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Contrada libero! (e dentro Bassolino)
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Onore e Bruno Contrada.

Dio sa quanto gli sarà costato firmare per lasciare l’ospedale esprimendo la volontà di tornare in carcere.

Ma era un atto che un uomo come lui doveva fare: per smascherare l’ipocrisia del potere.

Quel potere è pronto a dargli la grazia, basta che lui la chieda in ginocchio.

Ma lui non la chiede.

Chiede giustizia, perché si sa innocente iniquamente condannato da un gruppo del potere.

Allora, si trova l’inghippo italiota: ti ricoveriamo, «ragioni di salute», poi ti lasciamo uscire quando sarai dichiarato morente, potrai morire a casa…

Tutto alla chetichella.

Ci sono tante vie d’uscita, porticine nascoste nel sistema legale, ce n’è una anche per te.

«E stacce!», come dicono a Roma.
Lui non c’è stato.

Vuole essere riabilitato.

Alla luce del sole, vuole che dicano che lui è stato un servitore dello Stato, e che a tradire sono stati gli altri, quelli che l’hanno fatto condannare (1).


Se ci si pensa, è lo stesso inghippo usato per il generale Speciale.

Aveva disobbedito a Visco, il quale voleva trasferisse i finanzieri che indagavano su UNIPOL -BNL, insomma il potere bancario diessino.

Poichè Speciale resisteva, il potere, per bocca di Padoa Schioppa, gli ha rivolto accuse gravissime: «Gestione personalistica e anomala», ha fatto della GdF «un corpo separato».

Accuse di «reticenza e non-operatività», di «grave inadeguatezza» nella scelta dei collaboratori, uno dei quali «proposto per il rinvio a giudizio per reati gravissimi», tipo «peculato, falso ideologico, soppressione di atti».

Accuse per le quali Padoa Schioppa, per coerenza, avrebbe dovuto degradare il generale e consegnarlo ai giudici, in attesa di condanna e carcerazione.

Invece che fa il Padoa?

Propone di spostare Speciale alla Corte dei Conti.

«E stacce!», come dicono a Roma: anche lì si prendono degli enormi stipendioni,  mica ci perdi niente.


Il caso di Speciale è meno tragico
, e anche meno limpido, di quello Contrada.

Ma entrambi indicano il livello a cui è scesa la «legalità» in mano alla Casta.

E’ la legalità che fa l’occhiolino: non ostacolarci altrimenti ti annichiliamo «legalmente»; lasciati disonorare e insultare, chè poi noi in un modo o nell’altro ti salviamo.

Siamo così umani.

Abbiamo imposto all’ONU la moratoria sulla pena di morte.

Agli assassini diamo ergastoli che durano 3 anni.

Ma con i nemici nostri, sappiamo essere spietati.

Ti conviene starci.

Ed è tutto vero, purtroppo.


Guardate Bassolino: amico loro, carne della loro carne, è non solo a piede libero, ma continua ad essere governatore della Regione che ha devastato e riempito di rifiuti.

Contrada ha avuto dieci anni di galera per «concorso esterno» con la mafia.

Ma per Bassolino è difficile parlare di «concorso esterno» con la camorra.

E’ la parola «esterno» ad essere di troppo.

Giorni fa sul Corriere Sergio Rizzo (il coatutore di «La Casta» con Gian Antonio Stella) ha raccontato di una grossa azienda tedesca, la Remondis, che s’è offerta di ricevere e smaltire tutti i rifiuti della Campania in un inceneritore da realizzare in Renania, ai confini col Lussemburgo (2). Stranamente, né i renani né i lussemburghesi sono insorti, come fanno i «cittadini napoletani» (con le facce di pregiudicati) che si mobilitano per pestare i poliziotti quando si tenta di aprire una discarica.

Anzi, là la spazzatura è considerata una risorsa: l’inceneritore la trasformerebbe in elettricità.

La Remondis chiede solo che il contratto con Napoli duri 15 anni, perché deve fare un grosso investimento.

Da Rizzo, abbiamo appreso che la ditta tedesca già accoglie e brucia ogni giorno mille tonnellate di monnezza napoletana (sulle 7.500 prodotte).

