IV. Coroncina per le anime dei sacerdoti del purgatorio (vedere varie formule su internet);
V. Ci sono molte altre opere da potersi compiere, come la recita del Santo Rosario, l’ascolto della Santa Messa, la Via Crucis, digiuni mortificazioni.
RIFERIMENTI BIBLICI DELLA DOTTRINA DEL PURGATORIO
La base è nel libro dei Maccabei: II Macc. 12:38-45; non mancano comunque i riferimenti al purgatorio nemmeno nel nuovo testamento Matteo 5, 25-26 oppure Matteo 12, 31-32 o ancora San Paolo, I Corinzi 3, 10-15.
RIFERIMENTI NELLA LETTERATURA PATRISTICA:
L’epitafio di Abercio
Le visioni contenute nel diario di Perpetua mettono in risalto come fin dai primi tempi del Cristianesimo si credesse ad una vita dopo la morte ed alla necessità di preghiere per raggiungere rapidamente lo stato di perfezione. Perpetua prega per l’anima di suo fratello defunto. Il Signore ascolta le sue preghiere e in una seconda visione, la donna vede Dinocrate, il fratello, perfettamente guarito, in grado di bere, capace di giocare come fanno tutti i bambini. Interpretando questa seconda visione, Perpetua scrive nel suo diario: “Mi svegliai e compresi che la pena gli era stata rimessa”.
Tertulliano (150-220 circa) nel suo De monogamia, scrive: “La moglie sopravvissuta al marito offre preghiere per la gioia di suo marito nei giorni anniversari della sua morte”, dove si intende bene che la moglie prega perché l’anima del defunto giunga presto alla gioia del Paradiso. “Non vi è motivo, tuttavia, di dubitare che le anime dei defunti non traggano sollievo dalle preghiere dei congiunti ancora in vita, quando viene offerto per loro il Sacrificio del Mediatore o vengono distribuite elemosine in chiesa. Queste opere, però, servono soltanto a coloro che, da vivi, hanno meritato.
Alcuni passi che alludono alle preghiere per i defunti si trovano in S. Girolamo e in S. Agostino.
Il Papa San Gregorio III rispondendo nel 741 a San Bonifacio, apostolo della Germania, scriveva a proposito delle offerte per le intenzioni delle Sante Messe: “La Santa Chiesa ritiene che chiunque può dare offerte per i defunti che furono cristiani, perché il sacerdote ne faccia memoria. Dal momento che tutti commettiamo peccati, è opportuno che il sacerdote faccia memoria dei cristiani morti e interceda per loro. Tuttavia questa disposizione non vale per gli empi, anche se erano cristiani...”.
RIFERIMENTI NEI CONCILI
Nel Concilio di Lione (1274) attraverso il Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze-Roma si sancisce l’esistenza del Purgatorio: “[...]Inoltre definiamo che le anime di chi, veramente pentito, muore nell’amore di Dio, prima di aver soddisfatto per i peccati e le omissioni con degni frutti di penitenza, vengono purificate dopo la morte con le pene del purgatorio; che, perché siano sollevate da queste pene, sono loro utili i suffragi dei fedeli viventi, cioè il sacrificio della messa, le preghiere, le elemosine, ed altre pratiche di pietà, che i fedeli usano offrire per gli altri fedeli, secondo le consuetudini della chiesa. [...];
Nel Concilio di Firenze del 1439 la Chiesa Cattolica, di fronte all’opposizione della Chiesa greca, ribadì l’esistenza del Purgatorio e definì tale realtà degna di fede per i suoi fedeli.
