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Esoterismo e cristianesimo
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Si fa un gran parlare in diversi ambienti del vero contenuto del messaggio cristiano; si cercano spiegazioni e letture in certo modo sempre differenti da quelle autorevolmente proposte dalla Chiesa cattolica.
Molte correnti di pensiero pretendono di valutare l’autenticità della dottrina evangelica epurandola delle «manipolazioni» o delle cattive interpretazioni della Chiesa inverosimilmente azzuffatesi nel corso degli anni e dei secoli, le quali ne snaturerebbero la portata ed il contenuto.
Non ultimi tra tutti, Guenon e Steiner (pur con le dovute differenze) pretesero di dare una loro visione dell’evento dell’Incarnazione e della Rivelazione Divina… ma, «pescando più lontano», troveremmo traccia di questi tentativi «gnostici» lungo il corso della storia cristiana.

Ci si domanda: è ottusità della Chiesa non riconoscere il lato occulto ed esoterico del cristianesimo o corrisponde ad una esplicita volontà del Cristo.
Il discrimine non può che vertere su questo profondo dilemma: cosa volle realmente Gesù?
E cosa davvero insegnò?
La domanda non è oziosa, ma è determinante; le ricadute sono notevoli: il cristiano del 2008, può fidarsi di quel che insegnò e che insegna la Chiesa, credendolo indubbiamente fonte di verità e di vita?
Oppure deve cercare altrove o magari parallelamente cammini occulti che guidino alla «verità tutta intera»?
Questo il punto.

Ad avviso di chi scrive, la domanda suppone la risoluzione di ulteriori questioni: primo, perché un esoterismo cristiano?
A che pro?
La risposta di certi ambienti abituati ad accezioni trasversali della Sacra Scrittura è venata di sapore indubbiamente gnostico; si risponde: perché non tutti sarebbero stati pronti ad accettare la verità così come davvero è.
Un lettore (che stimiamo e ringraziamo per i continui stimoli e le puntualizzazioni incessanti e preziose, di cui tuttavia non condivido le convinzioni antroposofiche) vi direbbe che il mondo non era pronto all’epoca di Gesù e che sarebbero dovuti trascorrere altri duemila anni di crescita «spirituale» dell’umanità, prima di poter apprendere una verità fondamentale come per esempio quella della reincarnazione.
Un passo alla volta.

Primo.
Davvero pensiamo che Cristo possa aver rivelato una verità «in progress»?
Il semplice utilizzo della logica depone contro questa ipotesi.
Se Gesù è Dio, Figlio di Dio, rivelazione del Padre, non c’è da dubitare che la verità (Lui stesso, come si definisce) debba essere stata svelata totalmente nella sua Persona incarnata; nel suo vivere e morire per l’uomo; nel suo insegnare e guarire; in tutto ciò che ha fatto, detto o vissuto il Verbo della vita.
Se quindi la verità è rivelata una volta per tutte, resta il dubbio su come possa essere mantenuta integra o conservata nella sua purezza, una volta dipartito il Maestro al Padre.

Attenzione!
Questa verità è talmente importante da essere condizione di salvezza: «Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; chi non crederà sarà condannato»; «Chi crede al Figlio ha la vita eterna, chi non crede non ha la vita eterna, ma l’ira di Dio incombe su di lui».
Perché la fede è tanto importante?
Perché credere è aderire alla verità di Dio; aderire intellettivamente e con tutto l’essere!
Ed aderire alla Verità di Dio, anzitutto aderire a Lui, che è la verità.
Non esiste iato.
Credendo in Gesù ed amandolo, si vive di Lui.
Un cammino esoterico supporrebbe cosa?

Innanzi tutto un’impossibilità oggettiva causata niente meno che dalla volontà di Gesù stesso: ossia l’incapacità di aderire a Cristo totalmente ed in «Spirito e verità», come, invece, si comanda che sia l’adorazione autentica.
Quindi, in definitiva, supporrebbe una mutilazione della portata redentiva del Salvatore.
Solo gli apostoli e qualche successivo iniziato sarebbero venuti a conoscenza del mistero di Luce del Logos eterno, contraddicendo San Paolo, in Ef 3,10: «perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio»; non per tutti,
in ottica esoterica, ma solo per coloro che siano in grado di comprendere.
Classismo incompatibile con la portata universale voluta da Gesù, come si legge in San Matteo
(28, 18-20): «E Gesù, avvicinatosi, disse loro: ‘Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’ ».
Notare il destinatario dell’insegnamento: tutte le nazioni!
E notare il contenuto di tale dottrina: tutto ciò che vi ho comandato.

