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Volete l’uomo forte? Eccovelo. Parla, anche
04 Aprile 2014
Nella memoria storica dei cosiddetti poteri forti globali c’è stampato a lettere di fuoco questa esperienza: quando la crisi provocata dalle loro banche dura troppo, per non-volontà delle stesse banche di accollarsi le spese; quando per troppo a lungo il gregge sopporta tasse e deflazioni, disoccupazioni di massa ed «austerità» a solo beneficio dei grandi creditori-speculatori, può succedere che il gregge evochi «l’Uomo Forte». E peggio, che questi non venga dal mazzo precostituito dei maggiordomi dei suddetti poteri forti («democratici»), e faccia le cose giuste – quelle che le banche non vogliono – riuscendo a raddrizzare l’economia e la società. Come sapete, è ciò che accadde negli anni ’30. La crisi cominciata nel 1929 durò un po’ troppo; il gregge tedesco sopportò inflazioni mostruose, deflazioni durissime, austerità di massa, ma infine arrivò anche lì l’uomo forte – tardi, nel 1933. Il modello l’aveva dato precocemente l’Italia, adottando l’uomo forte nei primi anni ’20: conseguenza tragica (per lorsignori), banche nazionalizzate senza indennizzo degli azionisti, industrie fatte fallire dai capitalisti privati ricostruite dal capitalista pubblico (che si rivelò migliore: oh scandalo!); controllo ferreo dei capitali, stroncamento della chiacchiera parlamentare con le sue lucrose possibilità di corruzione, e della speculazione finanziaria, «autoritarismo» decisionale e così via. La ricetta ebbe ancor più successo in Germania, dove il denaro che «mancava» fu trovato miracolosamente sotto forma di cambiali (effetti MEFO) tra le aziende, il credito fu rimesso in moto, i consumi aumentarono con l’occupazione, l’autarchia ebbe pieno compimento grazie al possesso delle materie prime energetiche – carbone – che la geniale chimica trasformò in quasi tutti i prodotti necessari ad industrie e consumi, senza bisogno di importarli. Il modello dell’uomo forte si sparse rapidamente in una dozzina di Paesi, dalla Spagna all’Ungheria, crebbe il numero di chi lo guardava con invidia e interesse in Francia, Regno Unito e persino in USA. In breve: una sciagura. Ai banchieri d’affari ci volle niente di meno che una guerra mondiale «per l’umanità e la democrazia» e centinaia di milioni di morti, per riportare l’ordine della moneta creata dal nulla indebitando. Lo sapete già. Il fatto è che lo sanno benissimo lorsignori. E si sono premuniti. Stavolta, la crisi è peggiore di quella del ’29, e più lunga. Implosa nel 2008 con la truffa dei sub-prime, dura ancora oggi nel 2014; interi popoli soffrono la fame da anni, come i greci; disoccupazione e miseria galoppano, l’Unione Europea è diventata una vera e propria prigione dei popoli per salvaguardare gli interessi dei grandi creditori, ossia dei banchieri. Se ha potuto durare tanto senza che il gregge cominciasse a mettere gli artigli, è perché i greggi europei non hanno giovani, e i pochi giovani non hanno esperienza di guerre, ossia di violenza collettiva organizzata e disciplinata a propria difesa (quelli là venivano, induriti, dal macello ’14-18); gli aborti di «uomini forti» che il vecchiume sessantottino dei baby-boomer nati dal ‘45 riesce ad esprimere, sono inetti: comici spompati, pitonesse, Casaleggi fanatici, mortalisti, parolai, «estremisti» da palcoscenico. Tuttavia lorsignori paventano il momento in cui – non sia mai – la stessa austerità imposta, la serqua di governi non-eletti impartiti dall’alto, finiscano per esprimere un uomo forte e, peggio, le idee economiche che ebbero successo la volta scorsa. Sciagura da scongiurare in modo assoluto. Come fare per mantenere gli indebiti profitti, i privilegi e le ricchezze immeritate dei parassiti pubblici che hanno occupato il tesoro pubblico, onde continuino a dissanguare i contribuenti? E allora, ecco il genio dei loro uffici-studi, non senza il prezioso contributo attuato dal geniale maggiordomo Napolitano (perché anche stavolta l’Italia è il laboratorio politico della crisi) a cui l’incresciosa longevità dà una memoria di ferro, s’è inventata la prevenzione. Volete l’Uomo Forte? Ve lo diamo noi! Uscito dai nostri lombi democratici e parassitari, europeisti e globali! Non è stato facile. Ma al terzo tentativo, il modello è quasi perfetto. Ha «preso il potere» non eletto da nessuno. Viene dalla sinistra, come quell’Altro degli anni ’20. È decisionista, e le sinistre del suo stesso partito si raggricciano di disgusto: «Un uomo solo al comando», ohibò, sembra Berlusconi, senza l’assillo di farsi menar pel naso da favorite e puttane. Parla con l’accento giusto. E dice le cose dell’Uomo Forte: «Vado avanti come un rullo compressore!», «Questa Europa qui sta allontanando le persone, vogliamo cambiarla» (Dinamismo, Giovinezza!) «Ci diamo tre mesi di tempo, mettiamo in fila le cose discusse da anni e le facciamo. A quel punto noi iniziamo una battaglia» (Vivere pericolosamente! ) «Abolisco il senato», «80 euro da giugno», «Def da martedì», «Il Governo accelera», «Marciare non