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Finocchi, ma vi conviene...?
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Prima di tutto la notizia. Lockheed Martin , il noto mega-gruppo degli armamenti, ha annunciato al mondo di cessare le donazioni filantropiche che faceva ai Boy Scouts of America perché questi non accettano leader dichiaratamente omosessuali nella loro organizzazione. Il capo-ufficio stampa della ditta, Gordon Johndroe, ha diramato il comunicato a due quotidiani, all’Atlanta Journal Constitution e a Baltimore Sun.

«La Lockheed Martin è impegnata ad annodare forti rapporti con organizzazioni non-profit che valorizzano la diversity e sono allineate con la nostre strategie. E siamo convinti che impegnarsi e finanziare un’organizzazione che discrimina apertamente è in conflitto con le nostre norme direttrici».

Lockheed-Martin (LM) è il più grande conglomerato al mondo che fabbrica armamenti: F-16, F-35, missili, bombe teleguidate intelligenti , sistemi d’arma integrati, satelliti-spia, droni d’osservazione e d’attacco, ha decine di sussidiarie, filiali e collegate in USA e nel mondo; è il principale contractor per la difesa americano, ha un fatturato di 49 miliardi di dollari e spende 13 milioni di dollari l’anno per fare lobby, in pratica finanziando attraverso il suo apposito Political Action Committee (PAC) le campagne dei politici che si adoprano per rafforzare la spesa pubblica militare. Spargere sangue e morte è, dunque, la sua specialità tecnica, insuperata per qualità e quantità.

Ora si apprende che Lockheed Martin è un modello anche per la promozione della diversità sessuale fra i suoi 116 mila dipendenti. Ha incoraggiato fra essi il sorgere di un «Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender Leadership Forum», che pare una specie di commissione interna dei sessualmente diversi che propone alla direzione suprema le politiche pro-LGBT da applicare nei reparti; sponsorizza un «Maryland Corporate Council» che è una organizzazione LGBT che raccorda i vari invertiti e transessuali che lavorano nelle aziende del Maryland. Apprendiamo anche – qualunque cosa ciò significhi – che «La ditta ha appena lanciato la Human Rights Campaign 2014 intitolata «Best Places to Work for LGBT Equality» , che pare essere un concorso fra le aziende per farsi classifcare «il miglior posto di lavoro per l’uguaglianza degli invertiti» nelle loro varie sottospecie.

È un primato di cui Locheed Martin giustamente si vanta nel suo sito. Dove si legge: «Diversità ed inclusione sono profondamente intessute in tutta la nostra cultura e riflettono i nostri valori: fare tutto ciò che è giusto, rispettare gli altri e produrre con eccellenza». (Lockheed Martin ends support of Boy Scouts over ban on gay leaders)

Dunque Lockheed Martin è amica dei gay e nemica dei boy scouts. Non ho certo voglia di commentare questa grottesca parabola della sovversione compiuta, questo parodistico «rovesciamento di tutti i valori».

Mi rivolgerei direttamente ai beneficiati: finocchi, ma vi conviene avere tali amici?

Posso immaginare che la Lockheed abbia voluto scongiurare boicottaggi e demonizzazioni dannosi per il business, come quelli che ha dovuto sopportare da noi la Barilla dopo che il suo presidente incautamente disse agli sciacalli della Zanzara (che in verità gli strapparono la dichiarazione con le pinze) che non avrebbe realizzato uno spot pubblicitario con coppie omosessuali, essendo il suo modello di consumatore la famiglia con marito, moglie e figli. Una violentissima campagna non solo italiana ma mondiale, militarmente organizzata dalla Kulandra International, ha lanciato il boicottaggio dei prodotti Barilla. (Barilla: “Mai spot con coppie gay”. E su Internet esplode la protesta Poi le scuse: “Mie parole fraintese”)

Il danno dev’essere stato notevole, se Guido Barilla s’è profuso in umilianti scuse, ha chiesto perdono e – evidentemente non bastando – ha creato nell’azienda un Diversity and Inclusion Board: sarebbe un Tavolo di Diversità ed Inclusione, ma è ovvio che il nome debba essere inglese, dato che Bariulla ha dovuto chiamare a dirigerlo (e stipendiandolo) «il gay più potente d’America» che si chiama David Mixner (ovviamente ebreo: il movimento omosessuale militante ne è, più che egemonizzato, diretto) (1) e viene elogiato come «leader mondiale nei diritti umani» (sic).

