>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
TUTTI |0-9 |A |B |C |D |E |F |G |H |I |J |K |L |M |N |O |P |Q |R |S |T |U |V |W |X |Y |Z

Archivio Articoli FREE

USAID.jpg
Ancora sull'AIDS
Stampa
  Text size

«Bush sta esercitando forti pressioni sul Congresso perché stanzi 30 miliardi di dollari in 5 anni per la lotta all'AIDS. Nel 2003 erano stati destinati 15 miliardi. Sforzi enormi, destinati alla prevenzione e alla cura con farmaci antiretrovirali. Ciononostante secondo l'ONU l'infezione si diffonde: in Africa vivono almeno 33 milioni di ammalati; i nuovi nel 2007 sono stati 1,7 milioni. Feroci critiche sono state rivolte al programma presidenziale giacché un terzo del budget destinato alla prevenzione è stato speso per insegnare l'astinenza, sebbene i consensi scientifici sull'equazione privazione del sesso-riduzione del contagio' siano pochini. L'accusa più marcata viene rivolta a Usaid (l'agenzia federale per la cooperazione internazionale), fino a poco tempo fa il più importante donatore al mondo di profilattici (75 milioni di dollari nel 2003). Sedici Paesi si sono visti tagliare gli aiuti a causa delle loro politica demografica in favore di una procreazione responsabile. L'atteggiamento di Usaid ha provocato la chiusura, per mancanza di fondi, di numerose cliniche per malati di AIDS. In Kenia sono cinque - commenta Robyn Blumne del St. Petersburg Times (1) - di cui una a Kisumu, dove si registra il maggior tasso di malati del Paese. Usaid non fornisce più preservativi al Lesotho, dove è infetta una donna su quattro. In sintesi, con questa politica, ribaltata rispetto a quella di Clinton, più africani si ammalano, più mamme trasmettono il virus ai loro figli e più gente muore(2).
Cosa è USAID? (3)

Si tratta dell'Agenzia degli USA per lo sviluppo internazionale; un'agenzia indipendente responsabile di pianificare ed amministrare l'assistenza economica ed umanitaria fuori dagli USA. Dando una scorsa al sito ufficiale potremmo aggiungere che si tratta di una sorta di istituzione di volontariato americano volto a sponsorizzare in maniera quasi stucchevole quanto siano umanitari e generosi gli Stati Uniti d'America nei confronti di tutti i Paesi al mondo che volessero migliorare le proprie condizioni di vita e soprattutto incentivare la democrazia e la libertà.
I finanziamenti sarebbero, nella fattispecie, destinati in particolare alla lotta contro l'AIDS, perché - si sostiene autorevolmente! - la politica di una procreazione responsabile avrebbe soltanto facilitato la diffusione dell'infezione.
La soluzione?
Aumentare le sovvenzioni verso forme di prevenzione contraccettiva ed investire nella somministrazione di terapia antiretrovirale (4).
Questa la notizia.
Sorgono perplessità e riserve.

In primo luogo l'idea per la quale esista soltanto il profilattico quale unico elemento utile a combattere la propagazione della malattia, denota un approccio superficiale e poco consapevole, forse per fini neanche poi così limpidi; per essere certi di un non contagio per vie sessuali, che sarebbe la prima fonte di contagio, occorre innanzi tutto una vita morale ineccepibile.
La soluzione può sembrare astrusa solo a chi non sia abituato a dominare se stesso o a contenere le proprie pulsioni; si è già avuto modo di scrivere in proposito: senza sesso si può vivere benissimo. Se è vero, come sembra, che l'HIV si contragga in tale maniera, allora occorrerà prendere seri provvedimenti decisionali in tal senso.
Sull'AIDS esistono comunque molte criticità irrisolte: non sappiamo per esempio se le teorie della cosiddetta «dissidenza» (5) siano vere, tuttavia evidenziano un dato oggettivo: truffa oppure no, l'AIDS ha motivo di esistere soltanto in popolazioni che siano dedite alla dissoluzione dei costumi sessuali.
In Paesi cattolici che vivano seriamente e conseguentemente la propria vocazione cristiana il virus non troverebbe molto spazio.
Sarebbe eliminato?
Di certo ne sarebbe arginata l'endemia.

