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Il cuore di Padre Pio oggi
Gedeone la spada
13 Agosto 2016
Pubblichiamo questo articolo con l’intento di prestargli la massima diffusione
‘Gedeone La Spada’, autore dell’ultimo libro edito da EFFEDIEFFE: “Padre Pio — Le verità nascoste”, è uno dei pochissimi e veraci figli spirituali di Padre Pio tuttora in vita. Questo fatto è di grande importanza; anzitutto perché ormai i figli spirituali autentici del santo frate si contano sulle dita di una mano; in secondo luogo perché in questi decenni su Padre Pio sono state scritte tante inesattezze e si è praticata moltissima speculazione, confondendo le testimonianze e distorcendo la reale figura del santo frate. La testimonianza di ‘La Spada’ dunque (e lo posso assicurare ai lettori conoscendone l’identità), rappresenta per noi uno strumento provvidenziale, attraverso il quale potersi riavvicinare al santo di Pietrelcina dopo quasi 50 anni. Sul suo conto e sul suo anonimato (richiesto sia per umiltà sia per via dell’età ormai avanzata — ne approfitto oltretutto per domandare una preghiera per questa persona vista la sua attuale degenza in ospedale per gravi problemi di salute) sono state sollevate alcune domande da parte di numerosi lettori, perlopiù desiderosi di conoscere la vera identità del firmatario di un testo così vicino all’animo di Padre Pio, e capace di farci tornare a respirare concretamente la sua presenza ed il suo soave profumo. A questa ‘identità segreta’ si è interessato anche il più documentato tra i giornalisti che si occupano di ‘cose’ di Padre Pio, ovvero Enrico Malatesta, biografo della vita e delle opere di San Pio da Pietrelcina in possesso del più vasto archivio privato che si conosca, di inediti, fonti documentali e testimonianze. Il Malatesta, da buon giornalista, dopo le iniziali perplessità causate dal ‘mistero’ del nome, avendo successivamente preso visione del libro, avendo letto le storie ivi raccontate e gli aneddoti ivi narrati, ha potuto ammettere senza dubbio alcuno che dietro lo pseudonimo di Gedeone La Spada si cela realmente un autentico figlio del frate stigmatizzato, e ciò proprio in virtù dei probanti episodi narrati nel testo, che ne fanno, scrive il Malatesta in un suo recente scritto: [….] «…un documento fondamentale su frasi, parole e pensieri espressi dal Santo di Pietrelcina riportati con incredibile fedeltà da ‘La Spada’. Tanto da fornire un prezioso e ricco compendio di ciò che Egli veramente ebbe a dire verbalmente o lasciò desumere nelle giuste interpretazioni oggettive. Non parole “raffazzonate”, come invece quelle riportate da improvvisati commentatori dei loro stessi incontri, avuti solo con confratelli di Padre Pio, che spesso e volentieri hanno riferito parole e frasi (spesso anche esagerate), non conformi al vero pensiero del Padre, e poi raccolte, “a loro piacimento” da interposte persone…».
