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Il prossimo inquilino della Casa Bianca?
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Il prossimo inquilino della Casa Bianca? Un ispanico o una donna? No, siete fuori strada: sarà un banchiere!

Non c’è molto da stupirsi; ormai nella massima amministrazione USA i cilindri e le bombette hanno ricoperto tutte le cariche, tranne, appunto quella di presidente. O meglio non che non l’abbiano ricoperta, è solo che non era un’investitura ufficiale. Così come noi in Italia abbiamo una casta trasversale di politicanti senza arte né parte, che occupa il potere dello Stato sottraendolo ai cittadini italiani, in America, molto più pragmaticamente, ci mettono direttamente i banchieri.

Sono partiti da lontano e con profilo basso: prima componenti di varie commissioni (ci vuole pur sempre un esperto in materia), poi come consiglieri economici di vari presidenti, e siccome erano proprio bravi i vari presidenti, democratici o repubblicani che fossero, se li passavano da un mandato all’altro. Però questo non è stato sufficiente: per dare più autorità e prestigio all’azione del Presidente; era necessario che in materia economica (leggasi tributaria e finanziaria, chissenefrega della working class!) la vera responsabilità fosse in mano a chi era veramente competente in materia. Ed ecco così che i nostri eroi passano dai consigli di amministrazione delle grandi banche o dalla FED direttamente al ministero del Tesoro, in modo che non ci siano più inutili ritardi ed incomprensioni tra ciò che i banchieri decidono e ciò che l’amministrazione deve fare.

Ci sono però ancora alcuni intralci che provengono dal fatto che anche i presidenti, foraggiati ed eletti con i soldi delle grandi banche, soldi che poi sono semplicemente sottratti ai cittadini, si permettono ogni tanto di pensare con il proprio cervello, o meglio di prestare orecchio a quei poveri sprovveduti che li hanno votati, facendo dichiarazioni sconvenienti come ad esempio volere la riforma sanitaria o tassare i ricchi. Insomma è ora che queste incresciose alzate d’ingegno siano messe sotto controllo un po’ meglio prima che rovinino la nazione, cioè le banche.

E così, cammina cammina, i nostri numi tutelari, così bravi perché riescono a creare i soldi dal nulla, sono arrivati a ricoprire la carica di capo dello staff del presidente, in pratica le menti che decidono tutto. Avrete pur visto qualche pellicola sui presidenti USA: loro si limitano a stringere le mani e a dare buffetti sulle guance ai bambini, di tutto il resto, soprattutto della politica, se ne occupa lo staff.

Ecco la notizia:

(ANSA) - Washington, 6 gennaio - Il presidente Barack Obama ha annunciato la nomina di William Daley, ex ministro del Commercio e banchiere della JP Morgan, a capo di staff della Casa Bianca. Daley, 62 anni, di Chicago, prende il posto di Rahm Emanuel. Già segretario al Commercio nel secondo mandato dell’Amministrazione Clinton, è considerato un uomo di centro, e porta alla Casa Bianca il valore aggiunto delle sue strette relazioni con Wall Street.



La nomina di William Daley


Tralascio commenti e facili ironie sul valore aggiunto perché ognuno ci arriva da solo, ma questa notiziola, queste scarne righe di agenzia mi hanno subito fatto pensare alla Lunga Marcia del glorioso presidente Mao Tze Tung, dove al posto del popolo cinese che avanza verso la sua liberazione dalla tirannia dei mandarini, abbiamo uno sparuto gruppetto di potenti oligarchi che marcia contro il dilagare di coloro che vogliono capire come sia possibile che stiano ancora in piedi le banche nonostante gli orrendi danni che hanno procurato al mondo intero con l’ultima crisi.

E’ dai tempi di Mr. J.P.Morgan in persona, agli inizi del ‘900, che non si assiste ad una così massiccia e smaccata azione di conquista del potere da parte dei banchieri. E il logico ultimo passo da compiere ormai è solo quello della presidenza degli Stati Uniti d’America: God bless us.

Giovanni Sicola


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