«Per gli Stati Uniti la paura primordiale è il capitale tedesco, la tecnologia tedesca, unita con le risorse naturali russe e la manodopera russa: è la sola combinazione che ha fatto paura agli USA per secoli»: così George Friedman, il fondatore del centro di analisi strategiche Stratfor, nel discorso che ha tenuto presso il Council on Foreign Relations il 4 febbraio, e di cui pubblichiamo qui il video con la nostra traduzione integrale (dal parlato inglese). Vale la pena di mostrarlo con la dovuta attenzione, perché merita la più ampia diffusione.
Friedman, che è un ebreo nato a Budapest nel 1946, è un uomo dello ‘Stato profondo’ americano-militarista: docente all’US Army War College, studioso alla National Defense University e alla RAND (il megafono del sistema militare-industriale), esprime qui con inaudita franchezza la strategia che seguirà Washington per mantenere il predominio mondiale. In questa strategia, l’Europa è una pedina, e uno strumento, di cui Friedman parla con infinito disprezzo. L’arma usata, sarà la destabilizzazione: in Ucraina è ciò che abbiamo già fatto in Afghanistan. Abbandoniamo ogni velleità di instaurare la democrazia; una volta destabilizzato il Paese, noi abbiamo compiuto il nostro lavoro... vale la pena di ascoltarlo. E di osservare il suo freddo sorriso, o rictus, mentre espone il programma.
Traduzione integrale:
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TRADUZIONE EFFEDIEFFE
Stratfor: come Washington possa mantenere la sua posizione dominante sul pianeta
Estratti dal discorso di George Friedman, direttore della società d’intelligence e di analisi Stratfor, chiamata anche “l’ombra della CIA”, al Council on Foreign Relations, Chicago.
Nel suo discorso Friedman spiega come Washington possa mantenere la sua posizione dominante sul pianeta, indicando i potenziali nemici degli Stati Uniti. Per Friedman il mondo deve restare esclusivamente sotto il controllo diretto od indiretto degli USA.
Friedman chiarisce altresì bene che gli Stati Uniti non hanno relazioni con la cosiddetta “Europa”. Con la Romania, la Francia e così via. Ma non vi è un’Europa con il quale gli Stati Uniti hanno rapporti paritari. Una visione dispregiativa che richiama alla memoria la conversazione del Sottosegretario di Stato Victoria Nuland con l’ambasciatore USA a Kiev nel 2014 [Fuck Europe]. Non a caso, la signora Nuland è una nota lettrice delle analisi di Stratfor.
Il succo del discorso di Friedman, la strategia espressa è: “isolare la Russia” e tenerla ben a distanza dalla Germania, con la quale sarebbe capace di creare un’alleanza “invincibile; dunque per gli USA è vitale creare un cordone sanitario di separazione dalla Russia per poter continuare a tenere al guinzaglio la Germania e di conseguenza l’“Europa”.
“Germania e Russia insieme sono l’unica potenza che può minacciare gli Stati Uniti” — George Friedman al Chicago Council on Global Affairs
George Friedman: “Oggigiorno, nessuna nazione rimane pacifica molto a lungo, nemmeno gli Stati Uniti. Noi abbiamo costantemente delle guerre, giusto? L’Europa... beh, io credo che non tornerà indietro agli anni del ’31, ma ritornerà all’umanità... avranno le loro guerre, le loro paci, ci saranno perdite di vite... non ci saranno centinaia di milioni di morti ma l’idea che l’Europa ha [di se stessa, quella] di essere eccezionale, penso sia la prima cosa che la affligge... ci saranno dei conflitti... ci sono già stati dei conflitti, in Iugoslavia, e c’è certamente ora un conflitto in Ucraina... per quanto riguarda le relazioni con gli Stati Uniti... non abbiamo più una relazione con l’Europa... abbiamo una relazione con la Romania, con la Francia e così via... ma non c’è nessuna Europa... con la quale avere una relazione... [00:44]
{il Gentiluomo là}
Domanda: “L’estremismo islamico è realmente la minaccia maggiore negli Stati Uniti? E scomparirà da solo o continuerà a crescere?”
G. Friedman: “È un problema per gli Stati Uniti, ma non c’è nessuna minaccia alla nostra esistenza, bisogna occuparsene ma nella giusta proporzione. Abbiamo altri interessi all’estero... il principale interesse per gli Stati Uniti, ed a causa del quale abbiamo combattuto le guerre, Prima e Seconda [Mondiale] e Fredda, è la relazione fra Germania e Russia; perché unite sono l’unica potenza che ci può minacciare... [01:34] e [il principale interesse è] l’essere sicuri che la cosa non avvenga...