Padre Pio — Le verità nascoste
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Ringraziando la Provvidenza per quanto di prezioso è capitato a questa editrice (inutile dire che diversi grandi gruppi editoriali ‘cattolici’ avevano rifiutato il libro di ‘Gedeone La Spada’ perché troppo conservatore ed integrista) e dopo aver ricordato quanto bene è in grado di fare questo libro al lettore che vorrà leggerlo, oggi, insieme all’autore e durante questo periodo di riposo, noi di EFFEDIEFFE abbiamo deciso di pubblicare il presente articolo per ulteriormente sottolineare l’importanza di alcuni aspetti “nascosti” riguardanti la vita del santo frate — in particolar modo per quanto ancora non si conosce della sua missione ultraterrena. Per “aiutare” il lettore nella comprensione di quanto andiamo sperando (attraverso la pubblicazione di questi contenuti) riporto un esempio tratto dalle visioni della beata C. Emmerick, ovvero il racconto del miracolo avvenuto sotto la Croce per mezzo del sangue sgorgato dal Cuore di Cristo trafitto; ci servirà da parallelo riflessivo per comprendere l’importanza che rivestirebbe la conoscenza delle grazie concesse al cuore di San Pio. ------------------- Slegati poi i due cadaveri dalla croce (i ladroni, ndr) — scrive la Emmerick — gli sgherri li trascinarono verso il fondo, tra il Golgota e le mura della città, dove li seppellirono. Poiché i carnefici, risaliti al Calvario, dubitavano della morte di Gesù, il centurione Cassio, appena venticinquenne e che aveva gli occhi difettosi, ebbe una ispirazione. Il barbaro trattamento degli sgherri, l’angustia delle pie Donne e specialmente uno straordinario ardore infuso in lui dalla divina grazia, lo determinarono ad assicurarsi della reale morte del Nazareno. Diresse quindi il cavallo verso la Croce centrale e, afferrata la sua lancia, la conficcò con tanta forza sul lato sinistro della sacra salma, che la punta ne attraversò il cuore. Allorché egli ritirò la lancia, uscirono dalla ferita sangue e acqua, che bagnarono la faccia di lui. Ciò fu per il centurione come un provvidenziale bagno di grazia e di salvezza. Discese da cavallo, si percosse il petto e invocò Gesù con devota intenzione. L’Addolorata, i cui occhi lacrimosi fissavano sempre Gesù, aveva assistito con pena al gesto del centurione e ne provò tanto dolore, come se il feritore avesse trapassato il cuore a Lei stessa, che si abbandonò poi, priva di sensi, tra le amorevoli braccia delle pie Donne. Intanto Cassio, genuflesso davanti al divin Crocifisso, ringraziava Iddio poiché i suoi occhi corporei e quelli dell’anima, prodigiosamente guariti, si erano provvidenzialmente aperti alla luce della terra e del Cielo. Tutti erano profondamente commossi alla vista dell’ultimo sangue sgorgato dal petto del Redentore. L’Addolorata, ripreso l’uso dei sensi, dispose che le pie Donne, con lo spontaneo aiuto di Cassio, raccogliessero il sangue e l’acqua con una spugna; essi detersero con pannolini anche la rupe imporporata di quel sangue prezioso. Quando i soldati, riuniti presso la Croce, costatarono che il centurione aveva riacquistato completamente la vista e stava in umile contemplazione del divin Taumaturgo pendente dal sacro Legno, rimasero sorpresi e ammirati. Essi pure s’inginocchiarono per confessar la divinità del Nazareno. Cassio, battezzato poi con il nome di Longino, predicò la fede quale diacono e portò sempre con sé una reliquia di quel sangue generoso, che gli aveva donato la vista del corpo e specialmente quella dell’anima. Quel sangue, coagulato dentro una piccola ampolla, fu trovato poi dentro il sepolcro di Longino in una città italiana, dove visse, nel trecento, S. Chiara di Assisi. ------------------- L’esempio di ‘Longino’, così come testificato dal Vangelo di Giovanni (l’unico tra i quattro Vangeli che in qualità di testimone oculare dei fatti riporta tale aneddoto), può essere ancora oggi molto importante per noi. Se è vero che il cuore di padre Pio, misticamente ed anche fisicamente, attraverso le cicatrici della transverberazione, “è” il cuore di Cristo, come il sangue e l’acqua sgorgante dal costato di Nostro Signore infusero straordinarie grazie nell’anima e nel corpo di ‘Longino’, così il cuore di Padre Pio potrebbe misticamente aiutare il popolo di Dio nella