Una marea di lettori mi hanno scritto: «Su RAINEWS24 c’è l’intervista alla Nirenstein in cui si etichetta EFFEDIEFFE come sito antisemita».
L’accenno è al minuto 09.30 in questo video:
E' lecito tutto ciò?, mi chiede un lettore. Naturalmente tutto è lecito a lorsignori. Dovrei querelare, ma ho già abbastanza esperienza della giustizia italiota per sapere che si finisce solo a spendere soldi, per anni, e per nulla: la libertà d’espressione non è in cima ai pensieri della magistatura.
Da mesi la Nirenstein s’è messa alla testa di una vasta operazione israeliana per ridurre al silenzio i siti internet sgraditi. Invita deputati italoidi a pranzo (paga il Mossad?) per sensibilizzarli sul problema «dell’antisemitismo sul web». Convoca riunioni di tutte le commissioni parlamentari possibili (Affari Costituzionali, Interni, Affari Esteri) per arrivare ad una legge – che sarà sicuramente bipartisan – che obblighi la Polizia Postale ad accecare i siti che sono indicati come «antisemiti» dall’Osservatorio sul pregiudizio anti-ebraico, che è un ufficio del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC), ossia un ingranaggio nella gran macchina della nota lobby: basta una scorsa al sito.
Ovviamente sono ben armati e ammanicati, oltrechè istruiti dall’estero: Alessandro Ruben, il «consigliere di camera» di kippà Fini, è dirigente dell’ADL, insomma garantisce il raccordo tra i centri della propaganda ebraica e il servo italiota. Ma servi sono tutti; recentemente hanno stanziato un finanziamento di 350 mila euro per una di queste centrali ebraiche, non importa quale, sono tutte collegate. La campagna è ovviamente appoggiata da Radio Radicale, sempre all’avanguardia nel sostegno del razzismo ebraico, e che non si vergogna di ospitare i deliri d’estrema destra likudnik di madame Mossad. (Sfide del XXI secolo: l'antisemitismo online)
(si noti la presenza della spia Betulla, modello di etica del giornalismo. Quanto ad Andre Oboler, è l’agente internazionale israeliano incaricato della repressione del web a livello mondiale).
L’attacco contro la libertà di contro-informazione (1) è potente, determinato, avviene dietro le quinte, ed è insidioso: la Nirenstein punta ad una chiusura dei siti «per via amministrativa», con operazione di Polizia, extragiudiziale, su semplice delazione degli ebrei likudnik (altri ebrei, come Rete Eco – Ebrei contro l’Occupazione, non hanno voce in capitolo). Ciò consente a lorsignori di evitare di definire, in sede giudiziaria, che cosa sia «antisemitismo» (2).
• E’ «antisemita», dice per esempio lo Stefano Gatti che ha parlato alla Commissione Affari costituzionali, sostenere che la maggior parte degli ebrei non sono veri semiti, ma discendono dai khazari.
Arthur Koestler
Ignorante volontario: ai khazari come futuri askenazi ha dedicato un saggio famoso Arthur Koestler, il celebre ebreo sionista, saggista e filosofo di nascita ungherese: il libro, «La tredicesima tribù», è pubblicato da UTET.
•La Nirenstein vuol censurare come «idee di cospirazione giudaico-americana» le (parole sue) «orride balle come quella che accusa gli americani di essersi autodistrutte le Twin Towers con l’aiuto del Mossad». Ebbene:
Alan Sabrosky, veterano del corpo dei marines ed ex direttore degli studi presso l’US Army War College, dichiara che «l’11 settembre è stata al 100%, un’operazione del Mossad israeliano». E Sabrosky è ebreo
•E’ antisemita sostenere che Israele commette crimini contro l’umanità?
Ma è l’accusa sostenuta e documentata dal giudice ebreo Richard Goldstone, che gode di stima mondiale.
•E’ antisemita denunciare che Israele compie pulizia etnica?
Ecco qui il saggio «La pulizia etnica della Palestina», a firma dello storico israeliano Ilan Pappe, Fazi Editore.
Norman Finkelstein
•E’ antisemita, dicono, svalutare la Shoa.
Ma ecco il saggio «L’industria dell’olocausto, lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei», pubblicato da Rizzoli e scritto dal docente ebreo Norman Finkelstein, che per questo ha perso la cattedra dell’università (cattolica...) per cui lavorava.
•E’ antisemita evocare il delitto del sangue?
Lo conferma Ariel Toaff.
•E’ antisemita sostenere che Israele è il Quarto Reich aggressivo, super-armato, razzista e fanatico?
Si può esibire un qualunque articolo di Gilad Atzmon. E così via.
E’ facile, di fronte a qualunque accusa di «antisemitismo», esibire – in giudizio – decine di autori ebrei e israeliani che confermano, documentano, rincarano le atrocità e la deriva patologica e malvagia dello Stato razziale ebraico (3).
•E infine: è antisemita denunciare la Nirenstein come agente israeliano infiltrata nelle istituzioni nazionali?
