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Le sinistre cartucce da stampanti di Al Qaeda
30 Ottobre 2010
Per ore ed ore BBC, CNN, Fox News hanno mandato in onda servizi sull’ultimo terror alert: le cartucce da stampante di aspetto sinistro, che sembrano ordigni e forse lo sono, trovate su aerei partiti dallo Yemen e diretti a sinagoghe di Chicago; gli aerei appartengono alle grandi ditte di spedizione UPS e DHL. Interviste ad esperti a non finire, dirette dagli aeroporti americani ed inglesi con immagini fisse di aerei a terra e circondati da camionette. Si è insistito molto sull’aspetto sinistro delle cartucce ink-jet.
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In tutte queste ore di trasmissione, non s’è trovato il tempo di diffondere il seguente comunicato ufficiale delle autorità portuali yemenite:
«Hamed Fargh, direttore dell’Autorità per l’Aviazione Civile ha dichiarato allo ‘Yemen Post’ che nessun aereo, cargo di nessuna compagnia americana, è decollato dallo Yemen nelle ultime 48 ore. Nè UPS, nè Federal Express, né DHL, nè nessun altro volo di una ditta di spedizione USA ha lasciato lo Yemen nelle ultime 48 ore». (No U.S. Commercial or Private Plane left Yemen to the U.S. over last 48 hours; Yemeni Official)
La stessa cosa ripete Mohammed al-Shaibah, direttore cargo della Yemenia Airways. Nè un aereo UPS, nè un DHL diretto a Chicago è partito dallo Yemen nelle ultime 48 ore.
«Sono accuse false e senza fondamento», ha concluso. (No U.S. Commercial or Private Plane left Yemen to the U.S. over last 48 hours; Yemeni Official)
Ma che cos’è lo Yemeni Post di fronte a BBC, CNN, Fox News e agli altri colossi mediatici americani ed europei che gridano all’attacco di Al Qaeda nel cuore dell’America. Ma che cos’è lo Yemen Post di fronte a BBC, CNN, Fox e agli altri colossi mediatici statunitensi? Ciascuno di questi titani della comunicazione ha un bilancio superiore di molte volte a quello del piccolo Stato dello Yemen.
Maurizio Molinari
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Sicchè nessuno riprende queste smentite. Men che meno Maurizio Molinari, il neocon de La Stampa (amato anche da Il Foglio), che scrive:
« Al Qaeda voleva insanguinare Chicago alla vigilia dell’Election Day di Midterm e l’arma per l’attacco dovevano essere delle potenti mine volanti, recapitate al destinatario come innocui pacchi postali. Arma, vettore e obiettivo prescelti portano ad indicare il mandante nell’imam americano-yemenita Anwar al-Awlaki, leader di Al Qaeda nella Penisola Arabica, nascosto in una remota regione dello Yemen...».
Questo imam Al-Awlaki è lo stesso imam che qualche settimana dopo il mega-attentato dell’11 settembre 2001 era al Pentagono, su invito di alti dirigenti, che dopo le conversazioni di rito lo invitarono addirittura a pranzo; nonostante fosse ricercato come preparatore di due dei supposti terroristi presunti suicidi del volo 77. E questa notizia-bomba è stata rivelata da Fox News il 20 ottobre scorso. E’ strano che Maurizio Molinari, il neocon, non se la ricordi: eppure a Fox News è di casa, almeno ideologicamente.
Al-Awlaki
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Noi stessi, nel nostro piccolo (WikiLeaks, False leaks), il 24 ottobre avevamo ripreso gli articoli di Webster Tarpley, secondo il quale l’imam Al-Awlaki è «un agente americano che opera sotto copertura di fondamentalista islamico per attrarre con la sua predicazione, allevare e indottrinare giovani musulmani scemi da lanciare in attentati scemi e da arrestare prontamente, onde i media possano agitare lo spettro onnipresente del terrorismo islamico».
Attualmente Al-Awlaki (nato in USA) è latitante in Yemen, dove rappresenta degnamente Al Qaeda nella Penisola Arabica (AQIAP) come se fosse vera; è infatti inseguito dall’accusa di aver indottrinato, fra gli altri, Mutanda Bomber ossia il giovane nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab, che si ustionò quando la bomba carta che aveva nella biancheria intima esplose senz’altri danni sull’aereo che aveva preso ad Amsterdam diretto a Detroit: un volo su cui fu fatto salite da un misterioso personaggio, benchè privo di passaporto. Un altro indottrinato dall’imam Awlaki è Faisal Shahzad, il tecnico dei computer con ottima posizione in USA che nel maggio 2010 ha lasciato un’auto parcheggiata a Times Square, nel centro di Manhattan, con dentro un ordigno esplosivo che non è esploso. Due aspiranti terroristi scemi, subito beccati.