battaglia per la salvezza delle nostre anime e nella lotta che quotidianamente dobbiamo combattere contro il principe di questo mondo, che furente sta scatenando la sua ultima offensiva in questi anni di devastazione. Per tale motivo, forse, questa reliquia viene tenuta segregata e lontana dai fedeli che non sanno nulla di questa vicenda. Inutile far notare quanto è sempre stata differente la pratica che la Chiesa seguì per secoli in merito alle reliquie dei suoi santi al fine di garantire al popolo cattolico la loro intercessione (d’altronde non siamo ancora del tutto protestanti!); un frammento del cuore di Santa Gemma Galgani, per fare un semplice esempio, fa il giro dell’Europa da un convento all’altro, specialmente per celebrarne la Festa. Il cuore di San Pio invece è celato chissà dove, come fosse un’arma pericolosa e temibile (chissà per chi…). Ci è giunta voce che stando ad alcuni testimoni oculari che lo avrebbero visto, fino a qualche anno fa il cuore venisse celato in una teca argentea custodita nella cella del convento di San Giovanni Rotondo che appartenne a San Pio; purtroppo non ci sono conferme sicure in merito. Pubblichiamo questo “strumento” in appendice all’opera Padre Pio – Le verità nascoste, nella speranza di poter concretamente rispondere all’appello dell’autore che leggerete di seguito, ed attraverso questi contenuti poter un giorno ispirare la nascita di un gruppo di interesse che attivamente si faccia carico di domandare il disvelamento di questo ennesimo mistero (oserei dire sopruso) intorno alle sacre spoglie di San Pio da Pietrelcina. Sia comunque sempre fatta la volontà del Signore. Lorenzo de Vita
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GEDEONE LA SPADA Il cuore di Padre Pio oggi
Sappiamo già tutto? Non abbiamo alcun dubbio? Vorrei formulare alcune considerazioni, in apparenza azzardate, ispirate dalla lettura delle circa quattromila pagine dell’epistolario di padre pio: Considerazioni da vertigine, da trascendente fantastico eppur… reale! Mi chiedo: “Chi può pretendere di conoscere i prodigi e le manifestazioni di Dio…?”. L’universo immenso apre la mente e l’animo a meraviglie sconosciute e sempre nuove, opera delle Sue mani. Cos’è la terra nel sistema solare? Il professor Medi la paragonava ad un granello di sabbia rispetto all’oceano Pacifico. E di sistemi solari ve ne sono all’infinito... Accettiamo il dubbio di sapere tutto, specie quando nel “tutto” si include il materiale e lo spirituale, il visibile e l’invisibile, l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo. Purtroppo il Relativismo etico, il presunto valore unico della coscienza personale (misura unica del bene e del male), la morale della situazione, la nuova pastorale sull’Eucarestia ed il coacervo di orientamenti per fondere e confondere la religione cristiana con le altre del mondo (!) perseguono senza sosta la politica del nascondimento dei personaggi non omologabili in una dimensione modernista. Il più importante che si tenta di nascondere è il grande frate cappuccino Padre Pio da Pietrelcina. Il vero “profeta del nostro secolo”, colui che meraviglia i cinque Continenti con prodigi e miracoli, converte al credo in Cristo Gesù migliaia di anime. Colui che insegna la sapienza del timore di Dio, la certezza del Suo amore incondizionato, la gravità del peccato, la necessità del pentimento umile, la divina redenzione della Croce di Gesù, la verità della vita oltre la morte. Colui che dona a chi lo invoca il segreto di felicità… Uomini di Chiesa, per oscurare il santo cappuccino diffondono la convinzione che egli sia un personaggio fuori dal nostro tempo, un monaco medievale cui certamente, nella rivoluzione del post-Concilio Vaticano II, del post-Sinodo, dell’anno giubilare della Misericordia (a prescindere ) non si può fare riferimento: “È un faro spento – dicono – già elevato per sbaglio sull’orizzonte del mondo; un faro oggi prontamente oscurato (s’illudono) dalla corrente del Modernismo e del sincretismo religioso. Intorno a lui ormai tutto è assopito, edulcorato, gradualmente dimenticata la sua testimonianza del soprannaturale”. Ma il Signore (che è signore in tutti i sensi) e combatte, a difesa della sua Chiesa, le deviazioni dottrinali e le arbitrarie e disorientanti innovazioni pastorali, mostra