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Forteto, Fiesoli condannato a 17 anni, ma resta libero
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FIRENZE - Dopo quasi due anni si conclude in tribunale il processo sul Forteto, la comunità di Vicchio del Mugello (Firenze), finita sotto accusa per maltrattamenti e abusi sessuali. La sentenza di primo grado ha fissato una condanna a 17 anni e mezzo di reclusione per il «profeta» e fondatore della comunità Rodolfo Fiesoli. Con lui, condannate altre quindici persone su 23 imputati. Nel dispositivo letto dal giudice Marco Bouchard, pene pesanti anche per l’«ideologo» Luigi Goffredi (8 anni), Daniela Tardani (7 anni per maltrattamenti), Mauro Vannucchi, Stefano Pezzati e Luigi Serpi (4 e mezzo).

Il sindaco: «Una vicenda drammatica»

C’era anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, ad ascoltare la lettura della sentenza. Il primo cittadino era presente in qualità di presidente della Città metropolitana, parte civile al processo. Presenti in aula anche mi consiglieri regionali Stefano Mugnai (Fi) e Giovanni Donzelli (Fdi). «Questa sentenza e questo processo mettono a nudo una vicenda drammatica, una storia che dimostra quanto abominevole possa essere l’azione dell’uomo quando utilizza i minori sfruttando la fiducia dei cittadini e delle istituzioni», ha detto il sindaco, tuttavia «da qui proprio i cittadini e le istituzioni devono trarre insegnamento per aumentare il livello di vigilanza e di controllo nei confronti di strutture a cui si da fiducia». «Da cittadino e da amministratore - ha aggiunto - questa vicenda mi ha impressionato. È una vicenda grave, che ha bisogno di giustizia, e lesiva dell’immagine della città metropolitana».

La soddisfazione della procura

«Siamo soddisfatti. L’ufficio ha lavorato bene e il giudice ha accolto, in gran parte, le nostre tesi. Ovviamente la soddisfazione che esprimiamo è sul lavoro fatto». È il commento del procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, dopo la lettura della sentenza. «Esprimo soddisfazione - ha aggiunto Creazzo - che il processo si sia concluso e si sia concluso in questo modo». In aula, alla lettura della sentenza, c’erano i due magistrati della procura di Firenze che hanno curato l’inchiesta sul Forteto e che hanno sostenuto l’accusa durante il processo, Ornella Galeotti e Giuliano Giambartolomei.

La «comunità modello»

Nelle oltre 90 udienze, andate avanti tra stop e ripartenze dovute alla ricusazione del giudice e al tentativo di spostare il processo a Genova, i testimoni hanno raccontato anni di violenze in quella che veniva additata come una comunità modello, diventata in pochi anni un’eccellenza imprenditoriale.

«Il Fiesoli rapinava il sesso ai ragazzini»

«In quella comunità – ha detto un mese fa il pm Ornella Galeotti nella sua requisitoria durata nove ore – si verificò per anni una sospensione delle leggi dello Stato, attraverso un programma criminale in cui il Fiesoli “rapinava il sesso” ai ragazzini, con la complicità degli altri imputati: i bambini venivano separati dai fratelli e la famiglia originaria veniva denigrata, nessuna coppia era sottoposta a valutazione e i bambini venivano aiutati a costruire ricordi falsi che in molti casi sono costati anni di carcere ai genitori». Per questo la pm aveva chiesto la condanna a 21 anni per Fiesoli, a 15 anni per Goffredi e a pene da due a dieci anni per altri 19 imputati (chiesta l’assoluzione per due).

La prima condanna del 1985

Rodolfo Fiesoli viene arrestato nel dicembre 2011 dopo la denuncia di alcuni ragazzi che vivevano nella comunità. Nel 1985 la Corte d’Appello di Firenze aveva già condannato i due fondatori per maltrattamenti e atti di libidine. E nel 2000 la Corte europea dei diritti dell’uomo sanzionò l’Italia per i rapporti recisi tra genitori e figli. Nonostante quelle condanne però il tribunale per i minori ha continuato per decenni ad affidare i bambini alle coppie che vivevano all’interno della comunità.

Giulio Gori, Antonella Mollica

Fonte > Corriere.it


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