Antonino Zichichi, presentatore televisivo
della fisica per il popolo e «celebre» fisico impegnato
in molti programmi di ricerca europei, ha pubblicato un libro:
«Il Vero e il Falso», Il Saggiatore, 2003, dove
affronta quella che viene definita la più diffusa delle
superstizioni: l’astrologia con i suoi oroscopi.
Zichichi nei giudizi è magnanimo!
Credere negli oroscopi non è un gran male se non fosse per
un aspetto collaterale: «chi è disposto a credere
nell’astrologia e nelle sue previsioni non ha difese contro
le mistificazioni culturali, qualunque sia la loro natura:
ideologica, politica, razziale. E’ una persona culturalmente
priva del sistema immunitario».
Il problema quindi è come ci si cura contro il male in
agguato costituito dalle tante credenze di natura ideologica,
politica o razziale, che vengono conculcate a fini di potere
attraverso i mezzi di comunicazioni di massa.
Ma è ovvio, con una vaccinazione in massa di carattere
culturale, una vaccinazione che consiste nel fornire una migliore
educazione scientifica, che metta in grado ogni persona di
distinguere il vero dal falso.
L’assalto all’astrologia potrebbe essere una prima
vaccinazione.
Molti, che si considerano benpensanti e
ragionevoli, si scandalizzano quando si parla di
astrologia e di argomenti dell’esoterico e
dell’occulto; quindi potrebbero essere arruolati tra coloro
che distribuiranno al popolo ignaro il vaccino.
Alcuni dotati di una cultura scientifica, si esibiscono spesso in
manifestazioni di virtuosismi verbali per far vedere quanto sia
facile dimostrare l’assurdità di queste credenze, che
ostinatamente trovano credito in un vasto pubblico.
Tuttavia gli improvvidi critici, senza tema di sbagliare, si sono
anche avventurati a citare i risultati della fisica moderna a
sostegno delle loro tesi.
La fisica moderna è la fisica quantistica e con essa
cominciano i guai.
Max Planck, il primo dei padri fondatori di questa fisica (che
prende il nome dai quanti di energia), dice: «è
opportuno... annoverare tra i postulati della fisica non soltanto
l’esistenza di leggi, ma anche il loro stretto carattere
causale».
Purtroppo le cose sono andate diversamente.
La causalità non è più rigidamente rispettata
nella descrizione del mondo fisico, e questo, per il sacro rispetto
che si deve portare alla verità, bisogna comunicarlo al
grande pubblico, anche se danneggia un poco l’effetto del
vaccino.
Allora diventa difficile utilizzare la fisica di oggi come antidoto
alle credenze esoteriche e misteriche.
Planck dice: «il lavoro scientifico
ci si presenta come una corsa incessante verso una meta che non
sarà mai raggiunta e che per principio non può essere
raggiunta. La meta infatti è di natura metafisica ed
è al di là di ogni esperienza. Ma il dire che la
scienza dà la caccia ad un aereo fantasma, non equivale
forse a dichiarare che ogni scienza è priva di senso?
Niente affatto, perché è appunto questa lotta
continua quella che fa nascere e maturare in quantità sempre
crescente i preziosi frutti …».
Ma aver ottenuto molti frutti dando la caccia ad un aereo fantasma
in realtà non ci ha avvicinato alla meta, anzi, se scambiamo
i frutti della scienza per le prove di aver già raggiunto la
meta, compiamo un tragico errore perché arrestiamo o
rallentiamo quel cammino di cui ci parla Planck.
Eppure illustri esponenti del pensiero vincente, da Piero Angela a
Margherita Hack, per citarne solo due particolarmente attivi, si
sono impegnati in una campagna di illuminazione per spiegare al
popolo come unica fonte di verità sia la scienza e al di
fuori della scienza ci sia solo errore e superstizione.
Ma la fisica quantistica, che dovrebbe essere il punto di forza
delle loro argomentazioni, sembra non volerli sostenere troppo.
I razionalisti, dopo aver ristretto l’ambito del sacro agli
argomenti che la scienza per ora non ha invaso, non mancano di
appellarsi alle religioni affinché contrastino quelli che
vengono considerati residui di paganesimo, come ad esempio
astrologia ed oroscopi.
Ma anche da questo lato non arrivano aiuti significativi.
Nella tradizione cristiana non c’è mai stata
intolleranza verso l’astrologia, anzi, più o meno in
ogni periodo della cristianità, leggere il futuro negli
astri è stato visto con una certa benevolenza.
