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Ascientificità del pansessualismo
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Viviamo, spesso nostro malgrado, immersi in rarefatte atmosfere cariche di messaggi, anche di natura subliminale, indirizzati all’unico scopo di percepire l’effimero piacere di un istante.
Il carpe diem, inflazionato a dogma godereccio di basso costo e facile consumo, domina incontrastato lo scopo ultimo o mediato del vivere quotidiano.
L’uomo comune pensa di dover necessariamente dare sfogo alle sue più rudimentali pulsioni: si lascia corrompere dalla frequenza disordinata degli snack nostrani o di importazione, relegando alla sfera dell’inverosimile la perdurata astensione da cibo e vive come ingiusto deprivarsi il salutare periodico digiuno: tutto e subito, senza sconti di sorta o sacrifici ad ostacolare la realizzazione del benessere preventivato e pregustato nel compimento di quel dato gesto.
L’esperienza insegna tuttavia, così come già intuirono i santi della tradizione cristiana, che la moderazione è virtù provata che mena alla vera beatitudine; che il silenzio da noi stessi (desideri, pulsioni, bisogni) è capace di disintossicare e liberare davvero, per consentire un accesso non bugiardo alla vera vita.
L’uomo in cerca di senso resterà nell’infelicità del proprio nulla se non troverà piena corrispondenza al perché e alla misura delle sue urgenze.

In realtà l’unica estrema impellenza consiste nel vivere di Dio, ma il sostrato ottenebrante della materialità che nasce dalla corruzione del cuore non gli lascia percepire questa indelebile verità.
Come si è già avuto modo di scrivere l’idea di colmare lacune «biologiche» ed esistenziali, sorte da una improrogabile necessità, pena la frustrazione esistenziale e potenziali conseguenti nevrosi, diffusa ampiamente dalla psicoanalisi di Freud e discepoli (si veda per esempio l’improponibile e falsa e deviante «funzione dell’orgasmo» (1), come sostenuta da Wilhelm Reich), è «passata» ufficialmente tra le masse ed è entrata a formare un sostrato inconscio della cultura dominante. Tuttavia le cose non stanno proprio come si vorrebbe far credere; l’input del «just do it» non è imperativo assoluto al quale prostrarsi proni sempre e comunque.
«Il ‘sacco di pelle’ che copre e delimita questa casa di carne di cui siamo gli abitanti è repertoriato punto per punto nella corteccia cerebrale».
All’incirca all’altezza del cerchietto con il quale le ragazze tengono fermi talvolta i capelli, si osserva, sul versante posteriore della scissura di Rolando (2), la rappresentazione sensitiva di tutto il nostro corpo.

L’omuncolo neurologico si trova come allungato sulla parietale ascendente, la testa rivolta verso il basso, le gambe verso l’alto, con i piedi penzoloni nel solco che separa i due emisferi.
Ogni parte si ritrova nell’ordine consueto: la testa, il collo, la mano, il braccio, il tronco, il bacino, la gamba, il piede e le sue dita e, in fondo alle dita del piede, gli organi genitali.
Questa disposizione, a prima vista scioccante, diventa assolutamente ovvia non appena ci si ricorda che viviamo in piedi.
Se l’uomo camminasse a quattro zampe, vedremmo che l’organo genitale si troverebbe effettivamente all’estremità posteriore del tronco e, di conseguenza, verrebbe proiettato immediatamente dopo la rappresentazione della gamba e delle dita del piede.
In questo modo, la sfera genitale è la sola parte del nostro corpo la cui rappresentazione cerebrale viene direttamente in contatto con l’enorme lobo limbico, sede di tutte le emozioni.
E’ in quest’ultimo, infatti, che si organizzano le pulsioni che ci muovono: quelle che mirano alla sopravvivenza dell’essere (la fame, la sete, l’aggressività), e quelle che mirano alla continuazione della specie (l’appetito genitale, l’attrazione verso il partner, la difesa del piccolo, la fedeltà al proprio simile).

Pulsione particolarmente potente, l’appetito genitale può manifestarsi del tutto isolatamente negli esseri viventi di grado più basso.
Certi pesci maschi, per esempio, spargono il loro sperma sulle uova deposte da una femmina sconosciuta che non incontreranno mai.
Ridotto alla pulsione genitale, il comportamento sessuale sarebbe soddisfatto da un mero sfogo automatico.
Negli esseri superiori, l’attrazione verso l’altro sesso orienta questo appetito e, in noi, la tenerezza gli dà tutto il suo significato: è necessaria l’unione di due persone per generarne una terza.
Questa trilogia caratteristica della riproduzione naturale impone che la tenerezza unisca persone di sesso diverso.
Da cui l’espressione del linguaggio comune, che reputa contro natura il rapporto omosessuale, che soddisfa l’appetito in modo contraffatto e non può in alcun modo rispettare il partner, e ancor meno il figlio.
La trasmissione della vita non si esaurisce nella procreazione; la difesa del piccolo ne rappresenta il seguito obbligato.
Questa pulsione è cosi forte in tutti i vertebrati (e persino negli invertebrati) che non parrebbe necessario insistere sulla sua importanza per noi esseri umani.