Cosa fai se sei Ucraino? È essenziale essere in contatto con l’unico Paese che ti può aiutare, che sono gli Stati Uniti. La scorsa settimana... dieci giorni fa, il Generale Hodges, comandante dell’esercito americano in Europa, ha visitato l’Ucraina ed ha annunciato che gli addestratori americani vi si recheranno ufficialmente; ora lo fanno ufficiosamente... [Hodges] ha appuntato delle medaglie a dei soldati ucraini, cosa che in base al protocollo militare non sarebbe permessa... ma lo ha fatto... dimostrando che quello è il “suo” esercito [02:15] si è poi spostato nei Paesi del Baltico per informarli che gli Stati Uniti avrebbero dislocato blindati, artiglieria ed altro materiale bellico in Polonia, Romania e Bulgaria.
Una cosa molto interessante. Dunque gli Stati Uniti hanno annunciato ieri che invieranno armi... questa sera ovviamente lo hanno negato, ma lo stanno facendo... le armi partiranno... in tutto ciò gli USA hanno agito al di fuori del contesto della NATO perché la NATO richiede un voto del 100% [favorevole per l’approvazione] ed un solo Paese può mettere il veto su qualsiasi decisione... omissis... il punto è che gli Stati Uniti sono preparati a creare un ‘cordone sanitario’ attorno alla Russia... i Russi lo sanno... i Russi credono che gli Stati Uniti vogliano far saltare la Federazione Russa [03:10] io penso che, per dirla con Pete Lawrie, ‘noi non vogliamo ucciderti, vogliamo solo farti un po’ male’
Comunque sia, siamo tornati ai vecchi giochi di una volta… e se lo chiedete ad un Polacco, ad un Ungherese o ad un Rumeno, loro vivono in un universo completamente diverso da [quello di] un Tedesco [03:33] ed ancor più diverso da quello di uno Spagnolo... dunque non c’è nessuna comunione di interessi in Europa... Ma se io fossi un Ucraino, farei esattamente come stanno facendo... omissis... gli Stati Uniti hanno un interesse fondamentale... sono in controllo di tutti gli Oceani del mondo, nessuna potenza si è mai anche solo avvicinata ad esserlo... a causa di ciò noi possiamo invadere dei popoli e non essere invasi... una cosa molto bella... Mantenere il controllo dei mari e dello spazio è la base del nostro potere... il modo migliore per sconfiggere una flotta nemica è impedire che sia costruita... Il modo col quale i Britannici sono riusciti a garantirsi che nessuna potenza europea potesse costruirsi una fotta è consistito nel far sì che gli Europei se lo impedissero reciprocamente. La linea politica che raccomanderei è quella adottata da Ronald Reagan nei confronti di Iran ed Iraq: finanziò entrambi gli schieramenti in modo che si combattessero fra di loro e non combattessero contro di noi. [04:29] Era una cosa cinica e certamente non morale, ma ha funzionato... e questo è il punto. Gli Stati Uniti non possono invadere l’Eurasia [04:41].
Appena il primo soldato mette piede sul terreno, scatta la superiorità numerica: noi siamo totalmente in inferiorità numerica. Possiamo battere un esercito ma non occupare l’Iraq. L’idea che 130.000 uomini possano occupare un Paese di 25 milioni... beh, il rapporto fra la polizia di New York ed i cittadini è maggiore di quello del dispiegamento in Iraq... non abbiamo la possibilità di prendercela con loro, ma abbiamo la capacità di dare appoggio a numerose potenze rivali affinché si scontrino fra di loro: appoggio politico, appoggio economico, appoggio militare, consulenti... ed in extremis possiamo fare quello che abbiamo fatto in Giappone [05:25], in Vietnam, in Iraq ed in Afghanistan: attacchi che invalidano. L’attacco che invalida non ha lo scopo di battere il nemico, ha lo scopo di destabilizzarlo. È quanto abbiamo fatto in ognuna di quelle guerre.