Un errore che le grandi ditte americane, più esperte, hanno parato in tempo. A cessare i contributi caritativi ai Boy Scouts of America per le loro cosiddette politiche discriminatorie – e a volerlo far sapere – sono state anche Caterpillar Inc., la Chase Manhattan Bank, Levi Strauss, la Intel Foundation e la potente mega-ditta delle spedizioni United Parcel Service, una mezza dozzina di importanti municipi (Chicago, Berkeley eccetera) che da un secolo facevano donazioni al gruppo giovanile, nonché potenti privati come il regista-produttore e miliardario Steven Spielberg... Un disastro. La Boy Scouts of America scomparirà, oppure capitolerà, rovescerà il suo programma educativo storico (puritano), e lascerà che le marmotte vengano educate al sesso politicamente corretto durante le notti negli accampamenti da pederasti, e accompagnate nelle loro escursioni boschive e di montagna da vistose drag queens.

Ma con l’adesione alla militanza LGBT di Lockheed Martin, la faccenda cambia aspetto. In qualche modo, viene da pensare che la lobby gay sia più potente del sistema militare-industriale, e della sua lobby onnipotente; o che il Finocchio Collettivo susciti timore persino all’onnipotente Military Industrial Complex, abbastanza da temere che se non si adegua alla «policy» politicamente corretta, possa mancare qualche succulenta commessa del Pentagono: riprova che Kul è un’arma di distruzione di massa più temibile dell’intero arsenale statunitense, specie quando si allea con la stupidità conformista-progressista.

Ma c’è un altro modo di vedere la cosa. Ed è che Lockheed Martin, ben valutata la natura di arma di distruzione di massa della Finocchiera Global, l’abbia aggiunta alla sua panoplia di mezzi d’offesa in offerta commerciale. E che i kulatons si siano fatti gioiosamente militarizzare, arruolare come «sistema d’arma» non solo del Complesso Militare Industriale ma del Sistema imperial-capitalista globalista, quello scatenato a distruggere tutti i valori, le civiltà e le spiritualità per lasciarne uno solo – The Profit – è ormai ben documentato dal metodo di aggressione mediatica contro la Russia di Putin: bombardato, denunciato, criminalizzato (proprio come i Boy Scouts of America) perché non vuole che i gay – a cui riconosce pari diritti come cittadini – facciano propaganda omosessuale ai bambini, li adottino o esibiscano pubblicamente la propria omosessualità baciandosi (o peggio) in strada.

È per questi «diritti» che l’Occidente spedisce tra Mosca e Sochi schiere di provocatori invertiti, esibizionisti, insieme a Femen a seno nudo e a Pussy Riots blasfeme, insieme ad ambasciatori e a ministri, con lo scopo dichiarato di instaurare anche in Russia ciò che chiama «la democrazia». È in nome della «democrazia» che l’Occidente ha per un decennio pianto sulla prigionia di Khodorkovsi, ed ora che Putin l’ha liberato dichiara che la clemenza è un atto odioso da Zar, e divinizza come un martire, un filosofo e un gran pensatore il farabutto (2) che s’impossessò dell’intero patrimonio energetico della Russia con pochi soldi (dei Rotschild) e fu costretto a risputarlo.

Orbene, si dà il caso che «la democrazia» in questione si stia manifestando, in questi tempi, come il suo contrario: i diritti dei cittadini normali vengono conculcati, la sovranità popolare espropriata, la proprietà confiscata per ragioni fiscali, i privati risparmi pignorati per salvare banche, lo stato di diritto rimangiato. Le libertà politiche annullate e spregiate con l’assoggettamento degli organi elettivi ad enti sovrannazionali incontrollabili, semi-segreti. La libertà d’opinione è permessa solo nei limiti del corretto politico, ossia censurata: quando si tratta di finocchi, ebrei, olocausto, alta finanza, Rotschild, BCE, si è liberi soltanto di dirne bene, di mostrare di crederci, di compiere gli atti rituali che manifestino la fede in pubblico. Qui da noi, si vota su liste determinate dall’alto, come già in Urss, e si viene comunque governati non da persone scelte dai cittadini, bensì da «Bruxelles» e la BCE. In USA, i droni sorvolano le città ad ausilio del sistema di polizia più onnipresente ed occhiuto della storia; delle libertà, quelle – poniamo – sindacali, di associazione fra lavoratori, vi sono informalmente scoraggiate (per usare un eufemismo). Fuori, nel vasto mondo, quasi settemila droni americani spiano dall’alto certe zone, Pakistan, Afghanistan eccetera, alla ricerca di esseri umani – indicati in una lista del Presidente – da ammazzare impunemente e senza alcun rischio, nemmeno legale.