La terapia finanziata sarebbe pertanto solo a vantaggio delle case farmaceutiche e di tutto l'indotto, ma priva di ogni reale effetto benefico, se non addirittura la causa stessa dei diversi decessi.
Si legge in proposito quanto reperito dalla rete informatica: «Il DHHS (USA Department of Health and Human Services) ha dal 5 Febbraio 2001 modificato le direttive sanitarie relative all'utilizzo dei farmaci antiretrovirali (Guidelines for the Use of Antiretroviral Agents in HIV-Infected Adults and Adolescents), affermando che forse non è il caso di utilizzarli su pazienti asintomatici non essendo chiaro se ivantaggi' bilanciano gli effetti tossici. Ha con ciò abbandonato una filosofia terapeutica in auge dal 1987, anno in cui la FDA (Food and Drug Administration) ha approvato l'utilizzo dell'AZT, filosofia riassunta nelle parolehit hard and hit early' (colpisci duro e colpisci presto) sulla base della quale persone positive-al-test assolutamente sane, sono state messe in cura con terapie a base di farmaci allungavita: spesso la morte è sopravvenuta nel giro di pochi mesi.
I nuovi indirizzi prevedono che la terapia venga prescritta al presentarsi di qualche segno della malattia e non per la sola condizione di sieropositività.
Con ciò si ammette che il sieropositivo non è più un malato e non corre alcun rischio. Si deve considerare che il primo test HIV è stato introdotto nel 1984 ed in quell'anno sono comparsi i primi sieropositivi destinati ad ammalarsi, si diceva allora, entro 1-2 anni. Col passare degli anni, e dell'invecchiamento in salute di sieropositivi che hanno scelto di non assumere farmaci antiretrovirali e la cui vita si è allungata spontaneamente', il periodo di latenza si è dovuto estendere inesorabilmente ed è adesso stimato in decine di anni. Col periodo di latenza lungo ormai quanto una vita le direttive sanitarie che prevedevano la terapia da subito erano diventate ingiustificabili. E non è quindi più sostenibile che i pazienti di una voltasarebbero' morti senza terapia. Prima o poi qualcuno dovrà rispondere ad alcune domande: spiegare come mai i positivi-al-test asintomatici fino a ieri sono stati terrorizzati, e come mai quelli che sotto terrore hanno accettato la cura sono per lo più morti, mentre quelli che hanno resistito e non sono stati curati sono vivi e non si sono ammalati di AIDS.


Esemplare è la storia di Christine Maggiore positiva-al-test asintomatica dal 1992 quando i risultati di un test le cambiarono, giovanissima, la vita. Superato il trauma della sentenzada 5 a 7 anni di vita, trattamento con AZT da subito', ha iniziato la sua personale via crucis tra un medico e l'altro, finchè dopo circa un anno l'incontro con la dissidenza l'ha condotta fuori dall'incubo. Da quel momento, sfuggita al sistema sanitario, ha dedicato la sua vita alla causa: con altri positivi-al-test come lei ha fondato un'associazione Alive and Well' (vivi e vegeti) che ha lo scopo di fornire informazioni a quelli che devono, come lei ha fatto, fare una scelta. Ha realizzato un sito, ha scritto un libro, ha incontrato un uomo che ama, hanno avuto un bambino che ora ha 5 anni. E' sempre positiva-al-test. La sua vita valeva per Big Pharma alcune decine di migliaia di dollari. Ed in particolare in relazione al trattamento AZT: ‘L'AZT (Azidotimidina, Zidovudina, Retrovir) fu messo a punto nel 1964 da un ricercatore della Cancer Foundation di Detroit, Jerome Horwitz.
E' una forma alterata della Timina, uno dei quattro nucleotidi che costituiscono i filamenti del nostro DNA. A differenza della Timina ha un solo legame per cui sostituendosi al nucleotide originale impedisce l'aggiunta di ulteriori nucleotidi al filamento in formazione interrompendo il processo di duplicazione del DNA. Quindi l'AZT, impedendo alla cellula di copiare il proprio DNA, ne blocca il processo di duplicazione, e impedisce così la formazione di nuove cellule. L'AZT non fa differenza tra cellule sane, cancerose o virus. Per cui se da una parte può arrestare la duplicazione di quelle malate o dei virus, dall'altra blocca tutti i processi vitali devastando l'organismo.
La sostanza si rivelò talmente tossica (letale) che Horwitz neanchè ne chiese il brevetto, e archiviò la documentazione. L'AZT uscì dalla polvere nel 1986 e fu approvato dalla FDA nel 1987, dopo una sperimentazione truffa (Vedi Poison by Prescription: The AZT Story - John Lauritsen).

