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Previsioni facili per il 2013
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Una previsione facile: il 2013 sarà l’anno della cometa ISON: visibile ad occhio dall’autunno avanzato. Secondo certi astronomi, potrebbe brillare come la Luna. Sarà preceduta da un’altra, Pan-Starrs, meno visibile, a primavera. Inutile ricordare che nell’antichità erano viste come segni di malaugurio (Ison, la cometa del secolo, sta per raggiungerci).

La Siria sarà smembrata: in tre staterelli «più deboli», secondo linee etnico religiose. È il progetto della NATO, Usa e Israele: lo ha rivelato Tawfik Okasha, il proprietario della tv egiziana d’opposizione al-Fareen, accusando i Fratelli Musulmani di essere complici del complotto. Lo scopo, ha detto, è «che non ci sia un esercito abbastanza forte da confrontare Israele». (US-NATO-Israeli Agenda: Syria to be Subdivided into “Three Weaker States”)

Già il 16 maggio 2012 il Jerusalem Post (dei Murdoch) ha pubblicato un profetico articolo dal titolo: «Sperimentato politico curdo chiede ad Israele di sostenere lo smembramento della Siria» («Veteran Kurdish politician calls on Israel to support the break-up of Syria» di Jonathan Spyer). Figurarsi se si lascia cadere un simile invito. È del resto perfettamente consonante con la linea indicata nel 1982 sulla rivista ebraica Kivunim (Direttive) intitolata «Strategia per Israele negli anni ‘80». A firma Oded Yinon , un uomo vicino ai servizi israeliani, rappresentava un piano minuzioso e dettagliato di balcanizzazione di tutti i Paesi islamici, provocando divisioni e fratture con ogni mezzo sovversivo. (Smascherata la strategia sionista di “balcanizzazione” dell’Iraq)

Cina: il costo del lavoro diventa «eccessivo». Negli ultimi dieci anni, i salari in Cina sono triplicati (dai dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro). E nel 2013, secondo il China Daily, saliranno ancora del 9% almeno; rialzi che non hanno rivali nel resto del mondo (nel 2011, i salari reali cioè aggiustati all’inflazione sono cresciuti dell’1,2%nel globo). Per le industrie occidentali che hanno delocalizzato là onde approfittare del vantaggio competitivo della povertà, si porrà più acuto il problema: ri-localizzare? Tener duro nella speranza che la Cina diventi un mercato di consumo con un potere d’acquisto così aumentato?

Mario Draghi al Quirinale, successore di Napolitano. Lo ha rivelato Dagospia, da una fonte che credo di conoscere (e ritengo credibile). Angela Merkel ha bisogno di piazzare un tedesco alla BCE per vincere le elezioni (i tedeschi diffidano dello Italienisch alla banca centrale della «loro» moneta, sospettandolo come sempre di essere più furbo di loro). Gli eurocrati hanno bisogno di un apatride sperimentato (l’hanno amato dai tempi del Britannia, quando ci ha svenduto l’Iri) nel vero posto di potere dell’Italia, per tenere nella linea il governo dei comunisti. E lo stesso Draghi ha piacere di sloggiare dalla BCE, perché ha aggiustato le tensioni sull’euro con lo sputo (slinguate e salivazioni ce le hanno messe i giornalisti), prima che crolli tutto un’altra volta: gli Stati europei, nel 2013, getteranno sul mercato 808 miliardi di euro di titoli di debito pubblico, sperando che i mercati li comprino: un quarto, l’Italia da sola. Figurarsi che voglia di restare a capo della BCE. I capi-partito italiani lo voteranno con entusiasmo. Le slinguate da tutte le parti si sprecheranno. «Uomo dell’anno», eccetera. Il Cavaliere dirà: l’ho scelto io.

Israele vieta le celebrazioni non-ebraiche
. Di fatto, ha già cominciato. Haaretz ha rivelato che un ebreo che coltivava dei pini per venderli come alberi di Natale è stato diffidato dai rabbini: gli avrebbero tolto il certificato di Casherut (di purezza talmudica), se continuava. Anche gli alberghi, sia di ebrei sia di cristiani, hanno ricevuto la stessa minaccia: se espongono nella hall un albero di Natale o adornano con ghirlande l’entrata, perdono la purezza. Hanno ricevuto la lettera rabbinica che suona così: «È seriamente vietato accogliere qualunque festa di fine anno o che mostri un collegamento qualsiasi con festività non giudaiche».

Il sindaco di Nazareth Alta, Shimon Gapso, ha vietato l’esposizione di alberi di Natale anche ai palestinesi residenti, che sono per lo più cristiani. «Nazareth Alta è una città ebraica e tutti i suoi simboli devono essere giudaici». In realtà, Nazareth Alta, insediamento ebraico che sperava di «divorare» la Nazareth storica , sta invece per essere fagocitata dagli arabi cristiani: i quali hanno comprato le case dagli immigrati ebrei dall’Unione Sovietica, ansiosi di filarsela dalla Galilea (troppi arabi) per stabilirsi nella laica Tel Aviv.

Rifaranno il sacrificio?