In Afghanistan, per esempio, abbiamo destabilizzato al-Qaeda. Il problema che abbiamo avuto, siccome siamo giovani e stupidi, è che una volta che li abbiamo destabilizzati, invece di dirci ‘bel lavoro’ e ritornarcene a casa, ci siamo detti: ‘beh, è stato facile. Perché non ci costruiamo una democrazia?’ [risatina]. Quello è stato il momento nel quale è entrata in campo la stupidità.
Dunque la risposta è: gli Stati Uniti non possono intervenire costantemente in tutta l’Eurasia, devono intervenire [in prima persona] in modo selettivo. E come soluzione estrema. Non possiamo far sì che inviare l’esercito americano sia la prima mossa. [06:25] Quando inviamo le truppe americane dobbiamo comprendere a pieno in cosa consista la nostra missione, limitarci ad essa e non lasciare che prendano piede fantasie psicotiche di qualsiasi tipo. Per fortuna questa cosa, questa volta, l’abbiamo imparata. Ci vuole un po’ di tempo perché i bambini imparino le lezioni.
Ma io penso che lei {quello che ha posto la domanda} abbia assolutamente ragione: in quanto impero, noi non possiamo comportarci così. La Gran Bretagna non ha occupato l’India, ha individuato una serie di Stati indiani e li ha aizzati uno contro l’altro ed ha fornito degli ufficiali britannici per un esercito indiano. I Romani non inviarono enormi eserciti, piazzarono dei re... crearono numerosi re che erano sotto l’imperatore, e questi re erano responsabili del mantenimento della pace... come, ad esempio, Ponzio Pilato. Gli imperi che sono controllati in modo diretto, imperi come quello nazista, crollano. Nessuno ha così tanto potere. Omissis...
Ad ogni modo, il nostro problema non è ancora questo, noi dobbiamo ancora ammettere concretamente che abbiamo un impero. Dunque non siamo ancora arrivati al punto nel quale non pensiamo che possiamo ritornare a casa e che il lavoro è fatto, perciò non siamo che nelle prime fasi [di un impero]...
La questione sul tavolo per i Russi è: ‘Creeranno una zona cuscinetto, una zona neutra? O l’Occidente penetrerà così profondamente in Ucraina che saranno a 100 chilometri da Stalingrado e meno di 500 da Mosca?’. Per la Russia la situazione ucraina è una minaccia alla sua stessa esistenza, [08:13] ed i Russi non possono lasciar fare. Per gli Stati Uniti, in caso la Russia s’appropri dell’Ucraina, la questione è: ‘Si fermeranno lì?’.
Dunque non è un caso che il Generale Hodges omissis... parli di pre-posizionamento di truppe in Romania, Bulgaria e Polonia e nei Paesi Baltici. Si tratta della [Federatio] intermarium, dal Mar Nero fino al Baltico, sognata da Pilsudski... Questa è... questa è la soluzione per gli Stati Uniti.
Il tema per il quale non abbiamo la risposta è: cosa farà la Germania? La vera incognita in Europa è che mentre gli Stati Uniti costruiscono il loro cordone sanitario, non in Ucraina ma ad ovest [di essa], e mentre i Russi cercano di immaginarsi come far leva sugli Ucraini, noi non conosciamo la posizione della Germania.
La Germania è in una posizione del tutto particolare. Il suo ex Cancelliere, l’anziano Gerhard Schroeder, è membro del Consiglio di Amministrazione della Gazprom ed [i Tedeschi] hanno una relazione molto complessa con la Russia. Gli stessi Tedeschi non sanno cosa fare.
[09:31] Devono esportare, i Russi possono acquistare il loro export. Dall’altra parte, se perdono la zona di libero scambio devono inventarsi qualcosa di differente. Per gli Stati Uniti la paura più forte è data dal capitale russo, dalla tecnologia russa...: la tecnologia tedesca ed il capitale tedesco, insieme con le risorse naturali russe e la manodopera russa, rappresentano l’unica combinazione che da secoli terrorizza gli Stati Uniti.
Come andrà a finire? Gli Stati Uniti hanno già messo le carte in tavola: si tratta del “corridoio” dal Baltico al Mar Nero... [10:11]
Testo Diapositiva: Il “cordone sanitario”, composto da Paesi russofobi, che gli Stati Uniti vogliono costituire in modo da separare la Russia dalla Germania isolando di conseguenza la Russia dall’Europa.
