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Il Vudù e il terremoto
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Cerchiamo di anticipare le obiezioni; premettiamo quindi: non si tratta di enucleare un nesso eziologico tra le tristissime vicende del terremoto di Haiti e dei susseguenti tragici eventi legati alla diffusione del colera, di cui abbiamo appreso notizia già da un po’… piuttosto cerchiamo di mettere in evidenza quanto il male (la pratica di riti ancestrali esoterici e satanici) sia certamente fonte ed origine di ogni male, incapace di far sorgere il bene dalle macerie che provoca.

Ad Haiti, ciò che serve ora è l’esatto contrario dell’esoterismo vudù; occorre pieno e totale amore per il prossimo, diniego di sé, abbandono alla Divina Provvidenza. Questi sono elementi estranei alle variopinte credenze costituenti la religione di origine afroamericana. Il Vudù è il classico esempio della scimmiottatura satanica; perfetto sincretismo esoterico di stampo animista. Le origini sono in Africa Occidentale, Yoruba, portate ad Haiti (1) da schiavi africani deportati dalla medesima zona. Divinità tribali, o Loa, presero le forme di santi cattolici. I fedeli considerarono i santi come una sorta di arricchimento della loro fede; statue cattoliche, candele e reliquie furono segretamente reclutati in segreti rituali. Tutta la regione caraibica, incluse Giamaica e Trinidad, possiede riti similari (Santeria cubana ad esempio). Attualmente, è ovvio, si è cercato di operare una riabilitazione complessiva di questo credo, che si pretende distinto dalla cosiddetta magia nera. Leggiamo on line:

«Il voodoo è una credenza secolare che unisce le religioni africane con il cattolicesimo occidentale. Ad Haiti, la sua riabilitazione pubblica è iniziata dopo che è stata ufficialmente riconosciuta come religione nel 2003. A Montreal, è impossibile conoscere il numero di seguaci a causa della natura occulta Vudù. Alcune stime dicono che la religione interessa dal 30% all80% dei canadesi haitiani, prevalentemente concentrata in Quebec. I sacerdoti dicono di ricevere persone afflitte da problemi di ogni natura, come lutti, problemi di salute, economici, coniugali. La religione vodoo pare abbia subìto, in Canada, lostracismo della Chiesa cattolica e delle sue battaglie anti-superstizione’. Ed alcuni suoi seguaci sembrano avere un atteggiamento ambiguo verso la religione. Da un lato - spiega Emerson Douyon, ex professore di psicologia alluniversità di Montreal - sono molto orgogliosi della religione dei loro antenati e delle loro radici africane, il vudù è parte integrante del loro essere, dallaltra gli haitiani canadesi non approvano tutti le pratiche voodoo. Temono di essere considerati primitivi e per questo tengono nascosti i loro riti’. Il vudù ha sofferto molto da immagini molto stereotipate ha dichiarato Mauro Peressini, un antropologo che cura il Museo della Civiltà di Gatineau, dove si terrà, nel 2012, una mostra sul Vudù. Euna pratica religiosa e, contrariamente agli stereotipi, la magia nera e gli zombie ne rappresentano una parte molto eccezionale e marginale’» (2).

Si parla di un seguito di oltre 50 milioni di fedeli. In cosa consiste? Il termine vodun o vodu (senso del profondo), quindi sostrato dell’essere, indicherebbe proprio lo spirito misterioso permeante e diffusivo la materia cosmica. Le convinzioni che connotano la teologia vuduista prendono spunto da altre tradizioni. I Loa, numi ai quali sono dedicati singoli riti e celebrazioni, sono visti come espressioni ed estensioni dell’unica divinità suprema.

I riti sono propiziatori e si possono riscontrare molti parallelismi con la concezione monista dell’India, ove la divinità primordiale, ordine al caos, si manifesta nella realtà creata, concepita come pura illusione. La manifestazione nel molteplice della divinità si rende presente al fedele attraverso la pratica di riti esoterici connotati di forte simbolismo. Il rito è quel momento di passaggio dall’illusione alla realtà.

Nei riti si verificano spesso casi di possessione della divinità. Mai sentito parlare dell’uomo-serpente? «Il Serpente sotto i cui auspici si riuniscono tutti coloro che condividono la fede». Il serpente nel Vudù è considerato come una rappresentazione sacrale del divino, che si avviluppa alle sue prede come lo spirito di Dio avviluppa il creato, permeandolo.

I riti vudù sono praticati sotto la guida di un sacerdote o di una sacerdotessa, capi spirituali di una comunità. Dal ritualismo è possibile evincere nuova conferma della visione monista, che vede la manifestazione molteplice del divino nel dualismo anche personale di ognuno: due anime, una vagante (esiste la credenza dei cosiddetti zombi: anime di morti per violenza, intrappolate da stregoni che li asserviscono al loro potere). Le cerimonie evocando le diverse manifestazioni del divino, cercano di far accedere il fedele alla realtà ultima (la divinità), di cui essi stessi sarebbero parte costituente, anche se inconsapevolmente.





Il fenomeno più inquietante è quello della possessione degli spiriti, i Loa (i fedeli usano il termine monter, come se lo spirito fosse un cavaliere e l’umano la sua cavalcatura, perché il posseduto inizia ad eseguire movenze e comportamenti tipici dello spirito che lo possiede). Chiaramente la possessione vudù, nell’ottica dei fedeli, non costituisce un caso di possessione diabolica o di spiritismo. Perfino Introvigne ci ha tenuto a precisare che la magia nera sia altra cosa rispetto ai riti ufficiali e che ne costituisca un’aberrazione esagerata (3).