«Diversità e inclusione» è il gran programma che la «democrazia» terminale ha da proporre al mondo: purché i diversi non siano i cattolici, i palestinesi, i dissidenti del politicamente corretto, i «populisti», «fascisti», perché allora non c’è «inclusione»: c’è esclusione, c’è l’espulsione dal discorso pubblico, quando non la persecuzione e l’omicidio. Chiedete ai palestinesi (e gli immigrati africani) come attivamente Israele li «include», quanto stima e valorizza la loro «diversity» – ma siccome ha fatto di Tel Aviv un haut lieu della kulandreria mondiale, ecco che è «democrazia».

La «democrazia» che fa la morale a nazioni e organizzazioni che negano i «diritti gay» , trova moralmente giusto fulminare con missili, da un ufficio del Nevada con teleschermo ed aria condizionata, assembramenti umani nelle aree tribali del Khyber Pass che spesso sono matrimoni locali, ridurre in sbuffi di polvere lontanissime casette di fango secco con dentro bambini – questi sono danni collaterali accettabili, invece vietare ai culattoni di pomiciare in pubblico, o dormire nei rifugi con ragazzini scouts, è moralmente intollerabile e guai a chi ci prova: ha contro tutto l’Occidente e tutte le «democrazie».

Va bene, d’accordo, questo è l’andazzo, e interi popoli stanno imparando sulla propria pelle ad identificare «democrazia» con spoliazione, saccheggio, miseria e perdita di dignità del lavoro, e dignità politica. Ma a voi, finocchi, conviene essere identificati con questa terminale «democrazia»? Un giorno, i popoli si ribelleranno, diverranno violenti. Vi conviene emergere ogni giorno di più come i soli che si vedono riconoscere «diritti», da un sistema che i diritti agli altri, li toglie? Vi conviene apparire come i soli coccolati, privilegiati e viziati da un sistema politico giuridico che sta deprivando il lavoro del salario e non ha pietà del resto del genere umano? Vi conviene essere amati dalla Lockheed come dalla Boldrini, ossia dall’immane sistema di sopruso e sfruttamento parassitico e disprezzo della vita, che si chiama «Occidente» e «democrazia»?





