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L’eurodeputato Silvestris: «Mai stato alla cena-Monsanto»
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Ringraziamo l’onorevole Silvestri per i chiarimenti rilasciati dopo la pubblicazione di «Occhio a Monsanto. E al suo lacchè italiota». Apparentemente è caduto in una trappola della Lobby. Sì, ci risulta che lui, al contrario, sia un avversario degli OGM e simili diavolerie.
(Maurizio Blondet)


Caro Blondet,

Ho letto con molta attenzione il suo articolo pubblicato su EFFEDIEFFE alcuni giorni fa. La ringrazio della sua cortesia e approfitto per alcune precisazioni.

Intanto la mia elezione al Parlamento Europeo non è avvenuta in una lista bloccata, ma con preferenze. Per questo gli elettori sanno chi sono e questo è un gran bene. Sono contro le liste bloccate e non solo a parole: per questo non ho accettato le profferte di candidatura alle ultime elezioni politiche, rinunciando ad un comodo seggio nel Parlamento italiano.

Ma questa è un’altra storia.

Veniamo alla vicenda del rapporto delle sementi e del materiale di riproduzione vegetale. Sono accusato da un documento di alcune associazione di produttori (Corporate Europe Observatory, AIAB (Italia), European Coordination Via Campesina, Arche Noah Institutza trajnostni razvoj (Institute for sustainable development, Slovenia), AGROLINK Association (Bulgaria), Réseau Semences Paysannes) e dal suo articolo di aver organizzato e partecipato ad una cena-dibattito finanziata dall’ESA. Orbene, la cena si è tenuta a Bruxelles, l’ha organizzata l’ESA e non io, ha invitato tutti i Parlamentari interessati al rapporto. Ma la cosa più curiosa è che a quella cena, che si è tenuta il 25 e non il 19 novembre, io non vi ho neanche partecipato.

Per completezza d’informazione le confido che il 25 io ero a Bruxelles, dunque la mia mancata partecipazione è stata una scelta e non una impossibilità oggettiva.

Se ciò non fosse sufficiente a dimostrare la mia indipendenza, e a smontare l’accusa di essere "in buoni rapporti tanto da considerarsi il marito dell’ESA", le aggiungo altre considerazioni:

  1- Il rapporto non fa assolutamente alcun riferimento agli OGM, e cito il testo del Regolamento "Gli OGM sono trattati in una normativa separata [direttiva 2001/18/CE, regolamento (CE) n. 1829/2003 e regolamento (CE) n. 1830/2003], e non sono oggetto della presente iniziativa".

2- Il rapporto non vieta il libero scambio gratuito di semi tra piccoli produttori: "dal campo di applicazione del regolamento è escluso altresì il materiale riproduttivo vegetale oggetto di uno scambio in natura tra due persone diverse dagli operatori professionali"

3- Nella fase successiva alla presentazione del rapporto da parte della Commissione Europea il mio staff ha ascoltato tutti i rappresentanti delle associazioni di produttori che hanno fatto richiesta di audizione, piccole e grandi che fossero, e tutte le istituzioni.

Esponenti di Arche Noah e di European Coordination Via Campesina sono stati ascoltati dal mio staff e il rappresentante di Arche Noah è venuto anche ad illustrare la sua posizione nell’ audizione ufficiale della Commissione Agricoltura.

4- non avendo ricevuto alcuna richiesta d’incontro da parte delle altre organizzazioni firmatarie dalla " Lettera aperta al Parlamento Europeo " mi sono premurato di invitarle io personalmente per spiegarmi le loro ragioni, anche mediante colloqui telefonici per superare la difficoltà di ciascuno a recarsi a Bruxelles, dando la mia disponibilità a rinviare di un’ulteriore settimana il termine della presentazione degli emendamenti onde poter consentire a ciascuno di vedere rappresentata la propria sensibilità.

5- Se tutto ciò non bastasse ad evitarmi l’accusa di "marito dell’ESA" le allego le interrogazione contro gli OGM da me presentate in questi 4 anni e la rimando ai miei voti espressi in commissione agricoltura sempre in favore di una agricoltura sana, biologica e non geneticamente modificata. Personalmente ritengo che ciò che è stato fatto dalla mano di Dio, se correttamente coltivato, sia sufficiente a sfamare l’uomo. E che tutto ciò che viene modificato nel suo codice genetico rappresenti una pericolosa sfida alla natura, sfida nella quale l’uomo è sempre e comunque soccombente.

6- in questo regolamento sto cercando di armonizzare due esigenze. La prima è la certezza, per gli agricoltori che comprano semi e piante, di esser certi di acquistare materiale sano e di acquistare materiale assolutamente corrispondente a quello indicato in etichetta: ciò a garanzia dei milioni di agricoltori che investono i loro risparmi per acquistare semi e piante ed avviare le loro coltivazioni. Tutto ciò non può che passare attraverso un sistema di certificazione e tracciabilità. La seconda esigenza è quella di evitare monopoli, di garantire rinnovata libertà d’azione ai piccoli produttori attraverso percorsi non onerosi e libertà nello scambio gratuito delle sementi. So che è un compito arduo, ma è l’obiettivo che mi sono posto, in assoluta indipendenza da qualsivoglia pressione lobbistica.

Caro Blondet, spero che queste argomentazioni, suffragate da atti formali, siano sufficienti a rassicurarla. Tengo comunque a ringraziarla per la cortesia avuta nei nostri colloqui, ma soprattutto per aver rilanciato la lettera aperta firmata da Corporate Europe Observatory, AIAB (Italia), European Coordination Via Campesina, Arche Noah Institutza trajnostni razvoj (Institute for sustainable development, Slovenia), AGROLINK Association (Bulgaria), Réseau Semences Paysannes. Se ciò sarà utile a chiarire ancor meglio che il regolamento di cui sono relatore non riguarda gli OGM, non vieta lo scambio gratuito di sementi, e non tutela alcuno a scapito di altri, avremo fatto un buon lavoro. Lei ed io.

Ancora grazie,

Sergio Silvestris



Documentazione:

www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=WQ&reference=E-2012-008422&language=IT
www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+WQ+E-2010-2754+0+DOC+XML+V0//IT
www.ecologiae.com/ogm-europa-coltivare/13745/
www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+WQ+E-2013-001351+0+DOC+XML+V0//IT


 
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