forse di un nuovo attacco a Gaza con massacro annesso, l’eliminazione di un testimone oculare è preliminare al progetto. Ma da queste idee ci dissociamo con forza e con sdegno. E’ impensabile che Israele sia in grado di organizzare attentati false flag. Non l’ha mai fatto, non lo sa fare. Non ne ha i mezzi nè la volontà, come ci insegnano Battista, Ferrara e la Nirenstein. E’ stata sicuramente Al Qaeda in Gaza.
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Omaggio agli eroi libici. Da un italiano disonorato |
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Martedì 19 Luglio 2011 09:30 |
La truppa libica, lungi dallo sgretolarsi, resiste e contrattacca, in condizioni di assoluta inferiorità sotto un’aggressione che dura da troppo e uccide troppi civili. Una chiarezza strategica degna degli allievi di Clausewitz che contrasta con l’azione della NATO, senza capo nè coda. In un mondo dove é sparito il diritto, una nazione non ha che da usare la forza, disperatamente inferiore, per difendere il proprio onore.
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Non siamo più capaci di fare la guerra. Allora evitiamo |
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Giovedì 21 Aprile 2011 15:00 |
Mai, almeno mai in Europa a lungo insanguinata da secoli bellici, un’operazione è stata pianificata con tale e superficialità. Ci mancano la volontà di andare fino in fondo e la cultura militare: non riusciamo più a bombardare senza uno scopo umanitario. Allora meglio lasciar perdere. Onde evitare uno scenario americanista di conflitti limitati che finiscono in escalation caotiche e senza controllo.
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Dopo Libia, tocca a Siria, Russia, Iran... |
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Martedì 30 Agosto 2011 11:31 |
Le dichiarazioni di McCain gettano un dubbio sulla spontaneità delle primavere arabe in corso. Dopo il crollo del regime libico, il movimento di liberazione «rinnoverà il suo impulso; la lotta in Siria, che si intensifica lentamente, verrà sempre più alla ribalta». Il progetto di sovversione del Medio Oriente continua anche dietro le spalle di Obama e persino a Tel Aviv non sembrano che riluttanti pedine.
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