«Sia la Tua volontà che il Tempio sia presto ricostruito nei nostri giorni»: gli ebrei pii ripetono tre volte al giorno questa invocazione, da duemila anni. Adesso possiedono Gerusalemme; hanno collezionato e computerizzato 400 discendenti di Aronne, Leviti del futuro culto. Scuole rabbiniche come la Ateret Cohanim (Corona Sacerdotale) e il Temple Institute stanno già febbrilmente approntando gli oggetti cultuali descritti nella Bibbia, e raccogliendo fondi per la ricostruzione del tempio e la ripetizione del rito centrale dell’ebreismo, lo sgozzamento dell’agnello, reso impossibile da duemila anni. Un sacramento richiede sempre una «materia»: l’Eucarestia, il pane e il vino d’uva. La «materia» del sacramentale ebraico è la Roccia di Abramo, il monte Moria dove Abramo fu per sacrificare Isacco, suo figlio: solo qui il rito è «valido». Oggi, il monte Moria è riparato sotto la grande Moschea d’Oro, nello spazio sacro di Ahram es-Sharif, dove i palestinesi non lasciano compiere un rito, che riterrebbero sacrilego. Essi sono discendenti di Abramo (figli di Agar), dunque la loro occupazione non è un’usurpazione. Essi sono, misticamente, i difensori della Terra Santa.

Ma adesso, questi difensori sono, ancorché non vinti, schiacciati e resi impotenti, anche dai tradimenti di altri musulmani che non c’entrano con la mistica lotta: sauditi, nigeriani del Boko Aram, wahabiti che inveleniscono la «fitna», la dolorosa frattura fra sciiti e sunniti . E alla ricostruzione del Tempio non premono solo i rabbini fanatici, ma anche i protestanti americani «non denominazionali» (incitati dai loro telepredicatori), che sperano così di accelerare la seconda venuta di Cristo e la «rapture», la salita al cielo dei buoni (americani, naturalmente, cristiani rinati). Né si deve trascurare un’altra convergenza di peso: «Il fervente desiderio massonico di ricostruire il Tempio di Salomone è la forza-guida dietro gli avvenimenti del Medio Oriente». Così leggo in un testo della Massoneria britannica.

Se il Tempio sarà ricostruito, vorrà dire che la Moschea d’Oro sarà distrutta o profanata. Poiché la «materia» sarà disponibile, non si tratterà solo di una vacua mascherata archeologica; in qualche modo sarà una «bestemmia efficace», un «sacrilegio valido», un anti-sacramento: come la profanazione dell’Ostia nelle messe nere sataniche o massoniche.

Tutto ciò è noto ai miei lettori; sulla questione ho scritto anni fa un libro «I fanatici dell’Apocalisse». Lo ricordo a quei miei lettori che spesso non capiscono la mia simpatia per i palestinesi. Sono gli ultimi difensori contro il sacrilegio, versano il sangue per impedirlo.





Perché sia chiaro: la ripetizione del sacrificio di animali sul monte Moria è un sacrilegio per le tre religioni monoteiste: non solo per quella musulmana. Anche per i rabbini più fedeli, è una profanazione, una impura «accelerazione» del Messia, un forzare la mano a Dio ottenuto con la hubrys, una violazione dei tre giuramenti talmudici, e porterà rovine alla «carne» ebraica. Per noi cristiani è una bestemmia «efficace» contro Cristo, perché come dice San Paolo nella Lettera agli Ebrei, Gesù è l’ultimo Agnello sacrificato, una volta per tutte:

«Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo (...) ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. 2 E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui (...) Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre».

Quanto al sacramentale ebraico, Paolo assevera: «Si tratta soltanto di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni carnali, valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate».

Che cosa dirà la Chiesa gerarchica quando avverrà il secondo sacrificio di bestiame nel terzo Tempio ricostruito? Denuncerà il segno anticristico e satanico? O tacerà?

C’è lassù chi sostiene che gli ebrei hanno ragione, che il patto stretto con loro dal Padre è tutt’ora vigente. San Paolo dice il contrario. Dice anche che la prova della validità del rito eucaristico, il sacrificio umano-divino supremo, è nelle persecuzioni che i cristiani soffrono: «Dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo».

I massacri di cristiani sempre più frequenti ed atroci, sono il segno del potere di Satana che si sta affermando nel mondo, e sappiamo che egli ha fretta, perché i suoi giorni sono contati: vuole stroncare l’Eucarestia, vuole che nel mondo non ci sia più la Presenza: punta alla sospensione del Sacrificio, come profetizzata da Daniele per l’Impostore supremo.

«Egli stringerà una solida alleanza con molti
per una settimana e, nello spazio di metà settimana,
farà cessare il sacrificio e l’offerta;
sull’ala del tempio porrà l’abominio devastante,
finché un decreto di rovina
non si riversi sul devastatore». (9, 27)


Ora i giudaizzanti, i prelati e i cattolici adulti, dovranno prendere posizione: quello che faranno gli ebrei è un rito valido, o nulla? O un sacrilegio che nega il Sacrificio cristiano? Attenzione, perché «E’ terribile cadere nelle mani del Dio vivente!» (Ebrei, 10. 31).

La nota maledizione cinese è: «Possa tu vivere un anno interessante». Forse ci siamo.



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