L'enigma Giovanni XXIII: era lui il tanto atteso «Papa buono»? (seconda parte)
In vista del pericolo originale a cui è
esposto l'essere umano, ossia di ripiombare nel deleterio errore
di «scegliere» il «bene» sussurrato da una
voce occulta, per «essere come Dio», al
giovane che si rivolgeva a Lui dicendo: «O buon Maestro,
che cosa devo fare di buono per ottenere la vita
eterna?» Gesù ha insegnato:
«Perché mi chiami buono? Nessuno è buono,
se non uno solo, Dio» (Matteo 19, 17; Marco 10, 18; Luca
18, 19).
Infatti, in tutta la Bibbia è espressa la maledizione a cui
è soggetto chi crede nella bontà umana autonoma da
Dio.
Nondimeno, Roncalli è stato chiamato
«buono», in contrasto con Pio XII e
predecessori.
Ciò non accade forse in virtù di una potente campagna
di comunicazione scatenata da certi poteri occulti interessati al
«bene» di un nuovo ordine mondiale?
Il fatto è che la «bontà» di
Roncalli interessa certamente a quanti sono nemici dei Papi
cattolici.
Costoro all'elezione di Roncalli, esultarono al pensiero che
finalmente avevano il Papa buono desiderato.
Ecco perché il mito Roncalli va visto dai cattolici non
tanto per il suo «valore» artefatto, ma
perché il piano di rivoluzione nella Chiesa, a cui lui ha
contribuito, consapevolmente o no, non continui a rovinare la fede
di molti.
In tal senso è bene vedere in cosa consisteva la
«bontà» indirizzata a
«liberare» la Chiesa da un qualche
«insostenibile» rigore, o chissà, da
qualche «intransigente» chiusura posta dei
Papi del passato in difesa della fede.
La rivoluzione conciliare, oscura metamorfosi religiosa, si svela,
come già visto, nelle parole della stessa gerarchia
conciliare i cui membri, al contrario di quanto insegnarono i Papi,
non solo riconoscono l'«ideale generoso»
delle rivoluzioni e la
«profonda religiosità» in Lutero, ma
ritengono i frutti di tali ribellioni - persecuzioni,
scristianizzazione del mondo, genocidi, immoralità sociale -
il risultato dei soliti errori umani, accidentali e non intrinseci
al processo rivoluzionario.
Anzi, affermano che la solidarietà rivoluzionaria fa
avanzare il mondo verso il nuovo ordine di giustizia e pace
smarrito dai cattolici!
Ora, non si vuol affermare qui che i nuovi pastori seguano la
teosofia della Blavatsky o simili, riguardo all'inversione del
cristianesimo.
Quello che si può constatare, e per le loro stesse
dichiarazioni, è che essi intendono armonizzare la religione
di Dio fatto Uomo con la religione dell'uomo che si fa Dio (vedi
Paolo VI), ossia con il nuovo umanesimo ecumenistico che raccoglie
tante
credenze e non credenze.
E' la gestione degli opposti che è nella sua contraddizione
filosofica un'idea non solo anticristiana, ma che avversa la
natura spirituale dell'essere umano.
Angelo Roncalli fu il professore modernista,
nunzio filomassonico e patriarca, che, eletto al soglio di Pietro,
per un ironico intervento del «caso», assunse
il nome dell'antipapa Giovanni XXIII, iniziando il mutamento che
ha finito poi per rovinare a fondo la Chiesa.
Il suo enigma appartiene allo stesso periodo storico del segreto di
Fatima da lui censurato nella sua visione della cristianità
rovinata e del Papato colpito.
Perciò per risolvere questo tenebroso enigma nessun
cattolico avveduto penserà di ricorrere alle parole dello
stesso Roncalli, che inoltre, come ha capito Andreotti,
«aveva molto imparato da don Ernesto» sul modo
di raggirare i problemi.
Don Ernesto Buonaiuti era quel suo amico modernista scomunicato
«che ebbe l'unico torto di non aver saputo aspettare
l'evolversi dei tempi».
Se avesse saputo fare come Roncalli, probabilmente sarebbe
diventato anche lui un eminente maestro della nuova
«fede» umanitarista e
«buonista» che «aggiorna»
quella «arretrata» dei Padri, dei Santi e dei
Papi di quella Chiesa vecchia di duemila anni avversa alle
«riforme» della tradizione legata a
Gesù Cristo.
L'enigma non si risolve nemmeno ricercando scritti o tessere
sospette, ma seguendo l'istruzione del Signore: «Dai
frutti li conoscerete».
E il buon senso insegna che certi frutti maturano con le scelte
secondo i tempi.
Le scelte dei «modernisti» - lo aveva capito
anche il non cattolico Benedetto Croce - era quella della
«conciliazione storica» con i
«positivisti, pragmatisti e empiristi di ogni
risma» che, «non credendo al valore del
pensiero e della logica, cadranno di necessità
nell'agnosticismo e nello scetticismo. Dottrine, queste,
conciliabili con un vago sentimentalismo religioso, ma che ripugna
affatto ad ogni religione positiva».
Ecco la scelta filomassonica del Roncalli modernista, simpatizzante
pure per i comunisti con i quali condivideva idee umanitariste e
alquanto antitradizionali.
Oggi, però, dato che questa scelta è moneta corrente
nella Chiesa che si dice cattolica ma che è
«conciliare», essa va identificata attraverso
uno sguardo sul corso storico nel quale è stato promosso il
«credo modernista» alieno al «valore
del
pensiero e della logica» indicato da san Tommaso.
Si tratta dell'opposizione diametrale tra la filosofia perenne e
quell' Illuminismo che intendeva compiere, più che un
semplice «aggiornamento» religioso, una
radicale
inversione nella visione della vita nel mondo.
Un compromesso storico di portata e conseguenze inaudite si stava
preparando sul piano religioso: la fusione dell'idea cristiana con
l'idea mondana.
La prima, dell'amore al Redentore, che sopperisce l'ignoranza
dell'uomo e restaura la sua volontà ferita; la seconda che
disprezza e irride quest'amore in vista di una civiltà
moderna centrata proprio sul potere dell'uomo decaduto.
Il «nuovo bene» e una
«nuova classe clericale»
fu preparata per stabilire tale conciliazione globale del mondo.
Per essa la Redenzione andava ridotta a un diritto universale
dovuto alla «dignità umana».
E' l'idea della «redenzione universale»
della «Gaudium et Spes» e della
«Redemptor hominis»; prodotti rifiniti del
Vaticano II che, salvo prova contraria, fu convocato per avviare il
processo del «nuovo ordine»
religioso ordinato a una «nuova
umanità».
Si tratta della via conciliare in vista di una «presa di
coscienza» per introdurre nella religione del Sacrificio
redentore un nuovo umanesimo, cioè l'utopica
«civiltà dell'amore», intesa come
unione e conciliazione universale delle religioni.
Tale via serviva a raccordare le altre, gnostica e massonica, con
l'«aggiornamento» e
l'«apertura» dell'ordine cristiano alla
modernità: via che il pensiero cattolico dei Papi ha sempre
rifiutato come perversa, ma che oggi nel nuovo concerto
democraticista dominante, pare obbligatoria.
Tale piano ottimista di conciliazione
«cosmica», che svela la presenza del mistero
d'iniquità nella stessa Chiesa, può essere inteso
alla luce di uno dei fatti più emblematici della storia
vaticana all'inizio del ventesimo secolo.
Si tratta del conclave per la successione di Leone XIII nel 1903.
Il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, di una nobile famiglia
siciliana di Corfù, è una delle più
controverse figure della Chiesa.
Avendo una personalità carismatica e occupando da sedici
anni la carica di Segretario di Stato, presto s'impose nel
conclave e poteva essere eletto se, con sorpresa generale, il
cardinale Puzyna, arcivescovo di Cracovia, non avesse interrotto il
corso di quell'elezione come portavoce di Francesco Giuseppe che,
come imperatore austro-ungarico riteneva di godere, in virtù
di un antico trattato tra il Sacro Impero e Roma, del potere di
veto nei conclavi papali.
Egli esercitò allora tal potere per impedire l'elezione del
cardinale Rampolla.
La ragione rimase ignota.
Si pensò, giustamente, che l'imperatore austriaco non
gradisse la sua politica filofrancese.
La questione irrisolta può avere interesse storico, non solo
per spiegare la ragione del veto posto a questo personaggio
dall'imperatore, ma per sapere se già all'alba del
Novecento uomini della Chiesa avrebbero «benedetto
compromessi storici epocali».
Infatti, Rampolla fu il gran promotore di una politica di
«ralliement» dei cattolici col
governo francese, detto giustamente del «Grande
Oriente».
Da ciò l'idea che lui potesse essere l'iniziato creatore
della retro-loggia vaticana, la P1, formatrice della cerchia di
chierici influenti capaci di mutare l'indirizzo della Chiesa a
favore di una «conciliazione» con massoni
«di ogni risma».
Mancano le prove per dimostrare l'appartenenza
massonica di Rampolla, ma non del progressivo mutamento
dell'indirizzo di molti uomini della sua linea verso una
«conciliazione ad oltranza» coi nemici della
Chiesa.
E questa mossa, che è un fatto storico, è
un'operazione favorevole ad un'idea massonica.
Forse c'era dell'altro, ma per il cattolico interessa soprattutto
il seguito guidato dallo Spirito Santo perché in quella
elezione la Provvidenza guidò i cardinali ad eleggere
Giuseppe Sarto, che divenne san Pio X, nell'esercizio del supremo
apostolato.
Contro di lui, allora, i poteri del male si sono scatenati
furiosamente, poiché la loro prima scalata al trono di
Pietro era fallita a causa di un umile «profeta di
sventure».
Tutt'oggi san Pio X è detestato dai chierici modernisti e
Pio XII ha compiuto un atto di coraggio quando lo ha canonizzato.
Dal giornalista Indro Montanelli conosciamo la reazione rabbiosa di
Giovanni XXIII alla menzione del suo nome: «Ma che
santo!».
Ai cattolici le questioni passate d'affiliazioni alla Massoneria,
tanto astruse e difficili da provare, dovrebbero interessare meno
che l'opera effettiva di prelati elevati a posizioni di potere.
E' il caso di Roncalli.
Che fosse o meno iniziato, come assicura il massone Pier Carpi,
cosa cambia se come nunzio favorì manovre ecumeniste,
laiciste, favorevole alla formazione dello Stato sionista, tutto
alla faccia del Magistero dei Papi?
Era Roncalli modernista e massone?
Dato che lui ha occupato la cattedra suprema della Chiesa il solo
dato che conta ormai per giudicarlo è la sua opera in quella
posizione, molto più alta di quella del cardinale Rampolla.
Qui sono in questione i frutti di questo
operato da nunzio e patriarca, ma in modo enormemente più
grave nella sede di Pietro e riguardo alla fede, alla sua difesa,
alla continuità della tradizione e della teologia
cattoliche.
A questo punto, più che rispondere di qualche suo
«pensiero» deviato, a lui vanno addebitati i
risultati finali che ora il mondo vive nel senso della
«mutazione naturalistica» della religione.
Questa è ormai una tremenda realtà.
Ma torniamo ad alcune informazione riguardanti il tempo del
conclave su cui pesa il grave sospetto di un'ingerenza massonica.
Il cardinale Mariano Rampolla del
Tindaro
In un suo studio lo storico italiano Gianni
Vannoni («Le Società segrete dal Seicento al
Novecento», Sansoni, Firenze, 1985) descrive alcuni
dettagli circa la cosiddetta OTO, «Ordo Templi
Orientis», «una delle società segrete
più sconcertanti
esistenti...».
Essa fu fondata soltanto pochi anni prima del conclave papale in
questione dal ricco viennese Karl Kellner, che si recava spesso in
Oriente per studiare le «tecniche del potere magico del
sesso» insegnato da certi yogi indiani.
Altri fondatori dell' OTO furono i tedeschi, Theodor Reuss, membro
anche del Rito occulto inglese di Memphis, e Franz Hartmann, un
medico legato alla sede centrale americana della famosa
Società Teosofica di madame Blavatsky.
Tra gli amici dell'OTO c'è da includere Rudolf Steiner, la
cui «antroposofia» avrebbe avuto un ruolo
importante nella vita di Angelo Roncalli, causando il congedo dal
Laterano del futuro Giovanni XXIII.
Anche Karol Wojtyla ha poi subìto quella influenza secondo
quanto racconta il suo amico Malinsky. (1)
Pare che il più importante membro fondatore della
OTO fosse Aleisteir Crowley, sommo satanista dei tempi moderni, il
«Cagliostro della Massoneria contemporanea»,
immortalato nel noto romanzo di Somerset Maugham «The
Magician».
Eletto Gran Maestro nel 1912, Crowley si dichiarò
«guidato dalla Suprema Intelligenza» per
«aprire le porte alla Nuova Era».
Spetta agli storici investigare sull'incontro, o disincontro, di
Roncalli nella Sicilia di Cagliostro con questo grande capo.
Qui interessa oltrepassare tali iniziative occulte, per capire la
vera questione in causa.
La terza via, clericale, della gestione degli
opposti
Una nuova classe clericale si è formata nei tempi moderni
per gestire, in nome della pace, ciò che è in
realtà contrapposizione metafisica.
Se prevale una politica ecclesiastica che ignora tale opposizione
irriducibile mirando ad una conciliazione totale, «in
extremis», del bene col male, ciò è segno
che nuovi «maestri buoni» pontificano nella
stessa Chiesa per mettere sullo stesso piano le
rivendicazioni di «uguaglianza» e di diritti
della città mondana col culto della città di Dio.
Questo spirito di apertura al mondo è riconoscibile nei
conciliaristi di ieri come di oggi quando dichiarano che il
processo rivoluzionario, civile e religioso, è animato da un
«profondo e generoso» spirito che opera per la
fratellanza universale:
basterebbe «battezzare» lo spirito della
«religione dell'uomo che si fa
Dio» perché esso entri nel solco del
cristianesimo.
La «revisione» del cristianesimo è la
rivoluzione dell'«aggiornamento» clericale,
aperto ad ogni utopia.
Essa è riuscita dove le altre avevano fallito proprio nel
periodo indicato nel terzo segreto di Fatima che, se fosse stato
svelato nel 1960, come previsto, avrebbe fatto luce sulla meccanica
dei fatti, cioè gli sconvolgimenti conciliari.
Non avvertiva forse esso su un evento senza precedenti storici che,
successivo alle due Guerre Mondiali, sarebbe stato ancora
più rovinoso sul piano morale della rivoluzione sovietica?
Cosa se non una rivoluzione finale di marchio satanico?
Emblematicamente il messaggio divino che parlava di tali pericoli
fu censurato da un chierico sedotto da un «altro
messaggio».
Tutto secondo la parola di Gesù: «Io sono venuto
nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete;se un altro
venisse nel proprio nome, lo
ricevereste» (Giovanni 5, 43).
Il pensiero segreto dell'«altro»
mira all'idea di autoredenzione
Nell'alba dei tempi il sussurro del tentatore originale
suscitò nella mente umana l'idea di un'autonomia assoluta.
Nel secolo scorso tale idea si ripresentò con forza nella
«Dottrina segreta» della Blavatsky, svelando
un suo grande piano: «La Teosofia è una gnosi che
intende divinizzare l'umanità come una vera e propria
religione di massa, che insegna essere il male uno dei principali
sostegni del mondo manifestato; una necessità per
l'evoluzione e il progresso, come la notte per il giorno e la
morte per la vita, e affinché l'uomo possa vivere
eternamente. Satana (o Lucifero) rappresenta l'energia
attiva dell'Universo [l'entropia], la luce, la vita, la
lotta, il pensiero, la coscienza, il progresso, la civiltà,
la libertà […] è Dio […]
una sola cosa col Logos. Esiste in natura una Legge eterna,
legge che tende aconciliare gli opposti e a
produrre l'armonia finale. Grazie a tale Legge di sviluppo
spirituale... l'umanità verrà liberata dagli
dèi falsi e bugiardi [si legga cristianesimo] e
otterrà, alla fine, la sua
autoredenzione».
La Blavatsky e la sua teosofia furono adattati nel nostro secolo
dall'antroposofia di Rudolf Steiner, che combina questi concetti
per un nuovo cristianesimo, il cui «Cristo»
«armonizza anche gli opposti».
Il gesuita Teilhard de Chardin ne fu attratto e il giovane Karol
Wojtyla sarà attirato dalla ricerca dell'armonia
antropocentrica: la pace attraverso l'idea della redenzione
universale.
Tali idee gnostiche possono sembrare molto particolari e poco
ricollegabili con la strana mutazione religiosa innescata da un
conclave e messa in opera con un concilio, ma sono le idee venute
alla ribalta ad Assisi nel 1986.
«Sol che si rifletta un poco sulle cosiddette
'teologie' moderne ci si rende conto di quanto sia pericoloso, in
apparenza incredibile e assurdo, data la storicità della
persona di Cristo e il patrimonio dogmatico della Chiesa, di
trasformare il
cristianesimo in panteismo, sia concreto e attuale. Paradigmatico
è il caso di Teilhard de Chardin. Questo gesuita vede tutto
in chiave darwiniana [e steineriana]: per lui l'universo,
inteso come materia di cui l'uomo sarebbe la punta evolutiva,
tenderebbe, nella naturale sua evoluzione,
verso un 'punto omega' che rappresenterebbe l'incontro tra la
materia e Dio, inteso, quest'ultimo, come una specie di anima
universale che finirebbe con l'unificare il molteplice materiale
in un complesso superindividuale che sarebbe il Cristo cosmico,
punto di arrivo dell'evoluzione». (2)
Ebbene, tutte le ramificazioni gnostiche, dalle più
antiche fino allo «gnosticismo cristiano» dei
discepoli della Blavatsky, della Besant, di Rudolf Steiner, di
Teilhard de Chardin, tutte hanno in comune la stessa direzione:
dell'uomo verso Dio; tutte emanano una conoscenza esoterica che
indica un «nuovo bene umano».
Da questo punto in poi la missione del cristianesimo, per questa
gnosi, è di compiere tale «bene».
E guarda caso, per i «mondialisti» come per i
conciliari si tratta dell'unione dell'umanità.
Quindi il «bene» non sarebbe più
condurre i popoli alla pace di Gesù Cristo, ma il
cristianesimo avrebbe per missione e fine l'unione indiscriminata
di tutti.
Se converge in tale direzione è buono e giusto; se diverge
è nocivo e deve scusarsi di un tale passato.
Ecco il «deismo» delle logge, il rapporto dei
«maestri» terreni con il Gran
Architetto, dello stesso genere di quello di Teilhard de Chardin e
del «cristianesimo» in evoluzione verso il
Cristo cosmico.
A tale «pedagogia» anticristiana mancava
ancora un contenuto adatto a convogliare le coscienze al
sincretismo globale.
La Teosofia ha provato ad elaborarlo, ma invano.
Sarà un suo erede a fare un passo avanti, in modo da fornire
ai poteri del mondo e alle logge una nuova formula che, invece di
escludere, includa il cristianesimo nel sincretismo globale.
Rudolf Steiner fu questo «maestro».
Uomo di qualità intellettuali eccezionali, pedagogo
prodigioso e fertile scrittore, Steiner fu a capo della
Società Teosofica in Germania ivi fondando nel 1902 la
rivista Lucifer, che nel 1904 assunse il titolo
di «Lucifer-Gnosis».
Secondo i suoi biografi Steiner ebbe una
«Guida» che Edouard Schuré, il famoso
teosofo e filosofo protestante francese (1841-1929), autore nel
1889 del libro «I Grandi Iniziati»,
così descriveva: «Il Maestro di Rudolf Steiner era
uno di quegli uomini potenti che vivono sotto la maschera di uno
stato civile qualunque, per compiere una missione conosciuta solo
dai pari loro. Non operano mai apertamente sugli avvenimenti umani;
fatto invero preoccupante se confrontato con la descrizione che il
martinista Mariel ci rende dei Superiori Incogniti, quando,
disquisendo sulla loro natura, si chiede se essi siano 'uomini di
carne oppure genii, entità o daimon'
concludendo che: 'la Dottrina Segreta di H.P. Blavatsky ci
dà se non delle certezze almeno interessanti
approssimazioni'» (ivi, pagina 207).
Per averne un saggio si sappia che in tale opera Satana viene
descritto come «il Dio, il solo Dio del nostro
pianeta» e, altrove, «[Satana] non è
che una sola cosa col Logos», per cui: «la
Chiesa maledicendo Satana [...] maledice Dio [...]
o la Sapienza rivelatasi come Luce e Ombra, Bene e Male nella
Natura».
L'Antroposofia, il cui centro a Dornach, presso Basilea in
Svizzera, è stato battezzato
«Goetheanum» in onore all'illuminato Goethe,
è oggi diffusa in tutto il mondo con centri di iniziazione e
poli scolastici denominati Scuole Waldorf .
Rudolf Steiner partì dalla Teosofia della Blavatsky, che
aveva per programma la «Fraternità
Universale» nella sintesi della conoscenza; sarebbe la
teoria del campo unificato dallo «spirito
universale», come la teoria di Einstein per il campo
fisico.
Si tratta della «gnosi» che vanta tra i suoi
illuminati non solo il neoplatonico E-ckhart, ma falsamente le
sante Gertrude, Ildegarda, Caterina di Siena, Agostino, Francesco
d'Assisi e Francesco di Sales.
Steiner ha scritto anche su san Tommaso d'Aquino.
Ecco alcuni dei nomi noti dell'epoca attratti da
quest'«iniziazione» esoterica: Thomas Edison,
Pieter Mondrian, Alexander Scriabin, William Butler Yeats, Gandhi,
George Russel, Bernard Shaw, Annie Besant, Aldous Huxley, Fernando
Pessoa, etc.
Quest'ultimo ha tradotto la Blavatsky e, su
questo, ha scritto allora ad un amico: «Se osservi che la
Teosofia, che ammette ogni religione, ha un carattere interamente
simile al paganesimo, che accoglie nel suo Pantheon tutti gli
dèi, ti accorgerai la seconda ragione della grave crisi
dell'anima mia. La Teosofia mi terrorizza col suo mistero. E'
l'orrore e l'attrazione dell'abisso realizzati nell' oltre
anima. Uno spavento metafisico, mio caro». (3)
Ma torniamo a Steiner, che è andato oltre la
Teosofia rifacendosi ad un certo panteismo di Goethe.
Egli è giunto ad una nuova sintesi religiosa:
l'antroposofia, che mira a una conoscenza piena soprasensibile sul
mondo e l'uomo inserito nell'universo, raccogliendo non solo le
religioni in genere, ma la Teosofia condannata dalla Chiesa
(Denzinger 2189).
Steiner voleva un nuovo «cristianesimo» che
includesse sacramenti e la fede nella reincarnazione (Steiner si
riteneva Pitagora reincarnato); credeva nel ritorno della mente per
meglio capire e spiegare l'uomo, nei suoi impulsi ed energie, sia
religiosi, sia rivoluzionari.
La mente umana, almeno la sua, sarebbe capace di cogliere la
saggezza per discernere ogni segreto sul bene, sull'uomo e
sull'universo.
Così Steiner, considerando che la Chiesa cattolica aveva
tradito la sua missione ed era condannata alla sparizione,
elaborò, alla luce del buddismo esoterico, il suo
«esoterismo cristiano» in cui Cristo è
il personaggio capace d'equilibrare e temperare l'ardore di
Lucifero da un lato e la mente fredda del demone Arimane
dall'altro.
L'influenza steineriana nella Chiesa, di sapore panteistico e
sincretistico, è avvenuta attraverso alcuni dei suoi
ammiratori.
Uno dei più noti fu il gesuita massone Teilhard de Chardin;
poi Roncalli e uno degli autori del Vaticano II, specialmente della
«Gaudium et Spes», Karol Wojtyla.
L'«Antroposofia», che la Chiesa ha incluso
nella stessa condanna della teosofia, è riuscita a
contagiare molti dei suoi membri, i cui pensieri vagavano alla
ricerca di una «sintesi suprema».
Oltrepassando tutti i limiti delle censure ecclesiastiche, questa
lettura avanza sull'onda della fiducia olimpionica di chi sente
d'aver capito tutto e senza timore, coglie in modo imperterrito
dall'albero della conoscenza del bene e del male.
Rudolf Steiner
Steiner commenta i quattro Vangeli e
l'Apocalisse spiegando tutto senza esitazioni,
«la verità» sui due bambini
Gesù: «Abbiamo quindi due storie di Gesù di
Nazareth prima che accogliesse in sé il Cristo».
Tutto echeggia le narrazioni delle religioni orientali.
«Krishna: nome che riassume effettivamente quanto stende
la sua luce nell'evoluzione spirituale dell'umanità
attraverso i millenni».
«Maitreya-Buda» e
«Hermes-Mercurio» si legano ai nomi di
«Zarathustra» e Mosé.
«Le diverse dottrine portate agli uomini di Buddha,
Zoroastro... per stabilire la Fraternità universale...
sostantivo che prima era conosciuto solo da pochi
iniziati»... come il tempo e l'apparizione di nuovi
iniziati, avrebbe illuminato il patrimonio
della conoscenza dell'intera famiglia umana.
La «grandiosa figura di Giuda degli ultimi capitoli
dell'Antico Testamento - e la figura di Giuda del Nuovo
Testamento... nelle sue successive reincarnazioni (Giuda
incarna la sensualità umana, e realizza la fusione
dell'elemento romano con quello cristiano)», tutto è
ricuperato e spiegato senza tentennamenti.
«Dopo che Cristo, che aveva in se lo Spirito universale
dell'umanità, ha avuto la sua opera completata in Terra,
formando un'unità perfetta di vita spirituale nel mondo,
solo allora si è resa possibile la facoltà di parlare
nel senso di questo Cristo-Impulso, spuntato nei cuori... divenendo
parte sostanziale del mondo spirituale, principio dell'evoluzione
cristiana... in spirito di libertà».
Ma cosa voleva in fondo Steiner?
«Abbiamo bisogno di un Concilio e di un Papa che lo
convochi» già lo diceva nel 1910.
(4)
Il Piano per una Controchiesa
mondiale
La questione che si pone è, quindi: Giovanni XXIII, aprendo
alle venture del mondo moderno, dove dominano il naturalismo
massonico e il materialismo socialista e chiudendo alle
«profezie di sventure», non irrideva forse gli
allarmi riguardo questi pericoli crescenti ripetuti dai Papi?
Basta sentire gli ultimi Papi per capire che si trattava di una
vistosa rottura, non solo con la loro visione dei mali presenti, ma
con la visione complessiva della Bibbia, dalla Genesi
all'Apocalisse.
Cominciamo allora a riportare alcuni avvertimenti papali sulle
mosse anticristiane del mondo moderno, per poi ricordare la loro
dottrina specifica sugli errori incombenti nell'ambito della fede,
qui elencati in breve.
Si tratta dell'insegnamento dei Papi: Gregorio XVI sul
«delirio» delle libertà e
dell'indifferentismo in materia di religione (enciclica
«Mirari vos»,1832); Pio IX sull'elenco di
errori della società civile moderna, con cui ogni
conciliazione è impossibile per la Chiesa (encicliche
«Quanta cura» e
«Sillabo», 1864); Leone XIII sul pericolo
rappresentato dal liberalismo (enciclica
«Libertas», 1888) e dalla Massoneria
(enciclica «Inimica vis», 1894); Pio X, sulle
insidie del modernismo e del suo larvato agnosticismo, collettore
d'ogni eresia (enciclica «Pascendi», 1908), e
condannando la democrazia cristiana del Sillon («Notre
charge apostolique», 1910); Benedetto XV, che
pubblicò il Codice canonico voluto da san Pio X, dove
è detto che l'affiliato alla Massoneria è fuori
della Chiesa; Pio XI sul pericolo del
«pancristianesimo» (operazione ecumenista di
allora, enciclica «Mortalium animos», 1928);
Pio XII, contro la «nuova teologia» per una
«nuova chiesa» (enciclica «Humani
generis», 1950).
L'attrazione di Roncalli per il modernismo, per il laicismo e per
il pensiero ecumenista e massonico, lo faceva pure ammiratore della
civiltà pragmatica americana e della sua
«fede» americanista in
«aggiornamento» continuo. (5)
Quindi, quanto era visto in quei giorni dal Papa Leone
XIII (Lettera «Testem benevolentiae», 22
gennaio 1899) come il pericolo americanista, per Roncalli era
motivo di grande ottimismo.
Così, poi, per inserire tali idee nei documenti del Vaticano
II, in speciale sulla «libertà
religiosa», era stato invitato come
«perito» principale John Courtney-Murray,
«teologo americanista».
Da allora non è più Roma a giudicare gli errori
americanisti, ma questi a tracciare il nuovo indirizzo ecumenista
della chiesa conciliare, alla barba di tutto il Magistero cattolico
precedente!
I promotori e i teologi di queste deviazioni furono tutti invitati
e poi promossi nella «chiesa conciliare»
inaugurata da Giovanni XXIII.
L'inversione illuministica
Tale processo aveva per bersaglio il cristianesimo.
Tuttavia, va considerato prima nel suo rapporto con i
princìpii logici, base d'ogni pensare, che col pensiero
religioso.
Infatti, l'illuminismo mette in dubbio, prima che la fede, i
princìpii di causalità, di finalità e
d'identità e non contraddizione.
E' vero che il «pensiero» illuminista, come
quello relativista e modernista, non è univoco e dimostra
essere piuttosto una tendenza.
Questa, però, va nel solo senso opposto alla tradizione, al
senso teandrico della fede cristiana autentica, che viene da Dio
all'uomo.
Il nuovo senso è quello del pensiero umano su Dio; pensiero
illuminista messo in atto dalle organizzazioni come la Massoneria,
la cui visione può essere deista, gnostica o agnostica, ma
l'importante è che sforni pensieri e politiche per
governare il mondo stabilendo alleanze con quanti sono disposti a
cacciare l'influenza sociale del pensiero soprannaturale.
Tutta la discussione sulla vacuità dell'illuminismo
è però inutile di fronte all'evidenza che è
esso a reggere la mentalità moderna, sempre più
dominante in ogni campo e che ha inoculato anche nel cattolicesimo
il pensiero deviato degli avversari dichiarati dell'ordine
cristiano.
Rivediamo le parole di Pio XII che riassumono l'abissale
inimicizia tra tale spirito rivoluzionario e quello cristiano:
(Discorso all'Azione Cattolica, 12 ottobre 1952): «Esso
si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e
subdolo. In questi ultimi secoli ha tentato di operare la
disgregazione intellettuale, morale, sociale dell'unità
nell'organismo misterioso di Cristo. Ha voluto la natura senza la
grazia; la ragione senza la fede; la libertà senza
l'autorità; talvolta l'autorità senza la
libertà. E' un nemico divenuto sempre più concreto,
con una spregiudicatezza che lascia ancora attoniti: Cristo
sì, Chiesa no. Poi: Dio sì, Cristo no. Finalmente il
grido empio: Dio è morto; anzi: Dio non è mai stato.
Ed ecco il tentativo di edificare la struttura del mondo sopra
fondamenti che Noi non esitiamo a additare come principali
responsabili della minaccia che incombe sulla umanità:
un'economia senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza
Dio. Il nemico si è adoperato e si adopera perché
Cristo sia un estraneo nelle università, nella scuola, nella
famiglia, nell'amministrazione della giustizia,
nell'attività legislativa, nel consesso delle nazioni,
là ove si determina la pace o la guerra. Esso sta
corrompendo il mondo con una stampa e con spettacoli, che uccidono
il pudore nei giovani e nelle fanciulle e distruggono l'amore fra
gli sposi…».
Pio XII vedeva allora il processo così avanzato da ritenere
vano «di andargli incontro per fermarlo e impedirgli di
seminare la rovina e la morte», ma che si dovesse
«vigilare... affinché il lupo non finisca col
penetrare nel ovile per rapire e disperdere il gregge».
Helena Petrovna Blavatsky
A che punto è oggi il processo di
«aggiornamento culturale»
dell'ordine cristiano?
E' presto detto.
Quanto il pensiero cattolico, confermato dai Papi, rifiutava come
perverso, i pastori conciliari promuovono in seguito alle grandi
aperture di Giovanni XXIII alla modernità, cioè al
relativismo naturalistico gnostico e massonico.
Cosa, però, è al centro di tale piano?
Un «compromesso storico globale», senza
esclusioni ideologiche o religiose.
Esso implica l'idea che l'uomo sia intrinsecamente buono e
perciò la verità e la Chiesa non hanno veri nemici.
Essi apparirebbero solo in periodi d'intolleranza e di chiusura.
Perciò, la Chiesa deve e può operare nel senso di
un'apertura ottimistica al mondo e ad ogni sua realtà.
In questo senso ogni stratagemma sarebbe benvenuto, come la ragione
per convocare il Vaticano II.
Questo fu da lui voluto dopo una presunta «ispirazione
dall'alto», contro ogni criterio di vigilanza e
prudenza per quanto riguarda la difesa della fede nel mondo
attuale.
Di fronte ai fatti soprannaturali, la Chiesa va con «i
piedi di piombo».
Tra le migliaia di miracoli avvenuti a Lourdes in questi cent'anni
successivi all'apparizione, per esempio, ne sono stati
riconosciuti solo una sessantina.
Potrebbe, proprio un capo di questa Chiesa, aderire così
allegramente ad una ispirazione su un fatto di tale importanza per
i destini dell'umanità?
In realtà, l'atteggiamento di fiducia nel mondo e nelle
proprie forze, emersonell'«ottimismo» di
Roncalli, già indicava un pensiero con radici pelagiane.
Ciò fu notato nel mondo cattolico e espresso da alcuni noti
scrittori.
Anthony Burgess, di formazione cattolica, ha fatto un'analisi del
neopelagianesimo di Giovanni XXIII, pubblicata a Roma (Il Tempo),
che gli risulta essere stata aggiunta dalla Congregazione per la
causa dei santi in Vaticano, al dossier dell'«avvocato
del diavolo» con le ragioni contrarie ad una sua
beatificazione (poi avvenuta come sappiamo).
Si tratta dell'eresia di Pelagio per cui l'uomo decaduto con il
peccato originale, che lo ha privato della grazia divina,
porterebbe in sé la forza per riscattarsi con i propri
sforzi, avanzando nella conoscenza e perfezionando la
capacità di operare in completa libertà.
Burgess espone tale tendenza di pensiero che, introdotta nella
Chiesa di Roma, alterò la vita morale del mondo.
Lo fa in special modo attraverso un personaggio del suo libro,
«Gli strumenti delle tenebre», (Rizzoli,1983)
che pone la mentalità di Roncalli e di Montini in contrasto
con quella del cattolico peccatore, ma che «riconosce
l'esistenza del male, convinto che la falsa bontà umana di
Roncalli sia essa stessa un male che fa di questo secolo, dal punto
di vista dell'affermazione del male, il più terribile di
tutti... e Roncalli 'l'uomo più pericoloso che il secolo
abbia prodotto'». (6)
E' in atto un piano sinarchico per mutare la
Chiesa
Per precisare i dati di tale piano vediamo Epiphanius nel
suo grande lavoro: «Massoneria e Sette Segrete: la Faccia
occulta della Storia» (pagine 7-9).
«E' difficile negare l'esistenza di un'azione secolare
che, vuotati gli spiriti dalla filosofia scolastica, li ha
aggrediti con dosi dapprima omeopatiche di dottrine gnostiche;
l'introduzione del dubbio metodico sotto la copertura dello
scientismo, il disprezzo della retta ragione spinto fino al rifiuto
del reale, il rinnegamento delle autorità naturali, la
'nulla potestas nisi a Deo' avvicendata da un potere che trae la
sua legittimazione dal basso, un potere infero: un modo
essenzialmente luciferiano di procedere, fondato sulla menzogna e
il compromesso. Tentare una spiegazione del mondo odierno col
ricorso a facili determinismi di leggi fisiche, princìpi
economici o sociologici, è superficialità che non
può soddisfare chi voglia ricercare secondo verità:
occorre rivolgersi in altra direzione, spingere le ricerche ben
più in profondità partendo dalla realtà
dell'uomo: essere libero di aderire al bene o al male e per
ciò stesso in grado di organizzarsi nella pratica dei
medesimi. E come la legge perfetta del Vangelo sorresse l'uomo per
lunghi secoli illuminandogli la via e sostenendolo in quella
speranza di eternità che egli concretizzò edificando
la grande civiltà cristiana - la città terrena sorta
il più possibile a immagine di quella di Dio - così
non possiamo rinunciare, per simmetria, a tentare di individuare
una rottura, un guasto nella storia dell'uomo, che ha permesso al
male di organizzarsi con un deposito dottrinale, un piano di
dominazione dell'uomo sull'uomo, una gerarchia occulta che veglia
alla sua realizzazione e alla fedele trasmissione di tale deposito,
un percorso da compiere per asservire l'umanità alla
potestas tenebrarum, in una parola una vera Controchiesa tendente
ad appropriarsi di ogni valenza religiosa e politica. I connotati
di questa Controchiesa sono quelli dell'alta loggia e dell'alta
finanza: alta loggia in cui domina il mago attraverso l'esoterismo
e la magia, che pianifica, dirige, corregge il tiro se i risultati
non corrispondono a quelli voluti; alta finanza che, concentrando
oggigiorno nelle sue mani pressoché le intere ricchezze del
pianeta, le orienta ai fini di dominio mondiale perseguiti
dall'alta loggia».
«Il Movimento Sinarchico,
giungerà, attraverso il nostro tormentato
secolo, fino alle grandi assise mondialiste dell'ONU e
dell'UNESCO e in campo religioso a quel drammatico e terribile
evento che per la cattolicità fu il Concilio Vaticano Il,
seguìto dal primo atto di costituzione dell'ORU
(Organizzazione delle Religioni Unite, oggi URI) nella Giornata
di Preghiera di tutte le religioni ad Assisi. Oggi, alle soglie del
Governo Mondiale politico ed economico, la posta in gioco è
ancora la Chiesa cattolica, unica salvezza per l'umanità.
E' qui che avverrà la lotta finale, qui le forze del male
concentreranno ogni sforzo plaudendo dal pulpito dei mass-media ad
ogni passo compiuto nella loro direzione e condannando con
altrettanto clamore ogni tentativo di rientro nell'alveo della
tradizione cattolica, dell'insegnamento dogmatico di sempre. Oggi
la crisi che travaglia la Chiesa è macroscopicamente
innegabile, il suo ruolo di unica depositaria della verità
messo in discussione in assemblee democratiche dagli stessi uomini
di chiesa in nome di un ecumenismo allargato ad ogni falsa
religione, ad ogni errore. A costoro, più che la salvezza
delle anime, stanno a cuore la filantropia, i problemi sociali,
mentre nella cattolicità dilagano il pacifismo e una
neutralità intellettuale affatto sconosciuti nella sua lunga
storia. L'ipotesi di una degenerazione spontanea non regge: gli
appelli di Paolo VI che denunciava il fumo di Satana penetrato nel
sacro tempio richiamano alla memoria i sinistri propositi delle
retrologge che per bocca di un loro autorevolissimo esponente,
Albert Pike, 33° grado del Rito Scozzese Antico Accettato
americano, autore di 'Morals and Dogma' (Commento al XXX
Grado, Cavaliere, grand'eletto Kadosh, VI volume, Editore Bastoni,
1984, pagina 156), considerata la bibbia dei massoni,
dichiarava: 'Quando Luigi XVI fu giustiziato la metà del
lavoro era fatta e quindi da allora l'Armata del Tempio doveva
indirizzare tutti i suoi sforzi contro il Papato'».
Dove si manifesterà il mistero
dell'iniquità?
Il fatto concerne chi ha il potere per impedirlo, ma è tolto
di mezzo (2 Tessalonicesi, 2).
L'assenza di chi ha il potere delle chiavi per impedire l'azione
dell'empio Anticristo corrisponde alla sua presenza.
La ribellione finale contro l'autorità di Dio si manifesta
dove è costituita l'opera di redenzione dalla prima
ribellione: nella Sua Chiesa.
Ecco il «mistero dell'iniquità», che
era trattenuto dal potere divino del Papato.
Lo spirito di umanizzazione opera oggi nel silenzio dell'apostasia
generale poiché procede da un vertice ecclesiale.
Il potere che impediva l'iniquità è ormai usato per
attuarla.
Il nemico primordiale ha varcato la soglia della Chiesa e...
«dove fu costituita la sede del beatissimo Pietro e la
cattedra della verità ad illuminare le genti, lì
tentano di erigere il trono della loro abominazione e scelleratezza
affinché, colpito il pastore, possano disperdere anche il
gregge» (Leone XIII, esorcismo invocando san Michele
Arcangelo).
Ecco il «mistero dell'iniquità»,
finora trattenuto dal potere divino del Papato.
Ma oggi il modernismo, con la sua democrazia clericale,
«umanizzando» l'autorità divina della
Chiesa, sta rimuovendo la sua suprema difesa.
E così, la cattedra che arginava l'iniquità
ecumenista, che livella ogni verità religiosa, è
ormai adoperata per promuoverla.
L'ingannatore primordiale è riuscito a varcare la soglia
della Chiesa.
E' l'ora culminante della persecuzione contro la Chiesa che Leone
XIII ha visto e messo al centro dell'esorcismo che ha redatto per
invocare l'aiuto dell'Arcangelo san Michele.
E il suo successore, san Pio X, nella sua prima allocuzione papale
disse essere lecito pensare che l'Anticristo fosse già tra
noi.
Esso è riconoscibile dai suoi due obbiettivi principali:
Roma, «il luogo santo dove 'cambiare i tempi e le
leggi (Daniele 7, 25), per essere come Dio'»,
o anche meglio, come desiderano i buonisti d'ogni tempo;
l'ecumenismo sinarchico del pantheon delle credenze del mondo, per
realizzare una «pace ed una libertà»
autonome da Gesù Cristo.
Queste tacite apostasie sono nei documenti del Vaticano II e
dintorni.
Dunque, quel lavorio filosofico e liturgico, con cui il
Protestantesimo ha minato la Chiesa nel Cinquecento, è
compiuto nei nostri tempi.
Allora i Papi e il Concilio di Trento hanno affrontato il pericolo
rinforzando l'autorità cattolica.
Oggi, l'attacco avviene nel cuore della Roma papale.
Possiamo non testimoniarlo, ricorrendo agli aiuti profetici dati da
Dio per la difesa della fede?
Araì Daniele
Note
1) Attingiamo alcune notizie dalla biografia «
Il mio
vecchio amico Karol» di Malinski. «
Dopo aver
conseguito la licenza liceale si porta a Cracovia per frequentare
l'università. Si lega intimamente con M. Kotlarczyk, 'il
maestro della parola', che aveva fondato 'il teatro rapsodico'
seguendo ciecamente il teosofo Steiner, legato all'occultista
Blavatski» (Il nuovo Ordine dell'Anticristo, padre
Luigi Cozzi). Wojtyla giovane scriveva nel 1941 a Kotlarczyk, suo
mentore del «
teatro rapsodico» e della
«
parola vivente», che lo aveva introdotto alla
saggezza di Rudolf Steiner: «
Mi sono incontrato con un
uomo dell'organizzazione spirituale (sic)
simile a noi...
potrebbe essere un nuovo fratello» («João
Paulo II», Tad Szulc, Ed. Notí-cias, Lisbona, 1995,
pagina 91).
2) Carlo Alberto Agnoli, «
Donde viene e
dove ci porta il Vaticano II», Chiesa Viva, numero 168,
novembre 1986.
3) A Voz do Silêncio, Ed.
Civilização Brasileira, Rio, 1969.
Fernando Pessoa è morto a 47 anni. La sua inquietudine lo ha
portato all'alcool e questo alla morte. Internato in ospedale a
causa di una cirrosi acuta, sapeva che sarebbe bastato un altro
bicchiere per morire; lo bevve e fu trovato morto il giorno
dopo.
4) Arcivescovo R. Graber,
«
Athanasius», Civiltà, Brescia, pagina
43.
5) Tale affinità è descritta e
lodata da Lucia Butturini, «
Tradizione e rinnovamento
nelle riflessioni del giovane Roncalli», Aa.Vv.,
Servitium editrice, 2003, pagine 13-23.
6) O Estado de Sao Paulo, 10 gennaio 1982.