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Incontestabili verità ufficiali
Stefano Maria Chiari
02 Aprile 2009
Si riportano qui di seguito alcune notizie di stampa di questi giorni, tese ad evidenziare ancora una volta i soliti proclami di fede indubitabile: certezze non smentibili dal libero pensiero di chi vuole usare la propria testa contro la «volontà generale». Questo, contrariamente a quel che si vuol far credere, è il vero atteggiamento del cattolico: completo utilizzo di tutte le proprie facoltà, donatagli da Dio, trascese dalla grazia dello Spirito. « Secondo un rapporto dell’agenzia UE per i diritti fondamentali in molti Stati non vengono prese necessarie misure per garantire la parità dei diritti e combattere la discriminazione. L’Italia è tra quei Paesi in cui addirittura il mondo politico ha esternazioni omofobe (…) Si inizia a scuola, con insegnanti spesso ‘non preparati a identificare e affrontare questi problemi’, mentre i programmi scolastici rimuovono di fatto tutte la problematiche legate a questi temi. Anche il sistema sanitario europeo finisce per danneggiare l’omosessualità che spesso continua a essere considerata ‘un problema o una malattia’, cosa che crea nuove difficoltà e gravi disagi e induce tra gli omosessuali ‘alti tassi di suicidio’, frequenti problemi psichiatrici e diffusi casi di tossicodipendenza (…) Lavorare non aiuta. Spesso ‘esperienze sgradevoli, paura di discriminazione, rischio di licenziamento’ sono all’ordine del giorno creando una situazione che costringe spesso la gente a tenere celati i proprio orientamenti sessuali. Una situazione per cui il rapporto raccomanda ai governi ‘l’assunzione di misure concrete che mirano a sensibilizzare e formare i servizi di polizia’ affinché questi affrontino il problema dei reati e della discriminazione contro gli omosessuali ‘con lo stesso rigore e la stessa severità adottata nei confronti di altri reati e altre azioni criminali’. In diversi Stati dell’Unione i poteri pubblici ‘non hanno voluto o potuto garantire la sicurezza ai partecipanti alle manifestazioni del Gay Pride’. Negli ultimi cinque anni ci sono stati ripetuti scontri in Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Estonia, Italia, Polonia, Romania e Svezia. Infine in Paesi come Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Italia e Malta, è accaduto che ‘gli appelli a un rafforzamento dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali e omosessuali si siano dovuti scontrare con le risposte ostili di parte del mondo politico» (1). Primo esempio: l’omofobia. Il dramma spirituale dell’omosessuale, deviato spiritualmente (forse anche a causa di serie circostanze psicologiche dell’ambiente di famiglia), diventa un sacrosanto diritto a peccare, ad autodistruggersi. L’omosessuale è fondamentalmente una persona triste (perché, se non cerca la conversione del cuore, che può guarirlo, non vive una vita in grazia e quindi, già per questo è dannato, cioè triste, solo, disperato; situazione rimediabile, ma non senza Dio e la sua forza), eppure i media vogliono far passare questo suo malessere esistenziale, come dipendente da «altri», dall’omofobia imperversante. Le circostanze porterebbero l’invertito al suicidio. Forse varrebbe la pena di indagare se l’«inversione» appunto non sia la vera causa di disperazione latente che attanaglia il cuore di queste persone. Passiamo in rassegna il secondo «argomento intoccabile»: l’evoluzionismo. « Ogni essere vivente condivide antenati con tutti gli altri. E’ l’origine del pensiero darwiniano. Forse per questo ci si sente così a proprio agio di fronte al mondo di Charles Darwin. O, meglio ancora, davanti al mondo dal lui descritto. Perché, di fatto, questo è stato il suo lavoro: descrivere il mondo. E tracciarne un percorso nel tempo, fissandone appunto le origini. Un lavoro immenso, che la mostra dedicata al celebre naturalista britannico ricalca in maniera puntuale e coinvolgente. Per bambini e adulti. Sono trascorsi duecento anni dalla nascita di Darwin e centocinquanta dalla pubblicazione della preziosa e rivoluzionaria teoria dell’evoluzione, ma le sue ricerche sono ancora attuali; e incredibili, ancora oggi. Al suo genio, alla scienza e alla sua persona è dedicata la mostra Darwin 1809-2009, in uno straordinario scenario allestito al Palazzo delle Esposizioni. Una rassegna - basata sulla precedente mostra dell’American Museum of Natural History di New York, ma arricchita di una componente italiana - che intreccia i linguaggi della storia, della narrazione, del naturalismo, della filosofia, della scienza e delle ricerche sperimentali contemporanee. Una biografia del giovane avventuriero Darwin, attraverso le complesse relazioni familiari, in una completa immersione nella cultura inglese dell’epoca e nei suoi conflitti. C’è tutto, di Darwin, nella mostra al Palaexpò: le scoperte, gli scritti (sulla scienza e sulla vita) e i coleotteri che collezionava da ragazzo. Il suo studio riprodotto fedelmente, la sua poltrona, il bastone con cui si aiutava negli ultimi anni di vita, segnati dalla malattia. Perfino il sentiero che percorreva ogni giorno, il ‘sandwalk’ di Down House, proposto in un gioco d’immagini e proiezioni. E poi, ancora: gli appunti, i taccuini dove giorno dopo giorno fissava i propri pensieri, scanditi da quel preambolo, semplice ma sicuro e diretto: ‘I think’. E’ così che prese forma il suo più grande lavoro, ‘On the Origin of Species’ (1859), che