Tra le conseguenza della somministrazione di AZT ci sono: distruzione del sistema immunitario, distruzione del midollo osseo, distruzione dei tessuti e della flora batterica intestinale, atrofia dei muscoli, danni al fegato, al pancreas, alla pelle, al sistema nervoso, linfoma. Della categoria degli pseudo nucleotidi fanno parte oltre all'AZT i successivi 3TC (Epivir), D4T (Zerit), ddC (Hivid), ddI (Videx) e ABC (Ziagen): il loro funzionamento è analogo, così come le conseguenze. A partire dal 1996 all'utilizzo di un singolo farmaco si è sostituito un cocktail' di farmaci (HAART - Highly Active Antiretroviral Therapy) unendo agli pseudo nucleotidi gli inibitori della proteasi, un enzima necessario alla separazione di segmenti proteici. In tal modo, ancora una volta si impediscono delle attività biologiche necessarie sia alla formazione di nuove copie dei virus che al corretto funzionamento delle nostre cellule, con effetti tossici devastanti. Fanno parte di questa categoria: Invirase, Fortovase, Agenerase, Kaletra. Se l'HIV-AIDS fosse una sentenza inappellabile di morte da virus, come la teoria ufficiale sostiene, l'utilizzo delle sostanze antiretrovirali, le cui caratteristiche tossiche sono evidenti e riconosciute, potrebbe apparire come un male necessario.

Ma se come, sostengono i dissidenti, non è un virus la causa dell'AIDS, allora la somministrazione di sostanze antiretrovirali è un atto criminale, genocidio, perpetrato secondo le seguenti modalità:
Positivi-al-test asintomatici morti: sono stati uccisi dal sistema sanitario con devastazioni e sofferenze indicibili.
Positivi-al-test asintomatici vivi: sono sottoposti dal sistema sanitario a danni e sofferenze ingiustificabili e rischiano di morire.
Positivi-al-test conclamati morti: alcuni sarebbero morti comunque ma senza una dose aggiuntiva di devastazioni e sofferenze; altri con le cure opportune avrebbero potuto guarire e sono quindi anch'essi vittime del sistema sanitario.
Positivi-al-test conclamati vivi: non sono curati opportunamente, sono sottoposti dal sistema sanitario a danni e sofferenze ingiustificabili e rischiano di morire.

Secondo Lauritsen, che ha condotto le analisi più approfondite sull'argomento, circa la metà delle persone trattate con le sostanze antiretrovirali appartengono al gruppo dei positivi-al-test perfettamente sani prima della cura'. Al momento ci sono alcune centinaia di migliaia di persone al mondo a cui vengono somministrate sostanze antiretrovirali. Fortunatamente i dosaggi delle sostanze antiretrovirali sono stati alleggeriti nel corso degli anni, e la somministrazione che era continuativa nei primi anni è oggi a cicli: questo ha ridotto fortemente la mortalità dei soggetti trattati allontanandola da una percentuale che è stata prossima al 100% per parecchi anni» (6).