con la potenza del suo braccio il grande segno nel Cielo del nostro tempo: esalta a vantaggio di tutti Padre Pio, il suo singolare profeta, il suo rappresentante stampato, il crocefisso del XX secolo, l’alter Christus, le cui ferite stigmatiche , per cinquantasei anni sanguinanti, scompaiono, senza segno di cicatrizzazione: la pelle si rigenera , torna tesa e flessibile ed il corpo (dopo 46 anni di inumazione) ringiovanisce e profuma (sic) nel sepolcro! Ma non è solo questo! C’è molto di più… Per comprendere qualcosa di questo misterioso e grandissimo personaggio, ricordiamo alcune sue particolarissime parole, il cui significato letterale è sconvolgente e fuori dai limiti del tempo. — Nel ricordino della sua prima Messa scrive: “Mio Gesù, mio sospiro e mia vita (…) con te io sia per il mondo Via verità e vita”. — A don Pierino Galeone, sacerdote e suo figlio spirituale, confidò: “La mia missione terminerà quando sulla terra non si celebrerà più la Messa”. A poche ore dalla morte affidò al Bardazzi queste altre verità: “Dirai a tutti che dopo morto sarò più vivo di prima e più chiasso farò. Qui mi troverete e vi farò grazie”. — Particolare e dirompente questa rivelazione: “Il Signore mi ha scelto per essere ‘vittima perenne’”. Ed infine: “Tutti resteranno meravigliati dell’intervento con cui Gesù glorificherà Padre Pio sulla terra” (Locuzione della Vergine Santissima alla mistica Luigina Sinapi). Le parole di padre Pio riguardo alla sua vita e la sua missione dopo morto, la meraviglia che susciterà la sua glorificazione in terra indicano che Egli è il grande segno nel cielo del nostro tempo. Altro che “personaggio medievale” e “faro spento”! Inimmaginabile annuncio In particolare, fra queste rivelazioni, vorrei sottolinearne una, perché assolutamente nuova nell’orizzonte della mistica cristiana; coniata dal Signore per Padre Pio. Sono due parole – un sostantivo ed un aggettivo – che nella loro umile sintesi aprono la mente al grandioso intervento che Gesù, col suo discepolo stigmatizzato, opera per noi, oggi. Tante volte trascuriamo verità della nostra Fede, solo perché sono verità inimmaginabili da mente umana. O perché non si possono tradurre in linguaggio umano, senza perderne il loro senso profondo e celeste. Vi è una lettera segreta di Padre Pio al suo direttore spirituale, Padre Benedetto da S. Marco in Lamis, che non è mai stata pienamente approfondita, con i doverosi riferimenti alla vita del cappuccino, prima e dopo la morte. È la lettera del 5 novembre 1912, in cui descrive la visione che simboleggia l’intera sua vita ( di combattimento ed apostolato) ed il premio promessogli dal Signore Gesù. Ecco nella loro testualità i passi essenziali: “Mentre quest’anima stava meditando sulla sua vocazione, fu rapita dai sensi e portata a mirare coll’occhio dell’intelligenza oggetti diversi da quelli che si vedono con gli occhi del corpo. Si vide al suo fianco un uomo maestoso di una rara bellezza, splendente come il sole. Questi il prese per mano e si sentì da Lui dire: ‘Vieni con me, perché ti conviene combattere da valoroso guerriero. Il condusse in una spaziosissima campagna. Quivi vi era una grande moltitudine di uomini, questi erano divisi in due gruppi. Da una parte vide uomini dal volto bellissimo e ricoperti di vesti bianche, candide come le nevi; da un’altra parte vide uomini di orrido aspetto e rivestiti di abiti neri, a guisa di ombre oscure. Fra questi due grossi gruppi di personaggi vi era in mezzo un grande spazio e qui venne collocata questa anima dalla sua Guida. (…) Ecco avanzò all’improvviso un uomo di smisurata altezza, da toccare con la fronte le nuvole. Il di lui volto sembrava quello di un etiope, tanto che era orrido. A tal vista la povera anima si sentì tutta sconcertata, sentì che la vita le si era arrestata. (…) La sua guida le disse che con quell’individuo doveva ella battersi. (…) La poverina impallidì, tremò tutta, ed era sul punto di cadere tramortita per terra, tanto era il terrore che in sé stessa aveva sperimentato. (…) la poverina si volge alla sua guida pregandola di volerla risparmiare dall’esporla al furore di quello strano personaggio, perché (…) sì forte da non bastare per atterrarlo neppure le forze di tutti gli uomini uniti insieme. La Guida dell’anima è Gesù stesso che