Il concilio di Trento, nella sua XXV sessione (3-4 dicembre 1563), stabilisce:
“Poiché la chiesa cattolica, istruita dallo Spirito Santo, conforme alle sacre scritture e all’antica tradizione, ha insegnato nei sacri concili, e recentissimamente in questo concilio ecumenico (403), che il purgatorio esiste e che le anime lì tenute possono essere aiutate dai suffragi dei fedeli e in modo particolarissimo col santo sacrificio dell’altare, il santo sinodo comanda ai vescovi che con diligenza facciano in modo che la sana dottrina sul purgatorio, quale è stata trasmessa dai santi padri e dai sacri concili, sia creduta, ritenuta, insegnata e predicata dappertutto.[..] I vescovi, inoltre, abbiano cura che i suffragi dei fedeli viventi e cioè i sacrifici delle messe, le preghiere, le elemosine ed altre opere pie, che si sogliono fare dai fedeli per altri fedeli defunti, siano fatti con pietà e devozione secondo l’uso della chiesa e che quei suffragi che secondo le fondazioni dei testatori o per altro motivo devono essere fatti per essi, vengano soddisfatti dai sacerdoti, dai ministri della chiesa e dagli altri che ne avessero l’obbligo, non sommariamente e distrattamente, ma diligentemente e con accuratezza”.
TESTIMONIANANZE DI ALCUNI SANTI E ANIME MISTICHE
Santa Brigida di Svezia
Si narra che un giorno Brigida ebbe una visione del Purgatorio e sentì la voce di un angelo che, consolando le anime, ripeteva queste parole: “Sia benedetto colui che, vivendo ancora sulla terra, soccorre con operazioni e buone opere le anime purganti, poiché la giustizia di Dio esige che senza l’aiuto dei viventi siano queste necessariamente purificate nel fuoco”. E udì ancora altre voci che aggiungevano: “Grazie siano rese a coloro che ci apportano sollievo nelle nostre sventure; la vostra potenza è infinita, o Signore: renda il centuplo ai nostri benefattori, che ci inducono più presto nel soggiorno della vostra luce divina”.
Santa Caterina da Siena
Caterina, che ricevette le stimmate come segno della sua perfetta identificazione con il Crocifisso, riferisce la descrizione fattale da Gesù riguardo al Purgatorio: “E se ti volgi al Purgatorio troverai ivi la mia dolce e inestimabile Provvidenza verso quelle anime tapinelle che totalmente perderono in tempo, ed essendo ora separate dal corpo non hanno più il tempo per poter meritare. A loro io ho provveduto per mezzo vostro, di voi che siete ancora nella vita mortale e avete il tempo per loro e, mediante le elemosine e l’ufficio divino che fate dire ai miei ministeri, insieme ai digiuni e alle orazioni fatte in stato di grazia, potete abbreviare loro il tempo della pena, confidando nella mia misericordia”
Attraverso molte visioni poté vedere il Paradiso, l’Inferno e anche il Purgatorio. Definisce quest’ultimo come “Regno dei dolori” e lo descrive come diviso in varie regioni: quella superiore, nella quale si trovano le anime che soffrono la pena del danno, quelle che non possono vedere Dio, e pene sensibili meno gravi per colpe lievi; qui il Purgatorio consiste in un’infinita nostalgia di Dio e della sua beatificante visione. Nel Purgatorio di mezzo soffrono quelle anime che hanno colpe
più gravi da espiare. La terza regione, quella più bassa, è molto vicina all’Inferno e piena di un fuoco che penetra le ossa e il midollo, fuoco che si distingue da quello dell’Inferno solo per la sua opera purificatrice e santa. Ciascuna di queste regioni era a sua volta divisa in varie zone in base alle colpe e alle pene.
Santa Francesca Romana
Per Francesca Romana, Dio accoglie effettivamente le intenzioni di coloro che offrono preghiere o opere di riparazione o di penitenza a beneficio di una determinata anima, a meno che non ci siano particolari motivi per cui queste opere o preghiere non le giovino (ad esempio, se una persona non ha mai avuto stima della Messa o ha trascurato di seguirla o di ascoltarla nei giorni di festa, non usufruisce dei meriti del santo sacrificio offerto per lei). La santa dice anche che le preghiere e le opere buone offerte dai fedeli sulla terra per una certa anima del Purgatorio tornano subito a favore di questa anima, ma non esclusivamente a suo favore, bensì anche di tutte le altre in forza dell’intima comunione fra loro. Se però quest’anima è già nella gloria, allora il merito delle preghiere e opere buone va naturalmente a favor e delle altre anime del Purgatorio che ancora sono in pena.
