Meditazione trascendentale
05 Febbraio 2008
Scriviamo oggi di una disciplina esoterica diffusa largamente in tutto l’Occidente affamato di senso e di verità, che, come bimbo capriccioso volge il suo sguardo agli antichi insegnamenti dell’estremo Oriente, dal quale pretenderebbe di ricevere lumi, ma da cui, invece, non ricava che illusioni mortali.
Non c’è dubbio che le civiltà orientali e mediorientali siano state le prime a civilizzare il mondo e la sua coscienza, ma l’apice di esse, il cristianesimo, non si vede superato né oltrepassato nella sua bellezza e ricchezza né spodestato nello splendore della sua verità.
Il Movimento di Meditazione Trascendentale (MT) fu fondato da Maharishi Mahesh Yogi.
Ma cos’è?
Si tratta di «tecnica, che rappresenta l’applicazione pratica della più antica tradizione di conoscenza, la Scienza Vedica dell’India, è anche il metodo per lo sviluppo del potenziale umano e la promozione della salute più ampiamente verificata dalla scienza. […] Oggi il movimento di Meditazione Trascendentale è presente in quasi tutte le nazioni. In Italia esso è rappresentato dalla M.E.R.U. - Università Europea di Ricerca Maharishi. Sebbene Maharishi sia ricordato soprattutto per la sua Meditazione Trascendentale, molte ed importanti sono le iniziative che ha promosso negli ultimi 40 anni. Ha scritto due libri, ‘La scienza dell’Essere e l’arte di vivere’, ed un ‘Commento alla Bhagavad Gita’. Nel 1972 ha fondato negli Stati Uniti l’Università Internazionale Maharishi, diventata oggi Maharishi University of Management - M.U.M., dove gli allievi, dalla scuola elementare fino alla laurea, integrano lo studio delle normali materie scolastiche con lo studio teorico e pratico della coscienza attraverso la Meditazione Trascendentale e il programma di MT-Sidhi. Maharishi ha fondato in Svizzera la M.E.R.U., Maharishi European Research University, che conduce la ricerca nel campo della coscienza; ha fondato anche l’Università della Legge Naturale e più di cento Università Vediche e AyurVediche nel mondo negli ultimi cinque anni. Nel 1975 ha introdotto il programma di MT-Sidhi e il Volo Yoga, tecniche complementari alla MT, derivate dagli Yoga Sutra di Patanjali, capaci di creare un altissimo livello di coordinazione tra la mente e il corpo di un individuo e una forte coerenza nella coscienza della società. Maharishi ha riorganizzato l’antica letteratura vedica, che da secoli esisteva in testi completi ma non integrati tra loro, in un insieme coerente: la Scienza e Tecnologia Vedica di Maharishi» (1).
L’adesione di celebrità come i Beatles e Mia Farrow garantirono al Maharishi un’enorme celebrità.
«Negli anni ‘70 la meditazione trascendentale diventa un fenomeno di massa: si calcola che nel decennio oltre un milione di persone nel mondo ne seguano almeno un corso. Nel 1972 Maharishi annuncia il ‘Piano Mondiale’, che consiste nello stabilire 3.600 centri nel mondo, ciascuno con mille insegnanti, in modo da avere un insegnante per ogni mille abitanti del pianeta.
Questo permetterà - annuncia il maestro - una rigenerazione totale della Terra e un miglioramento delle condizioni psicologiche, sociali e politiche, con effetti concreti in settori come il disagio giovanile e la criminalità» (2).
La pratica si diffonde, ma stiamo ancora aspettando la paludata redenzione cosmica.
Una constatazione possiamo farla: il diffondersi di questi movimenti «orientaleggianti», che promettono pace e benessere, salute e bontà, vengono tuttavia categoricamente smentiti dall’evidenza dei fatti; solo un dato resta vero: il mondo più si allontana da Cristo e più precipita in un vortice terribile di sempre maggior sofferenza e conflitti.
Le pratiche dell’Oriente sono palliativi di nessun effetto risolutivo.
La MT, nuova tipologia di meditazione, fondata su presupposti ideologici mutuati dal Vedanta indiano, parte da una prospettiva pienamente monista; questo si deduce facilmente anche dalla concezione del problema del male, il quale consisterebbe in una alterazione degli equilibri eterni di una legge naturale.
«La violazione della legge naturale è la causa di qualsiasi problema individuale e sociale. Quando, infatti, le nostre azioni interferiscono con la tendenza evolutiva della legge naturale, il progresso viene ostacolato e nascono problemi, malattie e sofferenze. Come afferma Maharishi, la soluzione a questa situazione consiste nel riportare la vita dell’individuo in sintonia con la legge naturale.