le promette: “Io ti aiuterò. Non permetterò che egli ti abbatta; in premio della vittoria che ne riporterai ti regalerò una splendida corona che ti fregerà la fronte. La poverina entra in combattimento con quel formidabile misterioso personaggio (…) e con l’aiuto della sua Guida, lo abbatte e lo vince, costringendolo alla fuga. La Guida allora, fedele alla promessa, estrae una corona di rarissima bellezza e gliela pone in testa, ma subito la ritira dicendo: un’altra più bella ne tengo per te riserbata, se tu saprai lottare con quel personaggio col quale or ora hai combattuto”. Si parla qui di due corone in premio per Padre Pio: la prima riguarda con certezza l’impressione delle stigmate, per sostenere le lotte e vincere contro il maligno durante la vita terrena. La seconda “ancora più bella” riguarda la glorificazione del santo frate. Dopo la morte, quando le insidie del maligno nulla possono più contro di lui, Gesù Cristo consacra agli occhi degli uomini la spiritualità del Padre Pio e proclama qual è il significato completo della “missione grandissima”, sovraumana, affidata a lui solo: l’essere – (ecco le due parole esclusive, coniate per Padre pio) – “vittima perenne”. Questa è la seconda corona, svelata al mondo mediante due prodigi sul corpo “morto” di Padre Pio: il ringiovanimento, il profumo della salma riesumata. Ed un altro, ancora più grande e commovente segno straordinario, che spiega appieno le sue parole testamento “Dopo morto sarò più vivo di prima e più chiasso farò”. Qualche considerazione prima di mostrare il secondo portento sul corpo di Padre Pio. “Vittima perenne” non è un apposizione esornativo-devozionale, ma l’estensione fino al giorno del Signore della missione grandissima a lui affidata: Padre Pio è veramente il caso unico nella storia del Cristianesimo, il sacerdote nostro contemporaneo che ha meritato di essere “sacerdote santo, vittima perfetta ed anche (novità assoluta del Mistero cristiano) vittima perenne”, cioè vittima al di là del tempo, fino ai confini della storia umana! Il Memoriale e la vittima perenne Ancor oggi non si comprende appieno il concetto di “ vittima perenne”, tanto è sublime. Addirittura, con incertezza si osa attribuire questo titolo al Signore nostro Gesù! Si insegna infatti che Gesù ha patito una sola volta per la salvezza di tutti gli uomini! Di conseguenza ogni santa Messa celebrata è solamente un “memoriale”. Praticamente l’accezione comune, per “memoriale” intende “un ricordo da non dimenticare, la memoria di un avvenimento importante”. Ma, a formidabile ed attualissima smentita di questo storico e distorto insegnamento vi sono le parole stesse di Nostro Signore Gesù, dette a Padre Pio nella famosa estasi del 1911, nel Convento cappuccino di Venafro. Il Signore confida al giovane sacerdote Padre Pio, la verità del Mistero della redenzione, la gravità del peccato, la cruenza invisibile di ogni santa Messa: “Non credere, figlio mio – dice Gesù - che la mia Passione sia durata tre ore. Io sarò in croce fino alla fine del mondo!”. Il Signore Gesù è dunque la “ vittima perenne” per la redenzione degli uomini. Padre Pio in una lettera riservata al suo direttore spirituale P. Agostino da San Marco in Lamis, confida e svela un’altra grande verità: “Nel negozio dell’umana salvezza Il Signore Gesù sceglie delle anime e, contro ogni mio merito, ha scelto anche la mia”. Ancora: “il Signore mi ha detto: Ti associo alla mia Passione. Affido a te una missione grandissima, nota solo a te e a me”. Spiega Padre Pio che le stigmate e le sofferenze sono la moneta, con la quale in ogni tempo si paga il riscatto delle anime, così come ha fatto il Signore Gesù. Gesù Cristo appare e parla a Padre Pio in una sfera che la mistica colloca al più alto grado della preghiera: la contemplazione di Dio. Il Signore lo ha voluto “vittima perfetta” in vita (per 56 anni crocefisso) e “vittima perenne” dopo morte, fino alla fine dei tempi. Non ve ne sono altri nella bimillenaria storia cristiana. Padre Pio è una creatura (e certamente tale rimane) ma unica , singolarissima, irripetibile, al quale il Signore ha conferito i suoi stessi ‘titoli’ (mai declinati per alcun altro) : “vittima perfetta” e “vittima perenne”. Il secondo portento sul corpo “esanime “ di Padre Pio Premessa : la vittima di