«La vicenda dell'AIDS è davvero speciale perchè mai nella storia della medicina così tanto denaro è stato riversato su una singola malattia. Di anno in anno le somme raccolte per la lotta all'AIDS si moltiplicano, fino ad arrivare alla cifra di 6,1 miliardi di dollari solo nel 2004.
Con 100 miliardi di dollari già spesi nei soli Stati Uniti, è la più grossa impresa industriale, vicina a quella del dipartimento della Difesa. La vendita dei test HIV è diventata una fonte di immensi guadagni. Molti scienziati coinvolti nella ricerca sull'AIDS possiedono società che vendono test e hanno milioni di dollari in partecipazioni societarie. L'AIDS per questi individui è un affare estremamente remunerativo. I ricercatori e i medici che hanno carriere e stipendi legati al virus sono circa 100.000, in buona parte americani.
I bilanci delle multinazionali del farmaco si accrescono di alcuni miliardi di dollari all
'anno con la vendita dei farmaci antiretrovirali e dei test HIV. Organismi come USAID (U.S. Agency International Development), UNAIDS (United Nations AIDS program), WHO, ricevono stanziamenti annuali di centinaia e centinaia di milioni di dollari per combattere l'AIDS.
Più di 1.000 organizzazioni umanitarie raccolgono in totale centinaia di milioni di dollari all
'anno per aiutare i malati di AIDS. Il problema non è quindi la crescita dell'AIDS, ma, per quanto paradossale e grottesco possa apparire, l'esatto contrario, la sua eventuale scomparsa. Sono ormai così imponenti gli interessi economici politici e burocratici legati al virus HIV che la sua morte prematura potrebbe sconvolgere parecchi equilibri.

Così è una tragica ironia che proprio David Rasnik, scienziato che ha ideato gli inibitori della proteasi usati per la cura dell
'AIDS, abbia dichiarato nel 1997: ‘Come scienziato che ha studiato l'AIDS per 16 anni, ho stabilito che l'AIDS ha poco a che fare con la scienza e che, fondamentalmente, non è nemmeno una questione medica.
L
'AIDS è un fenomeno sociologico tenuto in vita dalla paura, creato da una sorta di maccartismo medico che ha violato e mandato in rovina tutte le regole della scienza e che ha imposto a quella fascia di pubblico più vulnerabile una miscela di credenze e pseudoscienza' E la giornalista Joan Shenton ne ha spiegato i motivi: ‘Quello che ho imparato in questi anni è che la comunità scientifica non è più libera. Oggi la scienza può essere comprata e le voci individuali di dissenso facilmente ridotte al silenzio a causa delle enormi somme di denaro convogliate nel proteggere l'ipotesi prevalente, per quanto sbagliata possa essere. La politica, il potere e il denaro dominano il campo della ricerca scientifica cosi estesamente che non è più possibile sottoporre a verifica una ipotesi divenuta dogma'. Su questo aspetto della cattiva scienza dell'AIDS malata di denaro, ci piace chiudere col sarcastico commento del premio Nobel Kary Mullis: ‘Un altro segmento della nostra società così pluralista - chiamiamoli medici/scienziati reduci dalla guerra perduta contro il cancro, o semplicemente sciacalli professionisti - ha scoperto che funzionava. Funzionava per loro. Stanno ancora pagandosi le loro BMW nuove con i nostri soldi'».

In conclusione possiamo forse comprendere il perché della volontà di Bush di destinare tanto denaro (30 miliardi di dollari in 5 anni) alla cura di persone infette (o presunte tali) dall'HIV.
La buona fede si deve presumere, è vero; ma il dubbio resta.