Al primo strillo del neonato ognuno percepisce la forza di questo irresistibile richiamo.
Tuttavia, l’aborto e l’infanticidio dimostrano quanto la natura umana sia terribilmente dilaniata.
L’appetito genitale è la pulsione esplosiva più insistente nell’uomo, almeno a livello fisico.
Per fondamentale che essa sia (ne dipende l’avvenire della specie), questa funzione biologica è l’unica la cui mancata soddisfazione non comporta alcuna patologia.
Non si può dire lo stesso della fame, della sete, o del bisogno di dormire.
Nel celibato, la pulsione persiste, sempre altrettanto specializzata, ma l’appetito si generalizza.
Da genitale che era si accresce genialmente, risalendo l’albero della vita fino a Colui che la genera. Cercando la propria felicità sull’altro versante del tempo, l’essere umano, finalmente guarito, si unisce all’infinito Presente.

Questo appetito sublime è forse l’origine della parola «coelibatus».
Seneca la impiegava per lo stato non matrimoniale; Giulio Valeriano l’applicava alla vita celeste. Lo storico poco conosciuto è forse andato più vicino alla verità di un moralista di fama: il cuore che rinuncia agli amori per l’amore più grande è davvero «Coeli beatus». (3)
La predilezione del Cielo libera il cuore dalle pasture e dai retaggi di tutto quel che è terrestre, spiritualizzando l’uomo; l’uso della retta ragione già di per sé è in grado di far comprendere la anormalità di una vita sessuale disordinata; la grazia battesimale rende idonea la nostra umanità alla percezione di un bene più grande in grado di superare ostacoli e barriere a prima vista insormontabili.
In realtà la vera sovrastruttura creata non consiste tanto nell’idea proibizionista di una morale esageratamente bigotta, ma, al contrario, discende da imposizioni e costumi generalizzati, che fanno tendenza (o forse dittatura, a chi si lasci dominare del tutto) e che spingono alla dismisura ed al disordine trasgressivo ed incontrollato.
«Le tendenze permissive dell’etica moderna traggono origine da un errato concetto della sessualità umana in generale. Il fatto stesso di essere dotato di sesso, dal quale deriva la possibilità di generare, non impone l’atto sessuale come necessario. L’uomo non è determinato nella sua attività sessuale, non esistono nell’organismo umano meccanismi che lo costringono a tale attività. Determinato è solo il sesso, quel dono del Creatore trasmesso dai genitori nel primo istante di vita. L’intera struttura somatica e la formazione psichica dell’essere umano sono nel loro sviluppo strettamente connesse con il sesso; l’esistenza umana, in ogni suo aspetto, porta i tratti della sessualità, tutto quello che l’uomo compie nella sua vita è da essa segnato. La sessualità è quindi un modo di esistere nel mondo ed è perciò assolutamente sbagliato parlarne separandola dall’uomo stesso: il sesso in quanto tale, come concetto astratto separato dall’uomo, non esiste. Esiste solo l’essere umano, dotato di sessualità; l’essere umano, che dalla propria sessualità non si può mai liberare, è maschio o femmina in ogni fase della sua vita. L’intero corpo umano porta i tratti di questa sessualità innata ed è sottoposto a un complicato sistema nervoso e di funzioni biologiche indipendenti dalla sua volontà. L’organismo umano, opera suprema del Creatore, è nella sua complessità un insieme molto armonioso, ordinato con una precisione affascinante e indipendente dal soggetto stesso. Il corpo segue da solo, senza essere comandato dalla volontà umana, le leggi della propria natura: tutte le reazioni che avvengono nell’organismo durante l’intero ciclo della vita derivano da Dio e sono suo dono.
Il corpo umano, dotato di tutti gli organi necessari per vivere, possiede anche quelli che, chiamati impropriamente ‘sessuali’, sono invece organi essenzialmente procreativi
». (4)

L’idea ipocrita di scindere l’atto dalle conseguenze dell’atto è tipica di una mentalità utilitaristica e qualunquista, ferocemente cinica nei confronti dell’uomo; in particolare sarà la donna oggetto di questo sfruttamento, non foss’altro per ragioni di ordine biologico; è per questo che si reputa quanto mai opportuno un innalzamento della moralità femminile, proprio a difesa del gentil sesso; Eva in nuove vesti, che costringa anche Adamo all’ordine dalla natura imposto.
Una società che «sponsorizzi» la donna socialmente (sotto ogni punto di vista), ma consenta la deturpazione sistematica del suo corpo attraverso la pornografia, sarà fortemente misogina.