espiazione è tale, se è “offerta e sacrificata” alla giustizia divina e lava col suo sangue e le sue lacrime, con la sua stessa vita la malvagità degli uomini, l’odio e l’orgoglio che devastano il mondo e ne fanno il regno del maligno. La “vittima” vive di amore eroico: “vive di cuore”, dona sé stessa per salvare i fratelli viventi e liberare i defunti dal Purgatorio. Come Gesù, per compiere la volontà di Dio Padre, è “vittima perenne”, sacrificato in croce fino alla fine dei tempi, fino all’ultima anima bisognosa di riscatto. Come Gesù in ogni celebrazione della Messa è vittima volontaria di espiazione, per i vivi e per le anime purganti così, in modo simile, per quanto possibile ad un uomo, il Signore permette che sia “vittima perenne “il suo servo prediletto, Padre Pio da Pietrelcina. Gesù risorto è il vivente con le stigmate impresse sul corpo glorioso! Gesù risorto ha ancora i segni della croce, non cicatrizzati, ma vivi, perché Egli è la vittima in ogni santa Messa: Egli è la vittima perenne fino alla fine del mondo. Conclusione sbalorditiva: affinché l’ offerta divenga “vittima” è necessario che la stessa offerta sia viva e compaziente: il suo dolore e la sua vita , offerti in riscatto, lavano col sangue le colpe e le nefandezze degli uomini. È questa l’offerta richiesta a Padre Pio. Egli è stato scelto per essere, ad imitazione del Maestro Divino, “vittima perfetta “e vittima perenne”. Pertanto essendo Egli “vittima perenne” deve necessariamente soffrire ancora oggi (!) il riscatto delle colpe degli uomini, e per soffrire deve necessariamente – ancora oggi – essere vivo! È un arcano per il mondo. L’esempio del sacrificio divino per amore degli uomini ha incendiato l’anima di Padre Pio per imitare un’esperienza che Iddio riservò a sé stesso. Padre Pio è sofferente vicario, per amore di Dio e per amore degli uomini. E questo amore senza limiti lo esprime con la realtà del suo cuore. Un cuore di carne, espiantato, necessariamente e misteriosamente “sofferente e vivo”. È un miracolo che continua, un prodigio a sbalordimento dei secoli! Non stupiamoci. Giovanni Paolo II ha detto già tutto questo nelle profetiche parole, pronunziate il 16 giugno 2002, giorno della canonizzazione di Padre Pio: “Padre Pio è immagine vivente di Gesù Cristo, morto e risorto!”. E inoltre: “Padre Pio è pervenuto alla identificazione con N. S. Gesù”. Non per caso il simbolo del grande ospedale che ha voluto fare realizzare, a sollievo dell’umana sofferenza spirituale e materiale del mondo, raffigura un cuore vivo che brucia senza consumarsi e stilla continuamente sangue, per alimentare le fiamme della lucerna e donare ad altri la vita. Oggi Padre Pio proclama la sua “ missione grandissima”, sovrumana, presentando al mondo il suo cuore di “vittima perfetta e perenne”: un cuore di carne, necessariamente ancora vivo e necessariamente sofferente per noi! Questa meraviglia della perpetuazione della vita oltre la vita avviene in Padre Pio, per privilegio singolarissimo ed unico, poiché ha vissuto da “sacerdote e vittima”: da sacerdote celebrante nella S. Messa la propria offerta di vittima associata a N.S. Gesù, sacerdote e vittima, il cui mistero di sofferenza redentiva continua, perché continua il peccato. L’appello urgente Dunque, costituiamo un Comitato internazionale che induca le Autorità competenti ad ordinare le analisi cliniche sul cuore di Padre Pio, per proclamare con la voce della Scienza questa meraviglia, che abbiamo anticipata per fede nelle promesse del santo frate, a gloria di Dio ed a beneficio dei cuori smarriti, lontani. Le analisi cliniche sono urgenti, per proclamare che Dio è in mezzo a noi ed i suoi prodigi lo rivelano! Vi sia grande prudenza nella scelta dei ricercatori scientifici: l’amara esperienza della Sindone esaminata al carbonio 14 ci sia di monito! Rendiamo manifesto e senza paure, come il Signore, padrone della vita, dona vita oltre la vita al cuore di Padre Pio. Segno grandioso ed incontestabile nel presente e nel futuro dell’umanità. Brivido per la scienza, ma certezza e gioia incontenibile per ogni sincero ricercatore dello spirito, che riconosce in quel Segno (in quel cuore vivo oltre la vita) Nostro Signore Gesù, Via, Verità e Vita! Gedeone la Spada
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