lo ha reso lo scienziato più onorato e dibattuto di tutti i tempi. Prima ancora, il suo celebre e interminabile viaggio intorno al mondo, con le domande iniziali, le scoperte entusiasmanti, le prime idee, le incertezze, i timori prima della pubblicazione dei suoi scritti. Anche le piante e gli animali osservati per la prima volta in giro per il globo sono in mostra: dal vero (è il caso dell’armadillo o dell’iguana), riprodotti o imbalsamati» (2). Lodi sperticate allo studioso, che rivoluzionò anche il modo di pensare di molti cattolici. Sull’evoluzionismo non si discute: tutto vero, tutto certo! Notate l’articolista come descriva bene il pensiero dominante, riferendosi all’attività di Darwin: «descrivere il mondo»! Eppure, consentiteci!, la cosa che maggiormente si discosta dal pensiero darwiniano è la «descrizione del mondo»! Quale evidenza ci sarebbe, oggi, dell’evoluzionismo? Basta tale considerazione di buon senso per dubitare di tanto folclore e proclami! Se la teoria è vera, dove sono le specie «in evoluzione»? Non dovrebbero vedersi quasi ad occhio nudo? E’ troppo poco l’arco temporale perché possa essere osservato? Questo argomento a ben vedere va contro lo stesso evoluzionismo, perché ne dimostra l’impossibilità realizzativa nei tempi prospettati dai suoi medesimi sostenitori. Parlando di AIDS, rinvio all’ottimo spunto di Missiroli, non senza precisare che il coro mediatico ignora le prove contro corrente e fingendo di non essere mai smentito. « Il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha lanciato un appello ai Paesi donatori a continuare a sostenere, nonostante la crisi, la lotta all’AIDS, alla tubercolosi e alla malaria, in un messaggio diffuso oggi nel corso di una riunione in Spagna. (…) Anche il Programma delle Nazioni unite sull’AIDS (Un-AIDS) ha invocato, nel corso della riunione, un ‘finanziamento integrale’ del Fondo mondiale, sostenendo in un comunicato che è ‘una condizione imperativa per un accesso universale alla prevenzione e alle cure’. ‘Non possiamo permettere che la crisi economica ci paralizzi’, ha dichiarato il direttore esecutivo di Un-AIDS, Michel Sidibe» (3). Anche sull’«industria del Cancro», palesemente intollerante (basta vedere il numero di «detenuti» per questa causa) contro ogni sovversivo tentativo di cercare e trovare altrove le cause e le relative cure di questa malattia. Riporto un interessante riflessione reperibile su internet (4). « Ci hanno sempre insegnato che la cura principale dei tumori è la chemioterapia, cioè terapia a base di sostanze chimiche. Si sono però dimenticati di dirci che queste sostanze di sintesi sono dei veri e propri veleni. Solo chi ha provato sulla propria pelle le famose iniezioni sa cosa voglio dire. Un malato di tumore viene avvertito che la chemio provocherà nausea, vomito, che cadranno i peli del corpo compresi i capelli, forse. Ma siccome è l’unica cura ufficiale riconosciuta per quella malattia, si stringono i denti e si firma il consenso informato. Dovete sapere però che l’Istituto Superiore di Sanità italiano ha fatto stampare un fascicolo dal titolo ‘Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici’ per tutti gli addetti ai lavori, cioè per coloro che (solamente!) maneggiano fisicamente le fiale per la chemio (di solito infermieri professionali e/o medici). Fiale che andranno poi iniettate ai malati! Alla voce Antraciclinici (uno dei chemioterapici usati) c’è scritto: ‘stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità del 50% dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni’ Alla voce Procarbazina (un altro dei chemioterapici usati) c’è scritto: ‘E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazione nei feti) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10% di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante’. L’amara conclusione, che si evince dall’Istituto Superiore di Sanità, è che la l’oncologia moderna per curare il cancro, utilizza delle sostanze chimiche che sono cancerogene (provocano il cancro), mutagene (provocano mutazioni genetiche) e teratogene (provocano malformazioni ai figli)!!! Qualcosa non torna: ad una persona sofferente dal punto di vista fisico, psichico e morale, debilitata e quasi sempre sottopeso, vengono iniettate delle sostanze così tossiche?! Questo apparente controsenso - se non si abbraccia l’idea che qualcuno ci sta avvelenando - si spiega nella visione riduzionista e totalmente materialista che ha la medicina…». Non me la sento, infine, di parlare dell’«ultima religione rimasta», perché su questo giornale si è detto già molto e spesso molto bene… indipendentemente dal merito delle verità propugnate; ciò che atterrisce è la totale penuria di quella tolleranza tanto sbandierata dai cosiddetti Stati democratici in termini di ricerca scientifica e di autonomia di pensiero; ciò che non è in linea con la maggioranza (spesso imposta o manipolata), sia messo al bando. Concludo queste brevi considerazioni, invitando il lettore a non lasciasi sedurre dalla comodità del «pensiero diffuso», che, di per sé, non necessita di prove o accertamenti… Cristo libera da tutte le pastoie e dittature; anche da quelle di un pensiero mutilato e non libero. Stefano Maria Chiari
1) Da In «Europa cresce l'omofobia», LaStampa.it 2) Da Exibart.com 3) http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=686687 4) http://www.disinformazione.it/costi_oncologia.htm
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