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Raffreddamento globale
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La Cina ha passato l’inverno più freddo del secolo.
Il Nord America ha visto il più spesso strato di neve degli ultimi cinquant’anni, con punte in Wisconsin mai registrate da quando si tiene conto del fenomeno.
Gelate record in Minnesota, freddo in Texas e Florida, come in Australia, Messico e Grecia. Baghdad ha visto cadere la prima neve della sua storia.
E adesso, la conferma viene dalle quattro più importanti centrali che, sul pianeta, controllano la temperatura: il clima si raffredda (1).

Il britannico Hadley Climate Research Unit, il GISS (Godard Institute for Space Studies) che appartiene alla NASA, lo UAH (University of Alabama Huntsville), il RSS (Remote Sensing System di Santa Mosa) hanno pubblicato i dati per gennaio 2008, e il responso convergente
di questi istituti è: nell’anno scorso, le temperature sono calate precipitosamente.
Secondo i loro dati, il raffreddamento prodottosi varia da 0,65 a 0.75 gradi centigradi.
In un solo anno, è il più rapido cambiamento di temperatura mai registrato, sia in su o in giù della colonnina di mercurio.
Qualcosa di inatteso e di inusuale.

Secondo alcuni ricercatori il fenomeno sembra collegato alla forte riduzione dell’attività solare, ritenuta un fattore più potente dei gas serra nei cambiamenti climatici (2).
Kenneth Tapping, che dirige la ricerche sul sole al National Research Council canadese, sostiene che la quiete anomala del Sole (la sparizione delle macchie solari) attualmente in corso avvenne anche 400 anni fa, e innescò quella che è ricordata come «la piccola glaciazione».
Allora in certi inverni ghiacciò la Senna, e i ghiacciai della Norvegia avanzarono di cento metri l’anno, distruggendo abitati e coltivazioni.

Lo storico Le Roy Ladurie ha appurato che in Linguadoca, «tra il 1495 e il 1555» fu «un solo grande inverno, del tutto simile a quello del 1506 dove ghiaccia tutto, il Rodano, gli olivi, il mare». Dal 1555 al 1563 «si susseguono cattivi raccolti, mentre l’epidemia del bestiame del 1562 impoverisce le campagne».
Un cronista parigino annotò nel 1562: «Il tempo è stato così brutto che la povera gente non ha potuto raccogliere i grani… non si sapeva se fosse inverno o estate se non dalla lunghezza delle giornate».
L’anno prima era gelato il lago di Costanza, vi si poteva pattinare.
Tra il 1570 e il 1575 il prezzo della segale quadruplica in Germania e in mezza Europa del nord.
Il Caspio si abbassa di livello.

Oleg Sorokhtin, membro dell'Accademia Russa di Scienze Naturali, prevede anch’egli un forte raffreddamento dovuto alla ridotta attività solare: il minimo dell’attività dovrebbe essere raggiunto nel 2040, e gli effetti climatici, freddo e gelo, durare fino al 2100 o anche oltre.
Altri scienziati ritengono che il fenomeno solare sia passeggero, e che presto ricomincerà
a prevalere il riscaldamento da gas serra.

C’è da sperare abbiano ragione gli ottimisti (o i pessimisti ecologici, che attribuiscono alle industrie umane i cambiamenti di clima): il freddo è più dannoso alla vita che il riscaldamento.
Gli esseri viventi, tra cui le specie vegetali e animali che servono da nutrimento all’uomo, prosperano meglio a temperature mediamente più calde di quelle attuali.
Il Medio Evo conobbe un «ottimo clima» (temperature uniformemente clementi) che coincise con un miglioramento della civiltà generale, aumento di disponibilità alimentare e perciò crescita demografica con conseguente nascita di nuove attività umane «agro-industriali»: in quell’epoca furono inventati e largamente applicati i mulini ad acqua, il basto per i buoi che consentì di affondare meglio gli aratri, il camino nelle case (sconosciuto ai romani, d esempio).

La seguente piccola glaciazione coincise con carestie e - nel Nord Europa - con l’ossessione per la stregoneria e i roghi di streghe; fenomeno che ha forse ha che vedere con il consumo di granaglie inferiori o vecchie, spesso contaminate da muffe e funghi allucinogeni, e l’uso alimentare di erbe selvatiche spesso tossiche: tipico il «pain de la disette» il pane da carestia in Francia, fatto con ghiande ed erbe triturate; tali erbe potevano essere solanacee, come la datura stramonium (3) che producono ebbrezza e allucinazioni.
La minore insolazione aumentò i casi di rachitismo e deformità.



1) Michael Asher, «Temperature monitors report wide scale global cooling», Daily Tech, 26 febbraio 2008.
2) Michael Asher, «Solar activity diminishes: researchers predict another Ice Age», Daily Tech, 9 febbraio 2008.
3) Lo stramonio (solanacea che nasce spontanea, preferibilmente su strame e feci, da cui il nome) fu la tipica «pianta delle streghe», spesso usata insieme a giusquiamo e belladonna, o a datura «tromba d’angelo», per i suoi effetti allucinogeni. Ma poteva essere anche ingerita casualmente da persone affamate, ridotte a nutrirsi di radici e vecce. I principi attivi di queste piante sono la scoopolamina, la iosciamina e l’atropina. L’ingestione di stramonio provoca distorsione delle capacità percettive e perdita del senso della realtà: l’intossicato può vedere persone che non sono presenti e parlare con loro. gli occhi diventano estremamente sensibili alla luce.
Possono esserci reazioni di panico, cecità temporanea e follia.

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