Friedman: Per quanto riguarda i Russi, le loro carte sono da sempre sul tavolo: come minimo devono avere un’Ucraina neutra, certo non un’Ucraina filo-occidentale. La Bielorussia è un’altra storia. Dunque, chi è in grado di dire cosa faranno i Tedeschi è in grado di predire come saranno i prossimi 20 anni di storia. Ma, sfortunatamente, i Tedeschi non hanno ancora preso una decisione, e questo è, da sempre, il problema con la Germania: un’economia molto potente, una geopolitica molto fragile e non sa mai quanto serve per riconciliare le due.
Fin dal 1871, questo è stato il problema tedesco. Pensate attentamente a questo problema, perché si sta ripresentando. È questo il prossimo problema che dobbiamo sistemare. Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla
Ecco quel che Friedman dice per sommi capi:
– L’Europa non esiste.
– Soltanto l’integrazione Germania-Russia può minacciarci, non lo permetteremo (1).
– Per questo sosteniamo Kiev.
– L’esercito di Kiev è il nostro esercito, tant’è vero che diamo medaglie ai loro soldati.
– Noi stiamo posizionando armi in tutti i paesi dell’Est europeo, approfittando della loro russofobia.
– Ovviamente agiamo al difuori del quadro della NATO.
– Il nostro scopo: stabilire un cordone sanitario attorno alla Russia.
– Noi possiamo invadere ogni paese del mondo, mentre nessun paese può invaderci.
– Tuttavia, non possiamo occupare l’Eurasia; la tattica è fare in modo che i paesi si dilanino tra loro.
– Per la Russia, lo status dell’Ucraina è una minaccia esistenziale.
– «È cinico, è amorale, ma funziona».
– L’obiettivo non è vincere il nemico, ma destabilizzarlo.
– La destabilizzazione è il solo scopo delle nostre azioni estere. Non instaurare la democrazia; quando abbiamo destabilizzato un Paese, dobbiamo dirci: «Missione compiuta», e tornare a casa.
– La nostra incognita è la Germania. Che cosa farà? Non lo sa nemmeno lei. Gigante economico e nano politico, come sempre nella storia.
– «L’Europa subirà la stessa sorte di tutti gli altri Paesi: avranno le loro guerre. Non ci saranno centinaia di milioni di morti, ma l’idea di una esclusività europea, a mio avviso, la porterà a delle guerre. Ci saranno dei conflitti in Europa. Ce ne sono già stati, in Iugoslavia ed ora in Ucraina.
Il sito Saker mette a confronto questo programma con ciò che ha detto Vladimir Putin nella lunghissima diretta tv del 6 aprile, a cui ha risposto alle domande del pubblico russo:
– La Russia non aggredisce nessuno, difende solo i suoi interessi.
– Noi abbiamo due basi militari fuori della Russia, essi hanno più di mille basi nel mondo: e saremmo noi gli aggressori? Dov’è il buon senso?
– Il bilancio militare del Pentagono è 10 volte maggiore del nostro, e siamo noi che conduciamo una politica aggressiva... Per caso siamo noi ad avere delle basi ai confini degli USA?
– Chi installa dei missili alla frontiera dell’altro?
– Noi vogliamo relazioni di uguaglianza con l’Occidente, in accordo coi nostri interessi nazionali.
– Le sanzioni economiche non sono il prezzo che paghiamo per aver ripreso la Crimea, ma per la nostra volontà di esistere come nazione e civiltà libera.
– Abbiamo atteso vent’anni prima che essere accettati dal WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), facendo molte concessioni; adesso [imponendo le sanzioni alla Russia, ndr] le norme del WTO sono violate, quelle dell’ONU, quelle del diritto internazionale.
– Noi vogliamo collaborare ai problemi dell’umanità, sicurezza, disarmo, terrorismo, droga, crimine organizzato.
– Dopo la caduta del Muro di Berlino ci avevano promesso il congelamento della NATO. Oggi la NATO è dappertutto alle nostre frontiere. Gli occidentali hanno deciso che erano i vincitori.
– Qualunque cosa facciamo per la distensione, abbiamo sempre incontrato rifiuti e resistenze dell’Occidente. Gli ultimi giochi olimpici invernali di Soci sono stati calunniati e screditati prima, durante e dopo; perché?
Una nota: la Russia s’è appellata al WTO, di cui è membro, perché le sanzioni imposte dagli USA e dalla UE ne violano le regole; il WTO è il sorvegliante, il poliziotto è il giudice del libero commercio globale, che – secondo il dogma – deve essere senza dazi né altri ostacoli di nessun genere. Per cui, nessuna sanzione commerciale deve essere imposta, a meno che non sia votata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU — ciò che ovviamente non è avvenuto. Non credo che il WTO darà ragione a Mosca.