Santa Teresa d’Avila
Nella sua opera mistica “Il castello interiore”, descrive il tormento che le anime del Purgatorio devono subire a causa dell’ardente desiderio che hanno di quella beata visione di Dio che non è loro ancora concessa. In questo tempo, scrive don Stanzione parlando della grande santa spagnola, Dio “dona all’anima una così viva conoscenza di ciò che egli è veramente, che il tormento raggiunge un grado da spingerla a urlare. Ora l’anima non può fare altro, pur essendo abituata a sopportare con pazienza i suoi tremendi dolori, poiché non sente questo dolore nel corpo, ma nel suo intimo più profondo” .“Le pene delle povere anime del Purgatorio sono proprio di questo genere”, scriveva Santa Teresa, “poiché essendo liberate dal corpo soffrono assai di più di quanto non si possa soffrire mentre si è vivi sulla terra”. “L’anima viene consumata da una sete ardente del possesso di Dio eppure non può raggiungere questa ’acqua’”.
Santa Maria Maddalena de Pazzi
Carmelitana, era continuamente in preda a faticose estasi. Fra quanto visto sul Purgatorio nelle sue esperienze e visioni e apparizioni, si ricorda in particolare la morte del fratello Alamanno. Maria Maddalena, ricorda don Stanzione, “era in ricreazione con alcune consorelle nel giardino del monastero. Improvvisamente fu rapita in estasi e prese a gridare: ’Sì, io sono pronta a venire dappertutto!’. Con queste parole, il cui significato le sue compagne non poterono capire, la santa comunicava la sua disposizione a seguire il suo angelo custode in un viaggio attraverso il Purgatorio; e subito iniziò questo viaggio tormentoso del quale poi fu fatta una sconcertante e commovente descrizione: per due ore la santa continuò a girare attorno nel giardino del monastero, sempre in estasi, fermandosi di tanto in tanto ed emettendo nel contempo profondi sospiri contemplando la visione di cose alle quali il suo angelo custode soprattutto doveva prestare attenzione”.
“O povero fratello mio quanto tremendamente tu devi soffrire! Ma consolati! Tu sai che queste pene ti aprono la strada della beatitudine eterna!”, disse quando vide l’anima del fratello defunto. Poi continuò: “’Io vedo che tu non sei triste, perché sopporti le pene, che sono tremende, ma volentieri e sei felice! Quando tu eri ancora a questo mondo, non hai voluto ascoltare quando ti ammonivo e ti davo consigli. Adesso, a quanto vedo, tu desideri tanto che io ti ascolti. Che cosa vuoi da me?’. Egli le chiese un determinato numero di Messe e sante Comunioni”. La colpirono tremendamente il fatto di vedere anche religiosi in Purgatorio e che suo fratello sarebbe dovuto rimanere in Purgatorio finché lei avesse offerto a Dio centosette sante Comunioni per lui.
Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690)
“Mentre ero davanti al Santissimo il giorno del Corpus Domini – si legge nei suoi scritti -, d’improvviso mi si presentò davanti una persona tutta avvolta dalle fiamme, i cui ardori mi penetrarono così fortemente che mi sembrava bruciassi con lei. Lo stato pietoso, in cui mi fece vedere che si trovava in Purgatorio, mi fece versare molte lacrime. Mi disse che era quel religioso benedettino che una volta aveva ascoltato la mia confessione e mi aveva ordinato di ricevere la santa Comunione; per compensarlo di un consiglio tanto utile, Dio gli aveva permesso di rivolgersi a me, perché gli dessi sollievo nelle sue pene, chiedendomi per tre mesi tutto ciò che avrei potuto fare e soffrire”.
“Mi sarebbe difficile raccontare quanto ebbi a soffrire in quei tre mesi. Non mi lasciava mai, e mi sembrava avere il fianco presso cui stava, avvolto in una fiamma di fuoco, con dolori così acuti da gemere e piangere quasi continuamente”. “Alla fine dei tre mesi, lo rividi in maniera ben diversa: al colmo della gioia e circonfuso di gloria, se ne andava a godere la eterna felicità; ringraziandomi, mi disse che mi avrebbe protetta davanti a Dio. Io mi ero ammalata; però, siccome la mia sofferenza scomparve con la sua, guarii subito”.