In tal modo i suoi pensieri, le scelte e le azioni saranno spontaneamente giusti e potranno soddisfare le necessità e le aspirazioni individuali, sostenendo allo stesso tempo il progresso della società. Il messaggio di Maharishi è antico quanto il genere umano. ‘La natura della vita è beatitudine e lo scopo della vita è l’espansione della felicità’. Ognuno, indipendentemente dall’età, dal tipo di cultura e di fede, può sperimentare questa beatitudine senza alcuno sforzo. Occorre solo imparare un procedimento semplice che non richiede alcuno sforzo. Non è necessario sforzarsi, soffrire o rinunciare al mondo per realizzare la crescita spirituale. L’esperienza della beatitudine è spontanea e arricchisce la vita di molti benefici pratici» (3).
Non possono sfuggire ad un semplice ragionamento le gravi implicazioni di quanto si affermi.
In primo luogo la «legge naturale», così come viene intesa, è ben lungi dall’identificarsi con il diritto naturale iscritto nelle coscienze di ogni uomo; non si tratta, quindi dell’innato e provvidenziale senso del giusto e del buono che risiede nell’animo umano, quanto piuttosto di una sorta di equilibrio cosmico divino, del quale l’uomo fa parte e rispetto al quale egli si deve conformare, annullandosi in esso.
E’ vero che l’uomo è felice nella misura in cui adempia la volontà divina su di sé, ma tale volontà - che, in Dio, si identifica con l’Essere - non è un’anonima forza, ma è perseguimento della gloria divina; in altre parole, come dice san Paolo, che «Dio sia tutto in tutti».
Dio infatti, non avendo altro fine che in se stesso, non può non agire sempre che per la sua gloria; così il creato è realizzato proprio con il fine di glorificare Dio; se non fosse così Dio non sarebbe infinitamente perfetto.
L’uomo deve vivere per la gloria di Dio; perdendo la propria vita, la ritroverà, come insegna Gesù. Questo perseguire la gloria del Padre, che fu la ragion d’essere del vivere di Cristo, coincide con la felicità massima per la creatura e con il bene maggiore che essa possa ottenere; pensare, al contrario, una armonia universale senza nome né coscienza personale, significa abbandonare l’uomo in balia ad un destino in ultima analisi cieco e spietato.
Troviamo conferma del panteismo monista in affermazioni come la seguente: «La Meditazione Trascendentale apre la consapevolezza all’infinita riserva di energia, creatività ed intelligenza che risiede profondamente in ognuno. Ravvivando questo livello che è il più fondamentale della vita,
la Meditazione Trascendentale è quella semplice procedura che può elevare la vita di ogni individuo e di ogni nazione alla sua completa dignità; una vita dove i problemi sono assenti, e una salute perfetta, felicità, e una rapida pace di progresso sono le sue caratteristiche naturali» (4).
Ma come si fa?
«La meditazione trascendentale si pratica per quindici o venti minuti al mattino e alla sera, seduti, con gli occhi chiusi, ripetendo un mantra, una parola che ciascuno riceve dopo un corso preparatorio da un insegnante in una cerimonia privata. Secondo il Maharishi, la meditazione trascendentale - che pure ci è arrivata attraverso la tradizione vedica - non è una tecnica specificamente induista, ma rappresenta un meccanismo naturale insito nel sistema nervoso di ogni persona umana. Coloro che sottolineano le radici religiose della pratica insistono sul contesto vedico della cerimonia in cui i mantra sono comunicati, e degli stessi mantra» (5).
Non soffermiamoci sui possibili risvolti speculativi legati alla diffusione della tecnica in questione e rispetto alla quale si promuovono già possibili alternative (6), ma restiamo sul piano meramente accademico e dottrinale.
Esistono infatti tutti i presupposti per negare qualsiasi valore a menzogne di tal fatta: la pretesa luciferina di poter trarre dall’intimo della propria coscienza le risorse infinite che possano guarire l’uomo, prescindendo quindi da qualsiasi intervento salvifico da parte di Cristo, si coniuga pericolosamente con l’utilizzo di mantra.
«La parola mantra deriva dalla combinazione delle due parole sanscrite manas (mente) e trayati (liberare). Il mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente dai pensieri. Sostanzialmente consiste in una formula (una o più sillabe, o lettere o frasi), generalmente in Sanscrito, che vengono ripetute per un certo numero di volte al fine di ottenere un determinato effetto, principalmente a livello mentale, ma anche, seppur in maniera ridotta, a livello fisico ed energetico. Esistono moltissimi mantra per gli scopi più diversi; la maggior parte sono in sanscrito, ma ne esistono anche in altre lingue. Il mantra più conosciuto è il mantra Om (AUM)» (7).
Esistono mantra di diverso tipo a seconda delle finalità che si vogliano perseguire (8) e questo assimila molto l’utilizzo del mantra stesso a quello di una sorta di formula magica.