Non condividiamo questa posizione buonista. Il Vudù ritiene di poter comandare forze oscure per sottometterle all’ottenimento delle petizioni richieste. Niente di più simile alla magia (sempre nera, mai bianca o rossa, checchè se ne dica!) ed all’esoterismo (inteso come appropriazione dei poteri occulti attraverso pratiche divinatorie ed aggiungo superstiziose). I presupposti teologici sono sempre fondamentali nelle ricadute morali dell’etica costituente l’adesione ad un particolare credo o culto.

Mi domando: quando il possesso di un potere di guarigione (o quant’altro) derivi dall’abilità del sacerdote (stregone), dalla sua forza, dalla perfezione del suo rito (magari sgozzando un gallo o qualche altro volatile) e non dall’amore del Padre che dona il Figlio in riscatto per le nostre colpe e per sanare le nostre piaghe; quando la croce, strumento di salvezza, viene banalizzata, ridicolizzata e profanata su bambole di pezza ed avvolta nelle spire di quel serpente antico, che da essa fu vinto definitivamente, pensate quale bene anche fisico o materiale potrà mai derivare da un siffatto cumulo di superstizioni, legami e legacci? Quale utilità vera potrà discendere da tanta pochezza e da tanta commistione con l’occulto? Quale bene potrà mai essere ricavato dal commercio con divinità inesistenti, molto spesso sostituite da demoni e spiriti maligni?

Haiti soffre le macerie di una tragedia immane, che non smette di lacerare ed aumenta la virulenza con le conseguenze nefaste di patologie mortali… ma forse il vero dramma e la vera tortura, quella che non consente la guarigione, la salvezza e l’uscita da questo tunnel mortale è costituita proprio dall’ostacolo spirituale che i seguaci di questi riti sciocchi ed offensivi del vero Dio hanno montato su, senza rimuoverlo.

Preghiamo per quelle popolazioni; aiutiamole come possibile; ma soprattutto preghiamo che lì sparisca la superstizione e l’inganno demoniaco di false credenze e risplenda fulgida la Croce di Cristo della santa Chiesa cattolica.

Stefano Maria Chiari




1
) Leggiamo da www.cesnur.org/2003/mi_vudu.htm: Parliamo di Haiti, dove il 30% circa della popolazione è coinvolto nelle confraternite di riferimento: ma il fenomeno interessa, seppur in forma minoritaria, alcuni Paesi africani, come il Benin, e l’America. Abbiamo già detto di New Orleans. Mi è capitato di vedere un tempio vudù persino a New York, dove vivono parecchi haitiani. Un universo geografico molto vasto…  «Per tacere dei rimandi ad altre credenze non meno radicate: il candomble a Bahia, la santerìa a Cuba, lo xangoa Recife. Fatte tutte le differenze del caso, il minimo comun denominatore è rappresentato dal sincretismo fra elementi del cattolicesimo e culti tradizionali africani. Tornando al vudù, laspetto più evidente è la disinvolta convivenza nello stesso pantheon di alcuni santi cattolici con divinità pagane».
2) www.giornalettismo.com/archives/84463/vudu-religione-haiti-canada/2/
3
) Da wikipedia:
«Tra gli spiriti della natura venerati dai fedeli del Vudù si trovano divinità che fungono da patrone e personificazioni di elementi e forze della natura. Gli spiriti del cosmo venerati dai vuduisti, sono stati etichettati, nel Vudù centroamericano, con denominazioni in francese o spagnolo, ed associati a santi e figure cattoliche. Pertanto, i santi vengono considerati o come incarnazioni terrestri delle divinità, oppure come alternative raffigurazioni delle divinità stesse.

Tra queste entità spirituali - i loa, i misteridi Dio - si possono trovare:

Agwé, spirito dei mari;

Ayida Wedo, spirito dellarcobaleno;

Ayzan, divinità protettrice;

Baron, uno spirito considerato capace di manifestarsi in molteplici forme, protettore delle anime dei morti;

Damballa, divinità serpentina, incarnazione del vodun;

Erinle, spirito delle foreste e dei luoghi naturali;

Erzulie, dea dellamore, assimilata spesso alla dea Venere;

Papa Legba, spirito mediatore tra luomo e il dio supremo, invocato durante le cerimonie per permettere la comunicazione con gli spiriti;

Lisa, spirito della creazione;

Ogou e Osun, divinità della guarigione;

Ogun o Ogoun, spirito della pace e della guerra;

Shango o Sango, spirito delle tempeste;

Zaka o Oko, divinità della natura campestre;

Maman Brigitte, dea dei morti, spesso associata a Baron;

Marinette, una dea malvagia;

Mademoiselle Charlotte, una dea molto amata dalle popolazioni bianche, proprio per il suo aspetto occidentale;

Yemaja (chiamata anche Mami Wata, adattamento del nome inglese Mommy Water, ovvero Mamma Acqua; o La Sirena, dal nome La Siren), grande dea madre delle acque.

Il culto di questultima divinità è il più amato e il più diffuso sia in Africa occidentale sia in America. Le divinità sono considerate delle entità indescrivibili, senza aspetto o caratteristiche fisiche; sono semplici essenze della Divinità suprema. Per questo motivo, nonostante la diffusa iconografia, dovuta in particolare alle commistioni cattoliche, per rappresentarle in via ufficiale, ad esempio per le decorazioni dei templi vuduisti, vengono utilizzati i veve, i disegni geometrici sacri. Questi sono ritenuti il miglior modo attraverso cui esprimere laspetto del divino, in quanto sono sintetizzazioni simboliche delle funzioni e delle caratteristiche che contraddistinguono gli spiriti della natura».


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