Ma ecco cosa scrive il Molinari delle cartucce da stampanti di aspetto sinistro trovate su aerei UPS mai decollati dallo Yemen:
«L’arma è una bomba in miniatura, confezionata con una combinazione minima e letale di componenti chimiche ed elettriche, che ricorda l’ordigno che aveva indosso lo studente nigeriano Umar Farouk Abdulmutallab quando, alla vigilia dello scorso Natale, tentò di farsi saltare in aria assieme a un aereo di linea sul cielo di Chicago, proveniente da Amsterdam».
Ma il Mutanda Bomber non aveva una carica letale, tant’è vero che è ancora vivo, ancorchè bruciacchiato proprio lì.
Ciò non impressiona il Molinari, che prosegue secondo le informazioni (o direttive) ricevute:
«Al-Awlaki crede nei miniordigni, scomposti in maniera da sfuggire ai controlli fino al limite di essere nascosti dentro il corpo umano, come quello inserito nell’ano del kamikaze saudita che ha tentato di eliminare il capo dell’intelligence di Riad. La novità in questo caso è che il vettore prescelto non è un essere umano ma un pacco affidato a un aereo cargo, come le migliaia di velivoli postali che si muovono ogni giorno sui cieli del Pianeta. Ciò è stato possibile perché la miniaturizzazione dell’esplosivo è stata perfezionata rispetto a quanto avvenuto lo scorso Natale, consentendo alle diverse componenti di combinarsi ed esplodere al momento in cui il pacco viene aperto».
La sa lunga, Molinari. Più della BBC, che a tarda sera ancora escludeva che le cartucce sinistre contenessero esplosivo. E nemmeno i giornali americani sapevano niente dell’esplosivo. Anzi escludevano che ce ne fosse nei pacchi postali sugli aerei atterrati a Newark, a Philadelphia, a Midlands in Gran Bretagna. Solo molto più tardi, il presidente Obama ha detto che è stato trovato esplosivo in un aereo postale atterrato a Dubai.
Tardi, quando s’è visto che l’allarme si stava sgonfiando troppo. E Mark Mardell, il principale corrispondente della BBC dagli USA, aveva già scritto un pezzo ironico:
«Non sorprenderete mai la Casa Bianca a sdrammatizzare una minaccia terroristica, specie con una elezione imminente... E’ stata una soffiata saudita a portare alla scoperta dei ‘sinistri’ ordigni sui cargo diretti in USA. Ordigni curiosi: cartucce da stampanti coperti di polvere bianca e con qualche pezzo di elettronica attaccato».
A Mardell quelle non-bombe sono parse un dry run, che nel gergo militare inglese significa un’esercitazione, per esempio un finto combattimento con proiettili a salve.
«Non si esclude che dei terroristi scemi abbiano messo a punto un ‘dry run’, ma non ha senso logico. Non sembra che queste proto-bombe possano abbattere un aereo, nè che fossero fabbricate a questo scopo. Il ‘dry run’ può essere stato progettato per creare esattamente quel tipo di copertura mediatica che difatti ne è seguita». (Why politics demand stern Obama reaction)
Mark Mardell
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Insomma è chiaro: Mark Mardell della BBC, al contrario di Molinari, lascia intendere che l’attentato è un aiutino elettorale per Obama.
Ma non sorprenderete mai Maurizio Molinari, il neocon israeliano de La Stampa, a sdrammatizzare un allarme-attentato: mini-ordigni letali, potenti bombe volanti, sugli aerei postali partiti dallo Yemen: nonostante sia un po’ improbabile che la UPS o la DHL o la Federal Express abbiano tante merci e pacchi postali da caricare in Yemen per recapitarli negli Stati Uniti, da farci atterrare continuamente dei Boeing 747.
La sola cosa vera, di questa faccenda, è una: effettivamente, le cartucce da stampante usate, specie se esaurite, hanno un aspetto sinistro. E la memoria dei lettori è cortissima, su questo confidano i Molinari.
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