La strage dei cammelli che nessuno vuole
Corriere.it
03 Novembre 2009
Trasportano merci di contrabbando attraverso i deserti africani. Alle porte di Israele vengono legati e massacrati
GERUSALEMME – Le navi del deserto sono vascelli fantasma. Centinaia
di cammelli. Abbandonati. Arrivano dall’Africa carichi d’armi, di
droga, di sigarette, guidati dagli spalloni. Servono a contrabbandare
lungo le carovaniere che risalgono dal Sudan, dal Sinai. Portano merci
proibite nelle oasi beduine, o all’ingresso dei tunnel per Gaza.
Scaricano i loro tesori. E poi vengono lasciati al loro destino. A
cercare acqua e cibo. A vagare per le spianate del Negev, le sabbie
desertiche di Paran, le dune rocciose di Agur. A vagabondare lungo il
confine tra l’Egitto e Israele, 266 chilometri. Camminando senza meta.
Ruminando sperduti. Resistendo allo stato brado per settimane, mesi.
Finché non s’imbattono in qualche guardia di frontiera. …(L’articolo è disponibile previo sostegno)