Stefano Maria Chiari


1) Il quale, forse, ben rappresenta una voce di certo non propriamente clericale, affermando per esempio: «The dismantled wall between church and state will be just another one of Bush's disastrous legacies» da http://ffrf.org/media/miscellaneous/blumner07.php
2) da www.corriere.it/esteri/08_febbraio_17/bush_africa_guerra_aids
3) «La Agencia de los Estados Unidos para el Desarrollo Internacional (USAID) es la agencia federal independiente responsable de planificar y administrar la asistencia económica y humanitaria exterior de los Estados Unidos en todo el mundo.» Da http://www.usaid.gov/espanol/acerca.html
4)
Si basa sulla somministrazione di farmaci in grado di sopprimere la riproduzione del virus.
Le combinazioni di farmaci più utilizzate per iniziare la terapia sono: due inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa e un inibitore non-nucleosidico della trascrittasi inversa: è un'opzione che consente di assumere poche pillole al giorno, ma non di ridurne il numero in un secondo momento. Inoltre, se si rivelasse inefficace, rende successivamente inutilizzabile l'intera categoria degli inibitori non nucleosidici; due inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa e un inibitore della proteasi: è una soluzione che si presta successivamente a una riduzione delle pillole; se col tempo perdesse d'efficacia, è comunque più facile trovare un'alternativa altrettanto valida.
All'interno di queste opzioni le possibili combinazioni di farmaci sono numerose e devono essere vagliate caso per caso con il proprio medico curante.
Se un paziente non assume con assoluta regolarità gli antiretrovirali, si dice che l'aderenza alla cura è inadeguata e aumenta il rischio di resistenza da parte del virus.
Effetti  collaterali:
La lipodistrofia è uno degli effetti collaterali che maggiormente preoccupa i medici: ancora oggi, sono in corso diversi studi per capire se e come si possa prevenire.
Può insorgere dopo mesi o anni dall'inizio della terapia ed è caratterizzata da diverse alterazioni del metabolismo e della distribuzione del tessuto adiposo nell'organismo.
I sintomi sono:
aumento del colesterolo e dei trigliceridi;
intolleranza agli zuccheri e diabete;
perdita del grasso sotto la pelle delle gambe, delle braccia, delle natiche e del volto;
aumento del tessuto grasso della pancia, del seno (nelle donne) e del dorso.
Fortunatamente solo alcuni pazienti soffrono di lipodistrofia e, tra questi, solo una parte è affetta da tutti i sintomi. Gli altri effetti collaterali della terapia antiretrovirale (esempio anemia, nausea o diarrea) sono più rari e si controllano più facilmente.
Da www.sanraffaele.org/Home/clinica/Specialita_cliniche/Malattie_infettive/
5)
Si tratta di tutta una corrente di pensiero con relative organizzazioni volta a contestare la versione ufficiale dell'epidemia per AIDS (ne parlammo già in un precedente articolo); il fine ultimo sarebbe quello di un vero e proprio controllo demografico volto ad eliminare la popolazione nera, quella omosessuale e quella dei tossicodipendenti. Internet è pieno di riferimenti in tal senso.
In via esemplificativa: «L'origine dell'Aids è la mia ossessione per vari motivi e qui ne citerò due. Il primo riguarda i possibili vantaggi. Immaginiamo di non sapere che la malaria abbia origine dalle punture di una zanzara e di credere che venga trasmessa durante i rapporti sessuali.
Cosa accadrebbe? Saremmo piagati dalle punture di zanzare e dalla malaria, frustrati sessualmente e il tasso di natalità calerebbe. E' chiaro che la conoscenza del luogo d'origine di una malattia può portare a una migliore comprensione del modo per curarla, prevenirla o alleviarla. Il secondo motivo è che ho scoperto che comunità scientifica non aveva mai indagato a fondo sugli inizi dell'Aids ma ne accettava l'origine ipotetica perché era disponibile e non rappresentava una minaccia. Per inerzia, per conformismo, l'ipotesi prevale tuttora e si potrebbe definire come quella deltaglio del cacciatore' o deltrasferimento naturale'.
