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Verso l’eugenetica nazi - democristiana
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Il mondo politico-cattolico nel caos; il mondo pro-life in subbuglio. Lo scorso 5 Giugno su Il Foglio Francesco Agnoli, uno dei fondatori della Marcia per la Vita, comincia a tirare la volata per un futuro Family Day – il mega-evento creato dai vescovi nel 2007 – che rischia di spolpare di partecipanti la stessa Marcia, portando la massa pro-life che negli anni ha sfilato «Per la vita, senza compromessi» a più miti consigli (quelli per cui la 194/1978 è una legge «per la tutela della maternità», quelli per cui va bene produrre embrioni in laboratorio purché non se ne scartino più di due come prevedeva la legge 40/2004 appena demolita dalla Consulta, etc.). È in atto un grande processo di costruzione di consenso intorno al nuovo accomodamento democristiano tra i “valori” (la vita, la famiglia) e il mondo moderno. Il professor Roberto De Mattei ha reagito con una lettera di risposta sempre Il Foglio. Ciò che non è emerso con sufficienza è l’abominio delle posizioni bioetiche delle nuove attuali politiche sedicenti “cattoliche”. Urge una riscrittura della mappa, una resurrezione della vera politica cattolica: il prezzo da pagare, nel non farlo, è quello dei milioni di embrioni italiani che verranno prodotti in laboratorio, congelati, scartati, uccisi.

Ha già suscitato qualche polemica la rubrica del Foglio “Controriforme” dello scorso 5 giugno (titolo: Barricate), in cui Agnoli proclama a gran voce che “occorre che chi ha a cuore il valore della famiglia cominci a impegnarsi a testa bassa”, e auspica allo scopo un nuovo ecumenico Family Day, l’evento di massa organizzato nel 2007 per fermare i Dico.

L’omaggio che l’autore rende al potere politico e curiale ritenuto utile alla promozione dell’iniziativa esclude soltanto (e sin troppo facilmente) un cardinal Bertone in disgrazia planetaria. Per il resto, da Bagnasco ai neodemocristiani (dall’NCD a Per l’Italia), tutti vengono generosamente incensati. A colpirci però, nell’articolo, è soprattutto un aspetto che è stranamente rimasto in sordina nella diatriba che ne è seguita e che, invece, dovrebbe secondo noi costituire il cuore della stessa. Passate in rassegna le truppette a disposizione e acclamati gli eroi politici votati alla causa (Pagano, Giovanardi) Agnoli ci dipinge il quadro della nuova “pax bioetica”, il folle assetto di accomodamento tra la supposta «unità» dei cattolici e lo Stato assassino. Egli infatti, con disarmante chiarezza, ci mette a parte di quelli che sono i contenuti della ventura strategia di compromesso bioetico seguita al disastro totale della legge 40.

Voilà
i nuovi “paletti” calendarizzati: non-anonimato dei donatori di gameti, gratuità della fecondazione eterologa (condizioni che erano già brillantemente soddisfatte anche dai Lebensborn delle SS), divieto di cessione di gameti fra famigliari (i figli d’incesto sono stati già peraltro normalizzati da una legge votata trasversalmente a vasta maggioranza). «Limitare i danni», dice il rubrichista, nel classico gergo compromissorio radical-democristiano.

Sciocchi, ingenui noi a pensare che le forze cattoliche e pro-life si dovessero impegnare a salvare gli embrioni invece che a discutere di etichette sopra le provette destinate a produrre – e scartare – bambini in vitro.

Del resto, Agnoli cita sul tema della fecondazione eterologa una “dettagliata lettera tecnica ai parlamentari” dell’onorevole Eugenia Roccella: impenitente autrice di un antico manuale del feticidio (“Aborto - facciamolo da noi”) la deputata, qualche mese fa, con la XII Commissione Affari Sociali, ha impegnato il Governo a distribuire in tutti i nosocomi nazionali la RU486. Questi illuminanti documenti firmati dalla presentatrice del Family Day 2007 andrebbero letti e riletti: fanno capire molte, molte cose.

Prendiamone atto: se questi sono gli incaricati della battaglia per la Vita, la Necrocultura ha già vinto, ben oltre le stragi che ci infligge quotidianamente nella narcosi generale e progressiva delle coscienze.

Sul tentativo esplicito da parte di Agnoli di normalizzare quella fetta irriducibile e libera del mondo pro-life che è uscita sulla scena pubblica grazie alla Marcia per la Vita, per re-incanalarla nel flusso sterile della stantia politica compromissoria, urge dire pane al pane: questi sono i prodromi di una totale libertarizzazione della riprogenetica, della disumanizzazione del procreare, della produzione massiva di esseri umani in vitro. Di un nuovo infinito genocidio di innocenti.

Il tutto con l’imprimatur di un partito politico sedicente cattolico, di qualche prelato al passo con i tempi, e dei loro servizievoli ciambellani.

Iddio salvi questa Nazione.

Roberto Dal Bosco
Elisabetta Frezza





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