1) Un elenco lunghissimo, eppure non esaustivo degli ebrei fra la dirigenza attivista gay è stato pubblicato da Rense.com nel 2009:
Larry Kramer- co-founder of "Act Up," a homosexual/AIDS activist organization; co-founder of the Gay Men's Health Crisis
Alan Klein- co-founder of group ACT UP, co-founder of group Queer Nation, National Communications Director and chief spokesperson for the Gay & Lesbian Alliance Against Defamation [GLAAD]. Klein also co-founded the successful multimedia campaign STOPDRLAURA.COM
Arnie Kantrowitz- co-founder of the Gay and Lesbian Alliance Against Defamation [GLAAD].
Jonathan D. Katz- founded and chairs the Harvey Milk Institute, the largest queer studies institute in the world. A long time queer political activist, was a co-founder of Queer Nation, [the key San Francisco branch].
Harvey Fierstein- film actor [Mrs. Doubtfire]; well-known gay activist.
Moisés Kaufman- playwright and film director [The Laramie Project].
Israel Fishman- founder of the Gay Liberation Caucus in 1970 [now known as the Gay, Lesbian, Bisexual, and Transgendered Round Table of the American Library Association], the world's first gay professional organization.
Bella AbzugandEdward Koch- both Jewish - the first members of the U.S. House of Representatives to introduce legislation banning discrimination based on sexual orientation [1974].
Winnie Stachelberg- political director, Human Rights Campaign [HRC]
Michael S. Aronowitz, The New York Log Cabin Republicans.
Tony Kushner- gay activist; Tony and 1993 Pulitzer Prize-winning playwright [for Angels in America, 1992].
Len Hirsch- president of the GLBT federal government employees group, GLOBE.
Meg Moritz, Ph.D. - a Director and member of the Executive Committee of GLAAD.
Barbara Raab- an NBC-TV producer; a "Jewish lesbian feminist journalist, writer."
Charles Kaiser[?] - author & founding member of National Lesbian and Gay Journalists Association [NLGJA].
David Goodstein- owner/publisher of the gay magazine The Advocate [1975-1985]; co-founder of the National Gay Rights Lobby.
Judy Wieder- Editor-in-chief, The Advocate gay magazine.
Alison Bechdel[?] - cartoonist creator and author of the bi-weekly comic strip "Dykes to Watch Out For."
Kevin Koffler- Editor-in-chief, Genre gay magazine.
Garrett Glaser- National Lesbian and Gay Journalists Association [NLGJA] national board member.
Ronald Gold- reporter for Variety; a leader in the fight to overturn the American Psychiatric Association's policy that homosexuality is an illness.
Magnus Hirschfeld[d. 1935], early gay rights activist in Germany; founded one of the first gay rights organizations, the Scientific Humanitarian Committee; coined the term "transvestism";fled Nazi Germany.
Fred Hochberg- deputy administrator, U.S. Small Business Administration; co-chair of the Human Rights Campaign [HRC].
Michael Berman- member, Human Rights Campaign Board of Directors.Mitchell Gold- HRC BoardMarty Lieberman- HRC BoardAndy Linsky- HRC BoardDana Perlman- HRC BoardAbby Rubenfeld- HRC BoardAndrew Tobias- HRC BoardLara Schwartz- Senior Counsel, HRCHeather Wellman- HRC Field CoordinatorDan Furmansky- HRC Senior Field Organizer, WestSally Green- HRC Associate Field Director
Rick Rosendall[?] - President, Gay & Lesbian Activists Alliance of Washington, DC.
Barney Frank- member of U.S. Congress; helped create non-discriminatory employment policies in all U.S. federal agencies
Kerry Lobel- executive director of the National Gay and Lesbian Task Force.
Robin Margolis, American coordinator of the Bi Women's Cultural Alliance and author [Bisexuality: A Practical Guide].
Evan Wolfson, Senior Staff Attorney, Lambda Legal Defense and Education Fund - and - the executive director of Freedom to Marry.
Jennifer Einhorn- Communications Director, Gay & Lesbian Alliance Against Defamation [GLAAD]Nancy Alpert[?] - Treasurer, GLAADJudy Gluckstern- Board of Directors, GLAAD.Stephen M. Jacoby- Board of Directors, GLAAD.Matt Riklin- Board, GLAADCarol Rosenfeld- Board, GLAAD.William Weinberger- Board, GLAADTanya Wexler- Board, GLAAD.David Huebner- GLAAD Counsel.
Richard Goldstein- Village Voice writer on gay culture and politics
Ron Schlittler- Director of Field & Policy, Parents and Friends of Lesbians and Gays [PFLAG].
Craig Ziskin- Deputy Director of Development, PFLAG.
Debra Weill- Senior Field & Policy Coordinator, PFLAG.
Dody Goldstein- Board of Directors, PFLAG.
David Horowitz- Board of Directors, PFLAG.
Shawn Frank- Board of Directors, PFLAG.
Leon Weinstein- Chair, Nominating Committee, PFLAG.
Kate Kendell[?], National Center for Lesbian Rights.
Gayle Rubin- lesbian author/activist.
Hilary Rosen- a founding member of the Gay and Lesbian Victory Fund; former board co-chair of the Human Rights Campaign.
Roz Richter,American attorney and activist.
Bob Kunst- long-time activist in gay and Jewish causes.
"Gay, Lesbian & Straight Education Network" [GLSEN]. Board co-chairs:Marty Seldman, president
"National Gay & Lesbian Task Force" [NGLTF]. Board co-chairs: .....Rachel Rosenin Santa Fe, N.MDave Fleischer- Director of Training [political training], NGLTF.Craig Hoffman- Board of Directors, NGLTF.Beth Zemsky- Board, NGLTF.Marsha C. Botzer- Treasurer, NGLTF.Jeff Levi- first, Levi was NGTF's lobbyist, early 1980s [NGTF became NGLTF in 1985]. Later, he was NGLTF executive director.
Bill Rubenstein,J.D. '86, developed the ACLU Lesbian and Gay Rights Project
