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Washingon Post consiglia Obama: una guerra all’Iran ti salverà
01 Novembre 2010
L’articolo è a firma David Broder, il più anziano columnist di politica interna del maggior giornale di Washington. Comincia con parole di apprezzamento per il presidente ne guai. Barak Obama è «più intelligente» e più «inspirational» di tutti i suoi avversari. Solo, è azzoppato dalla crisi economica. Ma ha un modo per far uscire l’America dalla depresisone: scatenare una bella guerra, stavolta contro l’Iran.
Ci sono «essenzialmente» due modi di uscire dalla crisi economica, nota Broder. Il primo è attraverso il naturale ciclo economico, ma è un modo lento e incerto. Il secondo, è la guerra, molto più rapido ed efficace.
«Ricordate Franklin Delano Roosevelt e la Grande Depressione? Che cosa risolse, alla fine, la crisi economica? La Seconda Guerra Mondiale. E’ qui che Obama può vincere. Con un forte appoggio repubblicano al Congresso può sfidare l’ambizione dell’Iran di diventare una potenza atomica, e può trascorrere il 2011 e 2012 orchestrando una resa dei conti coi mullah. Ciò lo aiuterà politicamente, perchè il partito d’opposizione (i repubblicani, che stanno per vincere le elezioni di midterm) sarà con lui. E più la tensione salirà e più accelereremo i preparativi di guerra, l’economia migliorerà (...) La nazione farà quadrato attorno a Obama perchè l’Iran è la più grande minaccia per il mondo in questo giovane secolo». (The war recovery?)
Leggere per credere. E rispondere al quiz: a quale minoranza etnica appartiene David Broder? Se avete bisogno di un aiutino, sono qui per suggerire.
Non sono mancate le risposte, per fortuna; ma soprattutto sui blog, anche se importanti.
Sull’Huffington Post, l’economista Dean Baker (Center for Economic an Policy Research) replica al David:
«Se spendere in guerre crea posti di lavoro e stimola l’economia, altrettanto fa il costruire strade, rimodernare case, dare istruzione ai ragazzi. Sì, tutte le forme di spesa pubblica di stimolo che Broder ha sempre deriso perchè aumentano il deficit, sono capaci di generare posti di lavoro come la guerra che Broder preferisce». (David Broder Calls for War With Iran to Boost the Economy)
Il sito Foreign Policy si domanda, a nome del suo direttore Blake Hounshell: «David Broder ha perso la ragione?».
E continua: «La Seconda Guerra Mondiale fece uscire gli USA dalla Grande Depressione perchè fu un massiccio stimolo che mobilitò interi settori della società. La forza militare attuale dell’America ha già tutti i materiali che servono per combattere l’Iran, e non ci sarà dunque alcuno sforzo industriale. Broder non legge il giornale per cui scrive? Il Pentagono sta cercando di tagliare miliardi per affrontare il nuovo mondo di austerità di bilancio». (Has David Broder lost his mind?)
Sempre su Foreign Policy, Marc Lynch conviene: «L’articolo di Broder è uno studio interessante per provare come idee realmente stupide circolino a Washington. (...) L’Amministrazione Obama sa perfettamente che il popolo americano non ha alcun appetito per una terza guerra di grandi dimensioni in Medio Oriente; sa che lanciare una guerra con enormi conseguenze strategiche per un vantaggio politico di breve termine sarebbe irresponsabile in modo epico...».
Su Think Progress, Matt Duss replica: «Specie alla luce di quel che avviene in Iraq, quale degenerato morale può seriamente sostenere che siamo pronti a fare altrettanto contro l’Iran, allo scopo di creare posti di lavoro? Solo quel tipo umano che scrive opinioni sul Washington Post».
Indovinare quale tipo umano. Infatti non è la prima volta che i degenerati morali danno un certo genere di consigli ad Obama. Il 13 luglio 2010, sul Financial Times, tal Robert J. Shapiro affrontò la questione della «crescente crisi di credibilità» del presidente Obama. E scrisse che solo un bell’attentato terroristico in USA, ad ottobre sotto le elezioni, poteva salvare la sua presidenza.
Robert J. Shapiro
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«Il succo della questione è che gli americani non credono nella leadership di Obama», scriveva Shapiro, «egli deve trovare un modo, da qui a novembre, di dimostrare di essere un leader che può imporre fiducia - e, se non è un evento tipo 11 settembre o un attentato tipo Oklahoma City, non so cosa possa essere».
Shapiro è stato sottosegretario al Commercio ai tempi della presidenza Clinton, nonchè uno dei principali artefici della campagna elettorale di Clinton nel 1991-92. E’ un membro del Bilderberg. (Top Clinton Official: Only A Terror Attack Can Save Obama)
I pacchi postali con i sinistri toner per stampanti che vengono dallo Yemen, e che adesso volano (ci vien detto) a centinaia su aerei passeggeri – abbiate paura, tanta paura di Al Qaeda – saranno quel tipo di modo per fare di Obama un leader? Magari senza che Obama abbia chiesto questo aiutino, che tenderebbe a trascinarlo in un’espansione dei conflitti in Medio Oriente?
Naturalmente non si pone qui a quale etnia appartenga Shapiro. Troppo facile.
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