Beata Caterina Emmerich
Suora agostiniana tedesca che ricevette le stimmate, era particolarmente dedita alle anime del Purgatorio, delle cui numerose apparizioni fece sempre delle relazioni circostanziate, in base alle quali le anime prendono parte reciproca al loro stato e provano consolazione e gioia, se alcune di loro vengono liberate o giungono a gradi meno dolorosi di purificazione. Le anime che si trovano già nel più alto grado, ottengono da Dio la libertà di manifestare il loro amore apparendo, per consolarle, a quelle che soffrono ancora le pene più gravi, o a persone devote ancora vive.
Vide anche gli angeli condurre dal Purgatorio al Paradiso le anime, le cui figure grigie, man mano che ascendevano, diventavano più chiare e splendenti, finché entravano a far parte della beatitudine in tutta la loro gloria.
Suor Orsola Benincasa (1547-1608)
Fondatrice dell’Ordine delle Teatine, ricevette le stimmate due anni prima della morte ma fin da giovane conobbe le palpitazioni estatiche, che preannunciavano l’estasi. Ebbe grande devozione per le anime del Purgatorio e a volte prese su di sé le loro pene. Si narra di un episodio avvenuto mentre assisteva sua sorella Cristina che stava per morire. La venerabile si accorse che la sorella era stata presa da una terribile paura del Purgatorio. Per confortarla e liberarla da quell’angoscia, Orsola pregò Dio di voler condonare alla morente le pene del Purgatorio e far soffrire piuttosto lei al suo posto. Il Signore accolse la sua preghiera e Cristina fu subito liberata dai tormenti e dalla paura, morendo serenamente. Orsola, invece, venne immediatamente colta da grandi dolori che non l’abbandonarono più fino alla morte.
Maria Simma (1915-2004)
Per molti anni i libri di Maria Simma sul Purgatorio sono stati dei veri best-seller dell’editoria religiosa. Riteneva che la vocazione assegnatale da Dio fosse quella di aiutare le anime del Purgatorio con la preghiera, la sofferenza espiatoria e l’apostolato. Già dall’infanzia era venuta in aiuto delle anime del Purgatorio con preghiere, guadagnando loro delle indulgenze. A partire dal 1940, le anime del Purgatorio vennero certe volte a domandarle soccorso in preghiera. Nel giorno di tutti i santi del 1953, la Simma cominciò ad aiutare i defunti con sofferenze espiatorie. Durante la settimana che segue la festa di tutti i santi, pare che le anime del Purgatorio ricevano delle grazie tramite l’intervento della Madonna. Il mese di novembre sembra pure essere per loro un tempo di grazie particolarmente abbondanti.
Santa Francesca Saverio Cabrini (1850-1917)
La santa aveva un affetto particolare per le anime dei fedeli in Purgatorio. Nelle apparizioni delle anime purganti si ebbero anche attestazioni di riconoscenza e di ricambio di carità da parte delle persone suffragate. Dopo la morte di un monsignore, accostandosi un giorno la santa alla Comunione in suo suffragio se lo vide innanzi che le diceva: “Questa santa Comunione la farai per me”. Per un mese si ripeté alle sue orecchie la stessa richiesta, e al termine del mese lo rivide sorridente e gli sentì dire: “Adesso basta, ti ringrazio; finora hai aiutato me, d’ora innanzi io aiuterò te”.
La Beata Elisabetta Canori Mora
“…mi condusse in un luogo dove mi fece vedere i tre stati in cui si ritrovano le anime purganti.
Vedevo dunque un luogo grandissimo, con tre divisioni. In una di queste non vedevo fuoco, ma solo un albore, che faceva agli abitatori di questa desiderare ardentemente il bel sole di giustizia.
Nella seconda divisione vedevo fuoco unito a preziosa rugiada, che mitigava l’ardore di quelle fiamme.
Nella terza divisione vedevo fuoco caliginoso, unito a zolfo e bitume, in maniera tale che pareva come un lago di fuoco, senza veruno esalamento. Vidi tre demoni, che rabbiosamente erano tutti intenti a soffiare a quel fuoco, come ministri della divina giustizia; vidi tre angeli che ricordavano agli abitatori di questo luogo la misericordia di Dio. Questi sono privi di suffragio, dove si ritrovava il giovane defunto; per mezzo di queste tre piccole mortificazioni si spera possa passare nella seconda divisione, per partecipare dei suffragi dei fedeli".