Ogni giorno, treni carichi di luridume passano il Brennero dove la Germania lo accoglie e lo brucia efficientemente.

Con gran guadagno: non solo produce energia elettrica, ma riceve dall’Italia 215 euro a tonnellata per i rifiuti domestici, di più per quelli speciali.

Apprendiamo che questo export napoletano, forse l’unica voce di esportazione campana, anziché rendere, costa: 400 mila euro al giorno.

In lire, sono 800 milioni al giorno presi ai contribuenti, e sottratti a pensionati e poveri.

E questo dura da 14 anni, da quanto dura limpero di Bassolino sulla Regione.


Apprendiamo altre cose curiose.

Che spedire i rifiuti in Germania a 215 euro a tonnellata costa comunque meno che smaltirli in zona.

Qui, il commissario all’emergenza rifiuti spende da un minimo di 290 euro a oltre mille a tonnellata.

I conti li fa Rizzo.

Sono 120 euro a tonnellata per fare le famose «ecoballe», ossia per confezionare la rumenta nei fogli di plastica: solo da noi si confeziona il marciume come fosse un dolciume.

Altri 20 a tonnellata lo vogliono i camion per portare le «ecoballe» sui terreni di discarica.

Altri 150 costa lo stoccaggio, naturalmente «provvisorio», in attesa degli inceneritori che «la società civile» (con facce da pregiudicato) non vuole si facciano.

In attesa, le «ecoballe» «stazionano per anni in terreni acquistati o presi in affitto a caro prezzo».

Ben 250 ettari di terreno della Campania felix, sottratti all’agricoltura e al turismo, sono occupati stabilmente, da un quindicennio, dal marciume.

«Più stanno, più il costo sale», dice Rizzo: «e dato che leecoballesono lì dal 2001,  fate voi i conti».

Ora, non ci vuole Sherlock Holmes per capire che tutti questi soldi pubblici vanno alla camorra. Che è la camorra a confezionare le «ecoballe» per 120 euro a tonnellata, a fornire i camion a 20 euro, a garantire lo stoccaggio a 150, a vendere o affittare a caro prezzo quei terreni.

E che naturalmente, la camorra vuole fortemente che i terreni restino occupati dalla monnezza, perché più stanno e più la delinquenza ci guadagna.

Né occorre un procuratore geniale per capire che tutto questo è colpa di Bassolino e della sua complice, la stridula Jervolino.
Anche a volere sorvolare sulle responsabilità penali, ci sono quelle amministrative che parlano, perlomeno di incompetenza.
E arroganza: la tassa sui rifiuti costa ai napoletani il 140% in più che ai milanesi.Una tassa in corrispettivo di un servizio che non viene reso.Recentemente la tassa è stata aumentata del 100%. Ce ne sarebbe abbastanza per sparare su Bassolino-Jervolino tutte le accuse rivolte da Padoa Schioppa a Speciale: «Gestione personalistica e anomala», «reticenza e non operatività», «grave inadeguatezza».Né scarseggiano i «collaboratori» indiziati per «gravissimi reati».La ASL di Napoli 4 rischia lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche: il suo bilancio è di 500 milioni l’anno (mille miliardi in vecchie lire), si capisce che interessi alla camorra.Il direttore della ASL Napoli 2, Pierluigi Cerato, ha ricevuto «forti pressioni» per nominare un direttore sanitario - quello e non un altro - da Peppino Petrella, assessore alla Sanità della regione:e le «pressioni» (possiamo chiamarle minacce, intimidazioni) sono state intercettate, dunque sono agli atti.Petrella, «oPeppino», è medico: più precisamente, è il medico personale di Bassolino (3).La Regione Campania ha acquistato prodotti derivati dalla UBS: cattivo affare, che costerà alla regione 28 milioni di euro di costi impliciti, che dovranno pagare le amministrazioni future (e noi contribuenti).Hanno sbagliato anche altre Regioni e Comuni, sono tante ad essersi fatte fregare dalle banche con gli strumenti finanziari più truffaldini.Già: ma alla UBS che ha inguaiato la Campania lavora Gaetano Bassolino, figlio del governatore.E - guarda caso - proprio nell’ufficio che si occupa di «investimenti delle pubbliche amministrazioni».Il concetto di «conflitto dinteressi», tanto spesso elevato contro Berlusconi, non si applicherà per caso anche qui?