Siamo in piena superstizione pagana; la pretesa di dominare ed asservire ai propri scopi forze presenti in maniera latente nella natura e nell’uomo stesso (confuso con la natura, senza stacco ontologico).
Ci fermiamo qui; accenniamo appena ai casi di possessione diabolica (casi di persone che poi sono dovute ricorrere all’ausilio di esorcisti per liberarsi (9) insorte a seguito dell’invocazione di veri e propri demoni, subdolamente richiamati a vivere dentro di sé, proprio grazie all’evocazione di questi «suoni archetipali».
Una riflessione accorre urgente alla nostra mente: l’illusione di poter dominare le forze occulte del creato non nasce forse dall’intima esigenza di sentirsi soli ed abbandonati?
Negando la verità della Persona di Dio e ricorrendo al monismo panteista, l’uomo si riscopre come Adamo ed Eva dopo il peccato, cioè «nudo», bisognoso di nascondersi e colmo di ogni paura; è la vita stessa che lo terrorizza ed il contatto con il Mistero esige da lui un nascondiglio tra gli alberi del giardino; parafrasando, appunto, nelle forze della natura.
Se si perde il contatto e la conoscenza del vero Dio, ci si deve necessariamente rifugiare nelle pratiche esoteriche, al fine di colmare sia l’ansia di felicità e di pace per cui l’uomo è creato (e che solo in Dio trova) sia per esorcizzare il terrore oscuro della morte che incombe minaccioso ed inequivocabile.
Chi crede non abbisogna di ricorrere a questi espedienti.
Perché, invece, non ricercare nell’amore del Padre la soluzione ad ogni male esistente, sorto per volontà dell’uomo e dell’angelo e di cui Dio non è affatto responsabile?
Di quel male sappiamo esiste una cura certa: Gesù.
Chiunque, invece di ricorrere al mantra mattutino e serale, impiegasse quel medesimo tempo ad invocare costantemente il nome di Gesù, ne ricaverebbe veri frutti di vita eterna.
Del resto è Lui stesso ad insegnarci: «rimanete in me d Io in voi».
Che ostacoli possono ergersi di fronte all’uomo di fede?
Si pensa forse che Gesù tratterrà la sua misericordia di fronte ad una sincera e profonda invocazione del cuore?
O forse semplicemente si dubita dell’onnipotenza divina, o, in ultima analisi della divinità di Cristo!
E’ solo una questione di fede.
Stefano Maria Chiari
Note
1) Da www.meditazione.com/
2) Da www.cesnur.org/religioni_italia/i/induismo_18.htm
3) Da www.meditazione.com/
4) Ivi
5) Da www.cesnur.org/religioni_italia/i/induismo_18.htm
«la Tecnica Naturale Anti-stress (TNAS) ha dimostrato di produrre gli stessi effetti positivi della costosa Meditazione Trascendentale o MT (1.800 Euro) pur avendo un prezzo accessibile (38 Euro)», da www.antistress.usa.gl/global/meditazione-trascendentale.htm
6) Da http://it.wikipedia.org/wiki/Mantra
7) Ivi: «Essi sono suddivisi in dieci karma (azioni).8) Śānti : (della pace profonda) libera da malattie, problemi psicologici, paura, illusione e difficoltà mondane e ambientali; recitati senza aspettative od attaccamenti.Istambhan: (che paralizza) servono per fermare, in natura, ogni tipo di essere vivente od oggetto inanimato.Mohan : (attraente) usati per affascinare uomini, donne o animali, in questa categoria rientrano mesmerismo e ipnotismo; noto anche come Sammoha.Uchchatan: (che turba) servono a turbare l’equilibrio mentale, aumentano il dubbio, l’incertezza, la paura, le delusione; la persona che ne subisce l’influenza agisce come se fosse posseduta.Vaśikaran: (controllo della coscienza) servono a ridurre in schiavitù; chi ne subisce l’effetto perde capacità di discriminare diventando come una marionetta.Ākarśa : servono ad attrarre persone che vivono lontano.Jrambha : servono per cambiare paradigmi di comportamento, chi li subisce si comporta secondo il volere di chi li usa. Vidweśa : dividono due persone, creano rabbia, odio, gelosia, aggressività reciproche;i comportamenti rimangono invariati, cambiano solo quelli in relazione alla persona selezionata. Puśti: servono per accrescere fama, ricchezza, prestigio, buona volontà, condizione sociale e potere proprio.
Bija: sono mantra di sintesi con un numero limitato di sillabe e sono considerati più potenti degli altri.»
9) Si veda in via esemplificativa: http://it.youtube.com/watch?v=Xye6T5coeKk
Nessun commento per questo articolo
Aggiungi commento