Martin Duberman- author/historian; founded the Center for Lesbian and Gay Studies at the City University of New York.
Ben Schatz'81, J.D. '85, is executive director of the Gay and Lesbian Medical Foundation.
Kevin Schaub, American; Executive Director and Dean of the Harvey Milk Institute in San Francisco, the world's largest center for queer studies.
Sarah Schulman[1958- ], American playwright, novelist, and activist [one of the founders of the Lesbian Avengers, a direct-action lesbian rights organization].
Susan Spielman- principal/head of Common Ground, an education/consulting firm specializing in workplace sexual orientation education; her company has worked with hundreds of U.S. organizations, helping them to implement domestic partner benefits plans; co-author of the book Straight Talk About Gays in the Workplace.
Gertrude Stein- wrote the first openly lesbian novel, "Q.E.D.," in 1903, but it was only published posthumously in 1950.
Rikki Streicher(1925-1994), American activist and businesswoman.
Michael Goff- founded Out magazine in 1992.
Paulette Goodman- founder of local chapter [Washington D.C.] of PFLAG and served as President of the National PFLAG organization from 1988-1992.
Jeffrey Newman, American, president and COO of the Gay Financial Network; president and CEO of<http://out.com/>out.com.
Jim Levin- New York gay historian.
Barrett Brick- GLAA [Gay and Lesbian Activists Alliance] Treasurer.
Robin Tyler- American comedian [born Arlene Chernick] who was the first openly gay comic in North America; Tyler is also an activist who was the stage producer for the first three gay marches on Washington and the national protest coordinator for the "Stop Dr. Laura" campaign; she produces women's comedy and music festivals, and operates a lesbian travel-tour company.
Dr.Bruce Voeller[1935?-1994] [?] American gay rights activist, molecular biologist, physiologist, and AIDS researcher (pioneer in the use of nonoxynol-9 as a spermicide); cofounder and first executive director of the National Gay Task Force; creator of the Mariposa Foundation [an AIDS prevention research organization].
Mark Elderkin[?] - co-founded<http://gay.com/>Gay.com.
Leroy Aarons- American professor, journalist, and founder of the National Gay and Lesbian Journalists Association (1990).
Dr.Donald I. Abrams- American physician, HIV expert, medical marijuana researcher, and past president of the Gay and Lesbian Medical Association.
Johnny Abush(1952-2000) - [Canadian]; archivist of the International Jewish GBLT Archives.
Roberta Achtenberg[1950- ]; civil rights lawyer and federal official; appointed as Assistant Secretary for Fair Housing and Equal Opportunity by President Bill Clinton in 1993.
Miriam Ben-Shalom[1948- ], American Army Reserves drill sergeant and gay activist; in 1986 she won a ten-year legal battle with the Reserves when a court ordered her reinstatement; founder of the Gay, Lesbian, and Bisexual Veterans Association [GLBVA] in 1990, serving as its first president.
Larry Brinkin, American gay activist who brought the first domestic partnership lawsuit [against Southern Pacific Railroad, 1982].
Rob Eichberg, American psychologist, co-creator of National Coming Out Day [October 11th].
Scott Evertz, American; in April 2001, President Bush appointed him to serve as the Director of the White House Office of National AIDS Policy [ONAP].
Gene Falk[?, Jewish name], American business executive; Senior Vice President of the Showtime Digital Media Group; part of the team that launched and marketed the U.S. TV series Queer as Folk; Chair of the Board of Directors of the Gay and Lesbian Alliance Against Defamation [GLAAD].
Surina Kahn- American lesbian activist.
Larry Kessler- founding director in 1983 of the AIDS Action Committee of Massachusetts, the largest AIDS support organization in New England.
Kathy Levinson- American investor and philanthropist; serves on the board of PlanetOut; also on NGLTF Board of Directors.
Judith Light- actress, activist for gay causes.
David Mixner- gay activist, political consultant; co-founder of the Municipal Elections Committee of Los Angeles [MECLA], a group of wealthy gays and lesbians who became influential in local politics; president Bill Clinton's Special Liaison to the Gay-Lesbian Community.
Dan Savage- American author of gay-themed books [The Kid: What Happened After My Boyfriend and I Decided to Go Get Pregnant; Skipping Towards Gomorrah: The Seven Deadly Sins and the Pursuit of Happiness in America] and gay-themed- sex-advice columnist [Savage Love].
Susan Schuman,American executive vice-president and general manager of the Planet Out gay and lesbian online service.
Scott Seomin, American entertainment media coordinator for the Gay & Lesbian Alliance Against Defamation [GLAAD].
Jason Serinus[Jay Guy Nassberg] - founder and coordinator of the Lavender Healing Network; a former gay activist with the New York chapter of the Gay Liberation Front.
David Sine[?] - American CEO of C1TV, the first U.S. gay and lesbian cable TV network.
Rex Wockner- longtime gay, American journalist who has reported news for the gay press since 1985.
Jack Fritscher- became Editor in Chief of Drummer gay magazine [1977].
Leslie Feinberg[1949- ], American trade unionist, transgender activist and author [Transgender Warriors: Making History from Joan of Arc to RuPaul].
Allan Ginsburg- late Jewish poet and leading member of North American Man Boy Love Association