Ma lo dice lei stessa nel suo sito: il 14 dicembre è stata premiata dalla Knesset per «il costante impegno da parte dell’onorevole Nirenstein anche all’interno delle istituzioni italiane, impegno che in questi giorni ha portato alla realizzazione di due importanti risultati alla Camera dei Deputati: è stata varata un’indagine conoscitiva sull’antisemitismo che verrà condotta congiuntamente dalle Commissioni Affari Esteri e Affari Costituzionali, a partire da gennaio; si è poi tenuta la prima riunione del Gruppo di Collaborazione tra la Camera dei Deputati e la Knesset israeliana, stabilito dal Protocollo di Collaborazione tra le due assemblee legislative, firmato a Roma dai Presidenti Fini e Rivlin il 6 ottobre scorso (...). Queste iniziative rappresentano il culmine istituzionale di tante altre iniziative di un Parlamento che nel corso di questa legislatura non ha mai fatto mancare a Israele la propria solidarietà: il Parlamento italiano è stato il primo a votare una mozione che impegnava il governo al ritiro dalla conferenza di Durban 2; ha svolto una manifestazione in piazza Montecitorio, cui è intervenuto anche il presidente Fini, in solidarietà a Israele nella guerra contro Hamas; ha fondato la sezione italiana della Coalizione Interparlamentare contro l’Antisemitismo (ICCA). Sono anche degne di nota la quantità e la qualità delle iniziative promosse dall’Associazione parlamentare di amicizia Italia Israele, che riunisce oltre 200 tra deputati e senatori (...). L’Associazione organizza per il secondo anno consecutivo il viaggio in Israele per i parlamentari». (Antisemitismo, Nirenstein premiata alla Knesset per suo impegno)
Per questo la Nirenstein non vuole giustizia, vuole un atto di Polizia. E a questo convince i deputati e i senatori servili, cioè tutti: vuole convincere a lasciare nelle mani del suo gruppo ebraico delle vere «lettres de cachet», mandati di cattura in bianco, il diritto insindacabile di perseguitare e censurare chi vogliono loro, caso per caso. E’ «diritto» talmudico della più bell’acqua, quello quotidianamente già applicato a Gaza e in Cisgiordania.
Che fare?
Cercheremo di situare il nostro server all’estero (probabilmente nel più libero Iran). Molti amici, gestori di siti minacciati, si sono coalizzati e stanno preparando un memoriale da inviare ai deputati, per renderli edotti della gravissima lesione del diritto e della libertà di cui stanno per rendersi complici. Appoggiamo il loro sforzo e ci uniamo ad esso.
Ma, a quelli dei miei lettori che vorranno, domando di fare qualcosa in più, oltre a protestare coi loro deputati. Di usare l’arma assoluta: ossia partecipare ad un ciclo di preghiere perchè Dio converta Fiamma Nirenstein, e le doni la fede cattolica nel Messia Gesù.
Madre Teresa
Preghiamo Gesù che la salvi per l’eternità. Ce l’ha ordinato lui: «Amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi perseguitano». Sappiamo che questo genere di miracoli avvengono, se si prega davvero per il bene del nemico ebreo. La Nirenstein non è Saul di Tarso, ma – davvero incomprensibile, la volontà divina – anch’essa è importante per Dio, e la vuole salva. Il nostro aiuto le è necessario: domandiamo per questa grazia, diciamo il Rosario; oppure la novena del «Memorare» (4) per nove giorni consecutivi (Madre Teresa la recitava tutta insieme quando aveva bisogno di grazie rapide, aggiungendo un «Memorare» come ringraziamento); è questa novena, recitata da amici, che convertì a sua insaputa l’ebreo Ratisbonne a Roma nel 1842.
Ciascuno di noi, vi prego, offra in questi giorni per la conversione della Nirenstein una piccola rinuncia, un sacrificio, il proprio mal di testa o un altro dolore fisico o interiore. Chi coltiva lo spirito del guerriero, può fare di più: offrire la sua vita per la salvezza eterna della Nirenstein. Non è da tutti. Ma magari qualche anziano, senza responsablità familiari, che abbia molto tradito e poco fatto di bello per Dio, e sa che quanto sia magro il suo bilancio di carità con cui si presenterà al Giudice, può voler cogliere quest’occasione: perchè non si verrà giudicati nè per la fede nè per la speranza, ma solo per la carità («avevo fame e mi avete dato da mangiare»).
La fede accetta guerrieri di ogni età, ed anche malati; nessuno è invalido per l’azione dell’amore supremo. E’ questo lo spirito della devotio romana – quando il console, bendato come un animale da sacrificio, cercava la morte nella battaglia per ottenere infallibilmente la vittoria a Roma – portato nella fede cristiana: «Il regno dei cieli patisce violenza, e i violenti se ne impadroniscono».
Ci fu un conte, De Lafferronnays, uno di quelli che recitarono la novena per Ratisbonne, che offrì la sua vita; e il convertito attribuì sempre la sua conversione al fatto che il conte era morto d’improvviso pochi giorni prima.
Anche la nostra fede ha i suoi kamikaze, che solo Dio conosce, e che splenderanno armati di gloria nella vera Gerusalemme. Non si perde nulla, e si guadagna tutto in atto di sprezzo davanti alla morte, confidando in Gesù. Perchè «non c’è amore più grande che dare la propria vita per gli amici».
