Quell’unica democrazia
04 Settembre 2007
Una scuola talmudica ha rifiutato di ammettere un bambino ebreo, perché ha quella che il direttore della yeshiva ha definito “una macchia nella sua genealogia”: il bambino ha un nonno sefardita, e la scuola ammette solo askenaziti.
E’ accaduto alla yeshiva di Beit Shemesh, una scuola rabbinica degli “haredi”, o “hassidim”, i cosiddetti “mistici” ebraici tanto esaltati da Martin Buber.
Lo hassidismo è una dottrina nata e cresciuta in Polonia e Ungheria, fra gli askenazi.
Ne dà notizia l’agenzia ebraica YnetNews (1).
Il direttore della scuola talmudica, di cui non viene fatto il nome, ha rigettato il bambino di 5 anni con queste parole: “Dite al papà del piccolo che, se lui è completamente askenazi, il padre della madre è sefardita, sicchè non possiamo accettarlo nella nostra istituzione; dobbiamo mantenere certi standard”.
La cosa è comicamente paradossale, dal momento che i sefarditi sono i “veri” ebrei, mediorientali, discendenti dagli antichi, mentre gli askenazi sono discendenti dei khazari, il popolo turco-mongolo che abitava le rive del Mar Nero e che solo nell’ottavo secolo dopo Cristo aderì all’ebraismo. Abbiamo il caso di un ebreo discriminato, in quanto non razzialmente puro, da ebrei che hanno una macchiolina nella loro genealogia razziale.
La mamma del bambino racconta di aver cercato di rabbonire il rabbinico direttore: “L’ho scongiurato. Gli ho spiegato che il bambino è un vero askenazi e ha l’esatto aspetto di suo padre. Parla anche Yiddish (il gergo tedescoide degli ebrei polacchi), ma nulla. Hanno poi detto a un nostro amico che non volevano rovinare la Talmud-Torah con merce avariata”.
Non si osa pensare al quel che succederebbe a un non-ebreo che osasse definire “merce avariata” un bambino, in quanto sefardita.
Ma questo succede impunemente nella sola democrazia occidentale del Medio Oriente.
Sono molti i genitori che, visti i loro figli respinti dalla scuola talmudica così rigorosa, si sono rivolti con una petizione ad un membro della Knesset (il parlamento), Meir Purush, del partito “United Torah Judaism”, nella speranza che potesse far valere le ragioni di un certo giudaismo unito.
Il signor Purush ha risposto: “E’ un problema complicato. Non mi impanco a condannare questo genere di cose, proprio come non condanno i klibbutz, che a volte selezionano l’ammissione di un membro. Ci sono comunità che desiderano essere rigorose rispetto alla loro religione o al loro carattere sociale. Non è semplice”.
L’apartheid nel giudaismo unito è approvato dal parlamento della sola democrazia medio-orientale.
1) Zvi Alush, "Haredi school rejects sephardi child", Ynetnews, 2 settembre 2007.
Nessun commento per questo articolo
Aggiungi commento