Ma con ciò, Putin avrà ottenuto due risultati. Uno, dimostrare USA ed UE violano le regole stesse che si sono date ed hanno imposto al mondo; che la globalizzazione non è altro che un sistema di dominio americano; e che il WTO non è affatto l’arbitro oggettivo del libero commercio, ma un’altra arma politica in mano al sistema occidentale anglo.
Il secondo risultato è che la Russia, visto che è vittima di ingiuste ritorsioni economiche in violazione delle norme del WTO, può esentarsi dalle regole del commercio internazionale dettate dallo stesso WTO. Il primo e più gravoso di questi condizionamenti è che il WTO vieta di favorire le industrie nazionali contro la concorrenza delle merci estere. L’embargo in corso obbliga la Russia ad accrescere la parte di produzione nazionale nelle proprie industrie e altre attività economiche; se ben usata, può essere l’occasione insperata per rinforzare il proprio sistema industriale al parziale riparo dalla competizione estera, con misure di protezione che non sarebbero state accettate dalla «comunità internazionale» né dalla propria popolazione. Le sanzioni stanno provocando difficoltà; ritardano i rammodernamenti che erano già in corso (grazie alle industrie tedesche), per cui in pochi anni Mosca avrebbe potuto cominciare a produrre per il mercato merci «di qualità tedesca» nei settori dove ha prodotti di punta (nati per motivi militari) che è incapace di imporre globalmente: chimica, farmaceutica, turbine, chips, opto-elettronica e micro-elettronica, software indipendente (dalla porte posteriori NSA) eccetera (per un’esposizione dei progetti e delle possibilità di eccellenza della Russia si veda qui).
Insomma ha l’occasione di attivare quelle politiche industriali di cui noi europei – vassalli vili e stupidi – ci siamo lasciati spogliare totalmente: dalla svalutazione resa impossibile dall’euro, fino al controllo dei cambi e di opporsi alla fuga dei capitali, misure tradizionali per secoli di qualunque Governo sovrano, ed oggi proibite dal Trattato di Lisbona, come il WTO ci proibisce di difendere le nostre industrie invase e devastate da merci sottocosto. Mentre noi ci lasciamo annodare al collo l’ultimo nodo scorsoio: il TAFTA, il trattato transatlantico, con cui ci assoggetteremo alle normative statunitensi persino per quel che mangiamo.
L’Europa dunque affonda nella crisi (provocata dalla finanza USA e dal suo capitalismo terminale) affondando nel vassallaggio a Washington; complice servile delle sanzioni, perde la grande occasione di sviluppo dell’economia russa – che è un compito immenso, che avrà bisogno di enormi finanziamenti e dunque di investimenti esteri colossali, a cui ahimè provvederà la Cina. E in compenso, da Washington cosa ottiene? Progetti di destabilizzazione e di guerre al suo interno, come promette Friedman.
Vale per noi il detto di Plotino: «Che i vili sian governati dai malvagi – è giusto».
Quanto all’America, e al suo destino storico e metastorico, dovrebbe paventare un altro detto: se sono detti «Beati i costruttori di pace», quale maledizione incombe su tali anticristici seminatori di discordie e suscitatori geopolitici di odi e violenze?
1) Nel 1939 il Council on Foreign Relations di Rockefeller, diretto allora da Isaiah Bowman, raggiunse la stessa conclusione: dopo un accurato studio dei rapporti commerciali dell’intero pianeta, stabilì che l’Europa continentale (con la Russia integrata alla Germania) avrebbe costituito un «blocco autosufficiente», ciò che era contrario all’interesse nazionale, in quanto mega-corporations americane avevano bisogno di «libero accesso ai mercati e alle materie prime» di quella parte del mondo. Fu costituito un War and Peace Studies Project (con un centinaio di avvocati, industriali, politici, diplomatici, banchieri) che con forti finanziamenti (la sola Rockefeller Foundation diede 300 mila dollari di allora), delineò un intero progetto per far entrare in guerra gli USA, e costituire nel dopoguerra un nuovo ordine mondiale: il FMI, la Banca Mondiale furono già concepiti allora. Presentati a Roosevelt, i risultati dello studio lo convinsero ad entrare nel conflitto contro la Germania e il Giappone.
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