E’ noto che Keplero, pur dicendo le stesse cose di Galileo,
non venne perseguitato perché non aveva il fare serioso del
nostro fisico-astronomo e distribuiva oroscopi molto apprezzati.
Oggi i teologi, spaventati dall’autorità delle scienze
(che si ostinano a non studiare) e dal rumore dei filosofi
razionalisti, hanno annacquato a tal punto il messaggio di Dio che
esso viene considerato quasi esclusivamente come opera di
edificazione (P. K. Feyerabend, «La scienza in una
società libera»).
Quanto poi al grande Newton recentemente è stato dimostrato
essersi occupato anche di stregoneria, argomento che quasi tutti
gli esoterici oggi rifiutano con sdegno.
Nella tradizione ebraica le cose vanno anche peggio per
chi fa le crociate contro l’astrologia.
Infatti l’ebraismo ha creato la cabala, una specie di
tradizione esoterica fondata sull’abbinamento dei numeri alle
parole dei sacri testi, con l’intenzione di trarre vaticini
su tutto.
Forse gli esponenti del pensiero ritenuto vincente potranno fare
appello all’Islam più intransigente, ma allora
andrebbero incontro ad altri rischi …
Sul numero di settembre/ottobre 1975 di «Humanist»
venne pubblicato lo «Statement of 186 leading
Scientist», una dichiarazione contro l’astrologia
firmata da ben 186 autorevoli scienziati.
Quando un rappresentante della BBC volle intervistare qualcuno dei
18 premi Nobel, firmatari della dichiarazione, questi si
rifiutarono dicendo candidamente che non avevano mai studiato
l’astrologia.
Eppure la prima frase dello Statement dice: «scienziati
appartenenti ad una varietà di discipline si sono
preoccupati per la crescente popolarità
dell’astrologia in molte parti del mondo».
Nel primo articolo il professor Bok dice: «Tutto
ciò che posso fare è affermare in modo chiaro e
inequivocabile che i moderni concetti di astronomia e di fisica
spaziale non danno alcun sostegno, ma anzi scalzano, i dogmi
dell’astrologia».
Questa affermazione ci rivela che quegli scienziati non solo
ignoravano l’astrologia, ma anche alcuni aspetti
dell’astronomia, della fisica e della biologia.
Infatti sappiamo con certezza che, soprattutto
attraverso le molecole d’acqua, influenze dal cosmo si fanno
sentire su molti fenomeni biologici.
Purtroppo spesso gli scienziati sono pronti a far valere la loro
autorità anche quando non sono sufficientemente informati su
ciò che vorrebbero far credere.
Ma quel famoso documento contiene anche autentiche inesattezze
storiche.
«L’astrologia ricevette un grave colpo mortale
quando Copernico cancellò il sistema tolemaico».
Invece è vero il contrario.
Keplero, che come già si è detto è stato anche
un grande astrologo, utilizzò le nuove scoperte per
migliorare l’astrologia, quella siderea riguardante fenomeni
di massa, come guerre, epidemie ed altre cose del genere.
L’impegno degli illustri scienziati firmatari del documento
non ha certamente nuociuto allo sviluppo dell’astrologia, che
oggi ha un seguito crescente.
Ma torniamo alla fisica, il campo in cui più si accendono le
dispute.
Come si è detto, è difficile oggi utilizzare la
fisica come arma della razionalità contro
l’irrazionale quando sappiamo che molti fisici hanno
dichiarato di non aver capito appieno le teorie quantistiche, che
essi hanno contribuito a creare.
Oggi la realtà fisica non è più comprensibile
con modelli e proposizioni che rientrano nella nostra sfera
razionale, ma è solo descrivibile in termini predittivi con
grandezze probabilistiche, contenute in formule matematiche il cui
significato fisico non è sempre intuitivo.
La logica della fisica quantistica è quella di Alice nel
paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Robert Gilmore, un fisico
che dopo una lunga attività sperimentale si è
dedicato alla didattica, ha scritto un libro di
successo: «Alice nel paese dei quanti», dove i
paradossi inventati da Carroll vanno molto bene per descrivere la
fisica delle particelle atomiche.
Alcuni fisici, che furono i padri fondatori
della fisica moderna, come il già citato Max Planck
(1858-1947), Albert Einstein (1879-1955) ed Erwin Schrödinger
(1887-1961), furono anche i maggiori critici della teoria
quantistica, che in realtà è sopravvissuta come
perfetta descrizione fenomenica.
