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Promemoria visivo per Charlie Hebdo
Roberto Dal Bosco
08 Gennaio 2015
Avevo segnalato già ieri (7 gennaio), all’editore de Vita, il «capolavoro» di Charlie Hebdo; lo avete presente, Lorenzo lo ha pubblicato fra i commenti dell’articolo del direttore. Ieri volevo scrivere qualche riga in merito, ma la prudenza e le poche ore trascorse dall’accaduto ci hanno suggerito di rimandare. Oggi però non possiamo esimerci dal fare un commento sui lavori di Hebdo, di una blasfemia, devo dire, davvero inimmaginabile. Io che provengo da una regione dove le bestemmie abbondano – e dove ogni combriccola al bar o al campetto ha il suo personaggio noto per la sua creatività in materia, come racconta anche Meneghello – mai avevo visto una cosa così rivoltante. C’è da dire che in Italia, qualcuno (la Fondazione Lepanto) si mosse per chiedere alla Chiesa di querelare il giornaletto. Racconta Roberto De Mattei di come gli fu risposto che non era il caso di fare rumore. In compenso, gli sventurati di Lepanto si beccarono una denuncia dai preti quando se ne uscirono con un articolo che comprovava pesanti casi di sodomia in seminario. Che ci volete fare, la Chiesa di oggi è fatta così. Avrebbe reagito anche peggio, magari con una scomunica, se avessero toccato l’otto per mille.
Ora, a vedere dall’ultimo loro comunicato si trova tra due fuochi: da una parte gli orridi di Charlie Hebdo, dall’altra l’Islam, riconosciuto come massimo pericolo per l’Europa. Ciò detto, mi preme qui ricordare brevemente cos’era Charlie Hebdo. I giornali hanno detto che Linus, prestigiosa rivista di fumetti degli anni che furono, ripubblicava molte sue vignette. Eppure, più che a Linus, Charlie Hebdo mi fa pensare al Vernacoliere… ma neanche questo è un paragone inadatto: Il Vernacoliere (che pure qualche battuta memorabile l’ha fatta, «primi effetti di Chernobyl: trovato pisano intelligente») era ricoperto di bestemmie, ma perlopiù – a quanto ricordo – erano scritte, poste negli intercalare vernacolari dei balloon.
Charlie Hebdo è un’altra cosa: è la ricerca, sistematica e spietata, della dissacrazione totale, fine a se stessa, al punto da essere priva di umorismo. Come lo ha definito il direttore Blondet: «espressione terminale del nichilismo blasfemo ed osceno del Sessantotto, come ultima frontiera rimasta del messaggio “libertario”: la libertà di offender la fede, di bestemmiare». Come il giornaletto sia arrivato senza i nostri giorni senza – a differenza di Linus – chiudere battenti, crediamo sia possibile per vari motivi: la probabile presenza di finanziamenti statali, la persistenza del sentire massonico antireligioso in Francia in varie sacche del pubblico e delle élite pronte a dare una mano al giornaletto che riporta in auge i fasti delle vignette antimassoniche: nell’Ottocento, quando abbondavano, circolavano sottobanco, ora si possono piazzare in tutte le edicole. Le TV, ieri sera, hanno ripescato una vecchia intervista di Charb, il direttore, in cui si diceva tranquillo perché non aveva moglie, né figli, né debiti, né niente, e che preferiva morire in piedi che vivere in ginocchio. Eccoci qui: dobbiamo considerare martire ed eroe un nerd del nichilismo terminale. Attaccando questo personaggio, vuoto e disperato, ci viene detto, hanno attaccato noi. Questa idea mi rivolta le budella. Forse è meglio se diamo un’occhiata a qualche opera significativa, tanto per capire con cosa abbiamo a che fare. Visto che è appena passata l’Epifania, iniziamo con questa, peraltro rara:
La Madonna, a terra disperata e colando liquidi, denuncia di essere stuprata dai Re Magi, e dice: «erano in tre, e uno era negro».
Sempre in tema di festività, eccone la copertina dell’edizione dello scorso 10 dicembre:
«Sì ai presepi nei luoghi pubblici!» Dice il testo. Immaginare Gesù Bambino gettato in una turca con il buco sporco di piscia a fargli da aureola è un segno di creatività davvero estrema, così come figurarsi Giuseppe e Maria come lo scopetto e la carta igienica. Sul sottotesto para-abortista di questo disegno neanche ci soffermiamo. A Novembre, i nostri Martiri dell’Occidente avevano fatto uscire, alla cifra di €7, questo simpatico speciale: Al di là del disegno insostenibile, notiamo come l’intenzione di fondo non sia solo quella di far ridere. È scritto: «La vera storia del piccolo Gesù. L’infanzia, i Vangeli apocrifi e altri testi».
Più che alla satira, questo sembra catechismo gnostico. Ma andiamo avanti.
Un’altra copertina natalizia d’annata, quasi minimalista nella sua essenzialità.
«Gesù bambino ti dice merda».
Charlie Hebdo affrontava la religione cattolica sia a livello sociale, che a livello quasi «teologico», con una violenza e sfrontatezza senza pari.
Ecco per esempio cosa i nostri beniamini pensavano della Resurrezione
«La prossima settimana vi farà il numero della Resurrezione» dice il Gesù prestigiatore. Il concetto torna anche in quest’altra prima pagina, abbastanza inspiegabile contorta e inquietante
«Gesù torna». «Anch’io» dice Adolf dietro il Messia.