Natuzza Evolo (1924-2009)
Dall’età di 14 anni ebbe fuoriuscite di sangue che non le provocavano alcun dolore e senza che presentasse ferite o gonfiori. A 15, tornando a casa dopo aver ricevuto il sacramento della Cresima, una grande croce di sangue era apparsa sul retro della sua camicia, prima manifestazione emografica. Don Stanzione ricorda che Natuzza “funzionava proprio come una sorta di macchina tipografica: si metteva il fazzoletto sul suo petto, avvolto, piegato o stropicciato; lo si levava, ed era come se una macchina vi avesse stampato le scritte e i disegni”. Natuzza era analfabeta e non era in grado di comprendere da sé il significato delle scritte, tanto che ne doveva chiedere agli altri l’interpretazione. Le scritte riproducevano passi della Bibbia, Vecchio e Nuovo Testamento, inni, motti religiosi, sentenze, versetti, preghiere lunghe e brevi anche in latino, in greco, in aramaico, in tutte le lingue moderne. Riceveva apparizioni dei defunti, che conversavano con lei e le ribadivano l’esistenza del Purgatorio, del Paradiso e dell’Inferno. Coloro che erano destinati al Purgatorio richiedevano sempre, tramite Natuzza, orazioni, elemosine, suffragi e soprattutto sante Messe affinché fossero loro abbreviate le pene. Per lei, il Purgatorio non è un posto particolare, ma uno stato interiore dell’anima, che fa penitenza “negli stessi luoghi terreni dove ha vissuto ed ha peccato”, dunque anche nelle stesse case abitate durante la vita. Talvolta le anime fanno il loro Purgatorio anche dentro le chiese, quando è stata superata la fase di maggiore espiazione. Natuzza sottolinea spesso l’importanza delle preghiere e dei suffragi per le anime del Purgatorio e soprattutto la richiesta di celebrazioni di sante Messe, sottolineando così l’infinito valore del sangue di Cristo Redentore. Natuzza, scrive don Stanzione, “invita ad avere un profondo senso del peccato. Una delle grandi disgrazie di oggi è appunto la perdita completa del senso del peccato. Le anime purganti sono in numero enorme. Ciò ci fa capire sia la misericordia di Dio, che salva quanto più è possibile, e sia i difetti e le carenze anche delle anime migliori”.
Santa Veronica Giuliani scriverà:
“La seconda volta, l’ho veduta con grandi tormenti; in specie, nei sentimenti. Per modo di dire, dirò, che mi pareva che fosse tormentata negli occhi e nelle orecchie con ferri taglienti e pungenti; e che ciò era operato assai celermente ed ora in uno, ora in quei sentimenti insieme. O Dio! Il sentimento poi della lingua, aveva assai più pena. In un tratto, pareva che le uscisse dalla bocca, ed arrivasse sino a terra; e pareva che fosse inchiodata ivi, non con un chiodo di ferro, ma col chiodo della mano di Dio.”
Santa Faustina Kowalska
"Vidi l’Angelo Custode, che mi ordinò di seguirlo. In un momento mi trovai in un luogo nebbioso, invaso dal fuoco e, in esso, una folla enorme di anime sofferenti. Queste anime pregano con grande fervore, ma senza efficacia per sé stesse: soltanto noi le possiamo aiutare. Le fiamme che bruciavano loro, non mi toccavano. Il mio Angelo Custode non mi abbandonò un solo istante. E chiesi a quelle anime quale fosse il loro maggior tormento. Ed unanimemente mi risposero che il loro maggior tormento è l’ardente desiderio di Dio. Scorsi la Madonna che visitava le anime del purgatorio. Le anime chiamano Maria «Stella del Mare». Ella reca loro refrigerio. Avrei voluto parlare più a lungo con loro, ma il mio Angelo Custode mi fece cenno d’uscire. Ed uscimmo dalla porta di quella prigione di dolore. Udii nel mio intimo una voce che disse: «La Mia Misericordia non vuole questo, ma lo esige la giustizia».
Ma si potrebbero anche aggiungere Padre Pio e molti altri ancora…
La Redazione EFFEDIEFFE.com