Essi rifiutarono la mancanza di causalità e la
complementarietà (un «giochetto» creato da Bohr
per giustificare in qualche modo la duplice natura corpuscolare ed
ondulatoria di tutte le particelle materiali nella fisica del
microcosmo. Recentemente è stato dimostrato sperimentalmente
esistere il comportamento ondulatorio anche per grosse molecole
composte da 60 atomi).
Per i razionalisti ed i nuovi adepti della dea ragione le cose
vanno ancora peggio se si passa all’astrofisica, dove le
teorie quantistiche sono traslate su scala cosmica con stretta
connessione con la teoria della relatività generale.
Si incontrano allora descrizioni dell’universo così
fantasiose da lasciare spazio a mondi paralleli in grado di
ospitare tutto il soprannaturale che più ci piace
immaginare.
Ma veniamo ora alla parte dura della critica verso la linea degli
adepti della dea ragione. Cominciamo dalla scienza come fonte di
verità indiscutibile alla quale far riferimento.
Si danno casi del recente passato in cui la scienza ufficiale ha
commesso errori clamorosi.
Ad esempio l’assenza di procedure d’igiene nel XIX
secolo negli ospedali si protrasse sino a che non venne dimostrata
e riconosciuta ufficialmente l’esistenza di microrganismi
patogeni.
Dopo un’autopsia un medico andava a seguire un
parto senza disinfettare le mani.
Questo al grido: non crediamo a ciò che non vediamo.
Ludwig Boltzman scosse la fisica del XIX secolo iniziando la
meccanica statistica.
Contro il pericolo di una scienza che sembrava voler arrestare le
sue indagini, diceva: «bisogna evitare il dogma della
unica fenomenologia beatificante».
Egli fu il primo teorico moderno della concezione atomistica della
materia, ma si suicidò a causa dell’ostilità
dura dei colleghi fisici.
La scienza in realtà si limita ad enunciare
«verità» che sono per loro natura provvisorie.
Infatti la scienza non può fare affermazioni definitive
perché per sua natura è soggetta al rito
dell’autofalsificazione.
Invocare la scienza come suggello di verità è assurdo
e costituisce una contraddizione.
Come disse Planck, la scienza è una corsa continua verso la
meta: la verità.
La dinamica della scienza è poi tale da non permettere mai
la formazione di una verità ufficiale stabile, neppure per
tempi brevi.
Oggi si danno contemporaneamente sullo stesso fenomeno diverse
teorie in competizione tra loro. Quando alla fine una teoria
prevale può risultare che questa sia già vecchia
perché sono sopravvenuti nuovi risultati sperimentali che
hanno intorbidato le acque.
Ma sono proprio le scoperte astronomiche la causa di tanto
bisogno di mistero, di magia, di
«superstizione».
Sino a Copernico si pensava che la terra fosse al centro
dell’universo, da un punto di vista fisico. Sappiamo che
queste convinzioni erano false, ma certamente erano rassicuranti.
Oggi sappiamo che l’universo è finito ma senza
confini, sappiamo che la terra è un piccolo pianeta,
satellite di una stella medio-piccola, che a sua volta appartiene
ad una galassia di media grandezza: la Via Lattea.
Sappiamo che in questo universo avvengono immense catastrofi delle
quali ci arriva notizia anche con miliardi di anni di ritardo.
Sappiamo che un evento minimo, appena percepibile nel sistema
solare, come l’impatto con un asteroide, sarebbe in grado di
distruggere in poche ore ogni forma di vita sul nostro pianeta.
Questa è la realtà in cui si muove la terra, questa
è la realtà in cui è confinata la vita di noi
tutti.
Alle preoccupazioni di carattere cosmico si aggiungono poi quelle
riguardanti la tenuta dei delicati equilibri sul nostro pianeta.
La scienza non ha sempre colpe dirette nella formazione di questo
quadro di estrema precarietà, ma neppure è sempre
innocente.
E’ un quadro dove la vita è un fatto del tutto
marginale davanti alle immense forze cosmiche, un fatto incerto
davanti all’indeterminazione dei fenomeni del microcosmo.
E allora si vorrebbe proibire o scoraggiare l’astrologia in
nome della scienza, di questa scienza?
Professor Raffaele Giovanelli