Si sa che il virus HIV-1 (che nel mondo ha infettato 50 milioni di persone e fatto 19 milioni di vittime) è molto simile a un virus degli scimpanzé. Stando ai fautori del cacciatore, questo sarebbe passato all'uomo mentre un cacciatore o una cacciatrice, forse con dei tagli alle mani, macellava uno scimpanzé. Ma perché soltanto negli ultimi anni 50, quando gli scimpanzé si macellano da centinaia di migliaia se non da milioni di anni? I pro-cacciatore dicono che il trasferimento del virus tra le specie sia sempre avvenuto, causando la comparsa dell'Hiv in villaggi remoti dai quali non si è mai allontanato. Ritengono che ci siano voluti gli spostamenti di popolazione, l'urbanizzazione e le forme di sessualità tipiche dell'indipendenza africana prima che l'Hiv iniziasse a viaggiare e diventasse epidemico. Gli scettici potrebbero obiettare che è stata la colonizzazione stessa a generare movimenti massicci di popolazioni e forme di sessualità senza precedenti, nelle campagne e nelle città. E se la spiegazione fosse quella, perché il commercio degli schiavi, la spedizione forzata attraverso l'Atlantico di esseri umani spesso chiusi in gabbie e vittime di stupri di gruppo non avevano portato ancora prima alla comparsa dell'Hiv-1?
Ho preso in esame una teoria diversa, quella secondo cui l'Aids è risultato da un involontario errore medico. Andando avanti nella ricerca, sono rimasto sbalordito: non solo la teoria era confortata da consistenti reperti fossili', ma gli scienziati che tanta fiducia riponevano nella razionalità e nelle prove dei fatti l'avevano ignorata per ragioni puramente emotive. Oggi, la teoria è detta del vaccino antipolio e non mancano fatti a sua conferma. Ne indicherò solo alcuni. Alla fine degli anni 50, un milione di neonati, bambini e adulti dell'Africa centrale sono stati vaccinati con un vaccino sperimentale contro la polio noto come CHAT il quale, come gli altri vaccini simili allora, proveniva da colture fatte con cellule renali di scimmie. Nel caso di CHAT però, non si sa quale specie di scimmia fosse stata usata ma soltanto che gli scienziati che lo misero a punto avevano una colonia di scimpanzé a Lidni Camp, nell'allora Congo belga, dove vennero sacrificati 400 animali a molti dei quali furono prelevati i reni. Credo che reni di scimpanzé siano stati usati per preparare alcune partite di CHAT, poi somministrato durante ben 28 campagne di vaccinazione in Africa centrale, e che alcune fossero infette con il virus imparentato con l'HIV-1. Lo scrivo non solo sulla base di dieci anni di interviste, di dati raccolti e della misteriosa morte dei 400 scimpanzé, ma anche per le straordinarie correlazioni tra i primi casi di Aids e i siti di vaccinazione con il CHAT.
In sintesi, il 64% dei primi casi africani di Aids precedenti al 1981 provengono dagli stessi villaggi in cui fu somministrato il CHAT. Inoltre ognuno dei 46 primi campioni (pre 1981) di sangue positivo per l'HIV si concentrano in un raggio di 220 km da un sito di vaccinazione.
Bill Hamilton è morto nel marzo scorso dopo un viaggio in Congo per tentare di verificare questa teoria. Prima di morire aveva organizzato una conferenza alla Royal Society di Londra in cui si sarebbero incontrati i fautori del cacciatore e di quelli del vaccino
, in uno di quei dibatti franchi che dovrebbero caratterizzare la scienza. Pensava che la teoria del vaccino fosse rimasta accantonata troppo a lungo, e l'opinione pubblica lasciata troppo tempo all'oscuro».
Da http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/000709g.htm
6) http://www.ilvirusinventato.it/

Home  >  Scienze                                                                      Back to top



 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità