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Sotto il tallone dell’omocrazia
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Lucas Entertainment, una casa di produzione di materiale porno-pederastico, offre un viaggio organizzato in Israele per pederasti americani: 12 giorni a 2.775 dollari, trasferimento aereo escluso.

Costoso? Ma l’azienda è in grado di offrire durante il tour qualcosa di molto esclusivo: una visita «ad una base militare israeliana», dove i turisti potranno incontrare «soldati caldi e rigidi» che, assicura Lucas, abbondano nel glorioso Tsahal.

Michael Lucas, l’industriale (ed ex attore) porno-gay, vanta d’essere riuscito a strappare questo privilegio dai comandi israeliani. «Sono un regolare donatore all’associazione “Amici dell’Israel Defense Force in USA”, ed è normale che i donatori visitino delle basi quando vanno in Israele. Voglio portarci i miei turisti in modo che possano constatare che i soldati ebrei sono facitori di pace, e cercano solo di proteggersi».

Nato in Russia da famiglia ebraica, Michael Lucas non nasconde che il suo proposito è di abbellire l’immagine di Israele, che negli ultimi tempi ha subito qualche danno. Mostrando a chi ha certe inclinazioni e 2.800 dollari «il lato meraviglioso di Israele»:  «Tel Aviv è una delle città più gay-friendly della terra», e rivaleggia con Eilat per «una vita notturna gay incandescente e spumeggiante».

Lo sapevate, esclama giulivo Lucas nella sua pubblicità, «che Israele ha fatto enormi progressi nei diritti dei gay? Nel 2005 una sentenza di tribunale ha fatto epoca, decidendo che le coppie lesbiche possono adottare legalmente i bambini biologici dell’una e dell’altra».

«Anche se i matrimoni omosessuali non sono ancora legalizzati, le nozze gay contratte altrove sono riconosciute legalmente. Questo dà a gay e lesbiche lo stesso status giuridico di cui godiamo a New York!».

«Israele  ha una delle più alte percentuali di favorevoli ai matrimoni omosessuali: il 61% degli israeliani sono a favore!».

«Nell’esercito israeliani servono militari apertamente gay, perchè è vietata la discriminazione. I gay dichiarati hanno il permesso di fare i soldati dal 1993, e ciò pone Israele avanti di 17 anni rispetto agli Stati Uniti, dov’è ancora illegale per gay e lesbiche servire la loro patria apertamente». (Travel With Michael)

Ulteriori notizie si trovano sull’italiota  notiziegay.com (attenti però alle immagini) il quale ci informa che Lucas ha anche girato un film «Men of Israel»,  il cui titolo «è tutto un programma».

«Interamente girato in Terra Santa con tutti protagonisti del luogo. Una produzione DOC che offre un ulteriore valido motivo per fare una visita da quelle parti», esclama euforico il sito pede.



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Bertrand Delanoe
   Bertrand Delanoe
Dunque, esiste anche la lobby «Finocchi per Israele», e si mobilita con tutte le sue forze. Si tratta sicuramente di uno sforzo ben organizzato. Il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, omosessuale fiero di esserlo, ha partecipato il 6 aprile ad una «passeggiata» per promuovere Israele, e il 15 aprile ha ricevuto a Parigi Shimon Peres, il presidente dello Stato i cui soldati sono venduti come prodotti per clientele gay, per scoprire insieme una targa dedicata a Ben Gurion, il primo capo del governo israeliano.

Ohimè, le due lobbies più potenti del mondo si sono unite a difesa del Regno Eterno di Sion: sono chiaramente invincibili.

Notiziegay trova nell’incandescente vita finocchia del Regno Messianico «un valido ulteriore motivo» per visitarlo. Chissà quali sono gli altri motivi: non certo una visita al Muro di 600 chilometri, nè un’occhiata al lager di Gaza dove un milione e mezzo di palestinesi sono lasciati morire di stenti; e nemmeno una puntata nei Territori Occupati, che proprio in questi giorni sono oggetto di una pulizia etnica accelerata, con le famiglie che vengono scacciate dalle loro case. Nè interessa a notiziegay lo sradicamento degli olivi degli arabi. Nè vedere come il glorioso Tsahal strapieno di pederasti  massacra i bambini palestinesi e spara sui pastori e i contadini. No, a loro interessano solo le notti incandescenti di Tel Aviv, e i soldati «caldi e rigidi».

Si intravvede qui una profonda affinità: ai gay interessano solo i gay, agli ebrei solo gli ebrei.

Ma non si creda che i pederasti di notiziegay siano privi di sensibilità morale. Anzi, grondano moralismo. Solo che riservano il loro alto e vibrante sdegno al Vaticano che «copre i preti pedofili». Anzi, in una sua inchiesta, il notiziario fornisce l’elenco e l’indirizzo di «trenta preti pedofili trasferiti e mai rimossi», acciocchè le coppie gay non affidino a questi figuri i loro bambini. E naturalmente, attacchi feroci al cardinal Bertone che ha commesso il crimine di dire che spesso i pedofili sono omosessuali (la pura verità), applausi al governo francese che ha chiesto spiegazioni al Vaticano per le parole di Bertone, una citazione di Grillini «che invita i gay all’assalto di San Pietro». Esultanza per la frase di Bocchino di AN: meglio un presidente gay che un leghista.

Hans Kung
   Hans Kung
Non manca una lusinghiera ripresa del testo di Hans Kung contro il Papa «che ha fallito» (pubblicato in simultanea da Repubblica , El Pais ed altri giornali europei: la lobby funziona, funziona): i gay danno ragione al teologo Kung: è vero, con Benedetto XVI «è mancata la continuità del dialogo con gli ebrei», e le frasi di Cantalamessa sull’attacco al Papa paragonato all’antisemitismo hanno suscitato il giusto «sdegno della comunità ebraica».

«Questo papa non ha mai smesso di relativizzare il Concilio interpretandolo in senso regressivo»,
grida Kung, e i gay italioti gli danno ragione: soffrono per la Chiesa in mano ad un Papa «che ha fallito», soffrono perchè il Papa non vuole omosessuali che si facciano sacerdoti. La Chiesa deve accettare gli omosessuali al sacerdozio, ma deve colpire i pedofili. Sono due cose diverse, i primi sono «normali», gli altri sono criminali.

La canea di questi giorni contro la Chiesa ha qualcosa del pandemonium, della frenesia satanica. Su Radio 24, un tal Cruciani non fa che rimandare in onda la frase del cardinal Bertone (pedofili omosessuali) e ad ogni volta soffoca di una rabbia che una mente oggettiva trova irragionevole, squilibrata:  ma Bertone ha toccato un tabù a cui il conformismo del politicamente corretto tributa una devozione teologica: i gay sono «normali», essere gay «e’ solo questione di gusti», è «come uno che ha i capelli neri ed uno rossi», e via delirando. Non c’è radio che, sul tema, non chiami a dire la sua Grillini, che si lancia in insulti folli e sbavanti (sintomo collaterale della turba psichica pederastica), in espressioni di un odio che viene da profondità mostruose.

Si è creato un clima tale, che qualunque frase pronunciata dal Papa o da un vescovo - qualunque -viene accolta da grida di furore, di rabbia frenetica: devono tacere! Siano discriminati! Siano incarcerati! Si dimettano! Ce l’hanno coi gay!

Sperano di liberarsi per sempre dal giudizio che la verità - prima ancora che la moralità - fa pesare su di loro. Pretendono che li si riconosca «normali», proprio mentre il loro furore rivela la loro profondissima, abissale patologia mentale.

Ed hanno la meglio. Fateci caso, non si può aprire un canale TVn prima serata senza subire un pederasta bistrato e con le mèches, un Busi che rigurgita bestemmie, un transessuale grasso e labbruto (quasi tutti vecchi finocchi, tristissimi e sinistri), schiere di finocchi in paillettes che dicono la loro sul mondo, sui «diritti», sulla religione, su tutto. Approvati da conduttori e conduttrici che organizzano festival dove bambinette seienni imitano Madonna Ciccone o qualche altra cantante sexy, che cantano «amoooore» tutte mossette e occhiatine, bambinelle sessualizzate dai modelli TV e applaudite dai genitori... gli stessi genitori e conduttori che poi, con la bava alla bocca e perdendo il lume degli occhi, si avventano sul Papa che «copre i preti pedofili». Il Corriere dedica colonne a Vladimir Luxuria che è tornata da Casablanca dove se l’è fatto tagliare,  per farsi dotare di una fessura in chirurgia plastica.

Così si fa, è normale. Anormale è soffrire per gli insulti gratuiti al Papa, per l’ordine di mettere a tacere la Chiesa.

C’è qualcosa di folle in questo odio, preludio alla caccia al cattolico, all’espulsione dai luoghi pubblici del discorso. I pederasti dominano la scena mediatica, esibiscono la loro «normalità» patologica, e impongono le loro storture mostruose: in Terra Santa a vedere i soldati gay di Israele, «un ulteriore valido motivo» per aggirarsi là.


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