«L’atto sessuale che unisce i coniugi richiede una sollecitazione degli organi genitali che normalmente rimangono inattivi. Una persona con reazioni normali non sente una particolare eccitazione di carattere sessuale senza esservi indotta; il concetto di istinto sessuale riferito all’uomo è quindi poco preciso: simile istinto, nel senso letterale del termine, non esiste; esistono solo certe reazioni sessuali che l’uomo può seguire, ma può anche controllare e dominare.
Per essere compiuto, l’atto sessuale necessita di uno stato di eccitazione iniziale, come è facile osservare soprattutto nell’organismo maschile. Questa eccitazione, che può essere causata da un impulso di carattere fisiologico, emotivo o volitivo, non solo è facile da raggiungere, ma viene anche avvertita come una sensazione piacevole. Il punto culminante, chiamato orgasmo, non è altro che il meccanismo finalizzato a realizzare la procreazione. Esso facilita la fecondazione anche se, ovviamente, non la determina. Ma l’orgasmo, essendo una sensazione particolarmente intensa e profonda, diventa spesso l’unico obiettivo, viene cioè separato dalla sua funzione procreativa tanto più che è considerato ‘segno’ dell’amore con il quale lo stesso atto sessuale è spesso erroneamente identificato.
L’uomo moderno desidera il piacere e lo cerca in ogni modo. La sessuologia moderna descrive con precisione diversi metodi per raggiungere l’orgasmo e le tecniche per provocarlo, dimenticando spesso che questo stato di massima eccitazione è solo mezzo e non scopo, e che può dar luogo al concepimento e a tutti i problemi connessi con il ruolo di genitori. L’atteggiamento edonistico pone l’orgasmo tra gli obiettivi più desiderati cui l’uomo mira. Per il solo fatto di essere dotato di un sesso, l’uomo si sente in qualche modo autorizzato all’attività sessuale; talvolta dichiara addirittura di esservi costretto dalle proprie reazioni somatiche. Si crea in questo modo una precisa forma di dominio sull’uomo da parte dei suoi meccanismi fisiologici.
… La secrezione dei gameti è indipendente dalla volontà umana; al contrario l’attività sessuale è sempre il risultato della libera decisione dell’uomo. Spesso l’uomo non dice solo ‘voglio’, ma anche ‘devo farlo’, e questo ‘devo’ non è una reale necessità fisiologica, ma solo un rafforzamento del ‘voglio’. Ma se il solo atteggiamento permissivo, il ‘voglio’, è già sufficiente per provocare l’eccitazione, il divieto, il ‘non posso’, non basta per dominare la reazione
». (5)

Ciò che davvero libera l’individuo è la capacità di comprendere da un lato l’inutilità del piacere ottenuto egoisticamente e dall’altro la grandezza dell’opzione contraria.
Il dominio delle proprie pulsioni sessuali conferisce insospettati poteri ed energie psicologiche e fisiche alla persona e soprattutto la libertà di essere padrone di se stesso, pertanto capace davvero di donare e di amare.
Per comprendere tali elementari verità occorrerà applicazione costante in digiuni e preghiere; pratiche sante e santificanti, che, con la grazia divina, faranno comprendere l’irrazionalità di ogni pansessualismo e conferiranno invece l’idea certa ed indubitabile del vero centro di ogni cosa: Dio stesso.

Stefano Maria Chiari



1) Come si può leggere in Wikipedia: Reich si affiancò al filone, ispirato anche da Freud e dalla sua teoria sui tabù, che spingeva al riconoscimento di una libertà sessuale primitiva di molti popoli «non civilizzati» in altre parti del pianeta; questa sessualità è vista come la sessualità naturale, priva di timori e falsa pudicizia. E’ proprio per le sue teorie sulla sessualità ed i suoi appelli pubblici per la liberazione dei costumi che Reich è passato alla storia, considerato unanimemente il «profeta» della «rivoluzione sessuale» che scosse l’Europa tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. Reich tende a «identificare» la salute psichica con la liberazione della sessualità; passando sul piano «politico», questa teoria da psicologica diventa sociologica e condanna la società dell’epoca, vista come borghese e oscurantista. Reich riesce così a coniugare Marx e Freud, accusando la classe dominante di mantenere l’ordine sociale (e con esso la propria supremazia) reprimendo il libero manifestarsi dell’energia sessuale. La morale sessuale dominante nella società e nella famiglia si esplica in sostanza, tramite una struttura psichica che reprime le pulsioni sessuali, generando nevrosi e infelicità. Reich ha in questo profondamente influenzato studiosi come Fromm e Marcuse, anch’essi accusati di simpatizzare per il comunismo, sebbene nel caso di Fromm si trattasse solo di una forte critica alla società consumistica e vuota statunitense, cui corrispondeva un’altrettanto forte critica dei regimi comunisti.
2) La scissura centrale di Rolando separa il lobo frontale dal lobo parietale e decorre trasversalmente dalla scissura interemisferica fino alla scissura di Silvio; da http://users.unimi.it/esamanat/RISP258.htm
3) «Coeli beatus: Osservazioni di un biologo» di Jérôme Lejeune.
4) «Il celibato sacerdotale alla luce della medicina e della psicologia», di Wanda Poltawska.
5) Ibidem.
 
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