marcire», «Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli». Ah no, pardon, le ultime due sono le frasi dell’uomo forte dell’altro ieri, ma anche questo non dorme mai: la finestra è accesa nella notte; e alla mattina canta il gallo, e Matteo monta a cavallo trascinando i suoi Ministri col chicchiricchì dei tweet; all’estero suscita speranze, lo applaudono. Un giornale francese è giunto a titolare: «Manuel Valls sarà il Matteo Renzi di Hollande?». Pensate a che punti giungono i poteri forti... Tutto vero, tutto di qualità. Un uomo forte a tutto tondo. Naturalmente con questo di bello per lorsignori: che tutto continua come prima, senza mettere in pericolo loro. Ha abolito le Provincie? Non proprio: cancellati 3 mila posti eletti, li ha sostituiti con 20-30 mila posti nuovi per i politici, della politica, con doppi, tripli e, in alcuni casi, anche quadrupli incarichi; e intanto e soprattutto, questa riforma ha reso impossibile abolire le Regioni, il vero insaziabile buco nero del partitismo, e principale fonte di redditi indebiti per le sinistre (e le destre, le poche volte che ci arrivano). «Abolisco il Senato! Contenti?». Contentissimi. Fino a che non abbiamo letto questa nota di Marcello Veneziani: «Considerando che gli enti locali sono vistosamente sbilanciati a sinistra, dalle Regioni alle città metropolitane, e così i nominati dal Quirinale, vi rendete conto che avremo un Senato delle autonomie con una maggioranza schiacciante di sinistra, quasi il 90%? E quel Senato dovrà poi decidere, tra l’altro, sul Consiglio superiore della magistratura e sulla Corte costituzionale. Ma ve ne rendete conto soprattutto voi del centrodestra, che state votando per una Camera bulgara e a voi ostile? Siete consapevoli che verrete duramente penalizzati, con i grillini, da un Senato non elettivo, voi che siete tradizionalmente più forti al Senato?». Già. La sinistra s’è fatta l’uomo forte che la favorisce. «Vendo le autoblù! Su eBay, è più moderno e trasparente!». Poche autoblù vecchie, le Alfa mal riuscite con centinaia di miglia di chilometri sul gobbo. Ma la Corte costituzione continua a spendere 510 mila l’anno per le sue autoblù, intoccabili; del resto che vuoi che sia, dato che i 300 addetti della Suprema costano 27 milioni e 330 mila. Qui non si tocca niente, niente su vende su eBay. Così come i giganteschi e truffaldini cosiddetti «rimborsi elettorali» ai partiti, che coprono quattro o cinque volte le suddette spese elettorali non so se ci avete fatto caso, non se ne parla. E i partiti continuano a intascare, zitti zitti, come niente fosse. E niente uscita dall’euro, niente pressione su Francoforte. Per forza la BlackRock si mette a investire da noi: è la maggior finanziaria del mondo i cui capi si chiamano Larry Fink e Robert S. Kapito, Ralph Schlosstein, Bennett Golub, Barbara Novick, Susan Wagner, Keith Anderson and Hugh Frater. Fink, Kapito, Golub e Novick, sia detto per inciso, sono stati i pionieri (quando lavoravano per la First Boston) delle mortgage-backed securities, ossia precisamente quelli che hanno lanciato sul mercato i sub-prime, i titoli tossici causa del collasso che dura ancora. Non hanno paura, loro, del nostro uomo forte. Chissà perché. Eppure, fa tutti i rumori giusti: «Ieri a Londra mi hanno detto “Perchè non vendete l’Eni’” – ha sottolineato Renzi – Eh no, non vendiamo i tesori, i gioiellini, perché servono a voi. Se dobbiamo privatizzare, partiamo dalle municipalizzate». Ostrega che coraggio. Tanto, ci sta pensando la magistrature – come sempre – con i suoi metodi. Condanna a tre anni di galera Scaroni il capo dell’Eni per disastro colposo (lui: «Credevo di essere assolto, non c’è stato alcun disastro»), e subito Padoan, il Ministro che conta e fa le nomine delle poltrone di Stato, fa una regola: «Niente poltrone a chi è sotto processo, figurarsi a chi è condannato» (Scaroni: «Una regola che i concorrenti esteri non hanno»: poveretto). Giusto in tempo, Scaroni non avrà più poltrone. Verrà un altro più incline a vendere i gioiellini. Insomma come uomo forte, ce l’hanno dato che sembra vero. Parla perfino. E con tutto ciò, tocca dar ragione a Veneziani: «Con tutte le riserve nel merito, alla fine preferisco la riforma alla stasi, perché sblocca un sistema ingessato, apre a una svolta decisionista, snellisce l’iter parlamentare sopprimendo il doppione e tagliando la casta». Ahimé. E voi, poveri veneti del Tanko, con le case perquisite alla ricerca di «armi, uniformi, visori notturni» mai trovati ovviamente, sbattuti in galera per dare una dimostrazione – dopo il referendum del Veneto: è colpa vostra ragazzi, non avete capito che è tornato l’uomo forte. Ce l’hanno già dato loro. Voi parlate al telefono, corazzate il trattore, sognate di «azioni dimostrative»... e loro vi intercettano da anni. Poi vi arrestano quando serve. Sveglia. Per voi, l’indipendenza è – come sempre – una goliardata, un hobby. Per loro, la difesa dei loro enormi stipendi indebiti è un lavoro totale, e lo fanno a tempo pieno, con tutti i mezzi «legali» a loro disposizione.
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