Non manca una bella bestemmia sull’Eucarestia, peraltro copiata e propinata due anni fa al concerto del Primo Maggio davanti al milione di fessi riuniti dai sindacati e riproiettata nell’etere nazionale via mamma RAI.
«Il Papa va troppo lontano» - «Questo è il mio corpo»
Anche la crocifissione è un tema per cui un po’ di pornografia sadico-omosessuale blasfema ci sta sempre a pennello
«Castorama [catena francese di bricolage, ndr] è chiusa oggi. Siamo obbligati a incularti».
Il fatto è che in redazione volevano una Papessa
«Eleggete una Papessa, stronzi!»
Infatti, a parte gli attacchi alla radice del Cristianesimo, anche verso l’istituzione della Chiesa Cattolica Charlie Hebdo non ha mai mancato di far sentire la sua soave voce democratica. Gustiamo qui un numero d’annata, in cui ci viene trasmesso un pensiero profondo sulle cose portoghesi
«Il Portogallo salvato dalla Chiesa» - «Heil Dio!»
I nuovi martiri non esitarono a piazzare qualche bestemmia anche nella difesa di uno spettacolo blasfemo a Teatro
«La cena degli stronzi» — dove gli stronzi sarebbero i cattolici che protestavano fuori dalla sala. Sul tema hanno fatto disegni di puro odio, senza alcun valore comico
«Il teatro è come la Bibbia… è finzione».
Il caso della bambina violentata che abortisce in Brasile:
Un pensiero all’Opus Dei
«È dura essere finanziata da degli stronzi» Condivisibile, una volta tanto, la copertina dedicata alla Lobby gay in conclave
Per San Valentino, una visione del Papa e di Monsignor Williamson
«Il Papa e il vescovo negazionista» Ecco Ratzinger alle prese con la talpa:
Le dimissioni di Ratzinger sono viste così
«Finalmente libero!».
Per Papa Francesco, invece, appena una copertina, corrosiva come l’acqua fresca. Chissà perché.
«Un Papa moderno: Pronto, Dio, non è che hai dello shampoo?...».
Poteva mancare la celebrazione delle inondazioni che recentemente hanno colpito Lourdes?
A tema mariano: «Messaggio della Vergine ai Cristiani di Iraq»:
E ancora. Chef-d’oeuvre della disegnatrice di Montreux Babouse sfuggita alla carneficina.: «Comunicato della Santa Vergine: quando vedo l’ammasso di stronzi che sfilano in nome di mio figlio mi dico che avrei fatto meglio ad abortire:
Notare come la Vergine nel fare il gesto dell’ombrello urli le parole risuonate anche durante il massacro in cui questo disegnatore, Riss, è stato ferito. Sincronicità junghiane? Inquietante.
E non facciamoci mancare questo bel disegno di Tignous a tema gerarchia ecclesiastica e pedofilia
«Il rapporto tra psicanalisi e religione... è il divano»...
Nelle pagine interne, Tignous, uno dei disegnatori ammazzati, dà il meglio di sé:
«Non desidero regolarizzare la mia relazione con Dio… No ai PACS».
Basta. Mi fermo qui, non ho più voglia di andare avanti, che di tempo ne stiamo perdendo davvero troppo dietro a questa storia. Delle simpatiche stranezze di questo agguato ultra-professionale – credete davvero che l’ISIS o Al Qaeda abbiano persone così perfettamente addestrate? Con quelle capacità di tiro dinamico? Che esistano musulmani che, come ricorda Thierry Meyssan, se ne vanno senza far distruggere le effigi blasfeme, come l’ostinata iconoclastia islamica impone loro? Credete che quando dei combattenti dell’ISIS tornino dalla Siria abbiano ancora dei documenti? – voglio scrivere più avanti, così come del fatto che questo attentato avrà come risultato la lepenizzazione del PS e dell’UMP – i vecchi partiti che diventano partiti d’ordine anti-islamici, pur moderatamente – con il risultato di fare arretrare il Front National nei sondaggi che lo danno già per vittorioso anche alle prossime elezioni. Avrei voglia di scrivere di South Park, e di come ha funzionato in quel caso la blasfemia contro Maomentto, con quali modalità, con quali conseguenze, e perché prima del 2001 la cosa si potesse fare senza che nessuno – nessuno – protestasse… Invece mi fermo qui, perché sono disgustato. Perché il mio Continente vuole che mi identifichi con le persone capaci dei disegni riportati sopra. Osceni, blasfemi, disperati. Inutili, soprattutto. Brutti, pure. Avanzi frustrati, drogati più o meno consapevolmente da una mentalità massonica ed atea. Totalmente incapaci di creare, produrre, amare – penso ancora a Charb che si vanta di non avere una famiglia, non avere niente per vivere o morire – e pure incompetenti, incapaci di divertire: se avete fatto una bella risata a qualcuna delle vignette qua sopra, avete un problema.
No, in loro non mi posso identificare. Né posso ammettere che siano loro la vera soglia di scontro con l’Islam. «Morire per Danzica?» ci si chiedeva settanta anni fa. Ora ci dicono invece che dobbiamo morire per le bestemmie di questi sfigati. Per la loro libertà di deturpare la cosa più sacra che abbiamo, l’unica che ha tenuta unita l’Europa per secoli, tenendo lontani i musulmani da Vienna, scacciandoli dalla Spagna e dalla Sicilia…
No, Je ne suis pas Charlie Hebdo.
Roberto Dal Bosco
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