Riassumendo: tutti devono riceve la verità che Cristo ha insegnato ai suoi apostoli.
«Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti» (Matteo 10,27), pertanto, anche quel che di più segreto possa concepirsi!
L’obiezione per cui il ciclo delle successive reincarnazioni debba essere utile proprio a questo scopo, non tiene conto di un’evidenza estrema: verità ben più grandi di supposti segreti esoterici  furono già resi noti a tutti; davvero si può pensare che l’umanità non fosse pronta ad accogliere tutta la portata del Mistero, quando ciò che di più grande ed inimmaginabile le si stava rivelando: l’Incarnazione ed il Mistero Trinitario!?
Non vi può essere altezza più sublime di mistero e di conoscenza; eppure l’iniziato suppone che questo sia poca cosa rispetto agli imperscrutabili percorsi dell’occulto (mah!?).

Ad avviso di chi scrive, questo modo di ragionare è miopia spirituale!
Cosa c’è di più grande dello stesso Mistero di Dio?
Eppure Gesù, che rivela la vita intima del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, non avrebbe esplicitamente parlato della reincarnazione, perché argomento troppo elevato o difficile per essere compreso dal massa popolare dell’epoca?
Lasciateci dubitare con forza!

Secondo rilievo critico.
Se Gesù dona se stesso e la sua verità, non è possibile che questa donazione non vada a buon fine. Deve raggiungere ogni uomo, almeno in potenza, renderlo capace di aderire a Dio.
Se Gesù muore per ogni uomo, ad ognuno deve essere possibile accedere al frutto di questa morte benedetta.
Se è così, e non si vede come possa essere altrimenti (pena l’impotenza della redenzione di Gesù), deve esistere un luogo deputato al deposito sacro di questa luce e di questa vita.
Quel luogo, custode di un messaggio e di una linfa vitale, che non può essere soggetta a cambiamenti di sorta, a mutamenti né ai capricci degli uomini.
Deve essere un sito di oggettivo riscontro e di indubitabile certezza.

Il percorso esoterico è invece, per definizione, lastricato di personalismi notevoli: basti pensare che ogni corrente ha un cosiddetto «illuminato»o «grande iniziato», eccetera, è benché simili possano essere le posizioni assunte a dottrina, non è inconsueto riscontrare differenze notevoli di contenuto tra l’uno e l’altro; discrepanze poco compatibili con un’unicità ed invariabilità di rivelazione divina.
La garanzia di tale immutabilità risiede nella stessa promessa di Gesù: «Io sarò con voi»! e nell’annuncio del dono dello Spirito Santo, «lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi» (Giovanni, 14,17), Spirito di Cristo, anima della Chiesa e sua vera Guida: «Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future».

Questa promessa deve avere luogo indipendentemente dai singoli punti di vista dei singoli maestri, per presentare la sola verità dell’unico Maestro; il luogo non può essere che un’istituzione oggettivamente rinvenibile, indubbiamente individuabile, come è la santa Chiesa cattolica.
Del resto Gesù stesso insegnò: «Chi ascolta voi, ascolta me».
Come si può evincere dal ragionamento, ciò che è in ballo è assolutamente la credibilità di Cristo, di Dio stesso!
Delle due l’una o Dio è bugiardo o è proprio così!

Il lettore non si scandalizzi, ma si può pensare che Cristo versi fino all’ultima goccia del suo Sangue, amando i suoi «fino alla fine» e poi dimentichi di tutelare appieno con la sua continua presenza e vigilanza (l’infallibilità della Chiesa) il tesoro preziosissimo del suo donarsi per l’uomo, lasciandolo in pasto ad avidi preti, ingannatori e truffaldini?
Siamo seri!
E’ di Cristo che parliamo!

Stefano Maria Chiari


 
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