Ma anche senza arrivare a tanto, lettori, proviamo: chiediamo la grazia per la Nirenstein (5). So che è difficile, ma dice Madre Teresa, «amate fino a farvi male. Se non fa male, che amore è?».
Qualunque sarà la volontà di Dio per lei che ci odia, avremo almeno «accumulato carboni ardenti sulla sua testa» (fuochi della carità e dell’amore, commenta Cornelio a Lapide). E in ogni caso, nutrire pensieri di bene per il nemico, inviargli benedizioni, chiedere grazia per lui, rasserenerà la nostra mente nella battaglia, come dice il Bhagavad Gita.
1) L’interesse pubblico alla contro-informazione è essenziale nel presente momento storico, dove i grandi media sono asserviti ai poteri forti. Censurare l’informazione sul web non significa solo sopprimere le notizie sgradite ad Israele. Senza il web, non avremmo saputo che l’influenza suina, dichiarata «pandemia» dall’ufficialissimo e autorevolissimo OMS, era una immane truffa concertata dalle multinazionali farmaceutiche allo scopo di vendere agli Stati vaccini inutili per centinaia di milioni. Senza il web, non avremmo mai saputo che gli «scienziati» aderenti alla tesi del riscaldamento globale per opera dell’uomo falsificavano i dati delle temperature. Senza il web, non sapremmo nulla degli effetti dannosi degli OGM. Sono solo alcuni esempi. Senza l’informazione alternativa in rete, il dominio del pensiero unico sarebbe totale e incontrastato. 2) Come scrive il filosofo del diritto Antonio Caracciolo, «È impresa vana ricavare da(lle dichiarazioni della Nirenstein a Rai24) una nozione di antisemitismo che sia «oggettiva». In sostanza, antisemitismo è soltanto ciò che Nirenstein dice essere tale e attribuisce gratuitamente ai suoi avversari politici. Le fa da sostegno Gatti, ma anche lui non dà nessuna definizione OGGETTIVA. Naturalmente, parliamo di antisemitismo «odierno». Non quello di cui parlano Lazare, Poliakov, Sartre, ecc. Infatti, oggi NON esiste propriamente nessun antisemitismo, ma solo l’uso strumentale che di esso si vuol fare, come nel caso di specie». E Norman Finkelstein: «Ogni volta che Israele si trova a fronteggiare una debacle nelle pubbliche relazioni, i suoi apologeti iniziano a lanciare l’allarme che ‘un nuovo antisemitismo sta per abbattersi su di noi’ ». 3) Persino Gad Lerner ha firmato, con centinaia di intellettuali ebrei, un «Appello alla ragione degli ebrei d’Europa» allo Stato ebraico, in cui si legge: «Ancora una volta l’esistenza di Israele è in pericolo (sic). Il pericolo non proviene soltanto dalla minaccia di nemici esterni, ma dall’occupazione e dalla continua espansione delle colonie in Cisgiordania e nei quartieri arabi di Gerusalemme Est, un errore morale e politico che alimenta, inoltre, un processo di crescente, intollerabile delegittimazione di Israele in quanto Stato (...). Il futuro di Israele esige di giungere a un accordo di pace con il popolo palestinese sulla base del principio di «due popoli, due Stati». Lo sappiamo tutti, l’urgenza incalza. Presto Israele sarà posta di fronte ad un’alternativa disastrosa : o diventare uno Stato dove gli ebrei saranno minoritari nel loro proprio Paese o mantenere un regime che trasformerebbe Israele in uno Stato paria nella comunità internazionale e in un perenne teatro di guerra civile (...). Allinearsi in modo acritico alla politica del governo israeliano è pericoloso perchè va contro i veri interessi dello Stato d’Israele». Nonostante l’implcita undercurrent razziale sia riaffermata, queste frasi sarebbero antisemite per la cricca radunata dalla Nirenstein. O almeno, è antisemita dare la notizia. 4) Ecco la preghiera, che è di San Bernardo, in latino e in italiano: «Memorare, o piissima Virgo Maria, non esse auditum a saeculo, quemquam ad tua recurrentem praesidia, tua implorantem auxilia, tua petentem suffragia esse derelictum. Ego tali animatus confidentia ad te, Virgo virginum, Mater, curro; ad te venio; corram te gemens peccator assisto. Noli, Mater Verbi, verba mea despicere, sed audi propitia et exaudi. Amen». «Ricordati, o piissima Vergine Maria, non essersi mai udito al mondo che alcuno abbia ricorso al tuo patrocinio, implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da tale confidenza, a te ricorro, o Madre, o Vergine delle vergini, a te vengo e, peccatore contrito, innanzi a te mi prostro. Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare le mie preghiere, ma ascoltami propizia ed esaudiscimi. Amen». 5) Bisogna naturalmente sapere che anche pregare per la Nirenstein sarà considerato un atto ostile antisemita. Secondo il gruppo ebraico Gherush92, «Convertire gli ebrei è un delitto contro l’umanità». Di questo stampo è il «diritto internazionale» che puntano ad imporci.
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