Ma no: i figli «sopezzi ecore».La nostra giustizia è umana.Mica come quella cinese.Eppure gli atti, da utilizzare in tribunale, non mancano.«La relazione della Commissione daccesso composta da specialisti di polizia, carabinieri, guardia di finanza, della Dda, la Direzione distrettuale antimafia, e inviata dalla Prefettura di Napoli è raggelante. La Commissione avrebbe riscontrato la presenza di concordanti elementi di condizionamento camorristico ».C’è anche un lato comico, come non può mancare nella città di Pulcinella.Fra il 2000 e il 2004, Bassolino - proprio lui, vista la sua competenza - è stato «commissario speciale allemergenza rifiuti».Dopo di che, è stato rinviato a giudizio, insieme ad altri 29 (con facce da pregiudicati) per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture.I camorristi sanno però come cavarsela, conoscono meglio di noi onesti sprovveduti  la «legalità» e le sue porticine di sicurezza nascoste, hanno buoni avvocati.

Bassolino, per labuso d’ufficio, ha dichiarato di aver firmato delle carte senza leggerle: così viene meno il «dolo» e resta, al massimo, la negligenza.Frattanto il GUP Alberto Vecchione, che aveva avviato l’indagine, è stato trasferito (senza che fosse indicato il sostituto); gli avvocati hanno contestato un centinaio di difetti di notifica; l’udienza preliminare slitta da un mese all’altro, è già slittata tre volte.Si arriverà sicuramente alla prescrizione.
A suo tempo il procuratore capo Agostino Cordova (in quota PCI) tentò un paio d’inchieste sull’amministrazione di Bassolino.
Segnalò come strano che i suoi sostituti procuratori, benchè avessero decine di procedimenti pendenti contro sicari della camorra, preferissero occupare il tempo ad indagare sui poliziotti che pestarono i no globale nel G-8… a Genova.Ben 60 magistrati presentarono esposto contro Cordova.Il quale fu trasferito «per incompatibilità ambientale e funzionale»: finalmente una verità, in fondo.Noialtri ingenui tendiamo a pensare che Bassolino, in questi giorni di monnezza e di debito regionale mostruoso, si nasconda.Non si faccia vedere in giro.Che strisci lungo i muri e sia tanto prudente da non compiere atti discutibili.Invece no.

Ecco l’ultima: Bassolino, con la sua giunta, ha indetto un appalto per l’acquisto di 700 telefonini cellulari.Dicesi settecento, da distribuire ad assessori, dirigenti e «personale con esigenze di reperibilità». D’accordo, le esigenze di servizio.Ma allora a che scopo alcuni dei cellulari sono «modello top con lettore mp3»?I reperibili devono ascoltare musica pop per ragioni di servizio?E una sessantina di telefonini sono Blackberry con navigatore GPS: forse perché i dirigenti e assessori in emergenza rischiano di smarrirsi tra le montagne di monnezza di cui hanno coperto la città?Forse il motivo è un altro.E’ che Bassolino e la sua banda sono immuni dalla «legalità» italiota, e possono fare quel che vogliono.

Il perché lo ha detto lo stesso governatore: «Siamo lunica regione in cui il centrosinistra dal 93 in poi ha sempre vinto. E io sono lunico politico ad aver aumentato i voti ogni volta che si è presentato, al Comune o alla Regione».

 

Sotto Bassolino, i turisti in Campania sono diminuiti del 20%, ma i voti alla sinistra sono aumentati.

La Camorra sa come farli aumentare.

E poi parliamo di «concorso esterno» per Contrada.

E Bassolino?

Maurizio Blondet


Note

1) Sulla vicenda, si veda il sito www.brunocontrada.info. «Non giudicate per sentito dire», come dice Contrada.

2) Sergio Rizzo, «Un inceneritore in Germania per bruciare i rifiuti di Napoli», Corriere della Sera, 28 dicembre 2007.

3) Tutte le informazioni che seguono sono tratte da  «Il re della mondezza», antibassolino.blogspot.com


 
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