2) Con l’eccezione di Gianni Micalessin sul Giornale, i media si sono gettati ai piedi del neo-liberato Khodorkoski esaltandolo come un eroe e vittima dell’autocrate, omettendo i fatti che l’hanno portato in galera: ha comprato con 309 milioni di dollari la Yukos (Oggi Gazprom) che subito dopo è stata valutata in Borsa a 43 miliardi di dollari. Nel 1998 il purissimo martire era già stato incriminato da un tribunale Usa, ancorché poi assolto, per una faccenda di riciclaggio di denaro sporco tra la sua banca (la Menatep) e la Bank of New York. Qualche mese dopo il direttore della Bank of New York fu trovato assassinato nel suo appartamento a Monaco (il principato), in un qualche regolamento di conti mai chiarito della mafia russa. Khodorkoski aveva creato una organizzazione non-governativa con grandi mezzi finanziari, «Open Russia», sul modello del fondo «Open Society» di George Soros, evidentemente allo stesso scopo: cambiare i paradigmi e dunque i regimi dell’Est, portandoli alla «democrazia». Nel board di questa organizzazione aveva piazzato due delle più importanti relazioni che s’era fatto in Occidente: Henry Kissinger e lord Jacob Rotschild (che gli aveva prestato i 309 milioni per accaparrarsi la Yukos); quanto a lui, era stato accettato dentro il consiglio consultivo del Gruppo Carlyle, il fondo chiuso creato dall’ex presidente George Bush (senior), il suo ex segretario di Stato James Baker, il suo ministro della difesa Frank Carlucci e, fra gli altri, l’ex primo ministro britannico John Major, senza dimenticare la famiglia Bin Laden: un fondo che investe principalmente in lucrose imprese degli armamenti, ed è un ferro di lancia della penetrazione politica americana al di là degli Urali e nel mondo. Proprio prima del suo arresto, il martire innocente stava trattando in fretta con George Bush , e insieme con la Chevron e la Exxon Mobil, la vendita del 40% della Yukos, sottraendo così definitivamente alla Russia la sola carta che poteva usare per una politica autonoma verso l’Occidente, e per risanare l’economia russa. Secondo l’inchiesta che l’ha portato in galera, Khodorkovski aveva un accordo segreto con Lord Rotschild per passargli, in caso d’arresto, l’altro 40% delle azioni del gigante petrolifero. (AFP, Arrested oil tycoon passed shares to banker, November 2, 2003, The Washington Times). E’ abbastanza chiaro, come scrive W. Engdahl, che Khodorkovski è stato al centro di un genere speciale di colpo di stato sostenuto dagli Usa e da Londra, per prendere il potere a Mosca. Egli ha utilizzato metodicamente i suoi immensi fondi per «comprare» posti di deputato alla Duma, in vista delle elezioni nel 2004, onde ottenere la possibilità di cambiare le leggi riguardanti le concessioni di sfruttamento dei giacimenti e sulle pipelines; inoltre manifestò l’aperta volontà di fare concorrenza a Putin nelle elezioni presidenziali. Il suo delitto non è solo di essersi appropriato per una cifra irrisoria di una fetta enorme degli attivi del popolo russo, ma si essere stato un protagonista dell’operazione, concepita dai servizi occidentali (George Bush, ricordiamolo, era stato capo della Cia) per il saccheggio e la distruzione della sovranità russa, e la sua soggezione ai poteri forti occidentali.


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